Sai che descrivendo male le tue foto e i tuoi video stai perdendo soldi?

Hai l'hard disc pieno di stock images o stock footage che potresti mettere a reddito, ma non hai tempo e voglia di scrivere titoli e keyword?

Conosco chi può fare molto bene il lavoro che ti serve. Scopri di più

In questo episodio parlo di:

  • Un contributor che guadagna 1000 euro al mese vendendo stock footage storico
  • Uno strumento che dice quali keyword i compratori di una certa immagine hanno digitato
  • Perché lo stesso compratore può acquistare più volte le foto di un contributor specifico
  • Come passare dall'essere contributor all'essere imprenditori
  • I migliori software e marketplace per la grafica 3D
  • La maggiore velocità con cui le agenzie stanno vendendo contenuti
  • Come girare hyperlapse a regola d'arte
  • Una buona reflex per girare stock footage 8K
  • Le nuove API key di iStockphoto per Microstock Plus
  • Perché non si possono caricare video rubati su YouTube

Guadagnare con la vendita di film storici

Ciao Daniele. Ti scrivo perché voglio prima di tutto ringraziarti per le dritte che mi avevi dato tempo fa sullo stock footage storico.

Da allora ho acquistato numerosi lotti di film 8mm e super 8, li ho digitalizzati e migliorati con un workflow che ho costruito dopo vari tentativi, usando Adobe After Effects e Adobe Premiere pro, con vari plugin.

La qualità finale è molto più che soddisfacente, considerato che uso uno scanner economico per l’acquisizione. Grazie a questo ora guadagno quasi 1000 euro al mese tra le varie agenzie di microstock (Shutterstock, Getty, Pond5 e Dreamstime).

Guardo spesso anche i tuoi video nel canale Youtube e sono rimasto sorpreso dalla qualità dell'immagine delle ultime scansioni che hai caricato.

Da qui nascono le mie domande:

Come ottieni questa qualità?

Sono 8mm o formati più grandi?

Come trovi tutto quel buon materiale? Io controllo sempre Ebay, ma spesso non trovo pellicole interessanti e questo mi costringe ad avere periodi di fermo.

Ti ringrazio per i tuoi consigli, gli aiuti, i podcast e tutto quello che pubblichi: sono utilissimi a chi vuole impegnarsi e mettersi in gioco!

Mettersi in gioco ragazzi questa è l’ultima parte del messaggio di Filippo Carlot, l’ascoltatore che ci ha brevemente raccontato la sua storia.

Non si può più pretendere di guadagnare con il microstock senza un metodo o, riassumendo, senza la giusta mentalità imprenditoriale.

L’amico un anno fa mi ha scritto, ispirato da quello che sto facendo io con i film storici, e un anno dopo è arrivato a 1000 euro al mese incassati, a dimostrazione che creare contenuti di nicchia, in modo strutturato, visto che alla fine l’amico ha clonato quello che io già facevo, paga sempre.

Io sono già in una fase successiva la sua. Come ho già detto quest'anno ho investito parecchi soldi in uno scanner professionale per acquisire pellicole e, nel tentativo di ottimizzare le mie procedure di produzione, ho cambiato software di restauro, oltre ad essere migliorato molto dal punto di vista tecnico nella post-produzione, a forza di trattare film.

Gli ultimi video che ho pubblicato su YouTube sono tutti 8 mm e super 8. Il film a cui si riferisce l’amico è ambientato a Fiabiliandia, di Rimini, nel 1970 ed era un super 8.

Al di là di quanto potrò guadagnare con i vari spezzoni che lo compongono, la soddisfazione da parte mia è anche l’aver salvato un pezzo di storia che altrimenti sarebbe andato perso, o quanto meno non sarebbe stato condiviso con la collettività.

In quest'ultimo caso, per diffonderlo e venderlo, mi sono accordato con il signore che l'ha girato, un autore amatoriale veramente bravo e che, 84enne, mi ha ceduto i diritti di distribuzione. Avevo scovato lui e tanti altri film di altri autori che ora appartengono alla mia collezione, grazie al mio servizio di digitalizzazione attivo su iltelecinema.it.

Grazie a quel mio sito e al mio canale YouTube che è visto da centinaia di migliaia di persone ogni mese, ho chiuso tanti accordi con i videomaker o con i loro eredi.

Prendere i film su Ebay, come facevo io all'inizio, può essere un bel problema per motivi di copyright, quindi lo sconsiglio a tutti voi solleticati dall’idea di clonare il mio progetto. Solleticati immagino non tanto dal valore culturale di quello che faccio, ma dai 1000 euro al mese che l’amico ha raggiunto nel giro di un anno, proprio imitando quello che faccio.

Imprenditori che regalano le proprie idee agli altri

Molti di voi si chiederanno perché io promuovo l’attività di un mio concorrente, per di più rivelandogli tutti i miei segreti. Lo faccio sostanzialmente per due motivi. Il primo è che attraverso la condivisione si migliora il mondo, che è l’unico mondo che abbiamo e nel quale anch’io vivo. Il secondo è che comunque io sono più bravo, e difficilmente qualcuno è in grado di fare meglio di me, visto che il progetto richiede:

  • conoscenza della SEO
  • conoscenza delle tecniche di restauro dei filmati
  • capacità imprenditoriale

e via dicendo.

