Sai che descrivendo male le tue foto e i tuoi video stai perdendo soldi?

Hai l'hard disc pieno di stock images o stock footage che potresti mettere a reddito, ma non hai tempo e voglia di scrivere titoli e keyword?

Conosco chi può fare molto bene il lavoro che ti serve. Scopri di più

In questo episodio parlo di:

  • Un produttore di stock footage che estrae bitcoin e ha lanciato un podcast
  • Ascoltatori che scrivono libri e lanciano strumenti digitali per il microstock
  • Getty Images che ha comprato un sito dove regalano foto
  • Come aprire due account da produttore nella stessa agenzia
  • Foto che vengono accettate da un microstock e rifiutate da un altro
  • Quanto conviene tenere traccia delle statistiche di vendita
  • Pareri entusiastici sulle vendite di Istockphoto

Il produttore di stock footage diventato miner di bitcoin e podcaster

Ciao Daniele, è tanto che non ti sento, come stai?

A me le cose vanno bene, non mi posso lamentare, anzi, i video continuano a rendermi, anche se mi sto orientando su altro (ma la produzione, seppur minima, continua ad esserci).

Da qualche mese ho creato una piccola mining rig (che crea Bitcoin), che sembra andare molto bene per ora.  Ho anche dato vita, assieme alla mia ragazza, a un podcast.

Ti scrivo questo perché se non fosse stato per te e per il tuo sito non avrei avuto i mezzi per andare a convivere e creare questi altri due progetti con una mentalità professionale che mi hai trasmesso e che credo mi rimarrà per sempre.

Ti sembrerà forse esagerato, ma spesso quando creo un nuovo progetto penso:

Daniele farebbe così?

E magari investo denaro pensando al lungo termine in modo professionale invece che pensare a risparmiare subito, un po' all'italiana.

Le parole con cui ho iniziato sono quelle di un ascoltatore storico di questo podcast, che si chiama Domenico Fornas (leggi la sua storia) e che ha iniziato il suo percorso nel mondo del business digitale proprio grazie al microstock. Business di cui parleremo senz’altro in seguito, visto che è l’argomento principale di “vendere foto e video online”, così si chiama questo podcast (ascolta gli altri episodi), mentre quello di Domenico e della sua co-conduttrice Giulia si chiama Inside Joke.

Copertina del podcast "Inside Joke"

Parla di:

  • serie TV
  • film
  • videogiochi.

Sono partito così dopo la mia lunga assenza, perché le parole di Domenico dovrebbero essere il punto di partenza di chiunque vuole fare business sul web, non tanto per i complimenti che un po’ mi imbarazzano, ma perché lui nasce, relativamente al suo percorso di lavoro nel web, dal microstock. Da quest’ultimo ci ha ricavato non solo soldi e ispirazione, ma anche esperienza per fare altro, che è un po’ quello che ho fatto io.

Sono partito dalle immagini stock, che poi ho abbandonato presto per passare allo stock footage: l’ho fatto esclusivamente per motivi economici, perché a me fotografare piace quanto riprendere.

Poi sono passato alla divulgazione, senza mai abbandonare il microstock e oggi faccio mille cose:

e ogni giorno ho sempre un progetto nuovo che magari non ho il tempo di portare avanti.

Ma per quello c’è la delega, e parleremo senz’altro anche di questa.

Perché sono mancato per tanto tempo

E veniamo alla seconda notizia, che è forse quella che sta ronzando nella vostra testa dall’inizio di questo 102esimo episodio di “Vendere foto e video online”, ovvero:

ma dove sei stato in tutti questi mesi?

Rispondo invitando chi mi sta guardando su YouTube ad osservare sullo sfondo il mio sfavillante nuovo scanner per pellicole cinematografiche 8 e 16 mm.

