Sai che descrivendo male le tue foto e i tuoi video stai perdendo soldi?

Hai l'hard disc pieno di stock images o stock footage che potresti mettere a reddito, ma non hai tempo e voglia di scrivere titoli e keyword?

Conosco chi può fare molto bene il lavoro che ti serve. Scopri di più

In questo episodio parlo di:

  • Un fotografo professionista che vende stock footage su Shutterstock
  • iStockphoto e la ricerca di contenuti di alto livello
  • EyeEm che rimodula le royalty che paga a fotografi e videomaker
  • BlackBox e la prova pratica di un produttore
  • Come compilare efficientemente le model release
  • Perché il microstock è una rendita passiva
  • Creare stock footage con un cavalletto a testa fluida
  • Come riprendere un Ironman per creare stock images e stock footage
  • Perché la categoria del fotografo non fa niente anche se sta morendo
  • Vendere le proprie foto direttamente su Arcadina

Da fotografo professionale a produttore di microstock

Ciao Daniele, gli scorsi giorni, dopo tanto tempo, ho visto un tuo nuovo podcast e mi ha fatto molto piacere tornare ad ascoltare i tuoi consigli.

Ti volevo ringraziare perché, pur non avendo seguito il tuo corso, ho trovato di grande interesse ogni tuo contenuto.

Mi hai aperto gli occhi su un mondo che non conoscevo, quello del microstock prima e dello stock footage successivamente.

Ho sempre lavorato come fotografo professionista in ambito giornalistico (sono un fotografo interno di Mondadori e collaboro da freelance con molte testate di quotidiani e settimanali italiani), in ambito commerciale (lavorando con prestigiose aziende: sono fotografo ufficiale Martini) e collaborando con agenzie di stampa italiane ed estere in ambito moda, spettacolo e televisione.

Non avrei mai venduto una foto a 0,10 centesimi, avendo offerte di lavoro commissionate e meglio remunerate: almeno così la pensavo fino a 5 anni fa.

Poi varie vicissitudini: il peggioramento progressivo del mondo dell'editoria, la crescita di social network e blogger, la voglia di fare cose nuove come avvicinarmi al video, mi hanno portato a riconsiderare il tempo a mia disposizione e le possibilità che si sarebbero aperte se avessi cercato di far fruttare il mio ampio archivio fotografico fatto in 15 anni di lavoro.

Migliaia di foto di personaggi famosi, dalla politica allo sport e allo spettacolo, oltre ad un ampio archivio di foto fatte nei miei tanti viaggi in giro per il mondo.

Così ho aperto il mio profilo Shutterstock (leggi la guida sull'agenzia), grazie proprio ai tuoi consigli. Ho ascoltato molti tuoi podcast e appreso molte informazioni su questo nuovo mondo. Poi ho unito le nuove conoscenze alla mia professionalità ed esperienza: in qualità di giornalista so leggere una notizia e sono abituato ad approfondirla e tradurla in immagini.

I primi tre anni ho caricato solo foto, arrivando a guadagni fissi sui 200€ al mese.

Poi sono passato al video di cui ero un totale neofita, pur avendo delle buone conoscenze in ambito fotografico. Complice il lockdown e un soggetto interessante come un bambino al mio fianco, ho iniziato a svoltare con i guadagni e al tempo stesso ho caricato i miei lavori su vari siti.

4000 euro guadagnati per un video di 8 secondi

Un video su tutti mi ha dato grande soddisfazione e avendolo venduto sin da subito mi ha dato l'entusiasmo per proseguire spedito verso l'implementazione del mio portfolio. Siamo io e mio figlio ripresi da dentro casa che giochiamo a calcio sul balcone con la mascherina.

Solo su Shutterstock ha venduto ad oggi per 4200€ (ti allego uno screenshot).

Ora è da piu' di un anno che mi dedico principalmente allo stock footage. Ho mantenuto solo alcuni dei lavori precedenti e con grande entusiasmo dedico molto tempo a questa mia nuova Attività.

Mi piace molto essere libero di scegliere cosa riprendere e portare con me la videocamera nelle molteplici situazioni che vivo. Sta diventando un lavoro continuo e spero possa consolidarsi sempre piu'.

Un monumento al microstock

Abbiamo cominciato con un monumento al microstock.

Non lo commento più di tanto, semplicemente perché Andrea Delbò:

così si chiama il produttore che mi ha scritto il messaggio, è stato chiarissimo.

