Oltre che podcast faccio anche video. Ne ho creati 4 per insegnare a chi scopre il microstock come iniziare a vendere foto e video online: posso mandarteli?

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In questo episodio parlo di:

  • agenzie che hanno abbassato il livello del materiale che selezionano;
  • convenienza nel pubblicizzare il proprio portfolio nei microstock;
  • vendite di fotografia e video macro;
  • perché i volumi dell'audio dei video registrati con le reflex spesso sono sbagliati;
  • opportunità che la vendita di stock images e stock footage dà a chi vuole lasciare il proprio lavoro;
  • possibilità per i fotografi di pubblicare un libro.

Saturazione di contenuti e vendite

Ti segnalo una cosa probabilmente ovvia e sotto gli occhi di tutti:

ho notato un certo calo nelle vendite del nuovo materiale negli ultimi mesi, pur mantenendo la stessa frequenza di:

  • upload;
  • qualità delle foto;
  • keywording.

Ora le mie nuove foto ci mettono molto di più ad ingranare di quanto non facessero qualche tempo fa, anche se col tempo le stock images realmente valide trovano modo di emergere.

Penso che questo sia principalmente dovuto all'incredibile saturazione che si è raggiunta da quando molte agenzie hanno eliminato il test d'ingresso per i fotografi ed anche gli standard qualitativi richiesti per l'approvazione delle foto e dei video.

Se per la prima cosa, ovvero l'alleggerimento delle prove di ingresso per i nuovi, sono completamente d'accordo, non mi trovo invece molto contento delll'abbassamento degli standard di qualità. Standard che oltre a garantire un prodotto migliore per il cliente stesso, evitavano che le ricerche sulle agenzie venissero inondate da una marea di contenuti 'dubbi' che seppellivano il materiale realmente valido.

Se prima era come essere una goccia nel mare, ora è come essere una goccia nell'oceano e questo oceano sta diventando anche un po' inquinato.

Avendo questo dubbio, ma mantenendo sempre per mia abitudine un certo standard di qualità (o almeno così mi è sempre parso) ho provato appositamente a caricare della roba scattata e girata con il cellulare, senza troppe finezze:

  • clip riprese a mano libera e stabilizzate al volo con After Effect;
  • stock images scattate con la mini-lente del mio Huawuei P20 (controlla il prezzo su Amazon).

Mi hanno accettato praticamente tutto.

E' vero che ho un ottimo smartphone con ha una fotocamera a 40mpx, però anche solo 3 anni fa mi avrebbero rifiutato tutto. Tra le cose che ho visto accettarmi, con sommo stupore:

  • rumore da alti iso;
  • fuoco non perfetto.

Sono solo alcune delle cose su cui adesso mi sembra non siano troppo pignoli.

Non so, magari è solo una mia impressione? Forse sono diventato un contributor 'di fiducia' e mi perdonano ogni boiata?

Essere al centro della notizia grazie agli ascoltatori

Le parole che avete sentito me le ha mandate Luca Lorenzelli (leggi la sua storia), fotografo stock e, dopo i miei consigli, ultimamente anche videomaker.

Avevo già parlato di lui in passato quando ho ricordato che un sito istituzionale gli aveva rubato una foto come se niente fosse, probabilmente con la classica motivazione da esperti legali, del genere:

ah beh, se la trovo su Google allora è di tutti.

Perché è il livello di alcuni dipendenti statali.

Come ho già detto, io ultimamente ho un po' lasciato da parte il microstock per dedicarmi ad altri progetti, come spiego nel mio libro (guarda di cosa si tratta), quindi se c'è ancora qualcuno di voi che nonostante mi ascolti non spende i 10 euro che costa su Amazon per leggerlo, si potrebbe chiedere come posso pretendere di insegnare una materia che pratico ultimamente così poco.

La migliore risposta è data da mail come questa che ho appena letto e che è solo una delle tante che ricevo, e che mi permetteno di rimanere sempre aggiornato, molto più di tanti produttori solitari che sono troppo immersi nella produzione per capire dove stanno andando il mercato e le agenzie.

