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Come vendere foto e video online

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Time lapse: come si creano (e come si guadagna creandoli)

Guadagnare vendendo time lapse

I time lapse sono il genere di video che si vende di più nei siti di microstock. Nella mia carriera ho guadagnato più di 100 mila dollari vendendo stock footage su:

  • Shutterstock
  • Videoblocks
  • Pond5

La maggior parte dei miei best seller sono time lapse. Questi sono i 7 miei video più venduti su Pond5:

4 di questi sono time lapse e rappresentano:

  1. Un grattacielo in costruzione.
  2. L’Arco di trionfo.
  3. Il Colosseo.
  4. L’Arco di trionfo un’altra volta.

Li ho registrati partendo da:

  • sequenze di 200/300 foto create montando la reflex su un cavalletto

per poi:

  • elaborarli al computer con After Effects.

Ognuno di quelli, da solo, mi ha ripagato l’intero viaggio durante il quale l’ho registrato e io, in un viaggio, di time lapse ne faccio decine.

A proposito, in questo video spiego gran parte delle cose che ci sono qui sotto:


Per vedere altri 4 video che insegnano come guadagnare con le proprie foto e i propri video online collegatevi a questa pagina.

Perché oggi in TV è pieno di time lapse

Creare stock footage non è un arte, ma è un business. Se fossi un artista, quei $3.019 riportati nello screenshot di Pond5 e relativi al mio time lapse best seller di 6 secondi non esisterebbero. Nei confronti della tecnologia, se si vuole guadagnare, bisogna porsi in maniera razionale, altrimenti ci si ritrova a 40 anni a mangiare a casa dei propri genitori per inseguire dei sogni adolescenziali che non si raggiungeranno mai.

Se qualcuno si chiede perché in TV oggi si vedono tanti time lapse, è solo una questione tecnologica, non stilistica. Per quanto la tecnica del time lapse sia nata con il cinema a fine 800, solo 10 anni fa, con l’avvento delle prime reflex digitali, sono usciti dei telecomandi che riuscivano ad intervallare gli scatti collegandosi alle macchine fotografiche. Grazie alle schede di memoria il costo di produzione è diventato pari a zero. Quindi, creare time lapse ha iniziato ad essere:

  • semplice
  • economico

Non c’entra quindi la rappresentazione per immagini della frenesia del mondo, o chissà quale altra cosa su cui un filosofo ci costruirebbe un monologo (soporifero) di un’ora. E’ solo una questione di tecnologia il fatto che oggi ci siano più time lapse in televisone che in passato.

Le regole di inquadratura nei video in tempo reale

Le regole di inquadratura per creare video real time da distribuire alle Agenzie di stock footage sono più o meno le stesse della fotografia statica. Questo perché il movimento è marginale nella ripresa.

Mi spiego: se siete in una Capitale Europea, il contenuto più adatto a farvi guadagnare è l’immagine dei luoghi principali, ovvero gli stessi che si trovano nelle cartoline. L’80% delle vendite delle mie clip ambientate a Roma sono relative a due icone della città:

  • Colosseo
  • San Pietro.

I compratori vogliono quelle. Ovviamente di fronte ad ognuna di esse ci sarà sempre un gruppo di turisti che cammina o qualche auto che passa, ma il motivo per cui generano ricavi è essenzialmente legato ai soggetti principali, non a quelli accessori. Quindi, nel creare le inquadrature, bisogna tenere presente questa realtà, se si vuole vendere. Altrimenti:

  • non genererete nessun reddito
  • non potrete ripagarvi i viaggi
  • sarà impossibile diventare produttori a tempo pieno.

Ecco perché lo stock footage e la fotografia hanno logiche di composizione molto simili: il movimento è marginale nel determinare l’importanza del soggeto nei video che si vendono online.

