Guarda la versione video degli episodi del podcast nel mio canale Youtube.
In questo episodio parlo di:
- Come vendere i propri servizi fotografici ai turisti
- Quanto è difficile fare il fotografo professionista oggi
- Produrre contenuti con la reflex, ma vendere i video dell'Iphone
- EyeEm che condivide le foto su altri microstock
- Associarsi a un altro fotografo per caricare nelle agenzie
- Creare video partendo da una foto a cui si applica l'effetto parallax
- Consigli per soggetti meno inflazionati delle città
- Come diventare fotografi professionisti
- Un telegiornale e il presunto furto di una foto
- Guadagni di un produttore che carica contenuti da 10 mesi
Vendere le proprie foto ai turisti
Inizio con il messaggio di un ascoltatore:
Per quanto riguarda il business con i turisti, ci stavo pensando: a Firenze posso tranquillamente organizzare dei tour fotografici in città per gli stranieri che la visitano, cosa che oggi, a quanto mi risulta, non c’è. Chi viene a Firenze vuole farsi delle belle foto, magari dietro a degli scorci che non è facile trovare da soli e che io, da fiorentino, conosco.
Però avrei bisogno della Partita IVA. Per quanto riguarda la domanda che ti fanno spesso:
quanto può prendere un produttore vendendo nei microstock e facendo altri lavori da fotografo?
Credo ci siano due categorie di contributor:
- Quelli come me, che producono stock images e stock footage a tempo perso e organizzano la produzione quando possono. Io, che faccio tutt’altro di lavoro, non potrei mai e poi mai fare il fotografo seriamente in questo momento. Un’estate, un’agenzia di catering mi voleva tutte le domeniche come fotografo. Ho dovuto rinunciare perché, con il lavoro che faccio, non ci sarei riuscito.
- Quelli che producono microstock professionalmente. Molte volte abbinano questo lavoro ad altre attività fotografiche: formazione, cerimonie.
Pure tu fai corsi, quindi posso pensare che gli incassi da stock non arrivino a coprire tutte le spese. Il fatturato è alto, ma forse pure i costi, tra modelli, attrezzatura, viaggi, etc. Quindi anche voi “big” fate un’attività secondaria.
Conosco solo un produttore che fa solo quello e mi ha detto i suoi costi e i suoi ricavi. Fattura sui duecentomila euro l'anno. Sono in due, hanno un dipendente per caricare le keyword, devono pagare il commercialista, i modelli e le tasse.
Alla fine, gli rimangono 1900 euro al mese. Ed è un top contributor.
Questa era la lettera di un ascoltatore, Francesco Carniani:
L’antefatto era che, visto che torniamo verso tempi cupi, un produttore che abita a Firenze mi aveva chiesto consiglio su come guadagnare con la fotografia, andando anche oltre il microstock.
Io gli avevo consigliato, essendo la sua città un luogo che attira un turismo di alto livello, vista la qualità inarrivabile del luogo – qualità legata alla storia e alla cultura che rappresenta – che, per fortuna dei fiorentini, non attira molti turisti con il cavallo dei pantaloni alle ginocchia, che si mangiano il kebab fuori dalla stazione e buttano le bottiglie di birra nell’Arno.
Dicevo, gli avevo consigliato di proporsi ai turisti, in particolar modo a quelli stranieri, per fare da fotografo personale con dei tour di 2-4 ore che, vista la tipologia di cliente a cui consigliavo di proporli, potevano essere pagati qualche centinaia di euro.
Anche voi vendete le vostre foto ai turisti
È una proposta che giro a tutti voi, perché anche se non abitate a Roma, Venezia, Milano, ci sono decine di luoghi in Italia visitati da turisti di alto livello che ben volentieri spenderebbero i loro soldi per avere delle foto a regola d’arte con uno sfondo italiano.
L’amico abita in Toscana e io in Veneto, ma potrei allargare il discorso a praticamente tutta Italia, a livello di luoghi magnifici abbiamo solo l'imbarazzo della scelta. Ripeto: parlo a tutta Italia, la nostra sfortuna è che viviamo in un Paese dove la politica è portata avanti da gente incapace. Da giocatori di serie B di squadre di mezza classifica, quando, in un mondo globalizzato dove vige la concorrenza spietata, avremmo bisogno di una squadra da Champions League.
Ho citato Taormina, ma potrei dire:
- Matera
- Alberobello
- il Lago di Garda
- un qualsiasi paesino nelle Dolomiti
- Vieste
- Perugia
e continuare fino a domani.