Un investimento che mi ha prosciugato e che per essere ripagato necessitava di un mio impegno totale sulla produzione di stock footage con i video storici, perché ovviamente io non sono uno di quelli che insegna agli altri come fare avendo solo una conoscenza teorica della materia. Negli ultimi 10 mesi sono rimasto chiuso nel mio ufficio casalingo a produrre da mattina a sera e quindi o facevo male entrambe le cose:

  • produrre
  • divulgare

o decidevo quale delle due fare meglio e ho optato per la produzione perché il progetto che ho messo in piedi è quello che ha la resa immediata maggiore. Sono venale, lo so, ma se non lo fossi sarei al CAAF a chiedere il reddito di cittadinanza per poi starmene disteso sul divano a scorrere lo schermo dello smartphone alla disperata ricerca di qualcuno che mi dica che ho ragione quando mi lamento di qualcosa.

Volete essere così?

Se sì, non ascoltate questo podcast.

Ascoltatori che scrivono libri e creano strumenti digitali

Più che di me, visto che la mia persona è sempre un argomento valido considerato che parlando del conduttore non si va mai fuori tema, mi piacerebbe parlare di voi ascoltatori: due altri storici frequentatori di questa trasmissione in questi miei mesi di silenzio hanno fatto qualcosa di molto buono.

Da una parte due libri sul microstock scritti da Alessandro Grandini:

Dall’altra uno strumento digitale che vi può aiutare a vendere di più di Pier Paolo Mansueto (ne parlo in questa pagina).

Intanto ve ne do breve notizia e vi esorto a fare come loro, perché se non l’avete capito non è più il mondo di una volta, e le occasioni sono a disposizione di tutti quelli che se le vogliono prendere, senza raccomandazioni o burocrazia varia, nonostante quello che vi raccontano.

E se creaste un podcast?

Solo una piccola parentesi sempre su Domenico Fornas e sull’ottima idea dei podcast. Non hanno fatto le cose a caso lui e la sua coautrice, perché sono partiti forte da subito mettendo in campo:

  • un’ottima qualità del suono
  • una conduzione molto professionale.

Mi piacerebbe poter dire lo stesso di altri podcast, anche prodotti da media più tradizionali. Certi podcast di Radio 24 o dell’Ansa, dal punto di vista della realizzazione, sembrano delle tesine d'esame di terza media.

Quindi anche lì ci sono delle autostrade di opportunità, se mettete in piedi un progetto serio, non importa se dalla cameretta di casa vostra. Basta:

  • un microfono da poco più di 100 euro (io uso questo)
  • dei pannelli fonoassorbenti da 50 euro (io uso questi).

Già con questo siete un passo avanti a tutti gli improvvisati che credono che basti registrare l'audio con lo smartphone e aspettare che arrivi l’onda virale a fare il resto.

Se poi volete risparmiare tempo vi serve anche:

  • un abbonamento a musiche e suoni professionali, come quello di Storyblocks,
  • l’abbonamento a Spreaker che vi aiuta a distribuire il podcast sulle diverse piattaforme, ovvero fa quello che potreste fare voi gratis, ma anziché farvi perdere un’ora ad episodio lo fa in un secondo.

E poi, ma questo viene dopo che siete partiti altrimenti l’asticella è troppo alta e non partite proprio, dovete imparare ad ottimizzare i tempi attraverso:

  • delega
  • procedure

perché i soldi avete tutta la vita per guadagnarli, ma il tempo che perdete in attività evitabili non lo potrete recuperare mai.

Quello che mi dà più soddisfazione nel messaggio di Domenico è la conferma, se mai ce n’era bisogno, che il microstock:

  • non è solo una fonte di reddito
  • ma il mezzo più facile per un fotografo o un videomaker per entrare nel mondo del business digitale, capirne i meccanismi, e guadagnare in mille altri modi con internet.

Anche con i podcast è un po' la stessa cosa. Al di là del successo immediato, considerando che nel caso di Domenico è difficile monetizzarlo con la pubblicità visto l’argomento di cui parla:

l'unica forma di monetizzazione interessante, nel suo caso, è l'affiliazione Amazon per promuovere Prime Video.

All’orizzonte i podcast però sono la nuova radio e già oggi Spotify, Twitch, Audible, Storytel pagano i migliori per un’esclusiva o per mettere in piedi dei progetti nuovi. Non so a voi ragazzi, ma a me questo mondo dà tanta ispirazione a livello business, tanto quanto mi rende triste sotto molto altri aspetti.