Le regole di inquadratura nei time lapse

Il time lapse si pone idealmente tra il mondo delle immagini in movimento e quello delle immagini statiche, perché:

  • si registra con delle foto
  • ha l’aspetto di un video

Realizzarlo nella teoria è semplice:

  1. monto un cavalletto.
  2. imposto la reflex per fare foto in sequenza (le Nikon hanno l’intervallometro interno, negli altri casi basta spendere 20 euro e comprare un telecomando su Ebay),
  3. con un software come After Effects metto insieme gli scatti e creo un video velocizzato (come spiego in questo tutorial)

Il movimento appare quindi all’occhio come amplificato:

Time lapse del Colosseo di notte

perché è diverso da quello che vedo ad occhio nudo. E’ 25 volte maggiore per ogni secondo che intercorre tra gli scatti. Quindi diventa un elemento determinante per creare l’inquadratura. In altre parole: se riprendo in real time il Colosseo, traffico e turisti sono due soggetti di cui lo spettatore nemmeno si accorge di fronte alla predominanza del luogo. Nel creare un inquadratura devo quindi solo stare attento che questi non mi impallinino l’obiettivo, perché a me interessa il Colosseo e basta.

Se faccio un time lapse c’è invece un altro elemento che mi interessa:

  • il movimento

che salta agli occhi proprio perché è diverso rispetto a quello che vedo nel mondo reale. Quindi io videomaker/fotografo devo avere questo presupposto e creare un’inquadratura consapevole.

Perché è fondamentale creare time lapse perfetti per vendere

Con queste indicazioni non sto filosofeggiando. Il mercato dello stock footage ha in vendita milioni di contenuti, e se si fanno degli errori di valutazione nel crearne di nuovi non si venderà nulla.

Producendo:

  • fotografie
  • time lapse
  • video real time

ho girato l’Europa con la reflex al collo, ripagandomi i viaggi con le vendite nei siti che vendono microstock. Il mio è un lavoro che tutti vorrebbero fare, quindi la concorrenza è ogni giorno più spietata, e per portare a casa soldi veri bisogna:

  • essere bravi tecnicamente quanto basta per non fare grossi errori
  • conoscere il mercato
  • saper creare procedure di lavoro efficienti

L’intervallo giusto

Per sapere quanto tempo deve passare tra una foto e l’altra della sequenza che comporrà il mio time lapse bisogna fare alcune valutazioni, perché non esiste una regola valida sempre. I limiti tecnici delle attrezzature impongono però che non si possa mai far intercorrere meno di un secondo tra:

  • il momento di chiusura dell’otturatore
  • l’inizio dello scatto successivo

semplicemente perché la macchina fotografica e la scheda potrebbero non farcela a registrare. Io lavoro con un SD SanDiskExtreme pro e con una macchina che non è esattamente l’ultimo ritrovato della tecnologia (Canon Eos 700d). In un paio di occasioni mi è capitato di ridurre l’intervallo al limite e uscire indenne dall’azzardo, ma attenzione a non rischiare troppo, perché se si salta qualche scatto si rischai di accorgersene solo quando si è tornati a casa.

Detto questo, la domanda è:

quanto tempo deve passare tra una foto e l’altra?

La risposta è: dipende da che movimento si sta riprendendo. Guardate la foto qui sotto:

Time lapse dell'interno della stazione di Liverpool street a Londra

Le persone

Stazione di Liverpool Street, Londra. L’azione che mi interessa è quella delle persone. In questi casi basta il minimo possibile, ovvero:

  • due secondi di intervallo.

Vedrete che svilupperete un occhio critico con la pratica. Fino ad allora seguite la regola che nelle immagini urbane, se il movimento è quello delle persone o del traffico, serve poco, perché allungare la distanza tra gli scatti dà un effetto visivo poco gradevole.

I miei incassi su Shutterstock di un time-lapse girato a Londra

I miei incassi su Shutterstock del time-lapse da cui è tratto questo fotogramma. La cifra indicata è quello che è arrivato sul mio conto PayPal.

Le nuvole

Un’altra tipologia di time lapse diffusa è rappresentata dalle nuvole. I time lapse dei cieli le Agenzie non li accettano più, vista la quantità enorme di soggetti del genere nelle loro collezioni. Mi riferisco quindi agli:

  • ambienti urbani nel momento in cui le nuvole diventano lo sfondo mutevole di un soggetto statico.