Algoritmi e intelligenza artificiale

Quello che dico a Luca, a integrazione del suo prezioso messaggio, è che i microstock stanno puntando tutto sugli algoritmi per ordinare i contenuti che accettano e sull'intelligenza artificiale per selezionarli, aspettando che questa migliori, come per sua natura fa con la pratica.

Alla fine rifiutare una stock image o mandarla in fondo a una lista di milioni quando un cliente cerca una parola chiave non è molto diverso.

Il costo dei cloud su cui salvare immagini e video è sempre più basso. I processori con cui lavora l'intelligenza artificiale sono sempre più economici e comunque già oggi si tratta di un sistema più conveniente rispetto al revisore umano, quindi le agenzie, che non sono delle onlus, fanno le loro scelte, per fortuna, solo in base ai soldi, e credo abbiano ben calcolato che in questo momento conviene fare così, e sempre più in futuro converrà.

Pubblicizzare la propria professione con i microstock?

Ora cito un paio di mail che mi sono arrivate in settimana, di quella parte colta di voi gentili ascoltatori, perché questo è un podcast dove si parla di cose serie, che aiutano a crescere dal punto di vista professionale e non si passano le giornate a discutere tra scappati di casa, come accade nei gruppi Facebook di microstock:

Non posso pensare che il microstock sia solo vendita.

Per molti fotografi miei amici il microstock è pubblicità: far vedere ad altri i loro scatti in grossi poster o un portfolio ben strutturato è un bel biglietto da visita per altre attività fotografiche o video sul territorio. questo lo fanno in tanti.

Ti deluderò amico, ma per me il microstock è solo guadagni. E se questi non arrivano farei altro, anche grazie a quello che il microstock mi ha insegnato.

Ci sono 1000 business digitali sui quali amanti di fotografia e ripresa video si possono buttare, come spiego nel mio libro.

Io dissento con i tuoi amici: se bisogna fare vedere il proprio portfolio per ottenere altri lavori, io di gran lunga preferisco avere un sito personale, che ha un'interfaccia che gestisco completamente io e solo i miei contenuti.

E' un po' come quelli che puntano tutto sulla loro pagina Facebook, e fanno fare soldi a Zuckerberg, che di soldi non ne ha esattamente pochi.

I vostri siti sono vostri al 100%, puntate su quelli. Non sui microstock.

Se poi magari quel vostro potenziale cliente scopre Shutterstock grazie al fatto che gli avete linkato il vostro portfolio lì, e magari compra da lì anziché ingaggiare voi?

Boh, non mi sembra un'ottima strategia. Siete sempre a casa di qualcun altro su Shutterstock, o anche sui social network. Quel qualcun altro non essendo una ONLUS farà sempre i suoi interessi, che in alcuni casi coincidono con i vostri e in altri no, quindi potendo scegliere è sempre meglio evitare di essere ospitati da qualcuno.

Detto ciò, la seconda mail che vi leggo, parla dell'organizzazione della produzione.

Più macro e meno città

Credo che ognuno di noi abbia un percorso.

Tu non sei il mio unico maestro, sei uno che mi sta dando un input da assemblare ad altri per poi creare dei risultati concreti, così credo che nessun maestro sia una figura statica ma si evolve insieme ai suoi allievi e al mondo che lo circonda.

Io faccio tanta macro, mi piace mi appassiona. Ho il 60mm nikkor (guarda quanto costa su Amazon) e tre tubi di prolunga e ho intenzione di continuare nella macro anche nei video, quindi nessuna Capitale da girare, ma semplicemente casa mia: cosa che mi porta ad avere la possibilità di non spendere tanti soldi per i viaggi e neanche spendere tanto tempo.

Mi basta un'ora fatta bene in casa per fare un video, cosa che si è sempre abbinata con il mio lavoro perché alla fine ci deve essere una giusta combinazione tra:

  1. lavoro principale;
  2. vita privata;
  3. microstock

e la possibilità di tornare una sera a casa e dedicare 2 ore per i video è la cosa meno impegnativa a mio parere.