Al prossimo scettico che mi scrive dicendo che non guadagna nulla con il microstock, gli risponderò di studiare, lavorare sodo, non credere alle formule magiche e di leggersi cosa ha scritto Andrea, perché in quello che dice ci sono tutti gli elementi che possono convincere i fotografi e i video maker più restii a vendere i loro contenuti online:

  1. Il fatto che l’esperienza di cui si parla è quella di un professionista, abituato a lavorare su set importanti e non di uno scappato di casa che crede alle formule magiche
  2. Il fatto che inizialmente non ottenesse ottimi risultati, fino a che non ha capito come svoltare, ovvero dedicandosi al video
  3. il fatto che sia cristallino che non si può sperare di continuare a fare i fotografi con le logiche business di anche solo 5 anni fa
  4. Quarto, ma non ultimo, l’elemento che più di ogni altro può convincere le persone: 4200 euro guadagnati per un video di 8 secondi girato sul terrazzo di casa.

E adesso argomentate voi, terrapiattisti del microstock.

La storia di Andrea è talmente che in questa pagina potete leggere una sua intervista nel mio sito, quindi lo ringrazio per la disponibilità che ha dimostrato, perché non è scontato condividere la propria esperienza con gli altri.

Ringraziamenti a chi ascolta il podcast

Oltre a ringraziare Andrea Delbò, visto che l’episodio precedente era quello della ripartenza, ringrazio anche tutti gli ascoltatori che mi hanno scritto per testimoniare che sono stati felici del mio ritorno. Ho ricevuto molti messaggi personali a cui ho risposto e alcune recensioni pubbliche.

Relativamente a quest’ultime grazie, per esempio, a Silvia Torri che su Spreaker ha scritto:

In forma come sempre! Bentornato Daniele, ci sei mancato

E grazie, in generale, a tutti quelli che lasciano una recensione su quella che una volta si chiamava iTunes e ora si chiama Apple Podcast.

Cito per esempio Skrondi:

Daniele Carrer è un vero professionista e soprattutto un grande comunicatore. Lo ho iniziato a seguire distratto un anno fa. Poi ho iniziato a seguirne i podcast con sempre più attenzione sino ad acquistarne

e .... adesso non lo mollo più !!!! Sempre interessante e prodigo di consigli e soprattutto capace di condividere dote rarissima e solo questo varrebbe il seguirlo. Complimenti!

Prima che mi correggiate, sottolineo che so bene che iTunes esiste ancora, ma la piattaforma di Apple per i podcast adesso è indipendente da iTunes e appunto si chiama Apple Podcast.

Grazie infinite a tutti voi.

iStockphoto e i suoi detrattori

A proposito di quanto è successo nello scorso episodio. Ovviamente l’argomento più dibattuto è stata l’effettiva convenienza di iStockphoto. Per altro, mi ero dimenticato di dirlo, ma il commento positivo sulle vendite generate dalla stessa iStockphoto era di un vecchio amico del podcast, vale a dire Francesco Carniani.

Per chi se lo fosse perso diceva che Istockphoto, agenzia che molto di noi, me compreso a dire il vero, danno per morta, in realtà vende.

Conoscendo la produzione del buon Francesco, incentrata su:

  • time-lapse da notte a giorno
  • contenuti lifestyle, ovvero persone che fanno cose

immagino che il motivo del suo apprezzamento sia legato soprattutto al fatto che i risultati di vendita li ottiene perché iStockphoto, sulla carta, è un’agenzia che punta in alto, quanto meno nelle selezioni. Se posso essere polemico, un po’ meno sui pagamenti a noi contributor.

Magari la prossima volta che sento Francesco gli chiedo quanto guadagna in media a download, perché di fatto uno dei problemi riscontrati è legato ai prezzi esageratamente sotto la media che hanno con gli abbonamenti.

Consigli per creare stock footage di tendenza

Poi il buon Francesco ci aveva dato delle idee per qualche soggetto interessante, in particolare delle professioni che secondo lui andranno sempre più, legate alla comodità di non spostarsi da casa, che abbiamo imparato a conoscere per cause di forza maggiore.