I lati positivi di vivere in Italia
Io sto aggiornando la versione inglese del mio corso, e a un certo punto parlo del riprendere una piccola città. Quindi, ho dovuto correggere la lezione dove parlavo delle piccole città italiane, sostituendo alcuni dei luoghi citati con piccole città americane di cui sono andato a cercare lo stock footage.
Una tristezza totale. Vedi questo stradone centrale, casacce del ‘900, negozi, fast food, pick up parcheggiati. In USA avranno tante fortune più di noi. Quasi tutte direi, ma non quella della bellezza dei luoghi.
Nel comune affianco al mio c’è una fiera annuale.
Sapete a che edizione sono arrivati?
Alla milletrecentesima. Significa che la fanno da ottocento anni prima che scoprissero l’America e nessuno sfrutta la cosa a dovere. Se quella fiera fosse in un altro Paese, arriverebbero i pullman da tutta Europa per venire a vederla, e invece, in Italia, silenzio. Parliamo di come l’INPS possa mantenere qualche fannullone.
In un contesto come l’Italia, noi fotografi e videomaker dovremmo sguazzare al servizio del turismo o della vendita di prodotti dove il marchio Italia ti dà qualcosa che altri non hanno, a cominciare dal cibo e dalla moda, invece stiamo sul divano a lamentarci che Shutterstock ha abbassato le commissioni.
Ma chi se ne importa di:
- Shutterstock
- Reddito di Cittadinanza
- cambiare operatore telefonico perché mi costa un euro in meno al mese.
C’è un mondo là fuori che non aspetta altro che qualcuno lo prenda, quella deve essere la vostra priorità.
La difficoltà di fare il fotografo professionista oggi
Tornando all’amico fiorentino e al discorso che fa relativamente ai guadagni e al produrre a tempo pieno, non è il microstock il problema. Il problema è avere la Partita IVA. Ricavi cento e te ne rimangono dieci, a meno che non sei nel forfettario, e lì il discorso cambia, ed è giusto riconoscerlo allo Stato quando fa una cosa giusta.
Zero burocrazia, tassazione onesta (non tanto perché paghi il 15% di tasse, ma perché ti riconoscono delle spese molto superiori a quelle che effettivamente sostieni e in più non paghi l'IVA e altre tasse accessorie, che nei regimi normali spuntano sempre come funghi). Non hai minimi da dichiarare, sotto i quali in un regime normale scatterebbero i controlli.
Per quanto riguarda il commercialista, online ne trovi che ti chiedono 30-40 euro al mese.
La difficoltà di fare il produttore di microstock a tempo pieno
Il discorso, lo rifaccio anche in questo episodio, è che consiglio sempre e comunque di affiancare il microstock a un'attività di fotografo diversa da quello, perché è molto difficile produrre a tempo pieno.
Se lo fai, finisci non solo a produrre foto e video, ma sei portato a passare il tuo tempo anche a scrivere le keyword, quando invece ti conviene fare foto e video e appaltare titoli e parole chiave a qualcuno. Ne parlavo in questa pagina:
https://stockfootage.it/trovare-freelance-microstock/
Quando poi cominci a produrre microstock seriamente, a un certo punto il perimetro di quel business diventa troppo piccolo. Vendere stock images e stock footage ti aiuta a capire le potenzialità del web e come fare a governare i meccanismi del fare business online con la fotografia e la ripresa video.
Quindi, dopo uno o due anni, se hai affrontato seriamente la produzione, sei in grado di fare mille altre cose con i tuoi video e le tue foto, e venderle su Shutterstock e Adobe Stock diventa un limite.
Ragazzi, sono discorsi molto complessi, dei quali parlerei per ore. Nel mio libro, più che nel mio corso, dove invece si parla quasi essenzialmente di microstock, li trovate in maniera più approfondita e se, dopo averlo letto, c’è ancora qualcosa che non vi torna, scrivetemi che ne parliamo ancora.
Produrre con la reflex e vendere un video dell'Iphone
Mi scrive Edoardo Bortoli, allievo del mio corso e creatore di contenuti, che ha alternato momenti di silenzio produttivo a momenti più proficui.
Ciao Daniele.
Un paio di mesi fa ho caricato un video editoriale creato a Desenzano del Garda. L’ho venduto oggi su Shutterstock per 5,63$.
