Oltre che podcast faccio anche video. Ne ho creati 4 per insegnare a chi scopre il microstock come iniziare a vendere foto e video online: posso mandarteli?
Benvenuti nel sessantesimo episodio di:
- Vendere foto e video online (ascolta gli altri podcast).
Visto che la cifra è tonda, bisogna festeggiare e per farlo vi leggerò un estratto dal mio libro che ha l'originalissimo titolo di... indovinate un po'....
- "Vendere foto e video online"
Le 4 fasi della produzione
All'inizio della mia carriera, mi trovavo sul Tower Bridge a Londra: il luogo da cui si può ottenere una delle migliori inquadrature dei grattacieli della City, ovvero un soggetto ricercato sia dai compratori che vogliono immagini della città, sia da chi vuole parlare di economia e finanza.
Avendo cominciato da poco, non ero ancora nella fase professionale della mia produttività, quella che da un certo punto in poi mi impose di lavorare con una scaletta, con il sole alle spalle e di mettermi nella condizione di risolvere gli imprevisti. In tema di eventi inaspettati, quando fui lì me ne capitò uno che comprometteva la ripresa:
- tra il ponte e lo skyline si stagliavano enormi stormi di uccelli che non accennavano a spostarsi.
In una fotografia o in una ripresa in tempo reale, una situazione del genere non crea risvolti negativi, ma in un time lapse, l'unica tipologia di video consentita dalla reflex che usavo all'epoca, diventava esteticamente molto fastidiosa, perché provocava un movimento casuale di puntini che cambiavano posizione a ogni fotogramma.
In quei casi, la soluzione tecnica per evitare ripercussioni sull'immagine è usare un filtro ND molto scuro, così da poter lavorare con un tempo di diversi secondi e diluire la traiettoria dell'uccello quanto basta per farla sparire.
Quella strada però non era tra le mie opzioni, sia perché non avevo con me il filtro, sia perché dilatando i tempi di esposizione di centinaia di scatti avrei finito per impiegare quasi un'ora per terminare la sequenza.
Riconosciuto il problema, lo affrontai nel modo sbagliato, perché non tagliai l'inquadratura. Questo mi causò un danno economico in termini di mancate vendite sui contenuti che non feci tempo a creare, a causa di quella scelta.
Capire il perché di un tale errore, così da evitare di commetterne di analoghi in futuro, può migliorare i guadagni di ogni produttore.
Nel microstock ci sono 4 fasi prima di arrivare a mettere in vendita una foto o un video:
- pianificazione;
- produzione;
- post-produzione;
- descrizione.
Il problema più grande per chi carica stock images e stock footage è che una buona parte di questi rimangano invenduti. Di conseguenza, il segreto per fare più soldi possibili è accorgersi quanto prima che un contenuto non genererà guadagni.
Farlo durante la pianificazione eviterà di passare per le tre fasi successive, risparmiando tempo e, di conseguenza, denaro.
PER RIUSCIRCI, LO SPIEGO NEL LIBRO MA LO ANTICIPO IN QUESTO PODCAST, BASTA USARE IL MICROSTOCK KEYWORD TOOL di dropstock.io (trovi un piccolo tutorial in questa pagina)
Le difficoltà di scrivere un libro
Amici scrivere un libro (guarda nel dettaglio i contenuti) ha un livello di difficoltà che ovviamente varia da autore ad autore, ma anche da progetto a progetto.
Si può fare come il buon Montemagno, che allo stato attuale è il riferimento di tutti quelli che vogliono fare business su internet, in particolar modo usando il video per riuscirci.
Nel suo caso non ha fatto nessuna fatica perché, a parte il presenziare a tutti i podcast d'Italia quando l'ha lanciato, non l'ha scritto lui, perché ha dichiaratamente pagato un editor che ha preso i testi dei filmati che aveva pubblicato su YouTube e li ha modificati creando il libro (Codice Montemagno su Amazon), che per altro vi consiglio, anche se non l'ho letto.
Quanto meno vi consiglio il suo podcast (ascoltalo) che, sempre in tema di ottimizzazione dei tempi, non è altro che l'audio dei suoi video. Video nei quali solo si vede la sua faccia, quindi non vi perdete nulla, anche se lui è molto più bello di quanto lo sia io.