Lui ha citato:

  • dottori
  • cuochi
  • parrucchieri

ma sarebbe interessante non fermarsi lì, visto che, ne parlavo anche in “Fare il fotografo dopo il virus”, ovvero il mio secondo libro, più lavori di quanti si immaginano verranno spostati online. Anticipando quello che succederà nella realtà, descrivendolo per stock images e stock footage prima degli altri potreste svoltare nelle vendite.

Pensateci un attimo: che senso ha andare di persona dal commercialista?

Perché, se devo avere una consulenza da un professionista, devo limitarmi a sceglierlo nella mia zona, quando il contatto fisico non mi dà nulla in più e con internet non cambia nulla se il professionista è nel mio stesso Comune o dall’altra parte d’Italia?

Domande a cui gli scettici mi daranno risposta, che spero non sia esiste l’albo X dei professionisti X che ti obbliga a fare così. Chi si sente protetto da queste logiche è come se fosse sul Titanic mentre fuori comincia a fare freddo.

Come ci siamo dimenticati di andare in banca per prelevare i soldi, o di andare alle Poste per spedire un pacco o pagare le bollette, almeno io non lo faccio da anni, anche tutto il resto sarà sempre più online, perché ne guadagnano tutti, a parte, appunto, quelli che hanno la tipica posizione di potere nell’Italia dei raccomandati e delle clientele.

Da produttori dovremmo trovare un modo creativo per identificare bene le professioni quando produciamo, perché una cosa importante del microstock è che chi guarda la foto o il video deve capire in un attimo il concetto che vogliamo rappresentare. Con il dottore ci si può limitare al camice. Con l'Avvocato magari si può inquadrare la classica bilancia simbolo della giustizia e via dicendo. Anche lì c'entra la creatività, elemento che aiuta in ogni lavoro, tanto più quando lo strumento con cui si crea è la fotocamera.

EyeEm rimodula le percentuali ai contributor

Mi segnala un ascoltatore che EyeEm, agenzia berlinese che vende, aggiungo io, POCHE foto, ma comunque è abbastanza utilizzata dai produttori, ha rimodulato le royalty che paga introducendo un sistema a scaglioni, non molto diverso da quello di Shutterstock.

Se mi state guardando su YouTube, in questo momento vedete in sovrimpressione tali scaglioni. Se mi state solo ascoltando nel podcast sappiate che gli scaglioni vanno dal 25% per chi ha incassato 300 dollari nei precedenti 12 mesi, al 55% per chi ha incassato più di 7000 dollari.

Questa è la pagina del loro sito dove ne parlano.

Il mio commento è che, nonostante le percentuali siano nettamente migliori di quelle di altre agenzie, di fatto incassare più di 300 dollari su EyeEm è come incassarne più di 20 mila su Shutterstock. Quindi attenzione a valutare la cosa contenstualizzandola al mercato, perché esistono microstock:

  • che vendono bene,
  • altri vendono 10 volte di meno
  • altri non vendono nulla.

Ci sono anche dei microstock che vi permettono di guadagnare il 100% di quanto pagano i clienti, chiedendo un abbonamento di 100 dollari l’anno per creare una specie di vostra agenzia. Il problema è che i clienti non arriveranno mai in quella vostra agenzia, quindi non vendereste nulla, per una semplice regola matematica:

un numero moltiplicato per zero dà sempre zero.

Grazie all’ascoltatore che mi ha segnalato il nuovo sistema di assegnazione delle royalty di EyeEm e grazie a tutti quelli che mi segnalano le notizie interessanti dal mondo del microstock.

BlackBox descrive i tuoi contenuti: ne vale la pena?

A proposito di arretrati che mi si sono accumulati nei mesi di assenza, tra i tanti ne ho selezionato uno di un ascoltatore affezionato e che abbiamo imparato a conoscere in passato. Lui si chiama Alessandro Mancuso, ed è un fotografo e videomaker non professionista toscano.

Lo cito perché ci parla di un servizio celebre tra i produttori di microstock e che si chiama BlackBox. Questo servizio consente a tutti quelli che non hanno tempo e voglia di descrivere i loro contenuti di venderli lo stesso.

Ne riparliamo approfonditamente dopo il suo messaggio, intanto la parola all’ottimo Alessandro:

Ho appena finito di leggere il tuo libro. Complimenti davvero, lo apprezzo molto perché è stimolante e cerca di svegliare le menti di chi sta dormendo ormai da mesi (diciamo da anni, il virus è stato soltanto un acceleratore, come dici anche tu).