Era un’uscita, in un periodo di vacanza, dedicata allo stock. Da persona che fino a quel momento aveva sempre caricato solamente immagini, quello è stato il mio primo video venduto. Sono soddisfazioni.
Da quel giorno, mi aspettavo di vendere qualcosa fatta con la mia Canon EOS 6D e il cavalletto. Invece, mentre aspettavo che finisse il time-lapse, avevo fatto un filmato con l’iPhone, e ho venduto proprio quest’ultimo video.
Ogni mese vendo qualche foto, perlopiù città e scenari italiani. I compratori sono quasi tutti dall’Italia. All’estero ho venduto solo:
- un panorama sul Garda
- una foto del carnevale a Venezia.
Non ho molto materiale perché avevo smesso di produrre, ma da qualche mese ho ripreso e vorrei portare avanti seriamente il progetto.
Le possibilità non mancano e ci si deve credere. A mio avviso, gli investimenti a lungo termine sono sui video di “concetto”.
Credo si possa fare molto a casa: ci si deve mettere lì, con carta e penna, e fare tutte le considerazioni del caso. Trovare idee e spunti sulle attività di tutti i giorni. Poi su cento video caricati, due sono quelli che venderanno bene.
Navigando nel mondo dello stock, ho scoperto che l’umanità è ricca di veri e propri geni, con video di situazioni relativamente idiote, ma che a me non sarebbero mai balzate in testa. Di una efficacia micidiale.
Detto ciò, io amo visitare posti e portarmi a casa il ricordo tangibile dei luoghi, e perché no, pubblicarlo poi nei microstock.
Complimenti Edoardo.
Io leggo sempre volentieri le storie o gli spunti dei piccoli produttori, perché nel loro non portare a casa cifre enormi sanno sempre darci molta ispirazione. Almeno, a me la danno, nonostante nel tempo io abbia guadagnato cifre ben diverse.
Conosco un po’ la storia da produttore di Edoardo, proprio perché è allievo del mio corso.
La costanza, cari amici, è fondamentale per vendere e per avere successo con qualsiasi business digitale. Sia che abbiate un blog come il mio, che riceve molto più della metà del suo traffico da Google, sia che produciate immagini stock, perché uno dei fattori con cui gli algoritmi indicizzano quello che mostrano alle persone interessate, è proprio la quantità di materiale pubblicato dal sito o, nel caso del microstock, di immagini o footage messi online dal produttore.
In altre parole:
se una persona cerca un'immagine di Desenzano del Garda, che è un posto magnifico, ma che non è propriamente Milano, su Shutterstock appaiono ben duemila foto.
È fondamentale, per vendere, che le vostre foto siano in cima, e per arrivarci, uno dei fattori che contano, è la costanza con cui il produttore pubblica nuovi contenuti.
Tutto lì, non ci sono teorie della cospirazione dietro agli algoritmi, ma ci sono solo formule matematiche che hanno il loro senso. Quindi bravo a Edoardo, avanti tutta.
EyeEm e la condivisione di foto e video su altri microstock
Prima di passare alle domande che come sempre seguiranno questo spazio del podcast, voglio leggere un commento apparso sotto a uno dei miei video YouTube.
Per una serie di motivi, legati soprattutto al grande sforzo produttivo necessario per la moderazione, non trovate un forum in questo sito.
Ciò non toglie però, che ci sono i miei video YouTube, sotto i quali potete pubblicare le vostre domande o impressioni e, se vi fa piacere, confrontarvi con gli altri produttori, come ha fatto Thor ODT:
Di EyeEm, agenzia berlinese, di conseguenza una delle rarissime agenzie europee, solo i pochi ascoltatori che mi seguono dall’inizio si ricorderanno che ne avevamo già parlato agli albori del podcast, perché cercavano contenuti – a dire il vero, in particolare stock footage, che mi sembra di capire non sia più tra quanto vendono – e mi avevano fatto una proposta che io avevo girato a voi tutti, con un altruismo che mi piacerebbe fosse un po’ più diffuso tra chi ascolta il podcast.
Ad anni di distanza, constato che EyeEm ha puntato su un facile modello di business, ovvero guadagnare attraverso la ridistribuzione, che è un po’ il gradino prima della morte imprenditoriale, se non si riesce ad ottenere una clientela propria.
Questo è il microstock ragazzi:
cambia tutto da un giorno all’altro, ne è testimonianza quello che ha fatto Shutterstock pochi mesi fa, ma il business digitale funziona così.