A proposito di quest’ultime, mi rivolgo all’amico, ma mi rivolgo anche a tutti voi che volete guadagnare grazie al microstock. Alla fine se volete fare il salto di qualità, purtroppo, l'unico modo per riuscirci è investire, che è una cosa molto rischiosa, ma che se hai le idee chiare vale la pena quasi sempre.

Ecco perché sullo sfondo della mia immagine, lo dico a chi mi guarda su YouTube, vedere quel fantastico scanner di cui parlavo e che mi è costato anni di debiti, ma sicuramente ne è valsa la pena, altrimenti sarei ancora qui a galleggiare nel limbo dei produttori mediocri di stock footage.

Quando si vendono stock images solo di una città

Relativamente allo scorso episodio ci sono un po’ di aggiornamenti e soprattutto un’errata corrige. Quest’ultima ovviamente per colpa mia.

Ma andiamo per ordine. Se ben ricordate, vi avevo chiesto aiuto su delle questioni che alcuni di voi ponevano, e sulle quali non riuscivo a dare delle risposte con cognizione di causa. essendo su argomenti molto specifici.

Partiamo da quanto accaduto a Giulio che, se ben ricordate, aveva sperimentato delle vendite anomale relative a un soggetto, ovvero la città di Poznan in Polonia.

Io avevo detto che Giulio stava vendendo 5 immagini ogni due giorni scattate a Poznan e, non riuscendo a spiegarmi perché, avevo chiesto cosa ne pensavate voi, gentili ascoltatori.

Ci era venuto in aiuto il sempre ottimo Ruggero Piccoli.

Secondo me:

  1. le agenzie mostrano per prime le foto con più vendite in modo decrescente. Poi le ultime aggiunte. Se non c'è venduto e tu sei l'ultimo che ha pubblicato qualcosa ti mostrano per primo. Per cui potrebbe essere che l'amico sia l'ultimo che ha pubblicato materiale di Poznan, questo comincia ad apparire per primo e poi più vendi e più venderai, perché scali la classifica.
  2. Forse sta vendendo per keyword generiche e non per la keyword Poznan.

Uno strumento che aiuta a capire le keyword che fanno vendere

A supporto di quanto dice, Ruggero poi mi linka un’immagine stock che, oltre ad essere molto interessante in sé, introduce uno strumento che non ho mai citato in questo podcast e che potrebbe essere una bella svolta per molti di voi nell’analisi delle vendite e quindi negli incassi che i propri contenuti generano:

Una fotografia scattata all’aeroporto di Belgrado che ritrae una simulazione antiterrorismo dove si vedono dei finti ostaggi inginocchiati sulla pista con dei finti terroristi a minacciarli.

Poi, e qui introduco lo strumento che vi dicevo, c’è una lista delle parole chiave cercate dai clienti che poi quell’immagine di Ruggero l’hanno comprata:

  • terrorism 23,1%
  • hijacking 23,1%
  • counter 23,1%
  • airplane 15,4%
  • airliner 7,7%
  • hostage 7,7%

Relativamente a tale strumento aggiunge Ruggero:

L’ho scattata in Serbia all'aeroporto militare di Batajnica, vicino Belgrado. Venduta 14 volte ma mai per keyword di dettaglio relative al luogo, sempre per keyword generiche relative alla situazione.

A proposito di elementi di titoli e descrizione che non influiscono sulle vendite: dall’analisi dei dati mostrati da questo strumento posso dire che, di fatto, la seconda frase della descrizione è inutile.

Torno nei panni di Daniele e vi spiego cos’è nel suo caso la seconda frase della descrizione della foto in oggetto ed evidentemente delle altre foto vendute con licenza editoriali da Ruggero, visto che condivide il suo pensiero sull’efficacia a livello di vendite di quella frase.

E’ il titolo così come lo vuole Shutterstock nel caso di contenuti editoriali, ovvero si cita la data, il luogo e l’evento ripreso, in questo caso una specifica simulazione anti-terrorismo.

Poi ancora Ruggero:

Guarda questa ricerca su Shutterstock relativa alle keyword hijacking + airplane.

I primi risultati mostrati sono foto mie. La cosa che mi stupisce è che hanno venduto anche quelle in cui si vedono i colori della bandiera serba dipinti sull’aereo.

Forse nessuno prima di me aveva pensato di pubblicare foto di un aereo preso in ostaggio dai terroristi?

Tre informazioni che servono per guadagnare di più

Dico ora una cosa, sapendo che è molto più eccitante per un fotografo parlare del prossimo modello di reflex o di mirrorless in uscita, o fantasticare sulla prossima escursione in montagna per fotografare all’alba il laghetto sperduto sperando, invano, che ci sia qualcuno pronto a spendere un sacco di soldi per comprarvi tale immagine, ma se volete guadagnare soldi reali tali pensieri non servono a nulla.

Quello che vi serve sono cose noiose, come appunto lo studio di titoli e keyword che vi aiutano a primeggiare nelle liste di contenuti che i microstock mostrano ai loro potenziali clienti, e in funzione di questo l’intervento di Ruggero è magnifico, per tre motivi.