Purtroppo tante persone che dovrebbero leggerlo, non lo faranno, e semmai lo faranno, la possibilità che lo trovino “scomodo” perché gli suggerisce la realtà, è molto alta.

Ti volevo scrivere anche di un “nuovo” progetto che ho deciso di percorrere da un paio di settimane, ma dandomi un ultimatum: fare da curator su Blackbox.

So come la pensi su questa setta (perché anche secondo me di questa si parla). Lo zio Pat fa il suo, giustamente ...

È un'attività parallela a quella di contributor diretto delle agenzie. Mi ha incuriosito molto perché sto vedendo che tante persone hanno risultati notevoli (a quanto dicono) già dopo un mese. Visto che da quando sono diventato contributor ho imparato, almeno un po’, a descrivere i contenuti grazie a te, ora voglio provare a farlo su BlackBox per 2-3 mesi e vedere come va. Lo prendo come un modo per diversificare e trovare nuovi stimoli per la mia produzione personale.

Non avrei venduto 37 video (e 220 immagini circa) in meno di un anno se non avessi saputo mettere in pratica i tuoi insegnamenti.

Sicuramente chi dà a BlackBox i propri contenuti è un po’ facilitato nel ranking dal fatto di inserirli in un portfolio che ha quasi 2 milioni di clip online, di cui, da quanto ho visto, tantissime sono scadenti. Una cosa davvero fastidiosa di questa piattaforma è il non poter avere controllo sulle clip, né modificarle/eliminarle dopo la messa online.

Tramite il loro marketplace si possono trovare anche utenti che cercano un curator. Presentandomi con i risultati che ho ottenuto in questi mesi, ho trovato già due persone che mi hanno affidato quasi 150 clip, già tutte curate e inviate per la revisione.

Addirittura ho anche investito la metà dei soldi che sono serviti per l’acquisto di un corpo macchina con lente per un amico ucraino che da 10 anni prova a fare l’attore/regista qui a Firenze e che so ha la possibilità di accedere a tantissime situazioni a cui io non potrei mai accedere.

Questo mio amico ha avuto dei problemi di lavoro durante la pandemia e fatica a ripartire. Gli ho offerto questa opportunità e lui l’ha presa al volo. Per fortuna ci sono ancora persone con voglia di fare e imparare.

Mi invia le clip online, io faccio da editor e curator e su Blackbox, se vendiamo, incassiamo al 50%.

Per lui è un buon modo per iniziare e per me un modo per diversificare e fare pratica con la SEO (ottimizzazione per i motori di ricerca), cosa che a me non dispiace poi tanto per il momento, devo esser sincero.

Gli ho già detto che quando acquisirà un po’ d’esperienza con lo stock footage, converrà creare un portfolio tutto suo sulle agenzie e magari fare il tuo corso.

Vediamo come va, voglio capire se il mio tempo vale questa idea parallela, visto che non è l’unica che sto portando avanti con fatica.

Grande Alessandro, mentre voi passate le serate su Facebook c’è qualcuno che si dà da fare per cambiare vita. Alessandro citava il suo amico che sogna di fare il regista e l’attore.

Quello che non manca ad entrambi è la voglia di migliorare la loro vita. Bravi tutti e due, contate sempre sul mio aiuto se avete bisogno di un consiglio.

Come funziona BlackBox per fotografi e curatori

Detto ciò, BlackBox è un servizio online che funziona sostanzialmente in questo modo.

Se voi avete girato dei video e non avete voglia di dividerli in spezzoni e, tanto meno, di scrivere titoli e descrizioni, andate su questa piattaforma e trovate qualcuno che faccia quelle operazioni per voi. Dopo che questa persona ha esportato i video e li ha descritti, lo stock footage, attenzione, viene caricato sull’account di BlackBox nei vari microstock.

Quando tale stock footage viene venduto, c’è:

  • la percentuale che rimane all’agenzia
  • la percentuale che va a BlackBox
  • la percentuale che va a chi ha fatto il montaggio
  • la percentuale a chi ha descritto il contenuto
  • e anche quella che va a voi che avete girato.

Se normalmente su Shutterstock con lo stock footage che avete interamente creato e descritto voi guadagnate dal 15 al 40% del prezzo pagato dal cliente, visto che il resto va a Shutterstock, con BlackBox queste percentuali si abbassano di moltissimo.