Diteglielo, agli amici di MySpace.
Associarsi con un altro fotografo per produrre
La seguo ormai da un paio d'anni e ho acquistato tutti i contenuti che ha reso disponibili.
Devo riconoscerLe, anche se non in totale accordo con alcuni suoi punti di vista ricorrenti, il grande merito di aver contribuito ad un mio radicale cambio di prospettiva e percezione del mondo professionale.
Ha perfettamente ragione quando dice che il microstock è solo la punta dell'iceberg e che le opportunità sono tante e diverse. È mia intenzione infatti provare a diversificare.
Anche se non ho ancora ottenuto risultati significativi (sono più impegnato nello studio che nella produzione in questo momento) so di essere giunto ad un punto di svolta.
Arrivo subito al dunque. Lei non perde occasione di sconsigliare di associarsi con qualcuno per produrre contenuti. Gliel'ho sentito dire in diverse circostanze, ma è proprio la via che ho intenzione di praticare.
Perdoni la testardaggine, ma il mio pensiero è frutto di un ragionamento, probabilmente sbagliato, ma magari no. Con un caro amico vorremmo provare a convergere in un unico account per tentare di diversificare la proposta e sommare così le diverse competenze che abbiamo. Ci chiediamo se a livello di algoritmo e portfolio non possa essere significativo.
Immaginavamo di poter declinare le diverse tematiche attraverso i diversi specifici: fotografia, video, animazione 2D e 3D, modellazione 3D, audio, etc., ma per quel che ne sappiamo, e viste le poche informazioni disponibili in rete sull'argomento, probabilmente questa cosa non si può fare. O almeno non si può fare in maniera pulita.
La domanda quindi è questa:
Come possiamo figurare entrambi in unico account dividendo onori ed oneri?
Si può fare?
Allo stato delle cose, i microstock non danno la possibilità di condividere gli account tra più utenti. Dovreste creare una società e intestare l'account a questa, dividendo successivamente gli incassi in base alle partecipazioni in tale società. Come può immaginare, la cosa è estremamente costosa e, a mio modo di vedere, non vale la pena.
Altrimenti, più semplicemente, dovreste intestare l'account a una sola persona e poi, fidandovi a vicenda, dividere gli incassi. Il problema, in quest'ultimo caso, è che le tasse sugli incassi, se dovute, sono pagabili solo dalla persona a cui è intestato l'account, o meglio a quella che riceve i soldi delle royalty, quindi nel dividere gli utili dovete considerare anche questo aspetto.
Creare video dalle foto con l'effetto parallax
Sto provando ad animare le fotografie utilizzando After Effects per l’effetto parallax. La fotografia, quindi, diventa un video di qualche secondo con un primo piano che si muove e lo sfondo pure, ma a velocità diverse.
Una cosa carina e non mi pare ci sia molto sul web.
Consigli da parte tua?
Conosco bene la tecnica di animazione delle foto che citi, a livello tecnico.
A livello di vendite, va semplicemente testata. Il mio consiglio è di provare con soggetti molto richiesti.
Se parli di città:
- Parigi
- New York
- Londra
magari con i simboli dei luoghi. Se ti serve scontornare i vari elementi della foto e non ami farlo, trovi su Fiverr persone che per cinque dollari ti scontornano venticinque foto.
Poi mi scrive un amico che ha appena iniziato a fare il produttore di microstock come riempitivo del suo lavoro principale, quindi ha molti tempi morti.
Consigli per soggetti meno inflazionati delle città
Con il microstock sono arrivato a circa trecentocinquanta video, ma nessuna vendita. Come hai detto nel corso, gli inizi sono molto difficili.
Sono fermo da qualche tempo perché mi si è rotta la A6300 che è stata un mese in garanzia, ce l'ho solo da qualche giorno.
Sono un po' giù di morale per la mancanza totale di vendite... Ma credo che continuerò a produrre. Più che altro, è veramente dura capire cosa effettivamente possa vendere o cosa no. Le città sono così inflazionate che mi è venuta voglia di cambiare soggetti e temi, ma è tutto da vedere.
Se hai qualche consiglio o dritta generale o particolare non potrebbero che aiutarmi, quindi apprezzerei moltissimo.
Se non vuoi lavorare sulle città, potresti cominciare a lavorare con i modelli.
Prendi degli amici e parenti e li riprendi in situazioni di vita normale:
- che telefonano
- che guardano lo smartphone mentre camminano
- che si svegliano.