Per guadagnare bisogna correre, non camminare

Condivido la frase delle persone che cambiano: credo che il segreto per fare una bella vita al giorno d'oggi sia adattarsi. In parte alle proprie vite, che naturalmente con l'età si evolvono, e soprattutto al mondo, dove ogni giorno è diverso dall'altro.

E' un po' per questo che alcune delle cose che dicevo quando ho lanciato il blog nel lontano 2015 erano diverse da oggi. Anche per questi motivi, ultimamente giro poco fuori casa pure io.

Ovviamente, attento ad una cosa: con il microstock per guadagnare bisogna correre non camminare.

Quindi la sera se dedichi un'ora a creare video non ne fare uno solo, ma dieci in quell'ora. E se non ci riesci organizzati per farlo, perché anche la quantità conta.

Anch'io perdevo 4 giorni a Berlino, ma tornavo a casa con 200 video real time e 50 time lapse.

I commenti sul mio libro (di chi non l'ha letto)

Ricordandovi quindi, quanto difficile sia fare i soldi con il microstock oggi, ora lancio una rubrica che non rispolvero, credo, da una cinquantina di episodi e che potremmo quindi chiamare il ritorno dei rosiconi, perché quando qualcuno prova a fare qualcosa di buono, quindi perde le sue giornate per mettere in piedi:

  • un sito;
  • un podcast dove risponde alle domande degli altri produttori;
  • un video-corso (guarda di cosa si tratta) che, chiunque se ne intenda di montaggio, capisce che sono serviti mesi per crearlo;
  • un libro,

arriva sempre lo scappato di casa la cui unica gioia di vita è chiudersi a riccio in un gruppo Facebook alla ricerca dei suoi simili per insultare tutti coloro che, a differenza sua, non buttano il loro tempo a lamentarsi che i tempi non sono più quelli di una volta e che il mondo di conseguenza fa schifo.

Sottolineo che tutti i commenti che riporterò sono stati scritti quando su Amazon avevo venduto 2 copie del libro, avendolo pubblicato in segretezza, prima di informare le migliaia di persone che si sono volontariamente iscritte alla mia newsletter.

Si fa così per capire se all'atto pratico ci sono dei problemi tecnici. Risolverli per 2 lettori è un conto, risolverli per centinaia è un altro, visto che, a notizia diffusa, voi, popolo di "vendere foto e video online" avete risposto copiosi come sempre e io di questo non finirò mai di ringraziarvi.

Seguono nella versione audio del podcast i commenti sul mio libro.

Che dire ragazzi: parliamo di un gruppo Facebook che ha 600 iscritti e 10 forse 20 utenti attivi che se la fanno e se la ridono ogni giorno, con sempre gli stessi commenti, sui:

  • selezionatori che non capiscono nulla;
  • i clienti stupidi che non comprano le foto che fanno;
  • le agenzie che ritardano un giorno a pagare i 10 euro al mese che loro guadagnano

e così via. Ricordo a tutti che il mio sito, 600 utenti unici li fa in due giorni.

Visitatori di stockfoota.it secondo Google Analytics

Sarà forse perché il testo di un podcast come questo ha 5 mila parole, mentre il tono dei commenti medi di quel gruppo è del tipo:

Sento un velo di ironia.

Noooo, io, ma scherzi?

Quello che colpisce, sono le risposte a chi in qualche modo esprime una voce fuori dal coro. A quel punto scatta l'atteggiamento dei bulletti.

Se la tua non è un'opinione negativa come la mia, allora sei pagato da lui, sposatelo!

E subito interviene il vice-bullo a dargli forza per rimanere alto nella gerarchia.

Care persone che mi giudicate senza sapere nulla, che brutta vita che avete. Usatemi pure se posso con la mia figura convogliare le vostre frustrazioni, ma secondo me la strada per sentirvi meglio è un'altra.

E dopo questa Umanità, che sempre più nel mondo sta avendo spazi grazie alla creatura che ha reso multimiliardario Mark Zuckerberg a soli 25 anni, convoglio le mie energie nelle risposte ai quesiti di voi, gentili ascoltatori.