Certo, con il fatto che Shutterstock paga a scaglioni, e Black Box, come dice l’ottimo Alessandro Mancuso, ha un portfolio di 2 milioni di contenuti, è molto probabile che la percentuale da cui parte a calcolare la parte che spetta a voi videomaker o fotografi sia più verso il 40% del prezzo di vendita in quel caso.

Insomma cari amici, ce n’è per rifletterci. Anche se non siete fotografi e produttori potete guadagnare con BlackBox proponendovi come curator, ovvero come persone che scrivono titoli e parole chiave.

Fate le vostre scelte e ringraziate il buon Alessandro che vi ha dato un bel po’ di spunti interessanti.

Le domande degli ascoltatori

Ciao Daniele ho acquistato il tuo corso poche settimane fa, molto interessante, io mi sono dedicato molto al riprendere le persone all'interno dei contesti che caratterizzano il mio territorio.

Nel corso ci sono pochi riferimenti alle liberatorie, ogni sito ha la sua e con parametri differenti. Hai qualche suggerimento in merito?

Come compilare più efficientemente le model release delle foto

Hai ragione, ma sto lavorando per colmare nel più breve tempo possibile questa lacuna e ce la farò probabilmente anche prima che l’episodio venga ascoltato.

Lavorare con le persone, oggi, è il modo migliore per guadagnare nel microstock, perché, come dico nelle lezioni, c'è meno concorrenza, visto che l'asticella di ingresso è più alta, e se sai creare contenuti in linea con quello che cerca il mercato è più facile iniziare a guadagnare.

Sono consapevole che la compilazione delle liberatorie è una gran scocciatura e una gran perdita di tempo e usare App come Easy Release è il modo migliore per essere più efficienti. Easy release, lo dico per chi non lo sa, serve a compilare un’unica liberatoria accettata poi da tutti i microstock.

Ne approfitto però per dirti una cosa che non trovi scritta da nessuna parte, proprio sulle model release. E bisogna dirla a bassa voce: ho un amico che crea contenuti in serie con lo stesso soggetto in contesti diversi. Gran parte delle agenzie, come sai, ti chiede una piccola descrizione della clip nella liberatoria. Questo mio amico ha notato che, se lui tiene sempre la stessa descrizione, anche se il soggetto fa cose molto diverse da un contenuto all'altro, le agenzie non gli fanno nessun problema.

Con questo non voglio dirti di fare come lui, ma dovresti considerare che la model release è una piccola formalità che le agenzie ti chiedono per motivi legali, ma tanti revisori, una volta verificata che c'è e che è firmata regolarmente, non la guardano nemmeno.

Quindi, senza incitare a buttare lì quello che scrivi, ti invito a curare la compilazione delle liberatorie quanto basta per essere selezionato con i tuoi contenuti, ma risparmiando tempo, visto che anche se non fossi preciso al 100% non dovresti avere nessuna ripercussione sul tasso di accettazione.

La rendita passiva e la vendita di stock images e stock footage

Lei ha detto più volte che la rendita passiva può durare a vita volendo.

Quindi questo vuol dire che vendere un singolo video ad una singola persona porta introiti costantemente, oppure per avere una rendita passiva costante bisogna riuscire a vendere il video infinite volte a infinite persone diverse?

Il microstock è una rendita passiva, soggetta a cali se si smette di produrre. E’ una rendita passiva perché i propri contenuti vengono venduti, a clienti diversi, nel tempo. Poi gli algoritmi delle singole agenzie privilegiano, più o meno, i nuovi contenuti, per favorire il ricambio.

Quindi il segreto di questa rendita passiva non è vendere lo stesso video allo stesso cliente più volte, cosa che non succede visto che si vende a quel cliente una licenza che consente un uso molto ampio, ma vendere quello stesso video o foto a tanti clienti.

Girare video statici o dinamici con la testa fluida?

Ho visto che in tutti gli esempi che hai portato i video sono statici, questo vuol dire che i movimenti di camera, anche se ben fatti con cavalletto e testa fluida, non sono vendibili?

Premesso che anch'io ho una testa fluida del cavalletto. Quando producevo footage contemporaneo c'è stato un periodo in cui puntavo molto sulle panoramiche. Poi ho lasciato perdere, perché essendo una testa leggera, c'erano delle imperfezioni che in alcuni casi mi obbligavano a buttare il video.

