Il microstock keyword tool di dropstock.io, che potete utilizzare gratuitamente partendo da questa pagina, è lo strumento fondamentale per chi vuole guadagnare vendendo:
- stock images;
- stock footage.
Non è la nuova funziona della prossima reflex in uscita che farà la differenza nelle vendite, ma la comprensione del mercato: quello che vuole chi compra nei microstock, e il microstock keyword tool è lo strumento che meglio ve lo sa dire.
C’è però un problema: non esiste nessuna guida ufficiale e dobbiamo arrangiarci.
Inizialmente non ci credevo, nemmeno dopo aver infruttuosamente scandagliato la rete. Ho quindi scritto al servizio di assistenza, anche proponendomi di comprare la versione a pagamento. Il risultato ve lo metto qui sotto (se non parlate inglese vi anticipo che non c’è speranza….):
Daniele Carrer
Microstock keyword tool, il tutorial di Simone Scalise
di Simone Scalise
Sono Simone Scalise, ho un sito che parla di fotografia:
https://www.fotografareperstupire.com
produco:
- stock images;
- stock footage
e ogni tanto condivido la mia esperienza su questo blog.
Subito dopo aver pubblicato il post nel quale parlavo delle statistiche di vendita del mio primo anno passato a vendere stock footage, ho sentito la puntata del podcast in cui si parlava della ricerca di un tool per valutare il peso delle singole keywords nelle vendite.
Mi sono messo a curiosare sul web e ho trovato uno strumento che potrebbe tornare molto utile a tutti quelli che si occupano di microstock. Si chiama dropstock.io ed è disponibile in una versione freemium in questa pagina.
Ho effettuato diverse prove con la parte gratuita dello strumento, per testarne le potenzialità e l’affidabilità, sperando di creare una recensione quanto più completa possibile. Purtroppo non ho trovato online nessun altra prova con cui confrontarmi, nemmeno in altre lingue, quindi quello che segue è frutto solo delle mie personali interpretazioni (per una volta noi Italiani siamo arrivati prima degli altri).
Si tratta di un tool che svolge molteplici funzioni e che va oltre il microstock avendo funzionalità, che non spiegherò qui, che vengono utilizzate dai webmaster per la SEO. Può aiutare noi produttori di stock images e stock footage:
- Nella fase successiva all’editing, per scegliere le keywords più pertinenti da aggiungere ai nostri contenuti.
- Nella fase precedente alla ripresa, per cercare quelle nicchie di soggetti che permettono maggiori risultati economici.
Si basa su statistiche e parole chiave di oltre 30 milioni fra:
- stock images
- file vettoriali
- stock footage
La schermata iniziale è in inglese come il resto del software, ma è di facile intuizione. Nella parte sinistra dello schermo:
c’è un form da riempire.
Nel primo campo, Search Term, dovete inserire il vostro termine di ricerca, per esempio:
- Paris.
Nei campi successivi potete scegliere se inserire delle parole che devono essere:
- presenti (seconda riga)
- assenti (terza riga)
nella ricerca.
Nel quarto campo potete scegliere se circoscrivere l’analisi ad alcuni tipi di contenuto:
- Immagini
- File vettoriali
- Illustrazioni
- Stock footage
Nell’ultimo campo potete dire al software se escludere dall’analisi i file che hanno meno di un certo numero di vendite.
Una volta compilati i form, si schiaccia il pulsante SEARCH.
A differenza di quello che fa il tool analogo che Daniele spiega nel suo corso, oltre ai risultati relativi al termine inserito (Paris), lo strumento mostra di default anche quelli di termini congruenti con la ricerca, ordinati per pertinenza con la parola inserita.
A fianco alle parole chiave ci sono 4 colonne:
- un indicatore che, fatta 100 la frequenza del termine inserito, fa vedere quanto le altre parole chiave sono presenti a fianco di quel termine. Nello specifico: la maggior parte dei contenuti con la keyword Paris contiene anche la keyoword France, e a scendere contengono anche le keyword city, architecture, travel….
- il numero di visualizzazioni per ogni file contenente la parola chiave
- il numero di vendite per ogni file contenente la parola chiave
- un numero che indica quanto buoni a livello di vendite potenziali siano i contenuti che hanno quella parola chiave. Più questo valore è alto e maggiori sono le possibilità di vendere.
Nella parte bassa, scorrendo lo schermo, ci sono due istogrammi, molto importanti.
che dicono, quanto hanno venduto i contenuti con la keyword Paris, distinguendo per quantità. In questo momento, per esempio:
- l’83,05% dei contenuti è invenduto
- Lo 0,006% dei contenuti ha avuto più di 1000 vendite (stock images+stock footage).
In fondo alla pagina c’è una nuvola di tag distribuiti in ordine di:
- frequenza
- vendite.
In questa nuvola più una parola è a destra, e più quella parola è già presente nelle collezioni.
Più una parola è in alto e più è probabile che venda.
Più è grande la dimensione della scritta e migliore è il rapporto tra vendite e visualizzazioni.
A dire il vero si tratta di un grafico poco intuitivo, anche se il genere ultimamente va un po’ di moda.
Come leggere i risultati di ricerca.
Trovare keyword correlate al termine inserito è fondamentale in fase di pianificazione. Chiunque abbia provato a professionalizzare le proprie riprese trova questa funzione, che gli altri strumenti non hanno, come perfetta per risparmiare tempo e avere subito una chiara visione sul tipo di soggetti che è meglio produrre.