Tanti anni fa questo podcast aveva una versione in inglese che poi ho lasciato perdere perché è sbagliato avere le mani su troppi progetti se non si ha esperienza su come gestirli, visto che all’epoca ero inesperto da questo punto di vista. Un paio di anni fa mi ha contattato Shutterstock (leggi la guida sull'agenzia) in persona per chiedermi se avevo intenzione di ricominciare proprio il mio podcast in inglese. Fosse stato un programma regolare probabilmente sarei potuto giungere ad un accordo anche economico, ma visto che non lo era più da anni è naufragato tutto in un mio “no grazie”.

Questo è il mondo del business digitale:

Mille opportunità se lavorate nel modo giusto e vi fate il mazzo, perché non esistono formule magiche per il successo: esiste solo studio e fatica. Se siete capaci e vi impegnate a quel punto non dovete essere bravi a trovare nuove opportunità, dovete essere bravi a rifiutare quelle meno convenienti che vi propongono.

In bocca al lupo a Domenico e Giulia, voltiamo pagina.

Perché Getty Images ha comprato Unsplash

In tutti questi mesi sono successe un sacco di cose ovviamente e molte non le nomineremo perché non c’è tempo per farlo. Voglio però parlarvi di quella che è la notizia più inspiegabile a prima vista e l’ho scelta proprio per spiegarvi perché in realtà non è per nulla inspiegabile.

Getty Images ha comperato Unsplash.

Sapete tutti che Getty Images è uno dei principali microstock, mentre Unsplash, insieme a Pexels e Pixabay, è uno dei siti più usati per scaricare foto e video gratis.

Vi chiederete voi:

ma perché chi vende contenuti, direttamente o tramite Istockphoto che è di sua proprietà, si mette a regalare la stessa tipologia di contenuti?

Una persona un po’ sprovveduta potrebbe dire “per mettere fuori mercato chi gli sta facendo perdere vendite”.

Questo sarebbe vero se a vendere contenuti ci fosse solo Getty Images e se a regalare contenuti ci fosse solo Unsplash. Entrambe le cose, lo sapete, non stanno così.

Quindi se Unsplash chiudesse i cacciatori di contenuti gratuiti scaricherebbero da Pexels che è a un clic di distanza, quindi chi regala non sparirebbe. In più non è conveniente per Getty pagare per mettere fuori dal mercato quello che è anche un concorrente dei propri concorrenti, come Adobe Stock e Shutterstock.

Operazioni del genere si fanno per il traffico, come diceva Johnny Stecchino.

Se andata a vedere il bilancio di Shutterstock, che vi linko visto che è molto più facile lamentarsi che andarsi a cercare le informazioni, nell’ultimo anno intero trascorso la stessa Shutterstock ha incassato 666 milioni di dollari, un terzo dei quali li ha spesi in pubblicità, ovvero pagando Google e Facebook perché gli portino clienti.

Dettaglio del bilancio di Shuttertstock che evidenzia le entrate e le spese dell'anno 2020

Costi pubblicitari così alti li dovremmo considerare tutti quando ci lamentiamo delle scarse percentuali che le agenzie ci danno. O per lo meno dovremmo lamentarci solo dopo aver cercato le informazioni che ci permettono di esprimere un’opinione ragionata.

Getty Images acquisendo Unsplash scommette sul fatto che i banner che mostrerà in quel sito ai visitatori che cercano foto da scaricare gratuitamente gli costino meno di quelli che sempre nello stesso sito mostrava pagando però Google Adsense.

Quindi, la chiave del capire se gli è convenuta o meno questa operazione, sarà nel vedere quante vendite quei banner generano e quanto tenere in piedi un sito come Unsplash costerà a Getty, nonché quanto ha pagato per acquisirlo cifra che non è stata purtroppo resa nota.

Lo dicevo anche nel mio primo libro “vendere foto e video online”:

Mettere in piedi un progetto, se uno ha voglia di lavorare e imparare, è semplicissimo.

