Oltre ai podcast faccio anche video. Ne ho creati 4 per insegnare a chi scopre il microstock come iniziare a vendere foto e video online: posso mandarteli?

Privacy Policy

In questo episodio parlo di:

  • Black Box per caricare e descrivere foto e video online,
  • Adobe After Effects che aggiunge la funzione riempi in base al contenuto,
  • la post-produzione nello stock footage,
  • cinemagraphs,
  • attrezzatura per iniziare a produrre,
  • copyright e privacy nel microstock,
  • le commissioni sui pagamenti Paypal,
  • cosa fare se qualcuno plagia le foto,
  • perché è importante condividere contenuti,
  • il microstock come riempitivo dei momenti morti della fotografia professionale.

Sai che descrivendo male le tue foto e i tuoi video stai perdendo soldi?

Hai l'hard disc pieno di stock images o stock footage che potresti mettere a reddito, ma non hai tempo e voglia di scrivere titoli e keyword?

Conosco chi può fare molto bene il lavoro che ti serve. Scopri di più

Comincio con un aggiornamento su quanto detto nell'episodio scorso.

Sapete che noi fotografi e videomaker siamo tutti artisti che vogliono girare da mattina a sera, e la parte burocratica, che nel microstock significa compilare le schede tecniche dei contenuti che vogliamo vendere, non è di certo il nostro punto d'arrivo. Purtroppo però siamo costretti a farla.

Recensione del servizio Black Box

Una delle cose che insegno a fare:

è ottimizzare quella fase per renderla più veloce possibile, senza scadere nella qualità.

Mi segnalavano proprio nello scorso episodio uno strumento che potrebbe evitarci quella pena, in cambio non di un abbonamento mensile, come altri servizi più o meno fanno, ma di una percentuale sulle vendite.

Quindi un modo estremamente interessante, per esempio, per permettere a tutti quelli che scoprono il microstock tardi e hanno tonnellate di contenuti fermi e improduttivi nei loro hard disc per metterli a reddito.

Il servizio in questione si chiama Black Box (guarda il sito) e lo stesso produttore che l'ha scoperto e ce ne ha parlato nell'episodio scorso lo ha approfondito e ha condiviso l'informazione:

Ho appena finito di leggermi tutta la guida Black Box. Quando si carica un video si può decidere tra tre opzioni. In questa pagina trovi tutte le informazioni.

Io le riassumo:

  1. editor, ovvero affidarsi a qualcuno che taglia lo spezzane ed eventualmente fa la color correction e tutto quello che serve per esportare lo stock footage nel migliore di modi.
  2. Curator, ovvero qualcuno che compila la scheda tecnica del video.
  3. E la terza opzione è entrambe queste cose insieme.

La percentuale da lasciare a Black Box è:

  1. il 20% nel primo caso,
  2. il 20% nel secondo caso,
  3. il 40% nel caso si voglia lasciare a Black Box l'onere di entrambe le cose.

Queste percentuali sono calcolate su quanto l'agenzia paga al produttore. Ovvero: poniamo che Shutterstock che paga il 30% del prezzo di vendita del contenuto al produttore faccia una vendita da 100 dollari. Normalmente ne arrivano 30 al produttore. Se invece decido di affidare solo la compilazione dei titoli e delle keyword a qualcun altro, su quei 30 dollari pago un 20% a Black Box, oltre al 15% fisso di cui abbiamo parlato nello scorso episodio per distribuire il contenuto su più agenzie.

Sostanzialmente ci sono 3 servizi di Black Box:

  1. la distribuzione che costa il 15%,
  2. poi due servizi che decido io se sottoscrivere o no: il montaggio e il keywording, che mi costano il 20% dei miei guadagni l'uno.

Quindi in teoria oltre al 15% fisso c'è un 20% fino al 40% se fai fare tutto al curatore e carichi il video così come è stato tirato fuori dalla camera.

Oppure si fa tutto da soli e loro si prendono solo il 15%.

La soluzione "Editor" potrebbe essere comoda per chi come me ha un PC lento che fa perdere un mucchio di tempo nell'editing del video in 4k.

Il curatore lo si cerca tramite la loro pagina chiusa Facebook oppure se ne può indicare uno di fiducia. Ha un metodo automatizzato per scrivere i titoli editoriali.

Cosa curiosa, Blackbox accetta i file solo in formato:

  • H.264 as .MP4 files,
  • Apple Quicktime PRORES as .MOV files.

Niente file compressi in .mov con codec Photojpeg!