Il primo è che abbiamo capito che nei microstock vogliono foto di terroristi. Quindi inondate il mercato di quel contenuto, se volete guadagnare. E sbizzarrite la vostra creatività per farlo. E se volete guadagnare ancora di più fate video, non solo foto.

Il secondo è che il titolo editoriale di Shutterstock non serve a nulla per l’indicizzazione, serve solo a Shutterstock per mettersi al riparo da cause legali nel caso qualcuno rivendichi privacy o copyright sui soggetti ritratti. Ruggero ha aggirato il problema mettendolo come seconda frase e abbiamo capito che Shutterstock tollera tale trucchetto.

Terzo abbiamo scoperto uno strumento che ci dice quale keyword ha cercato il cliente che ha comprato la foto. Usandolo e analizzando le vendite potete capire meglio cosa produrre per vendere di più e su che keyword insistere quando descrivete foto e video.

Se sfruttate bene tutte queste informazioni che Ruggero ha condiviso potreste diventare ricchi. Se invece volete diventare rancorosi parlate dei revisori di Shutterstock che vi hanno rifiutato le foto.

Lo strumento che vi dice da quale keyword il compratore è arrivato sul vostro contenuto lo trovate direttamente dentro Shutterstock nel vostro pannello di controllo cliccando

  • Dati/Collaboratori con le migliori prestazioni o, se usate l’interfaccia in inglese, dentro Insights/Top Performers.

Al momento c'è solo per le immagini e non per tutte le keyword.

Quindi, quelli di Shutterstock sono molto parsimoniosi con i dati proprio perché uno degli elementi che stabiliscono il valore di un microstock sono i dati in suo possesso e, se si sa scrivere un software nel modo giusto, quei dati possono essere presi da chiunque e monetizzati, e questo Shutterstock, credetemi, non lo vuole. Ma le informazioni limitate che potete ricavarne sono già molto utili.

Amici che regalano vendite di immagini stock

Venendo alla situazione riportata nello scorso episodio, se i fatti stessero come li ho raccontati io, il buon Giulio con questo strumento potrebbe capire quali keyword i compratori che acquistano le sue foto di Poznan stanno cercando, così da capire il perché delle vendite improvvisamente alte di quel genere di immagini stock.

Ma c’è un problema, e ve lo spiego subito dopo un’altra possibile soluzione all’enigma che mi ha mandato un altro ascoltatore.

Ti scrivo riguardo la vendita anomala di foto di Poznan.

Io avrei una teoria. Secondo me c'è qualcuno dei suoi amici o parenti che vuole fargli un "regalo" e allora compra solo le sue foto.

Caro amico, intanto grazie per aver condiviso la tua idea.

Secondo me quanto dici non è plausibile, anzi “non sarebbe tanto plausibile” e fra un po’ vi spiego perché uso il condizionale, perché Shutterstock paga una percentuale talmente bassa che al compratore rimarrebbe poco del regalo, con in più la necessità di pagare le tasse su quanto alla fine elargito da Shutterstock.

Mi fermo qui con le interpretazioni che in tanti mi avete mandato, perché il grande problema è un altro. Avevo capito male io…

Perché un compratore vuole sempre le mie immagini stock

Su suggerimento dello stesso Giulio Martino che ha ascoltato il podcast e mi ha contattato ho capito che lui non stava vendendo tante immagini di Poznan, ma stava vendendo tante immagini ad un compratore di Poznan. Quest’ultimo sta comprando tante immagini di paesaggi del sud Italia che Giulio ha pubblicato.

Come molti di voi sanno, Shutterstock ti dice dove è registrato il compratore che sceglie le tue stock images o il tuo stock footage e Giulio si chiedeva perché compra sempre le sue immagini sempre lo stesso compratore, visto che Poznan non è New York ed è statisticamente impossibile che non sia sempre la stessa persona a comprare.

Cerco di salvarmi la faccia visto l’errore, constatando che la situazione è comunque anomala, ovvero un unico compratore che sceglie immagini di soggetti mediamente comuni e che si trovano anche di altri contributor.

L’idea che mi sono fatto io è che tale compratore debba fare un qualche lavoro legato alle zone che Giulio ha fotografato, in questo caso il sud Italia, e una volta acquistate le prime si sia salvato il portfolio di Giulio e, mano a mano che questo lavoro prosegue, vada a pescare sempre dal suo portfolio, visto che evidentemente lo apprezza.

O, una seconda interpretazione, e questa è un po’ azzardata, ma affascinante e utile per tutti se fosse vera: Shutterstock, come Google fa oramai da anni, produce delle schermate personalizzate con i risultati relativi alle ricerche a seconda di chi fa la stessa ricerca. Questo è tecnicamente possibile grazie ai cookies, che noi tutti permettiamo alla stessa Shutterstock di usare.

Di conseguenza l’agenzia è portata a suggerire più facilmente a chi ha già acquistato da un contributor, le immagini dello stesso contributor.

Sarebbe un’informazione che Shutterstock, che io sappia, finora non ha mai rilasciato, ma sarebbe una bella svolta. Fatemi sapere se secondo voi è così.