Le parole che appaiono si possono selezionare anche parzialmente, così da formare una propria lista. Una volta fatto questo, cliccando sul pulsante blu posizionato in alto a destra
- Copy keywords
si copiano nella cache del computer e le si possono incollare all’interno di Pond5. E’ una funzione utile se si cerca un modo per aumentare la quantità di parole chiave da inserire nei propri contenuti.
Confronto con strumenti analoghi
La SEO, ovvero l’ottimizzazione per i motori di ricerca, si basa sull’ingegneria inversa. Scrivendo una parola chiave su Google, sappiamo quali siti appaiono e in che ordine, ma non sappiamo perché. Il massimo che possiamo fare è analizzare i risultati e cercare di darci delle risposte incrociando i dati, visto che Google non dichiarerà mai i parametri del suo algoritmo di indicizzazione.
Con il microstock non possiamo fare tanto meglio, e c’è un ulteriore elemento di complicazione per ragionare seriamente su:
- parole chiave
- vendite
Non esiste solo un’agenzia, ma ce ne sono decine.
Già il fatto che keyoword.io sia il secondo strumento del genere è una buona cosa.
Per cercare di capire meglio il meccanismo con il quale produce il ranking l’ho confrontato con lo strumento indicato da Daniele nel corso, che per semplicità chiamerò x.
Le città
Ho scelto di basarmi solo sulle immagini. Come campione ho preso le seguenti città:
- Genova
- Amsterdam
- Parigi
- Londra
- Pisa
- Roma
Quindi ho inserito le parole chiave (in inglese) nel box in alto a sinistra, ho spuntato solo le immagini e ho avviato la ricerca.
Per quanto concerne la colonna delle visualizzazioni medie ho ottenuto questa classifica:
- Amsterdam
- Londra
- Parigi
- Roma
- Genova
- Pisa
Per quanto concerne la colonna delle vendite medie ho ottenuto questa classifica:
- Parigi
- Amsterdam, Londra, Pisa
- Genova
- Roma
Per quanto concerne la colonna del ranking ho ottenuto questa classifica:
- Amsterdam
- Parigi
- Genova
- Pisa
- Londra
- Roma
Per le stesse città, con il programma indicato da Daniele nel corso, il ranking è questo:
- Pisa
- Genova
- Amsterdam
- Londra
- Parigi
- Roma
Visto che i due programmi danno delle differenze, ho provato ad aggiungere altre città e ho ottenuto queste due classifiche:
Per keywords.io:
- Boston
- Chicago
- Tokyo
- Berlino
- Madrid, Miami
- Milano
- Istanbul, New York
- Mosca
Per il programma del corso:
- Boston
- Chicago
- Miami, Berlino
- Madrid
- Milano, New York
- Istanbul
- Tokyo
- Mosca
Il confronto con lo strumento utilizzato nel corso
Unendo tutti i luoghi indicati, ecco le classifiche con i ranking (ovviamente le numerazioni dei due strumenti sono indipendenti tra di loro perché gli autori hanno usato parametri diversi per determinarli)
Per keywords.io:
- Boston 139,9
- Chicago 121,7
- Tokyo 69,1
- Berlino 61,5
- Amsterdam 58,8
- Parigi 47,5
- Genova 45
- Pisa 42,4
- Londra 37
- Miami, Madrid 36,1
- Milan 19,1
- New York, Istanbul 15
- Mosca 8,5
- Roma 8,1
Per il programma del corso:
- Boston 5,9
- Chicago 4,1
- Pisa 2,7
- Miami, Berlino 1,3
- Genova 1,2
- Madrid 1,1
- Amsterdam 1
- New York, Milan 0,9
- Londra 0,5
- Parigi, Istanbul 0,4
- Roma 0,3
- Mosca, Tokyo 0,2
Considerazioni
Nonostante le diverse numerazioni, nelle classifiche finali ci sono molte cose in comune:
- Le prime due posizioni sono occupate da Boston e Chicago che staccano di molto le altre.
- Nelle ultime posizioni ci sono sempre Mosca, Roma, Istanbul, Milano.
- In zona alta ci sono Genova, Amsterdam, Pisa.
Poi ci sono delle eccezioni difficili da spiegare, come
- Parigi
- Tokyo.
Purtroppo nella mia collezione non ho video per analizzare le vendite di queste due città, e la scarsità di informazioni reperibili on line non mi permette di effettuare un’indagine approfondita, che sarebbe interessante fare per capire quale dei due strumenti sia più affdabile. Tocca a voi farlo, se volete.
Conclusioni.
Anche se c’è qualche zona d’ombra, non posso che gioire dell’arrivo dii dropstock.io, anche considerato che la mia è la prima recensione al mondo che è stata pubblicata sulla parte relativa al microstock.
Ho effettuato diverse prove, oltre a quelle descritte. Ho variato città e monumenti e ho eseguito delle verifiche anche su altri soggetti: dallo still life agli animali. Tutti i risultati sono in linea con il programma spiegato nel corso.
Quindi da oggi c’è uno strumento in più che ci può aiutare a guadagnare più soldi con la vendita di foto e video online, basandoci sui dati e non sull’improvvisazione (avreste mai detto di Boston e Chicago?).
Simone Scalise
P.S. un tutorial video su dropstock.io è disponibile nel corso su come vendere foto e video online di Daniele Carrer.