Così l'ho fatta un po' facile, ma se riesci a trovare il giusto modo per differenziarti dagli altri e produrre contenuti a ciclo continuo, vedrai che se hai pazienza i risultati arrivano.
Meglio 25 o 29,97 fps?
Trovandomi in America Latina, dove mi muoverò nei vari Paesi nel corso dei prossimi due anni, ritieni che Pond5 e Shutterstock accettino anche i file di footage 4K che da 59,94 fps si riducono in fase di esportazione a 29,97 fps, considerato il mercato di riferimento NTSC americano?
E che abbia comunque sufficiente appeal commerciale per i compratori?
Per quanto riguarda il footage dell'America Latina, al di là dei fotogrammi al secondo, che se non sbaglio da quelle parti sono 25 come in Europa, e per questo, se la tua camera ti dà l'opzione, ti consiglio di preferire i 25 ai 29,97, visto che i compratori di riferimento sono prima sempre quelli locali: ho il riscontro di un ragazzo che è andato a farsi un viaggio in diversi Paesi del Sud America, e non ha venduto male fino ad adesso (leggi la sua storia).
C'è ancora poco materiale pubblicato delle città in quella parte di mondo. Non c'è nemmeno tantissima richiesta a dire il vero, però è un mercato che forse si sta aprendo.
Comunque, rispetto ai 50 o 59,94, che sono fuori dallo standard in cui le televisioni non trasmettono, vai tranquillo con i 25 fotogrammi al secondo, o in alternativa i 29,97. Anche se esportati partendo dalla frequenza doppia.
Come diventare fotografi professionisti
Michele Vacchiano, maestro della fotografia, ha pubblicato su YouTube un video molto interessante:
Si chiama “Come si diventa fotografo professionista”. Chi, se non lui, che fotografo professionista lo è da prima che io nascessi, può spiegarlo.
Ci sono tanti approcci al cambiamento che c’è nel mondo della fotografia, come in tutte le professioni, a causa della tecnologia. Perché se ancora c’è qualcuno che non lo ha capito, il mondo è cambiato di più negli ultimi quindici anni che nei precedenti cinquemila di storia.
Giusto per darvi un’idea, se andiamo al 2005, lasciate stare che certi progetti erano già stati lanciati visto che quando c’erano, ancora non li conosceva nessuno, ma parole come Facebook, YouTube, smartphone e potrei continuare ancora per tanto, nemmeno esistevano, e oggi invece sono al centro delle nostre vite.
Dicevo, Michele Vacchiano, è uno di quei fotografi che ha passato la vita in camera oscura, ma adegua il suo modo di fare fotografia ai tempi che cambiano. Poi c’è la categoria di “quelli che il mondo è finito” o di “quelli che scendiamo in piazza, o peggio ancora “entriamo in un gruppo Facebook a lamentarci”.
Quindi, da parte mia, ringrazio Michele per quello che fa, per come diffonde la cultura fotografica, visto che, tra le tante cose positive del mondo nuovo, c’è la possibilità di accendere la telecamera o lo smartphone, divulgare e raggiungere migliaia di persone, senza che a decidere della tua presenza sullo schermo ci sia il funzionario di una televisione che, io ne so qualcosa visto il mondo da cui vengo, alla fine non decide mai in base alla qualità ma in base ad altre logiche, non sempre meritorie.
Gli applausi ovviamente non sono per me, ma per Michele Vacchiano e la sua generazione di gloriosi fotografi che hanno contribuito al benessere culturale dell’Italia.
Certo, anch’io quando vedo per strada il tamarro di turno con il cavallo dei pantaloni alle ginocchia, e faccio il confronto tra lui e il fotografo di Paese che c’era quando ero piccolo io e che oggi è fallito da un pezzo, mi viene spontaneo pensare che il mondo si stia preparando all’apocalisse. Se però allargo il quadro, credo che ci siano delle buone speranze per migliorare le cose.
O nella peggiore delle ipotesi, posso usare il digitale per salvare, se non il mondo intero, almeno la mia vita. Fatelo anche voi, se proprio non riuscite a pensare più in grande.
Un telegiornale ha rubato la mia fotografia
Poi mi scrive un caro ascoltatore del podcast, parlandomi di un presunto furto di immagini. Sentiamo cosa è successo:
Volevo chiederti un parere. Oggi, casualmente, durante un telegiornale ho visto scorrere una mia foto scattata qualche giorno fa e caricata sui vari Shutterstock, Adobe Stock, Pond5.