Ora io sto mettendo in piedi il mio sito di vendita diretta di stock footage storico. Ovviamente, in questi mesi e anni di Attività nel web ho maturato molta esperienza, quindi conosco gli strumenti che servono e conosco come ingaggiare le persone giuste per fare le cose che non posso fare io, o perché non ne sono capace o perché è troppo dispendioso a livello di tempo farlo.

Costa poco, molto meno di 1000 euro, considerato che ho già l’abbonamento a molti strumenti che servono:

  • la versione professional di Vimeo per riprodurre i 10mila video che voglio mettere in vendita
  • l’hosting internet (quindi nel mio caso devo pagare solo il nome del sito)
  • il cloud illimitato dove salvare i file che i clienti acquistano.

La piattaforma per vendere è semplice da usare ed è:

  • gratuita nel caso di WooCommerce
  • con costi irrisori nel caso di Shopify.

Il problema grosso, come vado dicendo da anni a partire dal mio primo libro, è il traffico. Perché se io o qualsiasi di voi mettiamo online un sito nessuno andrà mai a visitarlo, a meno che non paghiamo la pubblicità.

E qui torniamo al discorso di Unsplash. La pubblicità oggi su internet è molto costosa a differenza di quello che accadeva anche solo 5 anni fa e solo i grandi microstock se la possono permettere, perché possono anche ottenere clienti perdendoci, vale a dire pagano 50 euro, per ottenere un cliente che di euro ne spende 40 la prima volta, nel presupposto che statisticamente quel cliente è probabile che compri ancora da loro in futuro senza passare per la pubblicità.

Quando hai un catalogo con centinaia di milioni di foto e video come ce l’ha Shutterstock puoi ragionare in quel modo, quando sei un Daniele Carrer qualsiasi non lo puoi fare. Se vuoi guadagnare. Se vuoi vantarti con gli amici che sei un passo avanti a tutti perché fai pubblicità su Facebook senza aver capito come farla bene, fai pure, ma sono soldi buttati se non ti impegni studiando, o se non sei bravo a selezionare qualcuno che devi pagare per farlo al posto tuo.

Vi chiederete:

perché allora stai lanciando il tuo microstock se lo scenario è così tragico?

Perché io ho una fonte di traffico gratuita. O meglio: mi è costata un sacco un termini di lavoro che è stato necessario, ma oggi, dopo essermi fatto il mazzo, porta traffico continuo ai miei progetti.

Accanto al traffico generato da pubblicità, c’è anche il traffico organico infatti, ovvero quello generato da altri siti, in particolar modo i motori di ricerca. Il secondo motore di ricerca più utilizzato è YouTube, e il mio canale lo scorso mese ha avuto più di un milione di visualizzazioni.

Mettendo un link in descrizione, considerato che quello che faccio vedere nei miei video è del tutto coerente con quello che vendo, vale a dire gli video stessi, tutto ha un senso.

Negli ultimi 5 minuti vi ho appena insegnato le basi per fare soldi con internet, non solo con il microstock. E poi dite che nei podcast dicono tutti le stesse cose.

Le domande degli ascoltatori

E' possibile avere due account diversi nei vari microstock? Se sì, è conveniente o ci sono controindicazioni?

Come aprire due account nello stesso microstock

Dipende dal microstock. In molti lo puoi fare.

Pond5 per esempio te lo permette esplicitamente nel caso tu voglia vendere solo una parte della tua collezione in esclusiva, guadagnando su questa il 60%, anziché il 40%.

Considera che molte agenzie, quasi tutte ormai, ti chiedono una copia del documento di identità quanto ti iscrivi, quindi se vuoi fare il furbetto devi avere quanto meno qualcuno che apre l'account a nome tuo e poi ti autorizza a caricare le tue foto e i tuoi video, e magari ti paga le royalty che generi, quindi diventa tutto rischioso, oltre che complicato.

Io non vedo convenienza e nemmeno controindicazioni nel farlo, se non, in quest’ultimo caso, che perdi tempo, e non essendoci vantaggi secondo me non ha nessun senso.

Mi viene da dire: tipica domanda di chi ha tempo da perdere.

Foto accettate da un microstock e rifiutate da un altro

Ti seguo da un po'. Ho scoperto il microstock grazie a te e mi sto mettendo sotto perchè mi piacerebbe che diventasse sempre più la mia attività principale.