Volumi audio sbagliati nelle reflex

Nonostante non abbia microfoni aggiuntivi mentre riprendo stock footage c'è un forte rumore di fondo, con voci anche distanti che sembrano vicine. Forse è il caso di abbassare il volume sulla macchina?

Le reflex escono dalla fabbrica con il livello dell'audio impostato sull'automatico, anche perché non sono considerate dai produttori telecamere professionali, che è anche il motivo per cui la maggior parte di queste, nella fascia bassa, non ha l'ingresso per un microfono esterno.

Quindi, se c'è un vociare lontano, la macchina alza il volume.

Se la cosa diventa fastidiosa ti conviene impostare il menu spostando l'audio in manuale, e fissarlo su un livello che tu riterrai adatto in base alla situazione.

Comunque per quanto riguarda lo stock footage, come dico nel corso (leggi il programma), puoi tranquillamente togliere il sonoro ed esportare video muti che non cambia nulla a livello di vendite.

Guadagnare con la propria passione: difficile

Sono arrivato ad un punto tale della mia vita che vorrei dedicarmi alla mia passione, che in questi anni è cresciuta molto. Vorrei iniziare a guadagnare seriamente.

Faccio un lavoro che onestamente non mi piace. Quando ho l macchina fotografica in mano mi perdo, soprattutto quando vado a fare i time-lapse. Adoro quelli della natura, delle nuvole e devo ancora provare quello notturni. Vorrei imparare. vorrei viaggiare.

Certo forse farlo diventare un lavoro sarà duro. Le regole base della composizione le conosco:

  • le linee guida,
  • la regola dei terzi.

Adoro i grandi fotografi del passato. Ho visto la mostra di Bresson e quelle immagini sembravano in movimento... bellissime!

Permettimi di essere franco, anche se la franchezza a volte fa male. Ricevo tante mail come la tua e un po' oramai riesco ad interpretare la situazione.

Vendere foto e video online è un po' diverso dal fare il fotografo. Mi parli di time-lapse della natura e delle nuvole: anch'io li adoro, ma non vendono nulla.

Quindi perderesti un sacco di tempo e non porteresti a casa un euro se cominciassi ad approfondire quei soggetti.

Vendere microstock non può essere il mezzo per riuscire ad abbandonare il lavoro, perché il tempo che serve per arrivare ad incassare 3000 euro al mese, che è il minimo necessario per sopravvivere dopo che ci hai tolto le spese e le tasse, è di 2 anni. Due anni solo se si fanno le scelte giuste e si lavora 10 ore al giorno per raggiungere i propri obbiettivi.

Vendere foto e video online è un ottimo modo per entrare nel mondo del bussines digitale invece, ma ci vogliono tempi comunque lunghi, e i primi mesi sono tragici perché i risultati arrivano molto dilazionati e a volte non arrivano per niente.

La favola del guadagnare con le proprie passioni, la lascio ad altri guru del web che devono venderti i loro prodotti.

Io ti dico: lo puoi fare, ma lasciare il lavoro che non sopporti sperando che da subito la vendita di foto e video online lo sostituisca dal punto di vista economico è sbagliato.

Io grazie al microstock ho girato l'Europa, ma gli ultimi viaggi che ho fatto, quando la concorrenza nel settore era già altissima, mi alzavo alle 6 di mattina e tornavo in hotel dopo mezzanotte:

  • arrivavo davanti a quello che la scaletta che avevo creato a casa mi diceva di riprendere;
  • mettevo giù il cavalletto;
  • facevo un paio di inquadrature;
  • correvo alla destinazione successiva.

Era diverso dal turismo. Sicuramente sempre meglio che alzarmi tutte le mattine per andare in ufficio, perdere un'ora nel traffico e fare qualcosa che non mi portava da nessuna parte, ma non metterei la professione del produttore di microstock su un piano idilliaco come mi sembra tu l'abbia intesa, almeno questo traspare dalla tua mail.