Errore fatto, risposte in parte date, voltiamo pagina.

Da contributor a imprenditori (con una vendita da 130 dollari)

Amici miei, questo non è un podcast di intrattenimento, per scelta. E’ un podcast dove vi insegno a fare soldi, e riuscirci è sicuramente divertente, ma il percorso che serve fare per mettersi il denaro in tasca è molto noioso, e non passa solo attraverso la realizzazione dei contenuti, in questo caso stock images e stock footage, ma anche attraverso la parte noiosa del lavoro, vale a dire la loro descrizione.

A tal proposito, mi scrive Alessandro Grandini, un contributor di cui ho molto rispetto e che ha scritto due libri sul microstock:

che trovate in vendita su Amazon e che è anche un cliente del mio servizio di descrizione di immagini e filmati stock, a dimostrazione che ha un approccio imprenditoriale alla produzione:

Ciao Daniele. Ho analizzato attentamente i metadati del CSV che tu e i freelance mi avete consegnato, in particolare modo le colonne del titolo e della descrizione. Se devo dare una valutazione è sicuramente un 10 pieno. Tutti i metadati sono differenziati, termini molto azzeccati, soprattutto quelli che hanno maggior possibilità di essere utilizzati per la ricerca.

Descrizioni molto esaustive e calzanti e anche le keyword sono fatte con gran criterio.

La mia soddisfazione è totale, direi che non cambierei nulla.

Ho inviato 10 delle immagini relative a questo csv e il giorno dopo me ne hanno già accettate 8 (2 sono ancora in pending).

La buona notizia è che c'è già stata la prima vendita, ti ho allegato lo screenshot (la ragazza con mascherina e occhiali appannati).

Ti metto anche uno screenshot di una vendita di una foto, registrata un paio di settimane fa a 130$, per ora è il mio record. A ribadire il concetto del tuo ultimo podcast, quando dicevi che le vendite non sono solo di 10 centesimi.

In più, ieri ho venduto 4 foto per 65 $ di incasso ciascuna. Ognuna delle 4 è una composizione grafica che ritrae in una metà un occhio, e nell’altra metà lo stesso occhio arrossato.

Questi applausi sono meritatissimi, per Alessandro Grandini, semplicemente per un motivo. Con le sue parole ci ha dimostrato il concetto che avevo enunciato, su suggerimento di un altro contributor, la scorsa settimana:

Se pubblicate sempre le stesse foto di cui ce ne sono milioni oramai nei microstock, non combinate nulla. Se invece siete originali, e i soggetti che immortalate hanno un valore commerciale perché sapete usare gli strumenti che vi dicono su cosa puntare, allora guadagnate.

Alessandro Grandini con 4 vendite in un giorno è arrivato a 260 dollari, cifra che i contributor lamentosi probabilmente non raggiungono nemmeno in un anno. Lo ha fatto perché ha insistito su un tema poco popolare, in questo caso le allergie o comunque tutto quello che ha a che vedere con gli occhi che lacrimano e, una volta individuato il tema che agli altri contributor non piace, ha messo in atto la sua idea in maniera del tutto originale e tecnicamente valida.

Per altro, alla faccia del “te l’avevo detto”, il tema delle malattie, chiamiamolo così, è proprio il tema che, in tempi non sospetti, citavo nel mio corso tra quelli più facilmente possono permettervi di vendere, proprio perché gli altri contributor preferiscono altri tipi di soggetti.

So che vi viene molto più facile andare nei forum o nei gruppi Facebook a sparlare male di qualcuno. Un po’ come a molti viene facile starsene sul divano a mangiare cibo spazzatura mentre guardano la televisione, anziché mangiare sano e fare attività fisica, per poi lamentarsi che si ha la pancia per colpa del metabolismo, ma se volete stare bene, che nel microstock significa incassare soldi, l’unica strada per riuscirci non è invocare il colpo di fortuna, ma farsi il mazzo, e il messaggio di Alessandro Grandini lo dimostra.

Software e marketplace per la grafica 3D

Sempre in tema di aggiornamenti, mi scrive il grafico, nonché contributor di stock images create in 3D, Daniele Gay, relativamente a un’altra richiesta di approfondimento che c’era stata nel precedente episodio.

Io, tra l’altro, non essendo un esperto di grafica 3D, ho anche dei grossi dubbi sull’argomento, che lui fortunatamente mi toglie, e quindi toglie anche a tutti noi, con il suo messaggio.

Il 3D è un tema di cui abbiamo parlato fortemente negli ultimi episodi. Quello che mi sembra di aver capito, da non esperto - lo ripeto, è che ci sono vari software per creare immagini e video tridimensionali, spesso con qualità foto-realistica, quindi indistinguibile dalla realtà, anche nel caso di persone. I loro nomi sono Unreal Engine, Unity, Daz, Blender e Cinema 4d, per esempio.

La seconda cosa che credo di aver capito è che abbinati a questi software, ci sono anche dei marketplace, ovvero dei mercati digitali ad essi abbinati. Alcuni marchiati come lo stesso software, tipo Daz. In questi marketplace, immagino si possano comprare degli asset, vale a dire degli elementi da utilizzare all’interno del software. E immagino che questi siano in un formato standard, utilizzabili anche dagli altri software 3D.