Per ora ho caricato solo 40 foto e 6 video. Non faccio propriamente paura come concorrente.

Ho appreso con enorme piacere che hai scritto un libro e l'ho già acquistato! Sono "affamato" di conoscenza. Per precisione ti dico che non ho ancora acquistato il tuo corso, non perchè non ritenga che sia valido, anzi ne sono certo, ma perché  in questo momento il mio budget è limitato.

Ho un barboso lavoro da dipendente a tempo indeterminato che non mi soddisfa per nulla, ma paga le bollette e l'affitto.

Ti scrivo in quanto man mano che approfondisco il tema mi nascono delle domande e, magari, diventano anche spunto per i tuoi meravigliosi podcast che seguo assiduamente.

La domanda è la seguente: E' possibile che le stesse immagini spedite a varie agenzie vengano accettate da alcune e rifiutate da altre?

Ho caricato alcune immagini su Pond5 e Shutterstock e mentre la prima me le ha rifiutate, perché si poteva intravedere in lontananza un logo su uno zainetto, la seconda me le ha accettate (e non è stata messa nemmeno con la formula del contenuto editoriale).

E' assolutamente possibile, anzi oserei dire che è la regola.

Vado anche oltre il tuo dubbio: conosco gente che si vede rifiutare foto o video da un'agenzia, le sottopone di nuovo, poi gliele accettano e addirittura vendono. Dipende tutto dal selezionatore che trovi.

E’ abbastanza ovvio che sia così, come in tutto nella vita. Hai detto che hai un lavoro barboso. Non è che puoi pretendere di andare da Google e farti assumere dicendo che un’altra Azienda ti ha già assunto.

Tenere traccia delle vendite nei microstock

Volevo chiederti un consiglio su come gestire e tenere traccia dei vari contenuti che carico: te lo chiedo perchè vorrei poter avere una sorta di "elenco", magari in Excel, per avere la statistica delle mie stock images e del mio stock footage. Magari una colonna per sapere dove sono stati caricati, una per le keyword.

Non so se è solo una perdita di tempo, ma vorrei impostare il lavoro bene fin dall'inizio.

Per quanto riguarda il tenere traccia dei contenuti è un lavoro immenso, che sicuramente ha dei vantaggi, ma il tempo che perdi per farlo è di gran lunga mal speso considerati i dati in più che così facendo puoi avere.

Tu adesso hai pochi contenuti caricati e non te ne rendi conto. Prova a vedere le cose dal mio punto di vista che magari è il tuo punto di arrivo, inteso come progressione della carriera di produttore: io ho più di 10mila clip online. Se avessi messo in piedi un sistema come quello che hai in mente, avrei impiegato anni a compilare i fogli excel e magari di clip caricare ne avrei la metà, con guadagni molto più che dimezzati.

Al massimo usa le interfacce nelle varie agenzie per avere un'idea dei tuoi contenuti più venduti e regolarti di conseguenza quando pianifichi cosa fotografare e riprendere. Quella di Pond5 va benissimo per esempio.

E poi usa anche un tracciatore di guadagni, quando iniziano ad arrivare i soldi, come Microstockr.

Le statistiche di vendita dei concorrenti

C'è la possibilità di vedere quanto vendono le foto dei concorrenti? Lo so, sarebbe spionaggio industriale, ma uno cerca di capire quali sono i contenuti che vendono di più.

No, giustamente i dati tuoi e di qualsiasi altro produttore, li sanno solo il produttore stesso e le singole agenzie su cui ha caricato.

Puoi però vedere, proprio nelle singole agenzie, quali sono i contenuti con più vendite, senza vedere la quantità o i guadagni a cui corrispondono.

Vai su Shutterstock, per esempio, metti una parola chiave nella stringa di ricerca e ordini i risultati per quello che loro chiamano Most Relevant.

Risultati di Shutterstock ordinati per Most Relevant

In tal modo la lista che esce ordina le foto o i video non in base al numero totale di vendite, ma in base un algoritmo che combina le vendite e le tendenze dell’ultimo periodo. Di conseguenza da lì puoi trarre spunto per produrre nuovi contenuti.