Più queste sono lontane e meno si muovono rispetto a voi, quindi c’è più bisogno di aumentare l’intervallo. Capire la distanza è semplice, perché dipende da quanto l’inquadratura è perpendicolare al terreno.

Facendo un esempio che immagino abbiamo tutti sott’occhio. Se riprendo il Colosseo dalla terrazza dell’Altare alla Patria, punterò la macchina fotografica parallela al terreno, quindi le nuvole che riprenderò saranno molto lontane e dovrò intervallare con:

  • tempi da 5 a 10 secondi.

Se invece lo stesso soggetto lo riprendo da sotto il perimetro, dovrò alzare la reflex al cielo, e le nuvole che vedrò saranno molto più vicine, quindi basteranno:

  • 2 secondi.

Questa regola vale dappertutto, non solo in città. Considerate che se parliamo di 2 secondi di intervallo, significa che per ottenere un video di 6 secondi, che è una durata corretta nel mondo del microstock, dovrete fare 180 scatti, quindi impiegherete in tutto 6 minuti.

I time lapse che durano un giorno intero

Esistono poi time lapse lunghi tutto il giorno. In pochi li fanno, quindi c’è meno concorrenza e si possono vendere bene. Tipici esempi sono quelli che fotografano le ombre. Ci si mette per esempio al Pincio e si inquadra Piazza del Popolo con:

  • uno scatto ogni 3/5 minuti

per ottenere a fine giornata un time lapse con l’ombra dell’obelisco che gira. Significa che dovete stare lì da mattina a sera.

Non ne vale la pena a livello di vendite, almeno relativamente al soggetto nell’esempio, perché impiegando un intero giorno, vista la questione in ottica lavorativa, non vi potete accontentare di meno di 300 euro di incassi.

Time lapse del tower bridge a Londra di notte

I tempi di esposizione

Per quanto riguarda i tempi di esposizione, innanzitutto vi consiglio di lavorare sempre in:

  • posa M

con un diaframma che deciderete voi in base al vostro gusto e alla pulizia del sensore (se non siete sicuri di questa non lavorate mai più chiusi di 5,6).

Se il movimento è rappresentato da persone o cose, il tempo non deve mai essere inferiore a mezzo secondo, sia per contenere il flicker (leggi la guida per capire cos’è), sia per dare più realisticità alla ripresa. Ovvero: se le auto andassero veramente a 1000 all’ora come le fate vedere nei time lapse, fotograficamente parlando lascerebbero la scia, quindi ci vuole un tempo lungo per ottenerla.

Almeno di giorno, avete quindi bisogno di un buon filtro ND.

La notte ovviamente il discorso è diverso, perché la macchina, anche senza ausili, vi richiederà un apertura lenta dell’otturatore, vista la scarsità di luce. Io in quei casi non vado comunque mai oltre i 2 secondi per non aumentare la durata della sequenza e passare prima possibile all’inquadratura successiva.

Il mio podcast

Nel mio podcast, intitolato:

  • vendere foto e video online

rispondo regolarmente alle domande degli ascoltatori sul tema microstock. Molte di queste riguardano i time lapse e qui di seguito trovate una selezione di queste.

A proposito, questo è il backstage:

I cambi di luce

Quando lavori in un time lapse con cambio di luce, per esempio da notte a giorno, lavori sempre in posa M o passi in priorità diaframmi?

Se rimani in M, cosa cambi in corso d’opera quando cambiano le condizioni di luce?

Per la stabilizzazione con Adobe After Effect, nei casi di cambi di luce sopra citati, si riesce a lavorare?

I time-lapse da giorno a notte sono davvero molto difficili da realizzare.

In quel caso dovresti eccezionalmente lavorare in AV, ovvero priorità diaframmi, e poi correggere il flicker con un magnifico Plug in di After Effects che si chiama GB deflicker, che occupa un’intera lezione del mio corso, ma ti ripeto, è molto difficile e non è detto che vengano bene.