Si può altrettanto delegare ad altri il lavoro di scrittura assumendo un ghost writer, cosa che non essendo dichiarata per contratto non ha esempi certi nel panorama letterario, anche se più di un sospetto ce l'avrei su certi uomini di televisione e radio che escono con un libro all'anno, grazie al... parola pessima ma che è il fulcro dei nostri tempi... brand che si sono creati. Una volta si diceva "farsi un nome", oggi si dice crea il tuo personal brand.
Nel mio caso, forse già l'ho detto, e se non l'ho fatto ve lo dico ora. Qualche mese fa ho ristrutturato le tonnellate di contenuti che avevo scritto per il sito. All'interno di questa ristrutturazione l'ultimo tassello era il libro.
Il primo, invece, partiva dal principio che i contenuti vengono trovati dalle persone solo se questi rispondono alle ricerche che la gente fa su Google.
In pochi in Italia conoscono il microstock
Il microstock è un argomento relativamente sconosciuto ai più. Per capirci solo 390 persone al mese in Italia cercano:
- vendere foto
sui motori di ricerca. Quindi oltre alle 10/15 pagine ottimizzate per, segnatevi un'altra parola: query, come:
- stock footage;
- guadagnare con la fotografia;
- time lapse
e poche altre, tutte riconducibili a quello che avevo già scritto e che poteva essere leggermente modificato perché Google portasse più persone nel mio sito, non potevo fare nulla.
Però avevo centinaia di contenuti creati e che non volevo buttare nel nulla delle spietate logiche di internet. Quindi a quel punto l'idea è stata:
prendo i primi 47 episodi del mio podcast, testi scritti e file audio, e li metto in un'area riservata accessibile solo a chi si iscrive.
Poi prendo quei testi, creo un filo logico, li integro con altri testi e ci faccio un libro, visto che Google non mi manderebbe mai nessun visitatore e i contenuti esistono solo se qualcuno li vede.
Il problema è sempre il solito per quanto mi riguarda. Parto con un'idea e poi la perfeziono talmente tanto che quello che ne esce alla fine è completamente diverso. Quindi il mio libro è inedito e anziché essere il lavoro di qualche settimana è diventato il lavoro di mesi.
Che poi, vi dico una cosa da principiante della letteratura, quindi se non avete mai scritto un libro avete esattamente il mio stesso grado di inesperienza. Il 95% del libro lo scrivi lavorando, uso un termine di paragone, 100. Il rimanente 5%, che è la fase del perfezionare la scrittura quando i contenuti sono già stati mesi per iscritto, ci impieghi 200 ed è il momento peggiore.
A ogni rilettura, che dura circa 5 ore nel mio caso, trovavo sempre qualche sfumatura sintattica che non andava bene e che mi faceva dire:
no dopo aver finito devo rileggerlo un'altra volta, perché non esiste che esce un libro a mio nome con errori del genere.
Sicché a un certo punto, esasperato dalla cosa, ho assunto un editor, perché non ce la facevo più, visto che a forza di rileggere oramai c'erano dei passaggi che sapevo a memoria.
Il primo era un caprone totale, scusate la polemica, perché voleva trasformare il libro in una specie di slang da bimbi con il cavallo dei pantaloni alle ginocchia. Alla terza correzione che ho visto, ho capito il clima e non ho nemmeno guardato il resto. Prendi i tuoi soldi e addio.
L'altro mi ha fatto scoprire una cosa interessantissima, che comunque non sono sicuro che sia vera:
- Non si scrive più "ad ogni modo" ma si scrive "a ogni modo".
La d, si aggiunge alla a o alle e solo se seguita dalla stessa lettera.
Dopo che me l'ha fatto notare, sunito mi sono fidato e ho corretto, anche se da quel momento in poi ho fatto attenzione alla cosa e devo dire che non è del tutto caduta in disuso.
L'audiolibro per risparmiare tempo
Comunque, dopo il lavoro dell'editor caprone e dell'editor modernista, ho riletto e ho corretto per almeno altre 4-5 letture. Alla fine non ne potevo più, e l'ultima correzione l'ho fatta speakerando l'audiolibro, perché ho messo in produzione anche quello, visto che sono il primo a non aver più tempo per leggere e ad andare a camminare ascoltando i libri in cuffia, che è fantastico.
Se vi capita di abbonarvi ad Audible (abbonati gratis per 30 giorni), che è il progetto audiolibri di Amazon, in realtà non trovate un granché in catalogo, però potete imparare delle cose interessanti che sono molto meglio di nulla, e magari contemporaneamente tenervi in forma facendo movimento.
