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Come vendere foto e video online

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La storia di Claudio Petto

Sto seguendo con molto interesse le:

  • tue mail;
  • i video;
  • il podcast

e adesso ho anche scoperto il prezioso lavoro che fai con il telecinema (ndr: guarda il sito).

Mi sembra giusto dirti qualcosa di me:

visto tutto lo sbattimento che ti prendi, almeno sai chi ti legge.

Claudio Petto

Mi chiamo Claudio Petto. Siamo grosso modo coetanei. Da ragazzo ho iniziato l’istituto tecnico per periti elettronici, ma la passione per la musica mi ha portato su un’altra strada, per cui ho iniziato a:

  • collaborare con alcuni cori come accompagnatore,
  • dare lezioni.

Non ho quindi terminato la scuola “vera”, come mi dicevano “i grandi”.

Da autodidatta, di testa mia, con passione e curiosità, per una ventina d’anni ho vissuto come musicista. Mi sono creato:

  • una mia formazione,
  • una mia esperienza.

Lo studio mobile di registrazione

Dal 2000 ho unito l’esperienza musicale con la passione per l’elettronica, mai abbandonata: ho iniziato ad occuparmi di registrazioni audio in studio mobile, seguendo varie stagioni concertistiche:

  • in Liguria dove vivo,
  • presso una orchestra di Venezia,

e realizzando anche vari Compact Disc.

La fotografia

In questi anni, dove la musica e l’elettronica sono state passioni ma anche professioni (con tutto quel che ciò comporta, onori e oneri), la fotografia è sempre stata per me, volutamente, unicamente un hobby, una passione, senza che assumesse alcun aspetto lavorativo; del resto, non avrei nemmeno avuto il tempo di farla diventare un’altra “professione”.

La crisi

A partire dal 2010 ho iniziato a risentire della crisi: facendo un lavoro legato alla cultura, nel momento in cui lo Stato taglia i fondi:

  • alle stagioni concertistiche,
  • alle orchestre,
  • all’istruzione,

le mie occasioni di lavoro hanno iniziato a contrarsi. Molti musicisti e complessi che seguivo riducevano l’attività artistica, rinunciavano a fare produzioni discografiche e quindi mi sono trovato a dovermi rimettere in discussione e fare delle mosse per uscire dall’empasse.

Entrare al Conservatorio a 44 anni

Perciò, contro ogni logica sensata, decido di dare altro valore alla mia passione e capacità e:

  1. sostengo l’esame per entrare in Conservatorio (non scontato l’esito a 44 anni, concorrendo con dodicenni pieni di energie e a mente fresca),
  2. mi iscrivo alle serali per prendere la Maturità da perito elettronico:

Maturità conseguita con impegno e piacere. Studio musicale tutt’ora in piena corsa, che mi occupa molte ore.

Nel resto del tempo cerco di guadagnare quanto mi serve per avere la libertà di fare questo percorso, che considero un grande privilegio.

Bene:

e adesso?!?

L’archivio fotografico

Adesso, ritrovandomi con un grande archivio di fotografie scattate nei miei viaggi:

  • a Venezia
  • in Germania,
  • in Liguria,

voglio provare a “farlo rendere”. Sia perché ho la necessità di integrare (e cerco di farlo prima di tutto attraverso cose che mi piacciono), sia perché, anche in questo ambito, voglio che siano le mie capacità a sostenermi, e non il tempo che potrei mettere a disposizione della fotocopiatrice di qualcun altro (sempre che si trovi qualcuno disposto ad assumermi!).

Insomma, la mano che potrà aiutarmi la trovo alla fine del mio braccio (spesso impugna la fotocamera!).

Gli inizi con Fotolia

Nel 2010 avevo iniziato, per curiosità, con Fotolia:

  • 100 imagini caricate;
  • 7,24 euro di guadagno

e mollato li, perché viaggiavo spesso per le registrazioni e non avevo tempo per l’editing, ma solo per scattare.

Adesso ho un’altra determinazione, mi ritaglio il tempo necessario ogni settimana (anche poco, ma con regolarità). Ho trovato il blog interessantissimo di Paolo Gallo (vai a vederlo), che parla benissimo di te, ed eccomi qua.

Come entrare in una nuova fase produttiva

Ho capito l’importanza del video. Per adesso sto riordinando l’archivio dei viaggi, alcune immagini sono solo ricordi, altre mi sembrano belle e forse vendibili.

Inizio da questo:

  • 20 immagini a settimana;
  • su cinque agenzie

per “farmi le ossa” e capire come girano le cose.Per ora punto sulla regolarità di invii, cerco di mostrarmi un contributor attivo. Tassi di accettazione soddisfacenti, considerando che sto caricando scatti del 2006 fatti con una EOS 350d da 8mpxl e con megazoom…

Gli step successivi saranno:

  1. iniziare a produrre immagini “mirate” usando gli strumenti di analisi del mercato di cui parli anche tu,
  2. (salvo che non faccia sfracelli di vendite con le mie “meravigliose” foto) passare al video.

Per cui, appena riesco ad intravedere un po’ di tempo per dedicarmi alla formazione (in modo attivo), il tuo corso (guarda di cosa si tratta) è già prenotato.