In più, per definizione, i time-lapse da giorno a notte, o viceversa, durano ore, quindi essendo il microstock un business dovresti avere dei guadagni adeguati al tempo perso.

Se sei a Parigi e, classica inquadratura, volessi riprendere la Torre Eiffel da Trocadero, se lo fai normalmente c’è talmente tanto materiale online che non venderesti più nulla.

Se facessi un time-lapse da notte a giorno, saresti uno dei primi a venderlo, quindi avresti un certo successo, ma contemporaneamente devi considerare che nello stesso lasso di tempo che impiegheresti per farlo, potresti riprendere mezza città.

Vale al pena?

Se la tua domanda ora fosse:

Vale la pena fare quel time-lapse se si guarda ai guadagni?

La mia risposta sarebbe:

  • No!

Perché io da professionista devo portare i soldi a casa. Nel tuo caso solo tu puoi capirlo in base alle tue esigenze.

Per quanto riguarda la seconda domanda, sui cambi di luce in After Effects, ti do un parametro tecnico che non è facile da spiegare in un podcast.

Il tracciatore del movimento di After Effects, che è il migliore che c’è sul mercato, ha un parametro che permette a chi lo utilizza di dire che si deve fermare ed essere riposizionato manualmente quando il programma ritiene che la sua interpretazione del movimento abbia un’affidabilità minore di una certa soglia, che io ti consiglio impostare sull’80%.

Quindi si può tranquillamente fare la stabilizzazione anche in quelle condizioni, ci impieghi più tempo, pero ce la fai.

Se ti interessa ho creato un tutorial per i time lapse montati con After Effects.

La post-produzione

Quando fai i time-lapse ho visto non fai post produzione con software come Adobe lightroom. Quindi se alcuni punti toccano il bordo dell’istogramma non ci sono problemi giusto? La questione non è come nelle foto?

Sui time-lapse non faccio post produzione perché non ne vale la pena a livello di vendite.

Sarò noioso, è sempre un calcolo continuo tra costi, in temini di soldi e di tempo, e benefici.

Sono convinto che lasciando tutto com’è ci siano senz’altro dei valori sballati nel video finale, ma se dovessi correggere tutte le foto perderei del tempo che le maggiori vendite non mi ripagherebbero.

Ragionare così è un po’ la differenza tra un hobbysta e uno che invece crea microstock per lavoro con lo scopo di guadagnare. In più, e questo vale per il footage a differenza delle foto, il vostro video viene di solito montato insieme ad altri, ed applicare filtri all’immagine potrebbe dare dei problemi di uniformità nel montaggio del compratore, quindi il mio consiglio è di rimanere con i colori neutri: tali e quali a come escono dalla vostra reflex, salvo disastri in fase di ripresa.

Time lapse in 4k

Ha senso caricare i time-lapse già in 4k?

Per gli hyperlapse meglio procedere centrando sempre un punto dell’inquadratura o andare più grossolanamente e poi aggiustare con lo stabilizzatore di Adobe after effects, visto che in questo modo la fase di ripresa è molto più gestibile?

Il 4k oggi (come spiego in questo post), se sei raggiunto da fibra, o riesci con Multcloud a superare i problemi di velocità di connessione che ci sono nelle zone non coperte (come spiego in questo tutorial), è la scelta migliore per il microstock, se guardi ai guadagni, perché:

  1. è pagato almeno il doppio;
  2. c’è meno concorrenza.

Spiega un metodo che ho testato: funziona perfettamente e senza sorprese, quindi usalo, visto che è gratuito; nel momento in cui viene a mancare la ragione principale per non caricare in 4k, ovvero la velocità di upload, lo slogan diventa:

che 4k sia

Per quanto riguarda gli hyperlapse: lo stabilizzatore di After Effects non è male.

Ci sono dei tutorial su Youtube che fanno vedere che ti permette di ottenere buoni risultati, però, nella pratica, quando io ho lavorato senza riferimenti, e poi ho corretto con quello stesso stabilizzatore, in alcuni casi ho ottenuto un risultato al limite della bocciatura, in altri ho dovuto buttare via tutto, e la cosa mi ha fatto parecchio arrabbiare, perché magari l’avevo girato a 1000 km da casa.