Bene, dopo questi consigli di vita, vi invito quindi a leggere e ad ascoltare il mio libro (leggi un estratto), anzi a leggere e ascoltare, come mi ha suggerito uno dei miei due editor.
Fotografia e videomaking sono le chiavi del business digitale
In realtà non vi ho spiegato di cosa parla, quello lo faccio diffusamente nel prossimo episodio, promesso. Vi anticipo che si tratta innanzitutto di microstock, ma anche di come usare fotografie e video per fare i soldi con il business digitale.
In altre parole si parte dalle stock images e poi ci si apre un mondo che va dalla creazione di prodotti divulgativi, ma anche alla promozione di qualsiasi altra cosa che venendo raccontata con foto e video è molto più efficace nelle vendite di quanto raccontato solo a parole, o peggio ancora con metodi tradizionali stile televendita alla Mastrota.
Ve ne parlo sicuramente in futuro, perché può essere il tema della svolta della vostra vita. Adesso è arrivato il momento di rispondere ai dubbi di voi, cari amici ascoltatori.
Caricare stock footage senza editing
Posso girare dei video di 5/10 secondi e caricarli senza alcuna modifica? Al momento non ho ancora dimestichezza con software di montaggio.
Come software di montaggio se ne vuoi uno gratuito usa Davinci Resolve (guarda di cosa si tratta). Ti consiglio fortemente di impararlo perché è una cosa che ti torna sempre utile ed è facile da usare.
Caricare i video così come sono te lo sconsiglio, perché può dare dei problemi con i revisori, visto che i primi secondi di girato, a causa della pressione del tasto REC sulla macchina, non sono mai stabili.
La ricompressione fatta dai microstock
Ho scelto tra i codec di Quicktime (.mov) il GOPRO CINEFORM con qualità 4 (5 era il massimo).
Ne è uscito un file che successivamente con Adobe Media Encoder ho trasformato in MP4 HQ2160p 4K. Il risultato, per me, è stato molto soddisfacente.
Se te linko la pagina di Pond5 dove l'ho caricato, mi dai la tua impressione?
A occhio nudo è impossibile distinguere in fase di riproduzione tra dei video con codec:
- H264;
- Apple Pro Res o Photo Jpeg
anche se quest'ultimi pesano 10 volte tanto.
In più, quando vedi l'anteprima di un video nel sito di un microstock, come appunto Pond5, le immagini sono ricompresse per rendere possibile la riproduzione in tempo reale, visto quanto pesano i file esportati con i codec con cui noi produttori li carichiamo.
Quindi è sbagliato basarsi su quello che vedi in un microstock per giudicare se la compressione che hai applicato con il tuo software di montaggio è buona, perché lì non vedi lo stesso video, ma una ricompressione di questo che ne distorce la qualità per rendere possibile la riproduzione senza buffering.
Il motivo per cui le agenzie ti chiedono:
- Apple Pro Res
- Photo Jpeg
o in alternativa H.264, è che in un montaggio professionale, ovvero quello che fanno la maggior parte dei clienti che comprano stock footage, quei file spesso passano attraverso la color correction. In quel caso i primi 2 codec tengono molto meglio la qualità sulla gran parte delle regolazioni che si possono fare, in particolar modo sull'aumento della luminosità delle parti scure dell'immagine.
La licenza editoriale su Pond5
Mi sono accorto che compilando le schede di Pond5 non trovo l’opzione editoriale/commerciale. Forse perché ho creato un template?
No. Pond5 ha cambiato le regole di compilazione delle schede da poco. Ora basta che nella voce che trovi in fondo nella scheda, che si chiama “curator notes” inserisci la frase:
- editorial use only
e sei apposto.
La gloriosa Nikon D50
Secondo te posso cominciare a creare Time Lapse oppure Hyper Lapse con la mia vecchia NikonD50 con il 18-55 obiettivo di serie?
Per quanto riguarda i video realtime potrei usare un iphone5s? (La d50 non fa video...)
Puoi usare la D50 per time-lapse e hypelapse. Se non ricordo male, visto che l'ho usata anch'io più di 10 anni fa all'alba delle reflex digitali, ha una risoluzione di 6 megapixel.
Quindi puoi esportare:
- in Full HD
- non in 4k.
Per quanto riguarda gli hyperlapse, visto che la stabilizzazione si porta via una parte importante del fotogramma, la vedo comunque un po' dura.
Senza spendere tantissimo: non ti conviene venderla e prendere un modello usato di qualche anno fa con almeno 12 megapixel?