Istockphoto e un produttore che la ama

Parliamo di Istockphoto chiudendo un po’ il cerchio che abbiamo iniziato a disegnare prima parlando di Getty Images, con il parere di un gentile ascoltatore sull’agenzia. Dirà cose su cui difficilmente vi troverete d’accordo, quanto meno io la penso così.

Per quanto riguarda Istock ti devo dire che è l’agenzia con più fatturato per il mio portfolio: la prima dove ho venduto video (e ne vendo tutt’ora circa 10 al mese). Quindi è una piccola rendita fissa.

Io ho solo 190 clip pubblicate. E’ vero che si guadagna poco su ogni video, però Istock vende in maniera molto costante. Anche se parliamo nel mio caso di poche decine di dollari al mese, bisogna calcolare la limitatezza del mio portfolio Poi ognuno faccia le sue valutazioni.

Molti non accettano gli spiccioli. Li posso comprendere, però se pensi al tuo fatturato finale, Istock è un’ulteriore aggiunta alla tua rendita mensile.

Se uno ragiona in termini di singole agenzie dovrebbe caricare solo su Adobe Stock, dove le clip generano almeno 20 euro a vendita.

Per quanto riguarda le foto su Istock... lasciamo perdere. Sono meno di 10 centesimi a vendita, ma conosco gente che con le foto, su Istock, aggiunge altri 30 o 40 dollari al mese.

Alla fine se uno si lamenta di Getty/Istock, allora si deve lamentare anche di Shutterstock, Freepik, etc..

Cosa produrre per vendere su iStockphoto

Ti faccio un po’ di esempi di clip che vorrei produrre. Io di solito faccio cose nuove, che sono meno soggette a concorrenza e che potrebbero avere successo perché sono novità relative ai trend di oggi:

  • la telemedicina, visto che con il coronavirus sta uscendo questo nuovo modo di visitare le persone online in videoconferenza;
  • il cuoco e il parrucchiere in casa.

Queste tematiche sono interessanti perché non ci sono ancora tante clip pubblicate. Essendo nuove mode possono portare tanti incassi, anche se magari con il normalizzarsi della situazione non avranno più senso.

Molto probabilmente la strada migliore per lo stock è riprendere le persone, però anche con i time-lapse c’è pochissima concorrenza.

Parto dal fondo: non sono d’accordo con quest’ultima affermazione, perché i time-lapse sono senz’altro meno inflazionati dei video in tempo reale, ma oramai non sono più una novità.

Devi sempre valutare quanto ti costa un video o una foto da mettere in vendita, oltre che quanto ti fa guadagnare. Con i time-lapse guadagni di più, ma sono anche più costosi perchè ci metti più tempo a girarli e a post produrli.

Per il resto io iStock non la frequento più da anni. Ogni tanto Getty mi manda un bonifico PayPal per i video che ho caricato per l’ultima volta più di 5 anni fa, ma è un’agenzia da tempo in fase decadente per quanto mi riguarda.

Fatemi sapere cosa ne pensate anche voi, così chi non la frequenta può avere dati concreti sui quali riflettere, evitando magari di cadere nel classico tranello del web di ridurre tutto a “il mondo è crudele e io sono una vittima e un genio incompreso”.

Il podcast riprende

Ragazzi, ce l’ho fatta a ripartire. Mi direte voi se vi sono parso in forma o arrugginito. In linea di massima, salvo imprevisti di vita, dovrei essere di nuovo costante da ora in poi.

In questi mesi tanti di voi mi hanno scritto. Io ho risposto a tutti. Ci sono stati però un paio di ascoltatori/amici digitali che non hanno ricevuto il mio messaggio perché il filtro antispam faceva rimbalzare le mie risposte, quindi sappiate che io ci ho provato e non mi sono svegliato arrogante da un giorno all'altro.

Ok, io ci ho messo un giorno di lavoro per produrre questo contenuto e tu ci impieghi 5 secondi per cliccare su uno dei tre tasti qui sotto, ma più che per questo, perché non condividi la pagina semplicemente per aiutare i tuoi amici appassionati di fotografia a guadagnare?