Io ti consiglio, almeno se sei in un posto dove tornerai chissà quando, di farne uno ma buono, piuttosto che 3 in velocità. Puoi anche evitare il cavalletto se è giorno e se accetti di lavorare con tempi di apertura dell’otturatore corti (quindi senza filtro ND).

Time lapse con lo zoom

Sto seguendo il tuo video corso con molto interesse e sto provando a fare dei time lapse.

Ne ho realizzato uno con la mia Canon EOS 6D scattando a pieno formato.

La domanda è: visto che ho molta più risoluzione di quanta ne serve per il Full HD, ha senso mettere la stessa ripresa sia in totale che montandola facendo uno zoom-in con After Effects?

E magari, (senza zoom) ricavare anche un tilt shift?

Per rispondere racconto la mia storia relativa ad una situazione simile a quella descritta.

Inizialmente esportavo 3 versioni di quasi tutti i time lapse che giravo:

  1. Larga;
  2. Stretta;
  3. Zoom.

Ho tolto quasi subito quella con lo zoom, perché si vedeva che era uno zoom artificiale, visto che ingrandiva gli elementi allo stesso modo, a differenza di quanto fanno gli obiettivi che invece schiacciano i soggetti posti sui diversi piani dell’inquadratura.

L’ho fatto nonostante due delle mie clip create con questa tecnica hanno sempre venduto bene allo stesso tempo:

Risultati di vendita su Shutterstock di alcuni time lapse

Sono quelle del Colosseo che si vedono qui sopra: $461,84+$755,49 incassati!

Nel successivo periodo ho iniziato a creare solo due versioni:

  • inquadratura larga;
  • inquadratura stretta.

Infine ho mantenuto solo l’inquadratura larga, perché il maggiore impegno non era ripagato dalle vendite.

Per quanto riguarda il tilt shift, se la ripresa lo consente, ovvero è stata effettuata:

  • dall’alto
  • con circa 45 gradi di inclinazione

io terrei solo il tilt shift.

Capire cosa fare dipende solo da quanto tempo si vuole dedicare al microstock. In questo momento io, che sono impegnatissimo su un sacco di fronti, non faccio più le versioni multiple.

Piuttosto, se il computer è all’altezza, bisognare seriamente valutare la possibilità di esportare:

  • in 4k
  • anziché in Full HD.

Per farlo non serve chissà quale hardware, come spiego bene in questa pagina.

Perché conviene vendere time lapse anziché foto

È da un po’ che ti seguo. Ho visto molti dei tuoi video e mi sono deciso a chiederti un consiglio. Io faccio foto da molti anni e, a detta di qualcuno, sono anche bravo. Vorrei provare a vendere qualche foto e non so quale sito sia il più giusto, affidabile, onesto.

Vorrei puntualizzare che non faccio (almeno per ora) time-lapse, ed ho notato che tu ti focalizzi soprattutto su quelli.

A me piace muovermi, non ce la faccio a stare fermo in un punto per ore, a fare migliaia di volte quasi la stessa foto. Il lavoro scarseggia, ed io, che sono contrario a vendere foto, devo ammettere che, almeno in questo periodo, ne ho assolutamente bisogno.

Piccola correzione per cominciare, per fare un time-lapse non servono ore.

Prendendo come riferimento:

  • una foto
  • ogni due secondi

e scattando 180 foto, che convertite in un video corrispondono a 7 secondi e 5 frame, la durata di ripresa è 6 minuti.

Ci sono effettivamente anche time lapse che durano molto di più, ma non è necessario focalizzarsi su quelli, almeno all’inizio.

Visto che quando qualcuno mi chiede qualcosa, io cerco di essere chiaro, anche a costo di rattristare le giornate dei miei interlocutori, voglio sottolineare che, se si parte oggi a vendere stock images, è molto difficile in un anno guadagnare più di 100 euro al mese. Anche se si è dotati tecnicamente.

Nel microstock la tecnica conta, ma contano di più la conoscenza del mercato e la capacità di lavorare con procedure efficienti.