A quel punto avevo due scelte possibili davanti:

  1. prendere una testa migliore, che però è anche più pesante.
  2. Lasciare da parte l'idea di creare panoramiche.

Ho optato per la seconda, perché se avessi lavorato con una testa più pesante, essendomi all’epoca specializzato nella ripresa delle grandi Capitali Europee, avrei dovuto rinunciare a parte dei contenuti, essendo quella testa più difficile da trasportare. E' una questione di resistenza alla fatica.

Per il mio metodo di lavoro e per il tipo di soggetti che volevo ho optato per abbandonare quasi del tutto le panoramiche, e le vendite mi hanno dato ragione, perché udite udite, spesso il microstock è una questione di quantità, non di qualità.

Riprendere un Ironman per vedere stock images e stock footage

Nell'ottica di produrre contenuti per il microstock vorrei approfittare di un evento che si terrà a breve nella città in cui vivo, un Ironman.

A tuo avviso può offrire spunti per creare stock images?

Se sì, quale approccio devo avere per scattare foto vendibili?

La faccenda del marchio della manifestazione potrebbe essere un problema?

Per quanto riguarda l'Ironman, allargo un po' la visione. Se vuoi andare lì per fare pratica, il soggetto persona che corre non è male per iniziare. Chiaramente dovresti avere un approccio da produttrice o produttore di microstock, non da fotoreporter. Quindi, meglio se non riprendi le persone in faccia o non le rendi riconoscibili:

  • focalizzandoti sui dettagli
  • "spalancando" il diaframma

Più che la specifica manifestazione al compratore di microstock interessa la persona che corre e che si tiene in forma. In quest'ottica puoi avere dei problemi di copyright, anche selezionando la licenza editoriale:

  • se si vede il logo delle scarpe o lo sponsor sul pettorale
  • se la persona, magari pur ripresa di spalle, viene considerata dal revisore identificabile.

Quindi non è la situazione ideale.

Se posso proporti una variante. Dovresti trovare un conoscente a cui piace correre. Assumerlo per un paio d'ore e registrare video (più che foto) di lui mentre fa attività. Avresti molto più successo a livello di vendite e, se ti fai firmare la liberatoria, non avresti problemi a livello di licenze.

I fotogafi professionali stanno sono presi molto male

Comunque ragazzi, a proposito del messaggio letto all’inizio, che è un messaggio di speranza, il settore della fotografia professionale vive momenti non propriamente felici. La gran parte dei dialoghi che ho avuto negli ultimi mesi sono stati con professionisti molto preoccupati di quello che è successo e che succederà e ci tenevo a condividere con voi un ragionamento sul business del fotografo o del produttore di video in quest’epoca.

Il problema di tanti professionisti italiani che si approcciano al microstock è che applicano le logiche del lavoro offline al business digitale. Di conseguenza non combinano nulla e iniziano a pensare, e a dire in giro, che il business digitale è una fregatura.

Dovete sempre guardare le cose in un’ottica più ampia.

Perché il microstock conviene al di là dei soldi

Il microstock ha un sacco di vantaggi non solo economici, non ultimo quello di tenerti occupato produttivamente in momenti morti del tuo lavoro. Con il lockdown tanti fotografi sono arrivati sull'orlo del fallimento. Provate a pensare a quelli specializzati in matrimoni. Non è però che finito il virus tornerà tutto come prima, scordatevelo questo.

E il problema, oltre che all’assenza di lavoro e di reddito, è legato anche al fatto che quando devi riempire le tue giornate lavorative perché non hai clienti hai due possibilità davanti:

  1.  ti metti a studiare per capire come uscirne, e magari contemporaneamente ti butti su dei business digitali come appunto il microstock dove per produrre non hai bisogno che un cliente ti commissioni il lavoro
  2. vai sui social network alla ricerca di qualcuno con i tuoi stessi problemi e cominci a trovare un capro espiatorio: lo Stato, Amazon o il tuo vicino di casa, passando le giornate a riempirti di rancore.

Quello che vi posso dire cari amici è che se imbrocchi la strada del desiderio di odiare qualcuno, al di là che tu abbia ragione o meno, perché lo so anch’io che c’è gente che ha tante colpe in questo mondo, ne usicrete di sicuro più poveri di prima.

Ricordatevelo quando vedete l’icona di un social network sullo smartphone.