Sono rimasto sorpreso perché, da una parte, mi sono sentito molto gratificato dalla cosa, ma dall'altra, quella foto non mi risulta venduta in nessuna delle agenzie su cui carico.
Ora, stavo pensando a come fosse possibile e se i miei contenuti possano essere stati rubati. Non credo che quella televisione faccia ricorso a canali illegali per acquistare immagini stock. Stavo pensando che magari le agenzie non comunicano subito le vendite e magari mi arriverà la vendita a breve.
Tu che ne pensi? Cosa mi consigli di fare?
Grazie all’amico per la testimonianza. Lui in realtà cita il nome del canale, ma io non voglio farlo per non dare luogo a sospetti infondati.
Di quel canale mi fiderei abbastanza, nel senso che dubito che un programma prodotto internamente scarichi le foto illegalmente. Se mandassero in onda qualcosa prodotto da società esterne già il discorso sarebbe diverso.
C'è però un elemento che dici, caro amico, che mi fa credere che non si tratti di un furto: se l’immagine non l'hai mai venduta e mi confermi che l'hai pubblicata solo sui microstock, non possono avertela rubata.
Quelli che rubano foto o video, le prendono da altri siti internet che le hanno comprate legalmente, o da YouTube nel caso dei video, e scaricano il contenuto illegalmente, riutilizzandolo. Se tu non hai mai venduto la foto, nessuno può averla pubblicata, quindi i malintenzionati per rubarla dovrebbero aver hackerato i server delle agenzie. È uno scenario inverosimile.
Credo quindi si tratti solo di un ritardo nei report, cosa che succede frequentemente. Pond5, per esempio, ha tre giorni di ritardo certificati.
O credo, e questa ve la dico perché prima di andare in onda mi sono sentito con l’amico che mi ha scritto e lui stesso faceva questa ipotesi dopo aver ragionato sulla questione, che sia un abbonamento gratuito, di quelli che regalano dieci immagini a chi si iscrive, come fa Adobe Stock. Se scopriamo di più, vi facciamo sapere.
I guadagni di un produttore che carica contenuti da 10 mesi
Infine, mi scrive Alessandro Mancuso, appassionato di fotografia e di ripresa video che lavora per la sanità toscana, e che anche per questo motivo ringraziamo per l’entusiasmo contagioso che ha nel produrre immagini stock e stock footage, nonostante gli scenari che si stanno aprendo nel settore in cui lavora.
Ti aggiorno per quanto riguarda la mia situazione. Negli ultimi giorni ho venduto tre video tra Pond5 e Shutterstock, di cui l’ultimo proprio oggi.
Indovina da dove arriva l’importo più alto?
Proprio dal nostro caro (e tanto maledetto) Shutterstock! Come già ti avevo scritto, non ho mai pensato di smettere di caricare anche lì: hanno una rete di clientela talmente grande che secondo me bisogna puntare su di loro comunque.
Ultimamente sto girando con il profilo Canon Log con leggero grading, visto che su Adobe Stock, dove più volte hai detto che gli utenti sono nel 99% pro, ho venduto solo video girati con quel metodo. È un po’ rischioso perché necessita di molta più luce, quindi in interni bisogna avere parecchia destrezza ed esperienza con le luci, ma vedo che accettano quello che gli mando.
Ti allego un report dei miei incassi dall’inizio, ovvero dieci mesi fa, nei vari siti.



Vedere gli incassi di Alessandro, dà l'idea dell'impegno che ci mette, e dei risultati che si ottengono portando avanti il microstock nel tempo libero.
Visto anche il lavoro che fa, lo abbracciamo tutti per gli scenari che si stanno aprendo e perché, nonostante questo, ha sempre un entusiasmo contagioso che ci rischiara le giornate. Almeno, con me lo fa.
Cari amici, il novantottesimo episodio di “Vendere foto e video online” termina qui. Solo premiando chi si impegna e regalando tanta indifferenza ai fannulloni si migliora il mondo, quindi, se tutti applichiamo questo principio, prima di tutto a noi stessi, possiamo superare anche i momenti peggiori. Internet è il luogo dove vige il merito e non esistono raccomandazioni, quindi è anche per questo che abbiamo fiducia in un futuro migliore.
Quindi, non mi resta altro che ricordarvi che nella vita l’importante non è divertirsi ma essere felici, ciao.

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