In particolar modo negli scorsi episodi ho parlato dei Metahumans, ovvero le persone foto-realistiche da manipolare. Da quanto ho capito io questi sono utilizzabili solo dal software Unreal Engine, con installato un plugin chiamato Bridge.

Ma coi miei tanti dubbi ho chiesto aiuto al buon Daniele per fare chiarezza e lui non ha tardato a condividere le informazioni.

Daz Studio ha il suo store, Daz shop. Ciò che compri lì ha un formato particolare utilizzabile solo sul software Daz, ma da un anno circa hanno integrato un plugin (Bridge) che ti permette di esportare quanto crei con Daz Studio per poterlo usare anche in Blender, Cinema4D, Unity e Unreal Engine.

Cinema 4D non ha un vero e proprio store, ma è compatibile con una marea di formati, più o meno come Blender.

Per questi due software generalmente ci si appoggia a Turbosquid e Sketchfab che vendono veri e propri modelli soprattutto professionali.

Più complesso è il mondo di Unreal Engine, nome del software della Epic Games, un colosso sia nei videogiochi che nella grafica 3D.

Epic Games possiede Unreal Engine e Quixel Megascans (e ora anche il sito ArtStation). Quixel Megascan è una libreria di oltre 16.000 tra assets e textures (è una piattaforma accessibile anche online con registrazione gratuita).

Quixel bridge è un software di Quixel Megascans venduto in abbonamento, circa 23$ al mese, per avere dei crediti mensili utilizzabili per acquistare texture e asset con risoluzione fino a 8K.

Quixel bridge implementa dei plugin che ti permettono di esportare in formato Blender o Unreal Engine le texture.

I Metahumans sono in questa libreria ma hanno talmente tanti poligoni che bisogna avere un computer molto potente per gestirli (gli esseri umani di Daz sono molto più gestibili). Sono solo all'inizio: puoi personalizzarli cambiandone la fisionomia, anche se hanno pochissimi vestiti e hanno dei problemi se si vuole importarli in Blender, quindi per ora Daz è preferibile.

Esistono altri store che si differenziano in ciò che vendono:

  • Turbosquid e Sketchfab vendono un po’ di tutto, ma non ambienti naturali
  • Aixterior assomiglia a Quixel Megascan (è il diretto concorrente) e vende ambienti naturali e texture di natura
  • Kitbash3D vende edifici a tema (fantasy, reale, gotico, antico, cyberpunk, sci-fi)
  • Bigmediumsmall assomiglia a Kitbash ma è un po’ più caro, perché ha qualità da Hollywood

Relativamente a quanto chiedeva Paola su Unreal Engine, essendo il mio mondo vorrei dare una mano.

Intanto credo Paola si riferisse al software, non tanto ai Metahumans che sono solo una piccola parte del mondo di Epic Games.

Unreal Engine è gratuito e si può usare a scopo commerciale tranquillamente. Questo perché è solo lo strumento per creare video e immagini. Sia Unreal Engine, che Unity, Daz, Blender e Cinema 4d si possono usare per creare immagini vendibili per uso commerciale.

Consiglio a Paola, se vuole usare esseri umani creati in 3D, non di comprare i Metahumans, che richiedono computer molto potenti per essere usati, ma i modelli di Daz: sono ultra realistici se renderizzati come si deve, sono utilizzabili a livello commerciale e sono super personalizzabili. Io lo faccio da tempo. Hanno una marea di abiti e oggetti abbinabili. Insomma infinite possibilità.

Nei microstock si trovano facilmente dei contenuti che provengono da Daz, non solo personaggi ma anche ambienti.

Regola generale per chi usa il 3D per immagini e video: finché produco immagini e video generati usando asset a pagamento posso sempre venderli a scopo commerciale.

Per i microstock non c'è assolutamente nessun problema: ciò che vendo è un rendering realizzato da me, quindi una mia creazione che posso vendere. Non importa che modello uso, a meno che io non utilizzi un modello 3D basato su qualcosa che è protetto da copyright, come una Ferrari, una lampada di design o un complemente d’arredo. In questo caso i microstock ti bocciano per violazione di copyright. Tutto scoperto per personale esperienza.

Quindi, se compro da Turbosquid (sito enorme che vende modelli 3D) devo fare attenzione alla licenza concessa, perché lì trovi facilmente oggetti copiati di marchi famosi.

A proposito: sapevi che Turbosquid è stato acquistato da Shutterstock?

Grazie Daniele per la condivisione. Abbiamo capito diverse cose.

Una cosa è il software, una cosa sono i modelli che si usano all’interno di questo software per generare foto e video. Se quest’ultimi sono stati acquistati, quanto prodotto è sempre vendibile, con l’unica eccezione che ci diceva Daniele: ovvero che tale modello non ritragga un oggetto protetto da copyright.

Altra notizia importante: Shutterstock ha appena comprato Turbosquid, ovvero un sito che vende modelli per i software 3D. Si apre quindi un altro fronte di mercato, perché se Shutterstock spende i suoi soldi su qualcosa, credetemi ha analizzato tale mercato molto meglio di quanto possano fare i tuttologi che commentano le notizie del microstock.