Altra curiosità: tutti i video saranno caricati sull'account BlackBoxGuild.

Questo potrebbe agevolare le vendite visto che il portfolio è condiviso. Quindi ha molte clip ed è molto più aggiornato rispetto a chi come me carica video abbastanza di rado.

Everypixel dam (guarda il sito) lo proverò sicuramente. Giovedì, proprio su Everypixel Dam ovvero il servizio alternativo di cui avevi parlato in un altro episodio, ho caricato una serie di video girati nell'ultimo periodo (in Full HD perché. da tonto, ho dimenticato di cambiare le impostazioni della fotocamera).

Non appena avrò un altro po' di video pronti per essere caricati userò i 14 giorni di prova e successivamente il piano free che ha 50 upload, almeno nel caso questi fossero mensili. Se invece fossero totali userò solo quelli e poi mi fermerò. Al momento i miei guadagni non sono tali da ripagare il prezzo dell'abbonamento.

Ti tengo aggiornato.

Bene amici, la prima parte dell'episodio era tutta dedicata a Black Box, servizio a cui trovate il link nel testo linkato nella pagina in cui arrivate se cliccate nel link in descrizione.

Magari se riuscite ad usarlo fateci sapere come funziona a livello di qualità del keywording, perché la sua convenienza è tutta lì e solo provando possiamo capire se va bene.

Detto questo ora un po' di segnalazioni, sempre su strumenti o, in generale, elementi che possono aiutarci a lavorare meno e guadagnare di più, perché lo scopo alla fine è sempre quello.

Riempi in base al contenuto su Adobe After Effects

La prima riguarda una funzione di After Effects, che è mutuata da una funzione che da qualche anno è implementata in Photoshop e che, in quanto tale, voi che al 90% siete fotografi non vi decidete a fare il salto verso il videomaking probabilmente già conoscete.

Questo è il messaggio dell'ascoltatore

Ti volevo segnalare l'articolo di HD Blog che commenta il nuovo aggiornamento di After Effects che va ad aiutarci in merito alla post produzione dei time lapse e hyper lapse.

Io la pagina sono andato a vedermela e sembrerebbe che After Effects abbia introdotto, dalla versione appena uscita, la funzione riempi in base al contenuto.

Poniamo che voi abbiate fatto un video dove all'interno dell'inquadratura c'è un elemento che non vi piace:

  • un auto,
  • un mobile,
  • un quadro su un muro.

Voi create una maschera attorno a questo e dite ad After Effects:

riempi in base al contenuto

e quell'elemento sparisce, senza che dobbiate usare tecniche manuali per farlo.

Come già succede in Photoshop, il software valuta quello che c'è attorno alla maschera e, copre l'elemento che non volete in maniera credibile, tanto che chi vede il video, o la foto nel caso di Photoshop, non se ne dovrebbe accorgere.

La sfida di After Effects rispetto a Photoshop è che quella parte dell'inquadratura che non vi piace è in movimento, perché:

  • il comando è compatibile anche con le riprese a mano libera,
  • la cosa dovrebbe funzionare anche se l'elemento si muove.

Mi farete sapere se la cosa funziona.

Riempi in base al contenuto per i time lapse

Io nel mio corso (guarda di cosa si tratta) usavo quel comando proprio in Photoshop per cancellare gli uccelli dai singoli scatti.

In After Effects la cosa non può funzionare perché gli uccelli nei time lapse si muovono senza una logica nei singoli scatti. Ci sono tante cose, anche nelle riprese video, che questo comando potrebbe togliere senza troppe perdite di tempo da parte di chi monta.

La post produzione nello stock footage

A proposito di post-produzione, mi sono giunte tante richieste di chiarimento relative a una cosa che ho detto sempre nello scorso episodio, dove ho certificato che la color correction, nello stock footage, è meglio non farla.

Approfitto di questo gancio per spiegare un po' meglio cosa intendo.

Se girate in esterna, senza luci artificiale, la chiave del successo è produrre tanto. Di certo partendo con le idee chiare su che genere di soggetti portare a casa in maniera tale da riprendere in maniera chirurgica, perché il costo del tempo trascorso a girare è superiore rispetto al costo trascorso a pianificare.

Nell'ottica complessiva della produzione, la quantità, se ottenuta con la pianificazione e se c'è da parte vostra una comprensione dei microstock, è l'elemento che meglio determina i guadagni.

In quel contesto la color correction costa di più di quello che vi fa guadagnare.