Il consiglio finale che posso darti è affiancare seriamente il microstock al tuo lavoro normale per un lungo periodo, continuando a studiare quali sono i metodi per aumentare il business, più o meno come spiego in ogni mio podcast (ascolta gli altri episodi).

E fra un anno trarre le tue conclusioni.

Qui allargo il consiglio a tutti voi: è facile progettare un futuro da fotografo o da videomaker che viaggia per il mondo con la reflex al collo, e voi che bene o male conoscete la mia storia sapete che io ci sono riuscito per un certo periodo e poi mi sono fermato perché si passa attraverso molte fasi nella vita, e in questo momento preferisco concentrarmi professionalmente su altro.

Il problema vero è che per arrivare alla fase viaggerò con la reflex al collo devi passare per la fase mi sono alzato alle 6 di mattina per lavorare, è mezzanotte, ma devo rimanere sveglio per finire quella cosa, e a quel punto quasi tutti mollano.

Quindi amici, attenti.

Una precisazione sul mio libro

Ho visto che è uscito il tuo nuovo libro e ti faccio i miei auguri. La mia domanda è: chi ha già preso il tuo video corso completo e segue il tuo podcast, ha bisogno di acquistare il libro? Ci sono contenuti inediti?

Ti racconto un retroscena: il libro era partito come una riproposizione dei contenuti del podcast. Dopo un paio di settimane, ovviamente (conoscendomi) era già completamente inedito, perché come sempre mi accade, lima da una parte e lima dall'altra, alla fine sono rimasto con niente in mano e ho ricominciato da capo.

Alcuni concetti ci sono anche nel corso e nel podcast, ma gran parte di quello che dico è inedito, perché è più approfondito e soprattutto va anche oltre il microstock, spiegando come qualsiasi persona appassionata di fotografia e video, se si dà una mossa, potrebbe riuscire a fare della sua passione quanto meno un secondo lavoro ben retribuito.

Solo tre domande oggi, perdonatemi, ma la durata ideale del singolo episodio gli esperti dicono che sia 20 minuti e io le scorse volte sono andato più verso i 30. Nonostante i buoni propositi, non sempre riesco a fare quello che mi prefigo, soprattutto quando la materia, mi appassiona, come il microstock.

Integrazioni all'episodio precedente

Due integrazioni allo scorso episodio. Ruggero Piccoli mi aveva informato del suo sistema per fare riprese stabilizzate, basato su:

Ho pubblicato un video nella pagina del precedente episodio, con la sua ripresa nel deserto giordano.

Le prime vendite di un utente che ha iniziato qualche mese fa

Seconda cosa:

aprivo sempre lo scorso episodio con una mail di un produttore che nei primi 6 mesi non aveva guadagnato nulla, e per questo si stava facendo delle domande.

Addirittura prima di andare in onda, quando stavo mettendo le musiche al mio parlato, mi ha scritto per dirmi che sono arrivate le sue prime due vendite.

Come pubblicare i vostri libri

Volevo poi in questo finale raccontarvi una cosa che va oltre il microstock, ma come sempre, poi termina con un consiglio che tornerà utile a tutti voi fotografi e videomaker.

La scorsa domenica ero ad un evento poco lontano da dove abito. Evento che nulla ha a che vedere con la fotografia, intendo, e, come per magia, ad un certo punto mi trovo davanti un mio vecchio professore di 20 anni fa. Essendo uno di quelli simpatici, che portavano avanti la loro professione con passione, quindi non di quelli che aspettavano solo il 27 del mese o, peggio ancora, di quelli nevrotici che odiano i ragazzi e scelgono il mestiere per scaricare le loro frustrazioni sugli alunni, figure quest'ultime che più o meno tutti abbiamo conosciuto, vado da lui, che nel frattempo era fisicamente invecchiato, come lo sono io purtroppo in questi ultimi vent'anni.

Ricordavo della sua grande passione per la storia e le tradizioni locali, che scopro che ovviamente ha ancora e per questo mi dice che ha scritto un libro, ma non trova un editore, e i tipografi gli chiedono 30 mila euro per stamparlo, soldi che lui, persona assolutamente onesta, non ha.