Con i time lapse invece si guadagna molto di più.

Time lapse contro video in tempo reale

Mi sto avventurando piano piano in questa nuova esperienza del microstock grazie a te e per questo volevo un chiarimento. Non ho ancora ben compreso quando è meglio girare un video real time e quando un time lapse. E’ solo una questione di gusti? O di richieste del mercato?

I time lapse sono mediamente più venduti dei video real time. Devi però considerare che:

  • nel tempo che ti serve per girare un time lapse
  • potresti produrre almeno 5 video real time.

E anche l’elaborazione al computer è più lunga. Quindi devi trovare il giusto equilibrio tra:

  • guadagni
  • quantità di lavoro che ti serve per creare il contenuto.

La regola generale è che di fronte a soggetti ampiamente ripresi (Torre Eiffel, Colosseo, Big Ben) è meglio fare time lapse. O meglio ancora:

  • tilt shift
  • hyperlapse.

Questo ti permette di avere un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza.

Poi devi fare le tue valutazioni anche in base al soggetto: una montagna per esempio, è un elemento con poca dinamica,e in quanto tale conviene riprenderla in time lapse.

Gli slider

Ho notato che proprio su Shutterstock e Pond5 ci sono molti time-lapse, ma pochi fatti con lo slider.

Secondo te ce ne sono pochi perché la spesa per uno slider, anche cinese, non aiuterebbe le vendite?

O semplicemente perché lo slider è scomodo da trasportare e quindi non rientra nell’attrezzatura tipica di un produttore di footage?

A tuo avviso potrebbe essere un’idea vincente provare a farne qualcuno?

Premetto per tutti:

lo slider è una guida, solitamente non più lunga di un metro, che si attacca al cavalletto e sulla quale si fa scorrere la reflex.

La si può fare scorrere manualmente, e in tal caso va bene per le riprese real time, se si ha una buona mano.

O la si può far scorrere con un motore, e in tal caso è d’obbligo per i time-lapse visto che è l’unico modo per dare alla reflex un movimento uniforme.

Uno slider certamente aiuterebbe le vendite, se il movimento fosse fatto in maniera funzionale a rendere unica e più piacevole l’inquadratura e non ad esibire il giocattolo, come facevano i videomatrimonialisti degli anni 90 quando compravano i mixer da 10 milioni e riempivano i loro filmati di transizioni, del genere:

  • La sposa che diventa mongolfiera che diventa lo sposo.

Faceva schifo, ma intanto mostrava ai clienti che il regista aveva la tecnologia e quindi era un professionista e quindi doveva farsi pagare.

Il motivo per cui ci sono pochi slider, caro amico è quello che dici tu: portarlo con sé in una grande città, montarlo e smontarlo, è scomodo ed è una perdita di tempo.

Oramai gran parte dei contenuti in vendita nei microstock, soprattutto foto ma anche stock footage, sono creati da amatori evoluti, che li realizzano, nel caso di soggetti turistici come le città, durante le vacanze, quindi non si portano lo slider.

In altre parole, la tua può essere una buona idea.

Per quanto riguarda la resa economica, te lo dico perché mi sembri nuovo del vendita online di foto e video, i tempi sono sempre lunghi.

Sequenze di foto o video velocizzati?

Quando crei dei time lapse  utilizzi una reflex con molti scatti o una videocamera?

Perché ho provato a fare dei video notturni, ma alzando gli ISO escono male, troppo rumore.

Hai qualche marca che preferisci?

Io utilizzo Sony e Canon, ma parlano molto bene della Fujifilm, specialmente se si scatta in jpg, ma io non l’ho mai provata.

Prima cosa:

L’attrezzatura non è così fondamentale per il successo della tua collezione.

Che tu prenda una Fujifilm, una Canon o una Nikon, non cambia tantissimo.

Io suggerisco Nikon o Canon perché per queste la quantità di lenti disponibili è maggiore.

Mi ricordo che quando ho iniziato io a riprendere, nel 1997, i grandi vecchi del settore quando si incontravano parlavano sempre di attrezzatura.