Il cambio non ti dovrebbe costare tantissimo.
Conosco bene anche l'Iphone 5s perché ce l'ho avuto anch'io. Girare in real time con uno smartphone non è il massimo, perché ti mancano alcuni controlli che invece ti dà la reflex e i cavalletti non sono molto professionali.
Per quanto riguarda la qualità, fatto salvo per le riprese con poca luce e per l'effetto diaframma aperto/sfondo sfocato, l'Iphone 5s non è chissà che inferiore rispetto ad una reflex.
Però ti giro la proposta sopra: con 100/150 euro di spesa aggiunti a quello che prenderesti dalla D50 puoi trovare una reflex usata che registra video in Full HD ed avresti un prodotto che può rendere decisamente migliore la tua collezione.
Il software per i time lapse
Per montare i time lapse e gli hyapelapse potrei usare semplicemente Window Movie maker oppure iMovie sul Mac? O altri software gratuiti?
Al momento non sono pronto ad investire sul mensile di After Effects.
E' una domanda abbastanza classica per il podcast.
Io per TL e HL consiglio After Effects perché lo stabilizzatore è il migliore sul mercato. Ciò non toglie che la gran parte dei software di editing preveda l'importazione di sequenze di foto per creare i time-lapse, quindi credo tu possa usare anche iMovie. Io non lo conosco sinceramente come software per quanto abbia un Mac, ma sono quasi sicuro che ci sia quella funzione.
Visto che le sequenze però vanno stabilizzate avresti qualche limite.
Se vuoi risparmiare l'abbonamento Adobe, so che in tanti accumulano time-lapse per esportarli tutti insieme pagando solo un mese di After Effects che costa intorno ai 35/40 euro. Potresti fare così anche tu.
Almeno la prima volta comunque puoi partire dai 7 giorni gratuiti passando da questo link e ti consiglio di provarlo.
Leggi della promozione che regala Creative Cloud a chi carica contenuti su Adobe Stock.
Come modificare i fotogrammi al secondo
Ho una macchina che produce file video:
- .mov,
- full hd
- 23 fps
e con Mpeg streamclip li salvo a 25 f/s per poi tagliarli e salvarli in Premiere con codec Photo Jpg a 90% della qualità, come da te consigliato nel corso. Ti chiedo se è invece meglio utilizzare Premiere per portare i file nativi da 23 a 25.
Caro amico, ma che macchina hai che registra a 23 fps?
Te lo chiedo perché è completamente fuori standard. Alcune Nikon registrano a 24, che sarebbe il vecchio standard della pellicola cinematografica, ma 23 non l'avevo mai sentito.
Ad ogni modo se converti con Mpegstreamclip (scaricalo da questo sito), lui non fa altro che duplicare due fotogrammi al secondo, e quindi il video perde di fluidità e non è il massimo.
Se converti con Final Cut X c'è la funzione, che nel tuo caso va testata proprio perché 23 fps è un fuori standard, di trasformare i 23 in 25 velocizzando leggermente la ripresa originale.
Ti dico che va testata perché lavorando invece da 24 a 25 si ottengono dei risultati buoni senza un visibile effetto velocizzato modello film di Charlie Chaplin.
Credo che in Adobe Premiere ci sia la stessa funzione di Final Cut X. Ti conviene usare quella, ma a darti i comandi esatti non avendo il software in questo momento installato vado un po' male. Basta che fai una ricerca su Google, o magari che qualche ascoltatore condivida con noi le informazioni visto che è da oltre un anno che io lo faccio attraverso questo podcast.
Se l'argomento non ti è chiaro ho scritto una guida sui fotogrammi al secondo.
I file .csv per risparmiare tempo con il keywording
Non sono riuscito mai a far funzionare i file csv. Forse sbaglio il formato di export. Per esempio, se carico il file pari pari da come lo scarico da Pond5 e lo ricarico su Storyblocks non me lo accetta. Dove sbaglio?
Credo di aver capito qual è il tuo problema, visto che non sei il primo ad avercelo tra chi mi scrive.
Microsoft Office, a differenza di Open Office, allinea i dati del .csv, che così come li scarichi sono separati solo da una virgola, secondo una formattazione che non è compatibile con i csv che, invece, Shutterstock e Videoblocks/Storyblocks vogliono.
Open Office invece ti chiede all'inizio, come vuoi formattare quegli stessi dati. Se tu gli dici che li vuoi separare in base alla virgola, lui crea dei .csv compatibili con le altre agenzie.