Se vi specializzate in riprese con il soft box che per essere ottime richiedono la post produzione, cambia tutto. In quel senso ovviamente il rapporto quantità/qualità è diverso, e lì la post produzione serve se si vuole vendere.

Io sono convinto che il 99% delle persone all'ascolto sia più per il genere di riprese in esterna senza luci artificiale che per il soft box o, in generale, le riprese in interni.

Le cinemagraphs

Volevo chiederti un'opinione sulle cinemagraphs (l'evoluzione delle vecchie gif.) Sono un mix tra foto e video, quindi hanno il vantaggio di essere prodotte abbastanza velocemente e di essere vendute al prezzo di un video.

Però si inseriscono in un segmento a metà tra foto e video che non so se abbia richiesta. Tu cosa ne pensi? Possono avere valore commerciale?

Le cinemagraph sono belle da vedere. Piacciono tanto anche a me.

Avrei più di un dubbio sulla tua frase che sono veloci da produrre, se cerchi una qualità che è necessaria per vendere quel tipo di contenuto.

Tante agenzie di microstock già oggi li accettano sotto forma di video. Non so quanto grande sia la richiesta sinceramente, e non sapendo quanto tu sia già bravo a crearle vado male a darti un consiglio. Se ne hai già create alcune, ti consiglio di prendere quelli che secondo te hanno il maggior commerciale, che detta in parole povere significa:

  1. sì persone davanti al computer,
  2. no natura

metterli in vendita nei 3 siti che sai e darti 6 mesi per testare se vendono qualcosa.

Se hai buoni risultati, buttati a capofitto su quelle. Se non li hai lascia perdere.

Se invece sei ancora nella fase in cui:

  • ti piace vederle le cinemagraph,
  • non hai una buona tecnica per crearle

io ci penserei 2 volte prima di iniziare ad imparare, se il tuo scopo è guadagnare, perché dovendomi sbilanciare sulla loro vendibilità penso non sia chissà che elevata.

L'attrezzatura per iniziare a vendere stock images e stock footage

Ho visto i suoi video e oltre a trovarli costruttivi li trovo stupendi.

Purtroppo ancora non ho attrezzatura fotografica. Facendo un percorso di formazione mi potrebbe dire il costo tanto per farmi un'idea e iniziare a mettere da parte dei soldi per intraprenderlo?

Ne approfitto per dare informazioni aggiornate a tutti.

Se vi trovate nella stessa condizione dell'amico che ha scritto, per iniziare, e sottolineo per iniziare, perché l'attrezzatura che citerò farà venire l'orticaria ai fotografi più esperti, si può partire da una spesa di un migliaio di euro. Vale a dire una reflex di livello base, come:

Per quanto riguarda il cavalletto il mio consiglio è:

Questa è una base di partenza per iniziare a produrre, ciò non toglie che con il tempo si possa (e si debba) passare ad attrezzatura di livello superiore.

Copyright e privacy nel microstock

Mi è rimasto un dubbio su come le tre agenzie che nel corso consigli di utilizzare per caricare stock footage affrontano il tema del copyright e dei diritti d’immagine.

Che tipo di liberatoria devo far firmare eventualmente ad una persona ripresa?

Se nelle riprese c'è:

  • un logo,
  • una persona riconoscibile,
  • un elemento soggetto a copyright (può essere anche un palazzo)

i contenuti si possono vendere solo con la licenza editoriale.

Per farlo, su Pond5 basta scrivere, quando si compilano titoli e descrizioni, nelle "curator notes" la frase editorial use only.

Su Shutterstock basta selezionare il box "editorial use" che trovate sulla destra.

Su Storyblocks al momento non serve fare nulla, perché grava sul compratore l'onere di capire che, essendoci persone riconoscibili o loghi, e non essendoci liberatorie allegate al contenuto, quest'ultimo può essere usato solo con la licenza editoriale.

Qualora tu decida di lavorare con dei modelli, puoi vendere i contenuti come commerciali se presenti una liberatoria firmata dalle persone ritratte.

Ogni agenzia ha la sua e la puoi facilmente scaricare dai rispettivi siti o puoi usare delle App come Easy Release (guarda di cosa si tratta).

Ti conviene comunque crearne una tua personale, con scritto qualcosa del tipo:

  • Io Daniele Carrer autorizzo Mario Rossi ad utilizzare la mia immagine per uso commerciale relativamente alle foto e ai video creati in data 9 settembre 1977.

Poi nelle liberatorie della agenzie basta che appiccichi la scansione della loro firma.