I microstock vendono contenuti sempre più velocemente

Poi, prima di passare alle domande di voi ascoltatori, continuo con un messaggio di un altro contributor che cito spesso in questo podcast, perché di lui ammiro tantissimo la voglia di fare, vale a dire Alessandro Mancuso di Firenze, che con il suo nuovo messaggio ci dà anche un’informazione piuttosto interessante:

Ti volevo far sapere che ultimamente mi è successo altre due volte di vendere stock footage dopo qualche giorno dalla pubblicazione.

Mi viene da pensare che le agenzie abbiano “velocizzato” il processo interno di indicizzazione, o semplicemente siano contenuti che interessano, trattandosi di contenuti su argomenti di tendenza come investimento e metaverso.

Il buon Alessandro mi manda un fotogramma:

tratto, immagino, da questo stock footage sul metaverso, che dovrebbe essere un trend del momento, nel caso vogliate cavalcarlo al posto di fotografare cime di montagne e panorami di Parigi.

Ci sono un uomo e una donna, che presumo siano lo stesso Alessandro e la sua compagna, visto che in altri messaggi ci aveva detto che il suo stock footage lo gira usando come modelli i suoi famigliari o sé stesso, con un visore di quelli per la realtà virtuale, almeno così dicevamo tanti anni fa. Oggi, grazie alla svolta di Facebook, dovremmo dire per il metaverso.

Quindi amici: volete una buona idea per stock images e stock footage relativamente a un trend che andrà sempre più negli anni, insistete sul metaverso e ringraziate Alessandro Mancuso che l’ha condivisa con voi e che, pur creandosi nuovi concorrenti, ha preferito far circolare l’informazione.

La seconda informazione importante che ci ha dato, è una tendenza di cui anch’io ho il sospetto. Sarà per il modo in cui le notizie corrono sempre di più, e per correre non intendo che arrivano subito, ma che ci sono argomenti sempre nuovi, ma anch’io ho l’impressione che i microstock stiano velocizzando i tempi di indicizzazione dei nuovi contenuti che vengono pubblicati.

A questo punto vi chiedo:

sapete come funziona un algoritmo?

Ve lo dico io e vediamo se riesco a farlo con parole semplici.

Un cliente cerca una parola chiave. L’agenzia ha centinaia di migliaia di contenuti che la contengono nel titolo o nelle keyword.

Con che ordine li fa vedere?

All’istante crea un punteggio con una formula matematica del tipo: 100 X numero di vendite + 10 X (rapporto tra clic sull’anteprima e vendite) - giorni di pubblicazione + numero di vendite totali del portfolio del contributor.

E’ una pura ipotesi ovviamente, anzi un semplice esempio, magari senza senso, perché ogni agenzia si tiene stretto il suo algoritmo e non lo rivela. Cambiando quei fattori cambiano gli indici mostrati ai clienti e si muovono centinaia di milioni di dollari all’anno.

L’ipotesi mia e anche di Alessandro Mancuso è che quei fattori dell’equazione ultimamente siano cambiati favorendo la rapidità delle vendite di nuovi contenuti.

Anche su questo, per favore, fatemi sapere cosa ne pensate.

Le domande degli ascoltatori

Nella tua lezione del corso dove parli di hyperlapse spieghi che bisogna "fissare e seguire” costantemente un punto preciso per ottenere il materiale corretto per il successivo montaggio.

Ho visto però anche degli hyperlapse ripresi spostandosi lungo piccole strade all’interno di centri storici. In queste condizioni ovviamente è impossibile avere il punto fisso di cui sopra.

Mi puoi aiutare a capire come devo fare per ottenere un flusso di immagini fluido?

Come girare degli hyperlapse perfetti

La premessa è che fare hyperlapse, vale a dire time-lapse in movimento, senza mantenere punti di riferimento dall'inizio alla fine della sequenza di scatti è una sfida che richiede tantissima pratica per ottenere buoni risultati.

A mio avviso in quei casi, più che con la reflex o la mirrorless, dovresti lavorare con apparecchi che hanno un meccanismo integrato che rileva le vibrazioni e l'inclinazione della macchina (qualcosa che è molto più raffinato dello stabilizzatore ottico o elettronico) e poi passa i dati a un software che stabilizza la sequenza in base alla posizione della macchina sull'orizzonte.

La Gopro 7, e quanto cito un apparecchio del genere so che ai fotografi vengono i brividi, ha qualcosa del genere di integrato, ma non è di certo la macchina che ti consiglio per vendere contenuti nei microstock.

Altrimenti dovresti lavorare con un gimbal, con il quale avresti anche la possibilità di creare delle riprese video in tempo reale con una fluidità non ottenibile a mano libera.

Non avendo né la GoPro né il gimbal, l'unica buona pratica che posso consigliarti è mantenere la macchina costantemente parallela al terreno, utilizzando gli indicatori all'interno del mirino per riuscirci.

Caricare immagini con software shareware

Da profana alle prime armi, mi è sorto un dubbio.

Sui siti di microstock posso caricare immagini/video modificati o creati con software vari senza incorrere in problemi legali con questi ultimi?