Quindi, volendo ridurre la risposta: se scarichi Open Office, che è gratuito e va benissimo, risolvi una volta per tutte il tuo problema.
I tempi da utilizzare nei time lapse
Quando parli di tempi più lunghi di mezzo secondo nel time lapse, puoi fare un esempio concreto?
Situazione tipo: persone che passano davanti a un monumento più eventuali nuvole, macchina parallela al terreno. Che tempo imposto?
Anzi, non sarebbe male una sorta di tabella con tempi indicativi per delle situazioni classiche.
Se riprendi la natura, cosa che non ti consiglio a livello di profitti ma che piace a tanti, puoi lavorare con tempi corti come:
- 1/8,
- 1/4
che richiedono un filtro ND (guarda il video) e che sono superiori a quelli che ti potrebbero causare problemi di flicker.
In quel caso il movimento principale che riprendi sono le nuvole e muovendosi queste molto lentamente, anche se lavorassi con tempi lunghi non cambierebbe nulla nel video finale che esporti.
In generale, per tutti i time-lapse che riprendono movimenti lenti, puoi lavorare con quei tempi, perché aumentandoli non c'è un impatto sull'immagine. Anche con i time-lapse da studio vale questo discorso:
- fiori che sbocciano,
- frutta che marcisce,
- cibo che si scongela.
Per quanto riguarda invece le foto in ambienti urbani, come nell'esempio che fai tu, dovresti cercare di lavorare con tempi di almeno 1 secondo, perché il movimento dei soggetti è più veloce:
- pedoni,
- traffico,
- ecc.
In quel caso il time-lapse non sono le nuvole a caratterizzarlo. Lavorando con un tempo di almeno 1 secondo i soggetti in movimento lasciano la scia, che contribuisce a dare al video finale la sensazione della velocità, cosa che lavorando con tempi sotto il mezzo secondo avviene molto poco.
Quindi di giorno, ti serve un ND almeno 128x, se vuoi fare le cose a regola d'arte.
Il video a 360° sono convenienti da caricare nei microstock?
Che ne pensi dei video VR 360 applicati al microstock? Personalmente la vedo come una tecnologia interessante che deve ancora maturare, sia per lo stitching che come qualità di immagine, almeno per la visualizzazione su dispositivi che non siano i cellulari.
I video a 360° che, come sai, qualche agenzia già vende sono una scommessa, come lo era l'hyperlapse, come dieci anni fa lo erano i video in 16/9, come lo era il 3d.
Alcune di queste tecniche e tecnologie sono rimaste, altre sono tramontate, come appunto il 3d che hai tempi di Avatar sembrava il futuro.
A mio avviso i video a 360° non sono un contenuto da microstock.
Qualche editore punta su questi per darsi un'aria di innovazione (lo ha fatto negli ultimi mesi il sito del Corriere della Sera), ma in quel caso si tratta di video prodotti al 100% con girato di proprietà.
Ti sto dicendo quella che è una mia impressione, ma ovviamente, se vai in una grande città e se hai già l'attrezzatura, nulla ti vieta di ritagliarti un pomeriggio e riprenderla a 360° nei principali luoghi simbolo e provare a vedere come la prende il mercato.
Questa fantomatica cosa che si chiama mercato e che dovrebbe essere il punto di riferimento di ogni produttore di microstock, molto prima dell'arte a cui fotografi e videomaker purtroppo fanno sempre riferimento.
Il 4k alla fine conviene come formato di stock footage
Ti scrivo per dei consigli sul microstock, a cui intendo dedicarmi in previsione dei viaggi di lavoro dei prossimi mesi tra Vienna e l'Italia. Parlando di 4K: nella main page "footage" di Pond5 c'è un link per esplorare la loro collezione di oltre un milione di clip in 4K.
I tempi sono maturi o sono invendute?
La mia sensazione è quella di una tecnologia non così innovativa come fu il Full HD, ma solo una sorta di passaggio obbligato per l'8K.
Io ho ripreso Vienna nel 2013 in Full HD, in un viaggio veloce che aveva come scopo non solo il microstock.
Giusto per essere concreto e non smentirmi: fino ad ora l'incasso del footage girato è stato grosso modo dai 500 ai 1000 dollari.
Riprendendola in 4k e con tecniche un po' più al passo coi tempi, come con l'hyperlapse, forse nel tempo potresti puntare ad arrivare a quelle stesse cifre, visto che la concorrenza intanto è aumentata.