Oggi quelle telecamere a spalla che costavano anche 100 milioni di lire, se le fai riprendere e metti i video a fianco a quelli di un Iphone, fanno ridere.

La tecnologia ha appiattito molto le differenze, quindi se vuoi partire da una reflex di livello base, che è l’ideale per fare time-lapse, prendi una Canon Eos 800d, che in questo momento trovi su Amazon a meno di 700 euro, che potrebbe andarti bene per iniziare.

Poi ti consiglio di investire su un buon obiettivo, come il 17-40 serie L che trovi su Amazon intorno ai 700 euro.

Per fare time-lapse, ti conviene usarla scattando sequenze di foto, perché scattando le foto, che hanno una risoluzione molto più alta anche del 4k, puoi stabilizzare la sequenza senza perdere di qualità, e puoi anche rifare l’inquadratura con After Effects (per avvicinare i soggetti o magari per aggiustare la composizione, vedi questo mio tutorial).

In più usando fotografie puoi lavorare anche a 100 iso di notte, perché compensi la scarsità di luce aumentando i tempi di esposizione, cosa che con i video non puoi fare perché, per definizione, hanno tempi di apertura dell’otturatore massimi di 1/30 di secondo.

Se hai voglia di iscriverti alla mia newsletter uno dei video che mando a chi si iscrive è proprio incentrato su come creare un time-lapse a regola d’arte.

La risoluzione

Nella lezione 6 del tuo corso ci sono dei passaggi che non ho proprio capito:

“Nel caso creiate dei time lapse non fate mai l’errore di registrare ad una risoluzione identica alla risoluzione finale in cui esporterete il video…”.

Cosa significa la frase “è sbagliato negarsi la possibilità di rifare l’inquadratura in post-produzione”?

Poi prosegui:

“La correzione via software la potete apportare senza diminuire la qualità solo se partite da una risoluzione più alta di quella finale”.

Premessa: ho una reflex da 18 milioni di pixel. La risoluzione full HD è circa 2 milioni. Io lavoro di solito a 12, perché se lavorassi al massimo della risoluzione il software di montaggio dei time lapse, Affer Effects, sarebbe molto più lento e quindi perderei tempo. Produrre microstock, purtroppo, è un’attività imprenditoriale e il tempo è una variabile importantissima, perché la perfezione costa.

Detto questo, è meglio lavorare a risoluzioni di molto maggiori a 2 megapixel, o 8 nel caso si decida giustamente di esportare in 4k, perché:

  1. se il soggetto è lontano si può zommare senza che il video finale ne risenta a livello di risoluzione.
  2. è normale che in un time lapse la cui ripresa dura 5/10 minuti, anche usando il cavalletto, siano visibili delle vibrazioni e quindi, partendo da una risoluzione più alta dell’output finale, Adobe After Effects è in grado di compensare tali vibrazioni senza perdite di qualità (come si vede in questo tutorial).

In generale, la risoluzione maggiore utilizzata oggi è il 4k, che è circa 8 megapixel. Quindi se si registra a 20 non si può esportare un time lapse a quella risoluzione, perché non è supportata dagli attuali standard (e probabilmente non lo sarà nemmeno da quelli futuri).

Il rapporto di forma

Tu per i time lapse scatti a 16:9? I tuoi filmati 1920×1080 li fai a 16:9? Se scattassi a 3:2 otterrei la stessa qualità sia di foto che di filmati?

Per qualità intendo compatibilità con i formati richiesti da Pond5 e Videoblocks.

I filmati girati a 3:2 li vedrei con le bande nere ai lati?

Trovandomi a scegliere quale reflex acquistare, la mia attenzione è caduta sulla Nikon D5500 dotata di intervallometro integrato, ma è solo un esempio. Ho visto che molte reflex hanno il sensore con il rapporto dimensionale, Image ratio (w:h) fisso a 3:2, mentre con altre (soprattutto le Canon) si è liberi di scegliere a 1:1, 4:3, 3:2, 16:9.