Ad esempio io modifico un'immagine con un certo programma che al termine del lavoro le appone un watermark; posso tagliarlo e caricare tranquillamente l'immagine?

Un'altra questione è la seguente: una volta che carico del materiale sui siti di microstock, posso ancora pubblicarlo liberamente sui social?

Più genericamente; quali limiti ho rispetto all'utilizzo che posso fare di quel materiale?

Cara amica, se posso permettermi, dalle domande che fai, in particolar modo quella sul watermark, non mi sembra che tu abbia la mentalità giusta per guadagnare, non solo con il microstock. Se hai 18 anni, non c’è problema. Se ne hai più o meno 44 come ce li ho io, allora i problemi sono tanti, e ti consiglio di risolvere prima quelli, anziché buttarti direttamente nel microstock.

Rispondendo ai tuoi dubbi: se la foto è tua e ritrae soggetti non protetti da copyright e non infrange la privacy di nessuno puoi farci quello che vuoi. Il software non ti può chiedere diritti nel caso tu voglia utilizzarla.

Dal punto di vista estetico, se posso permettermi, non fai una gran cosa a tagliare l'immagine per evitare il watermark. Dovresti valutare seriamente la possibilità di acquistare quel programma, così da evitare il fastidio del watermark, visto che con le stock images in teoria dovresti trarne un guadagno.

Se pubblichi su qualsiasi microstock la tua immagine stock, ovviamente questa rimane di tua proprietà e non hai limiti di utilizzo. Puoi ri-pubblicarla dove credi, social network compresi.

Reflex che registrano in 8K

Per quanto riguarda l’acquisto di nuova attrezzatura, io di solito lo faccio a gennaio, dopo il Natale: con le rimanenze di magazzino si fanno affari. Poi arriva la primavera e allora con il bel tempo il mercato del microstock riparte.

Ora ho una Nikon d90 con 120 mila scatti che ha visto l'Africa e l'Asia. Compagna di viaggio fantastica, ma che non può darmi la possibilità di vendere video, quindi devo cambiarla. Il mio dubbio era tra una non più nuova Nikon d850 e la Nikon d750, che ancora si trovano a prezzo d’occasione.

Vorrei la D850 perché registra video in 8K e perché ha lo stacking focus che mi darebbe la possibilità di essere avanti nello stock images: cosa su cui molti contributor non sono d'accordo, ma io ragiono cercando le nicchie e quindi vado controcorrente.

Per quanto riguarda l'8K, ho parlato con un mio amico ingegnere e mi ha detto che i monitor già ci sono. Però alla fine se faccio stock footage in 8K lo venderei forse tra 5 o 6 anni, quando questa reflex sarà più accessibile.

Quindi: mi compro la D750 che ha 24 megapixel e non ha lo stacking focus automatico ed è solo in 4k?

Caro amico, occhio a non dare troppa importanza alle attrezzature. Il tempo che perdi sui dilemmi come quelli che hai citato, se lo passassi a produrre, ti ripagheresti di gran lunga la fotocamera migliore, perché sono ben di più i soldi che invece hai perso nel ritardare il tuo ingresso nel mondo del microstock, dove più aspetti e meno guadagni.

La primavera è la stagione migliore per girare in esterna, se parliamo di microstock.

Volendo divagare sugli argomenti che proponi tu, per quanto riguarda il periodo migliore per acquistare a buon prezzo attrezzatura, io dico che non è più gennaio, come lo era 20 anni fa, ma è fine novembre con il black friday di Amazon.

Io cerco sempre di vederla dal punto di vista del produttore di microstock, non dell'esperto di reflex, perché a occhio e croce tu lo sei molto più di me.

L'8K a livello di televisori c’è già da un po’. I microstock già l'accettano, ma non è per niente detto che diventerà standard. Può fare la fine del 3D che ai tempi di Avatar sembrava il futuro e adesso non usa più nessuno.

Lo dicevo anche nello scorso episodio, e lo ripeto: essendo però il quadro 8K scalabile in proporzione verso il 4K, perché il rapporto di forma tra i due è identico, non hai controindicazioni di perdita di vendite se carichi in 8K, perché le agenzie fanno il downscale senza bordi neri.

Considera che oltre alla reflex dovresti anche creare un computer su misura per montare i video, se vuoi lavorare in 8K senza problemi. Già col 4K i computer un po' più datati sono messi alla prova.

Maestri che insegnano cose sbagliate

Il mio vecchio insegnante di fotografia era un esclusivo su iStock e lui voleva pure me come esclusivo in iStock.

Fatto sta che ora iStock è defunta e lui è dovuto ripartire. Quindi sono dell'idea di continuare a tenere dalle 5 alle 10 agenzie per non incappare in un altro tonfo da parte di un singolo microstock.

Caro amico o amica, io nella vita ho sempre diffidato di chi vuole fare proseliti. Da come la metti tu il tuo insegnante non ti consigliava, ma ti voleva come esclusivo su Istock, che mi puzza un po' di quelli che non possono avere una cosa, allora per sentirsi meglio vogliono che anche gli altri non ce l'abbiano.