Per quanto riguarda il 4k da un po' di settimane sto consigliando a tutti di buttarcisi. Le agenzie lo pagano molto di più e c'è, ancora per poco, meno concorrenza.
In realtà, in ambiente domestico, anche con un televisore che lo supporta, salvo il possedere schermi giganti e guardarli molto da vicino, non è così evidente la differenza di qualità con il Full HD, quindi pensare già all'8k io credo che sia un po' esagerato.
Il problema grosso per chi produce in 4k non è tanto la telecamera, che oramai costa molto poco, ma il sistema di editing che deve essere davvero potente per montare agilmente (guarda un sistema economico che ti consente di farlo).
Fotografi che apprezzano altri fotografi
Ragazzi mi ha scritto Daniele Gay, un bel messaggio sulla storia di Marco Tiberio che ho raccontato un paio di episodi fa, oltre che in altri episodi del passato.
Piace molto, a me per primo, quello che ha fatto il nostro caro amico fotografo triestino, perché è una storia di coraggio, impegno e condivisione.
Questo è il messaggio di Daniele:
Leggere la storia di Marco Tiberio mi ha dato ancora più fiducia, mi sono riconosciuto nella sua esperienza come tu ben sai. Ci sono punti in comune.
Sono contento anche che abbia trovato un nuovo lavoro e abbia condiviso con noi la scoperta di questa nicchia che magari approfondisco anch'io, visto che il 3d lo so fare.
Messaggio breve, ma che sono sicuro renda il pensiero di molti di voi. Se volete sapere più nello specifico a che nicchia si riferiva la dritta del buon Marco, andatevi a riascoltare l'episodio 58 di questo podcast.
Forse non l'ho mai detto, in realtà l'ho accennato a inizio puntata, ma gli episodi rimangono online per un paio di mesi, poi spariscono e restano a disposizione solo di chi.... paga.
Dura realtà per tenere alto il livello della divulgazione.
Ordini e caste
Poi devo notare che nello scorso episodio ho raccontato la storia di quell'architetto dalla Sardegna che aveva iniziato a creare stock images seriamente un paio d'anni fa ed è riuscita ad arrivare a 2000 euro al mese solo con le fotografie, ribaltando una percezione del business delle stock images che io per primo davo abbastanza per morto.
Ho ricevuto tante mail a riguardo. A un certo punto della mail dalla quale ho tratto la storia aveva anche citato l'ordine degli architetti della sua Provincia, dicendomi però che nel podcast era il caso di parlare genericamente della sua Regione, per evitare problemi.
Sono quelle tipiche osservazioni che io comprendo perfettamente vedendole con gli occhi della collega fotografa, ma che mi fanno capire quando indietro sia l'Italia, e quanto difficile sia cambiarla.
Non vorrei fare paragoni che poi potrebbero darmi noie legali, ma qui per essere coerenti con quanto raccontato dovrebbe partire la musica di un celebre film del 1972. Lascio a voi immaginare quale sia.
Per fortuna il microstock è un mondo dove non esistono caste e chiunque gratuitamente, con una macchina fotografica che tutti si possono permettere, può provare a vivere di quello.
Detto ciò ragazzi, se non mi sentirete più sapete il motivo, come diceva Vito a Michael Corleone.
Il sessantesimo episodio di vendere foto e video online termina qui, io vi ringrazio per l'ascolto e vi ricordo che nella vita l'importante non è divertirsi ma essere felici.
In questo episodio ho parlato di:
- come guadagnare di più identificando in anticipo i contenuti che non vendono;
- del libro che ho scritto (guarda nel dettaglio i contenuti);
- stock footage caricato senza bisogno del montaggio;
- ricompressione dei file video da parte delle agenzie;
- impostazione della licenza editoriale su Pond5;
- una reflex Nikon di più di 10 anni fa e della possibilità di creare time lapse con questa;
- software per creare un time lapse;
- come si modifica il numero di fotogrammi al secondo in post-produzione;
- un problema comune per chi utilizza i file .csv;
- tempi di esposizione per i time lapse;
- vendite di video a 360°;
- prestazioni di vendita dello stock footage 4k;

Ok, io ci ho messo un giorno di lavoro per produrre questo contenuto e tu ci impieghi 5 secondi per cliccare su uno dei tre tasti qui sotto, ma più che per questo, perché non condividi la pagina semplicemente per aiutare i tuoi amici appassionati di fotografia a guadagnare?