Ho scritto anche al supporto tecnico di VB, ma la risposta ricevuta non mi ha chiarito il dubbio atroce.

Typically, Aspect Ratios are determined by Resolution. If you meet the requirements for the Resolution, you will meet our requirement for Aspect Ratios.

Con la mia bridge ho cambiato l’image ratio a 3:2 e ho girato un filmato casalingo provando a caricarlo poi su Videblocks, ma già in fase di caricamento è stato rifiutato, perché la risoluzione era diversa da quelle consentite.

Invalid aspect ratio for resolution (1920×1279.921875). Aspect ratio must be one of the following: [16:9, 1.9:1, 1:1]. Invalid Resolution (1920×1279.921875); Resolution must be one of the following: [1920×1080, 1280×720, 3840×2160, 4096×2160, 4096×2304].

Io scatto le foto che compongono le sequenze dei miei time-lapse in 3:2, che è il formato tradizionale della fotografia e che deriva dai tempi della pellicola (che era di dimensione 36×24 mm, in proporzione appunto 3×2).

E’ il discorso che faccio nel mio corso: pur essendo la proporzione 16:9 un po’ più “bassa” rispetto allo scatto originario, partendo la foto da una risoluzione di molto superiore a 1920×1080 (e anche ai formati 4k) puoi fare un leggero zoom con After Effects (come in questo tutorial). Questo toglierà i bordi verticali, ma non farà perdere di risoluzione il video che esporterai alla fine. Se con After Effects esporti con i parametri che insegno in questa pagina, puoi arrivare al formato accettato dalle agenzie:

  • risoluzione 1920×1080, pixel quadrato, 25 fps, compressione Photo Jpeg,

Non scegliere la reflex in base alla possibilità di girare con rapporti di forma (aspect ratio diversi, perché è un problema che non esiste per i motivi che ti ho spiegato sopra. Piuttosto la presenza dell’intervallometro incorporato che garantiscono le Nikon è un buon motivo per optare per quel marchio.

Sai che se invece scegli una Canon, allora devi installare Magic Lantern per usufruire dell’intervallometro integrato.

L’aspect ratio della bridge riguarda solo le foto. Credo che tu abbia fatto un errore nei parametri di esportazione del tuo software di montaggio. Salvo le fotocamere giocattolo, l’aspect ratio devi video non è selezionabile nei parametri di ripresa, perché è da anni che è standardizzata sul 16:9 (1920×1080), quindi è impossibile che la tua fotocamera produca video con le risoluzioni a cui hai spedito a Videoblocks.

Le model release

Da un paio di anni sto collaborando con alcune agenzie di microstock e me la cavicchio con i time lapse. Per evitare problemi con le model release riprendo principalmente paesaggi.

Con lo stock footage creato con time lapse che ritraggono volti o luoghi famosi, le agenzie non ti chiedono le model/property release?

Premetto che secondo me sbagli a considerare di sottoporre foto e video solo con la licenza commerciale.

Alla fine, se invii contenuti con la licenza editoriale non ci sono grosse perdite in termini di vendite e non devi passare ore a cancellare i loghi e le facce (che è anche un grosso deterrente per i compratori).

Se vuoi impostare la licenza editoriale su Shutterstock devi cambiare la descrizione del contenuto secondo le loro linee guida. Su Pond5 basta che scrivi:

  • editorial use only

nelle curator notes.

Su Videoblocks non devi invece fare nulla.

Detto questo, mi raccomando: non limitarti ai paesaggi, che vendono oramai molto poco nel mercato dello stock footage. Aggiungi altri soggetti e se non hai l’autorizzazione da parte di chi detiene il copyright di quello che hai ripreso (succede con i loghi o con l’architettura moderna) seleziona la licenza editoriale e il problema è risolto.

Daniele Carrer

Daniele Carrer durante un tutorial su come vendere le proprie foto

Le altre miei pagine che potrebbero interessarvi:

  • Come elaborare un time-lapse con After Effects.
  • Per chi inizia a vendere foto e video online: spiego tutto qui.
  • Il mio corso: vendere foto e video online.
  • Il mio podcast.

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