Non è la mia mentalità. Io ti consiglio Stock Submitter e Microstock Plus che ti permetteno con poco sforzo e costi irrisori di caricare su 30 agenzie, senza dover compilare ogni volta titoli e descrizioni.

Nel mio primo libro:

spiego come, partendo da lì, ovvero l’abbonamento a Stock Submitter e Microstock Plus, puoi scalare il tuo business e aumentare esponenzialmente i tuoi guadagni.

Le API key di iStockphoto per Microstock Plus

Proprio relativamente a Microstock Plus e alle API key di iStockphoto mi segnalano che quelle vecchie non funzionano più.

Le Api key sono, per chi non lo sa, dei codici che permettono a due piattaforme, in questo caso Microstock Plus e iStockphoto, di dialogare. IStockphoto non ne aveva una ufficiale, ma questa magnifica comunità ne aveva trovata una che funzionava fino all’altro giorno, e l’aveva, tramite me, condivisa privatamente.

Ora quella ha smesso di funzionare e Microstock Plus ne chiede una che definisce new API key.

Ancor prima che io chieda aiuto a voi, mi è già arrivata e la condivido:

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Mi suggeriscono che all’interno di Microstock Plus prima si deve disattivare l’agenzia, vale a dire iStockphoto, e dopo re-inserirla mettendo questo codice.

YouTube protegge i video dall’uso non autorizzato

Infine e ci avviamo verso l’ultimo argomento dell’episodio, parlando di dubbi che riguardano il mondo della fotografia o della ripresa video digitale, ma non il microstock, mi è giunta una domanda molto interessante da parte di uno degli ascoltatori e vorrei condividerla con voi, perché se un domani, o magari già oggi, se volete monetizzare la vostra passione andando oltre la vendita di stock images o stock footage quello che sto per dire vi può tornare utile.

A scrivere la domanda è un ascoltatore che si firma, ma al quale non ho chieto l’autorizzazione a citare il suo nome.

Mi sto addentrando (ho tutto da imparare) nel mondo delle videoproduzioni in quanto ho la necessità di girare diversi video per mia moglie che fa la violinista. Il mio budget è limitato. Un’etichetta discografica ha pubblicato nel proprio canale YouTube un video di lei girato da un professionista. Ha usato il codec VP09 e, credo, la risoluzione 4K.

Può lo stesso video essere caricato nel canale YouTube della violinista magari in Full HD?

L'algoritmo di YouTube rischia di bannare uno dei due video? O avendo codec diversi non corriamo questo rischio?

Caro amico, mettiamo un po’ di ordine. L’algoritmo è una cosa, e come dicevo prima è una formula matematica che ordina i miliardi di video pubblicati su YouTube quando qualcuno fa una ricerca, visto che il meccanismo è analogo a quello dei microstock.

Quello che rischia di darti problemi è un software, che grazie al cielo lo stesso YouTube sta usando sempre più frequentemente. Dico “grazie al cielo” perché quando ha attivato quel software per il mio canale mi sono apparsi tutti i video pubblicati che erano stati montati con i filmati rubati dal mio canale YouTube di film storici, e questi erano più di 100.

Tutt’ora c’è qualche YouTuber fenomeno che si scarica i miei video illegalmente, li ripubblica sul suo account, YouTube me lo segnala, io li faccio togliere e questo poi ha il coraggio di contattarmi dicendomi che a suo avviso lui ha la libertà di fare quello che vuole dei miei video perché una volta pubblicati online, secondo il suo modus operandi da genio incompreso, questi sono a disposizione di tutti.

Non è così, infatti, quanto meno se sei partner YouTube come lo sono io con due dei miei canali, ma ultimamente penso che questo diritto sia stato esteso, lo stesso YouTube ti mette a disposizione una tecnologia che si chiama Content ID che riconosce quando altri possessori di altri canali ricaricano un tuo video, anche se usano diversi codec, un'altra risoluzione o fanno delle piccole modifiche al filmato.

Quindi, nel tuo caso caro amico, se chi ha il video che vuoi ripubblicare è partner sicuramente se ne accorge e ti blocca il tuo video ricaricato, facendoti fare una pessima figura e con rischio anche che YouTube ti ammonisca che è il primo passo per la sospensione dell'account.

In altre parole te lo sconsiglio. Chiedi l’autorizzazione al legittimo proprietario del video e magari tutto si risolve.

Ovviamente, e qui ritorno sul microstock, se decidete di pubblicare un canale dove pubblicate il vostro stock footage e magari qualcuno quello stock footage lo compra tramite i microstock, c’è modo di evitare che YouTube, dopo che questo simpatico compratore lo ha pagato, glielo faccia togliere, visto che ha la licenza per usarlo. Ma tutto questo ve lo spiego meglio un’altra volta, insieme magari alla strategia che serve per dare visibilità ai vostri contenuti tramite YouTube, come io faccio da anni.

Il tempo è tiranno, diceva qualche vecchio presentatore televisivo italiano, che non so ricordare a dire il vero. Me lo direte voi, scrivendomi tramite il modulo contatti di stockfootage.it, tramite il quale potete anche inviarmi le vostre domande sul microstock o condividere esperienze e informazioni che a vostro avviso possono essere utili agli altri ascoltatori.