Come risparmiare sulle commissioni PayPal

Bene ragazzi, ora ho bisogno del vostro aiuto, perché sto cercando la soluzione ad un problema e non ne vengo fuori.

Sapete oramai tutti della mia attività di produttore di video storici, che ottengono con una modalità che spiego benissimo nel mio libro (guarda di cosa si tratta).

Tanti di voi hanno provato a fare lo stesso nel tempo, anche guadagnando cifre piacevoli, ma prima che altri imitatori si aggiungano sottolineo che per fare soldi veri, bisogna fare le cose in maniera molto complessa. Leggete il mio libro che lo spiego per bene, perché poi arriva il fenomeno che fa il contrario di quello che dico io, facendo finta:

  • di non capire,
  • che io non l'abbia detto,

e poi si arrabbia con me perché secondo lui dico bugie.

Comunque, l'aiuto di cui parlavo è relativo ad una vendita che ho fatto, in questo caso fatta su preventivo e non con l'automatizzazione che ho messo in piedi nel sito:

  • 997 euro di pagamento da un cliente cinese.

Sapete quanto PayPal ha preso di commissioni?

Screenshot spese per una transazione di PayPal

54,19 euro, che manco le banche negli 80 in Italia si prendevano per un pagamento. Per carità il cliente:

  • era in Cina,
  • ha pagato con carta di credito e non con conto PayPal,

ma mi sembra una follia un importo del genere.

Quindi, vi chiedo:

esiste un modo più economico per farsi mandare i soldi?

PayPal sono già sicuro che è insostituibile nella creazione di uno strumento come i bottoni di pagamento, che permettono di automatizzare tutto, compreso la consegna del file, ma su un semplice invio di soldi, che ovviamente deve essere immediato altrimenti il cliente fa tempo a ripensarci e non è mai una buona cosa, presumo che ci siano forme più convenienti.

Come comportarsi se qualcuno vi ruba una foto

Il meglio che si può fare, se vi qualcuno vi ruba una foto o un video, cosa che è all'ordine del giorno nel microstock, è:

  1. cercare di contattare la produzione, magari chiedendo il contatto a qualche produttore esecutivo su Linkedin, perché se scrivete una mail fanno semplicemente finta di non averla letta,
  2. con parole gentili fategli un po' paura, cercando un accordo.

Se fanno finta di niente, andare in causa, la vedo un po' controproducente.

Io che, sottolineo, non sto mai a controllare queste cose perché sono una perdita enorme di tempo, energie ed entusiasmo nel caso le scopriate, avendo un blog con oramai 30/40 mila pagine viste al mese nell'ottica di fare un po' paura sarei facilitato, però se:

  1. avete dei buoni contatti
  2. la vostra storia è di quelle in grado di suscitare l'interesse delle persone così che qualcuno la riprenda sul web,

magari riuscite a sortire qualche effetto.

Perché condividere le vostre storie serve

Adesso ragazzi, una parentesi interessante, sulla quale vi chiedo di riflettere.

Se mi avete contattato tramite email, probabilmente, vi avrò chiesto di raccontare la vostra storia nel sito, perché, per analogia, tanti ascoltatori del podcast dalla vostra stessa storia possono trarre insegnamenti ed ispirazione.

Questa è la risposta che mi ha dato una delle persone a cui avevo fatto quella proposta:

Non so se posso essere di esempio per altri contributor, visto che sono agli inizi e ho ancora molto da imparare io stesso.

Ho letto la storia di Daniele Gay e io non sono ancora al quel livello.

Però ho un dubbio sul fatto di condividere il mio portfolio, magari correggimi se questo mio dubbio è dovuto alla mia poca esperienza: sto cercando di ottenere più vendite andando alla ricerca, grazie anche al tool dropstock.io, dei soggetti meno fotografati e inflazionati...

Se condivido il mio portfolio è possibile che qualcuno possa copiarmi i soggetti? E questo potrebbe danneggiarmi e far diminuire le mie vendite a vantaggio della concorrenza?

Anche io sono in generale favorevole alla condivisione, che è alla base del web e ho consigliato il tuo sito ad altri amici che erano interessati al microstock, ma mi chiedo se in alcuni casi sia sconveniente essere "troppo generosi"...

Non so se sono riuscito a spiegarti il mio dubbio, sono ancora inesperto e forse la mia è una preoccupazione immotivata.

Però prima di acconsentire alla tua proposta volevo essere sincero con te ed esporti le mie perplessità.