Io che ho un libro appena messo in vendita, in due secondi gli trovo la soluzione:

Professore, vada su Amazon KDP che le stampano il libro gratis on demand.

Significa che lo stampano solo se qualcuno lo compra e in tal caso si tengono una percentuale del prezzo di vendita. Altro che 30 mila euro.

La tecnologia democratizza il mondo

Provate a pensare il metodo di 10 anni fa che è lo stesso che aveva seguito il mio professore che era un uomo di cultura, ma poco avvezzo alla tecnologia:

  1. perdo mesi a pellegrinare per le case editrici che nemmeno si degnano di rispondermi.
  2. A rassegnazione ottenuta, vado a bussare ad una tipografia chiedendo un preventivo e questa se ne esce con una richiesta di 30 mila euro, per migliaia di copie che rimarranno nella soffitta dell'autore.
  3. Cerco finanziamenti che non mi arriveranno mai.
  4. Se anche mi indebito, poi devo perdere altri mesi a scongiurare le librerie, una ad una, di vendere il mio libro.

Da una parte 30 mila euro spesi, mesi buttati a supplicare le persone e vendite vicine allo zero, perché non è che le librerie, che giustamente devono fare soldi per rimanere aperte, possano dare chissà quale spazio ad un autore indipendente.

Dall'altra tutto gratis, un giorno per pubblicare, royalty oneste e vendite, che può essere che non ci siano, ma sicuramente più probabili di quelle generabili dalle librerie, perché Amazon ha milioni di clienti in tutta Italia. Questi non solo dal raggio di pochi chilometri attorno ai pochi che accettano di vendere il libro.

Ditemi voi se si può continuare, come fanno in tanti, a considerare il business come lo si considerava 10 anni fa.

Oggi chiunque può pubblicare gratis un video su YouTube ed essere visto da più di un miliardo di utilizzatori giornalieri di quel sito. Venti anni fa per andare in televisione dovevi fare una trafila di anni e il pubblico era infinitamente minore.

Bisogna essere rapidi ad assecondare il mondo che cambia

E' cambiato tutto: chi se ne accorge subito può ottenere una gran vita, chi pensa, come gli hanno insegnato a pensare quelli che sanno tutto, che il mondo sia quello di una volta fa molta fatica.

Ragazzi, tirate fuori dai vostri computer i contenuti che possono interessare agli altri. Le vostre foto, i vostri testi. Create su misura dei mini corsi su certi aspetti della fotografia o sull'utilizzo di software specifici. Impacchettateli e metteteli in vendita su Amazon: non vi costa nulla, ma vi costa solo il tempo che ci impiegate.

Però non mi venite a dire che quest'ultimo vi manca, perché ci sono 30 milioni di Italiani che ogni giorno vanno su Facebook e perdono ore della loro vita sul nulla.

Probabilmente venderete 10 copie al massimo del vostro libro, ma quello è solo il primo passo di un progetto che deve essere lungo tutta la vostra vita e se siete bravi vi porta a successi che cambieranno tutto.

Io ci sono riuscito. Non è detto che ci riusciate anche voi, perché non sono qui a raccontarvi le favole, ma avete almeno il dovere di provarci.

In questo episodio ho parlato di:

  • agenzie che hanno abbassato il livello del materiale che selezionano;
  • convenienza nel pubblicizzare il proprio portfolio nei microstock;
  • vendite di fotografia e video macro;
  • perché i volumi dell'audio dei video registrati con le reflex spesso sono sbagliati;
  • opportunità che la vendita di stock images e stock footage dà a chi vuole lasciare il proprio lavoro;
  • possibilità per i fotografi di pubblicare un libro.

Ok, io ci ho messo un giorno di lavoro per produrre questo contenuto e tu ci impieghi 5 secondi per cliccare su uno dei tre tasti qui sotto, ma più che per questo, perché non condividi la pagina semplicemente per aiutare i tuoi amici appassionati di fotografia a guadagnare?