Aprire il proprio sito per vendere foto su Aracadina

Continuo quest’ultima parte del podcast con una domanda/segnalazione che mi manda un ascoltatore relativamente a un sito di cui non abbiamo mai parlato in precedenza, ovvero arcadina.com/it

Questo è il suo messaggio:

Ti volevo chiedere un consiglio. Vorrei aprire il mio sito su Arcadina.

Lo conosci?

C’è la possibilità di vendere le proprie foto anche come file digitali. Ho dei forti dubbi su come suddividere le mie foto, in quante e quali categorie.

Tu cosa potresti consigliarmi?

Rispondo volentieri alla domanda dell’ascoltatore, ma lo faccio andando oltre quello che mi chiede, perché credo che molti fotografi sbaglino le loro valutazioni, sempre per il solito motivo, ovvero scambiano il business internet per il business tradizionale. Su questo errore si perdono tutte le opportunità di quest’epoca, quindi lo ribadisco.

Premetto che non conoscevo Arcadina. Dopo la domanda dell’amico ho visto un po' quello fanno. Non è niente di nuovo. Ci sono progetti simili anche se magari non focalizzati sui fotografi i quali possono andare, appunto, su Arcadina e creare un loro sito per vendere foto, bypassando quindi i microstock.

Caro ascoltatore, mi rivolgo a te e a tutti quelli che per analogia possono avere la tua stessa idea, dicendoti una cosa che secondo me non hai considerato.

Perché troviamo clienti nei micrsotock (non è merito nostro)

Nel momento in cui tu metti le tue foto su un microstock, come Shutterstock, trovi dei clienti, prima di tutto, perché quell'agenzia ha lavorato per trovarli. E ha lavorato molto meglio di quanto possa fare tu da solo, o possa fare la stessa Arcadina che è un progetto che non si fila nessuno.

Se tu, o io, pubblichiamo un sito tutto nostro, sia che questo sia creato in WordPress spendendo poco o che sfruttiamo piattaforme dove è tutto già fatto, il problema è che la gente non arriva senza motivo in quel sito, quindi si finisce per non avere clienti.

Non è come negli anni ‘80 quando bastava aprire un negozio su strada e la gente entrava comunque. Di siti internet ce ne sono miliardi e chi naviga è a un clic di distanza da questi e quindi non arriverà mai nel tuo sito se non fai nulla perché lo faccia.

Etsy è molto meglio di Arcadina

Una cosa simile ad Arcadina, la puoi fare con Etsy.

Ho raccontato la storia di un produttore amico mio nel sito. Lui ha condiviso un po' di strategie:

https://stockfootage.it/guadagnare-foto-etsy/

Come leggerai, non c'è nessuna formula garantita per guadagnare. Solo tanto impegno, che alla fine è la cosa che manca, perché la maggior parte di chi trova un progetto nuovo parte con tanto entusiasmo e dopo un mese non aggiorna più niente, quindi non vende e molla tutto.

Su Etsy puoi anche prendere le tue foto di Roma, o di qualsiasi altra città italiana o del mondo, e venderle sotto forma di quadri, trovando dei fornitori che, oltre a stampare le immagini, le consegna anche ai tuoi clienti.

Al di là che non riesco a darti i consigli che mi chiedi relativamente ad Arcadina, prima ancora di chiederti come fare a vendere o a organizzare le tue foto sulla piattaforma, dovresti aver ben in testa le cose che ti dicevo se vuoi provare quella strada, altrimenti rischi solo di perdere tempo.

I microstock li odiamo tutti quando si tengono la maggior parte di quello che i clienti pagano per le i clienti per comprare le nostre foto e i nostri video, ma sono la soluzione migliore per vendere proprio perché hanno già i loro clienti.

Bene ragazzi, siamo riusciti a parlare di microstock in un’ottica più ampia anche in questo episodio. Sembrerebbe che la cosa piaccia agli ascoltatori, ma mi farete sapere voi se è vero scrivendomi.

Non mi resta quindi che dichiarare concluso il 103esimo episodio di “vendere foto e video online” e ringraziarvi per l’ascolto ricordandovi che nella vita l’importante non è divertirsi, ma essere felici. Ciao.

Ok, io ci ho messo un giorno di lavoro per produrre questo contenuto e tu ci impieghi 5 secondi per cliccare su uno dei tre tasti qui sotto, ma più che per questo, perché non condividi la pagina semplicemente per aiutare i tuoi amici appassionati di fotografia a guadagnare?