E questo era il messaggio dell'ascoltatore dal quale prendo spunto per specificare una cosa.

La logica, mi permetto di dirlo, è sbagliata, ed è un po' quella del fotografo di Paese, non quella di internet che non ha confine e che:

  • si rivolge ad un pubblico di miliardi di persone,
  • non solo a quelli che passano davanti alla vetrina del suo negozio.

I tuoi dubbi, caro amico, sono gli stessi di tanti altri a cui chiedo di condividere le loro storie e anche per questo con il tuo permesso li diffondo pubblicamente. Io li rispetto e per questo ti dico che è meglio non fare niente.

Per quanto riguarda quello che dici, considera che la mia divulgazione è in Italiano, e gli Italiani sono solo una scarsissima parte del panorama mondiale dei produttori. Quindi condividere informazioni buone nel mio sito non cambia nessun equilibrio nell'offerta di contenuti.

A meno che non siano contenuti relativi a città Italiane che, per motivi logistici, sono prodotti spesso da Italiani, per quanto riguarda almeno i luoghi meno turistici.

Non so se hai visto quel video che ho fatto allo IED di Milano.

Lì dicevo che per chi cominciava era meglio creare:

  • contenuti di Monza
  • piuttosto che di Milano,

All'epoca usavo uno strumento alternativo a dropstock.io per misurare la vendibilità dei soggetti.

Un mese dopo quell'evento, ho fatto la stessa ricerca che avevo fatto durante l'incontro con la keyword Monza.

Questa era molto meno valutata, proprio perché tanti avevano colto al volo la mia proposta ed erano andati a fotografare Monza.

In quel caso il soggetto era piccolo piccolo, visto che i compratori che cercano foto di Monza nei microstock sono scarsissimi, e per altro il soggetto era fisicamente vicino al luogo dove si svolgeva l'incontro, quindi non era difficile per molti dei presenti andarci, ma se parliamo di soggetti non legati alle città, allora la mia divulgazione, e di conseguenza i contenuti che ospito nel sito, non cambia nessun equilibrio.

Bene ragazzi, siamo arrivati in fondo, non c'è tempo per citare il testo di un paio di contributi interessanti che nel frattempo ho pubblicato nel sito. Trovate comunque i link a questi sempre nella pagina linkata in descrizione.

Link a contenuti interessanti

Riassumendo sono:

  • la lettera aperta di un ascoltatore che non riesce a sbloccarsi per partire a produrre seriamente (leggi di cosa si tratta),

per una serie di motivi comuni a tanti di voi e che sono secondo me sbagliati e rientrano nella classica problematica di uscire dalla propria zona di confort.

  • La storia di un restauratore di audio antichi,

che si chiama Claudio Petto e che secondo me con un'attività del genere potrebbe fare sfracelli su internet, un po' come con molto fatica sta cercando di fare io con il restauro dei video storici.

Nel caso dell'amico il microstock c'entra perché è una sorta di riempitivo ai momenti di minore lavoro.

Il microstock come riempitivo ai momenti di poco lavoro

E' sempre buono il microstock per riempire i momenti in cui dalla propria attività principale non si riesce a trarre nulla.

Pensateci voi fotografi che vi lamentate per il vuoto che vi si sta creando attorno e date la colpa a Facebook e agli smartphone di questo. Sapete che io non amo Facebook e lo smartphone non lo vedo come uno strumento di lavoro alternativo al computer, che è molto più efficiente, ma temo che nel caso appena citato non abbiano colpe.

E con questo vi invito a produrre anziché lamentarvi, anche il settanduesimo episodio di vendere foto e video online termina e io vi ricordo che nella vita l'importante non è divertirsi ma essere felici, ciao.

In questo episodio ho parlato di:

  • Black Box per caricare e descrivere foto e video online,
  • Adobe After Effects che aggiunge la funzione riempi in base al contenuto,
  • la post-produzione nello stock footage,
  • cinemagraphs,
  • attrezzatura per iniziare a produrre,
  • copyright e privacy nel microstock,
  • le commissioni sui pagamenti Paypal,
  • cosa fare se qualcuno plagia le foto,
  • perché è importante condividere contenuti,
  • il microstock come riempitivo dei momenti morti della fotografia professionale.

Ok, io ci ho messo un giorno di lavoro per produrre questo contenuto e tu ci impieghi 5 secondi per cliccare su uno dei tre tasti qui sotto, ma più che per questo, perché non condividi la pagina semplicemente per aiutare i tuoi amici appassionati di fotografia a guadagnare?