Digitalizzazione di supporti audio analogici

Ultima cosa… Mi sono occupato di digitalizzazione di:

  • LP,
  • audiocassete (con relativo restauro dei contenuti).

Appena riesco a restaurare come si deve il Revox A77 farò anche nastri Open Reel: da qui il mio interesse per il telecinema ed il fatto che condivido in pieno e comprendo la passione che mostri per il salvataggio della memoria storica della nostra cultura.

Sicuramente gli archivisti e gli storici del prossimo secolo non lavoreranno più con carta e parole, ma con:

  • supporti,
  • immagini,
  • suoni.

Il business della fotografia

Ho letto il tuo libro (guarda di cosa si tratta): scrivi le cose davvero importanti da capire subito, ed hai lasciato la formazione con gli aspetti più pratici al corso. Direi che hai fatto bene, hai dato il taglio giusto.

Avevo iniziato a leggere con l’evidenziatore in mano, ed invece l’ho divorato tutto d’un fiato.

Tra l’altro, chapeau:

è facile “regalare” qualche trucchetto e qualche dritta su come far questo e quello; molto meno facile e “scomodo” è dire chiaro subito come “stare al mondo” in un determinato ambito.

Non a tutti piace sentirsi dire la verità. Ma forse questo è una forma di selezione naturale.

Finirò comunque di caricare il mio archivio di foto, ma in parallelo inizierò “subito” ad esplorare il mondo del footage.

L’attrezzatura per le foto

Ho:

  • Canon Eos 7D,
  • Canon 6D mk II;
  • un buon cavalletto Manfrotto con testa a tre movimenti (se i primi esperimenti si riveleranno “problematici” mi procurerò una testa fluida);
  • un computer abbastanza attuale (i5 con 16Gb di ram, sistema su SSD, e storage su un NAS in rete);
  • installerò DaVinci Resolve.

La Canon Eos 6D mi permette di fare:

  1. “in camera” timelapse in 4k,
  2. video real time full HD;

Quando avrò un po’ più di esperienza vedrò se prendere una mirrorless EOS R (guardala su Amazon) con cui fare video 4K usando le lenti che ho già.

Consigli?

Digitalizzare dischi in vinile

Questo è il sito che mi ero fatto da solo (imbastito da un template e con un po’ di rudimentale programmazione HTML per fare alcune cose che il template non prevedeva) e che descrive il mio lavoro: è rimasto incompiuto. causa la crisi che mi ha frenato su quel fronte.

L’audio su vinile è troppo condizionato dalle condizioni del disco. Per digitalizzarlo devi essere:

  • presente,
  • attento durante il riversamento,

Se salta devi:

  • capire come “ovviare”,
  • riprendere da capo;

il disco a metà va anche girato.

Le copertine non stanno sul piano dello scanner (da qui il mio 50mm Compact Macro: faccio prima a fotografarle).

Una volta ottenuto il file, il suo restauro non è molto automatizzabile. Ad ogni:

  • click,
  • pop,
  • scratch

devi capire che strategia usare per eliminare o mascherare il difetto, se:

  • applicare un filtro;
  • equalizzare;
  • tagliare i millisecondi più “duri” del disturbo.

Quando hai un file “pulito” lo devi tagliare nei singoli brani per fare le tracce del CD o della chiavetta da consegnare.

Nel caso di molta classica, anche per un “esperto” non è facile capire come separare sezioni di un brano, se in track list sono indicate come separate; e quindi a volte mi sono anche dovuto procurare la partitura per tagliare il file (www.imslp.org).

Lavoro sostanzialmente simile per le audiocassette: ha senso se il cliente ti conosce già e quindi si fida e capisce quanto tu gli spieghi delle lavorazioni, e il materiale è raro e per lui prezioso; nel caso di nastri si tratta spesso di voci registrate di persone che non ci sono più o che sono cresciute.

Altrimenti, come business, forse la strada che hai intrapreso tu con i vecchi video mi pare più praticabile:

cosa ne pensi?

Claudio Petto

La mia risposta

Grande storia, come sempre, che dimostra che accanto ai leoni da tastiera il web è fatto anche da gente di cultura, che si dà da fare.

Per quanto riguarda l’aspetto business legato al microstock, come sempre dico le cose come stanno.

Farai qualche piccola vendita delle tue foto di Venezia, della Germania o, in generale, di quelle del tuo archivio, perché non essendo state create su misura per vendere nei microstock, immagino non abbiano un grandissimo valore commerciale, in un’epoca in cui le foto a sfondo turistico oramai sono sature nelle agenzie.

Se, quella di caricare i tuoi vecchi scatti, la prendi come una gavetta per capire i meccanismi del microstock fai bene, se guardi ai guadagni, invece, non tanto.

Ti conviene da subito buttarti sui video.

Magari ti conviene anche organizzarti meglio con il caricamento, sottoscrivendo l’abbonamento a Stocksubmitter (guarda di cosa si tratta), che ti permette di:

  1. descrivere una volta sola le tue foto,
  2. spedirle a 30 agenzie.

Per quanto riguarda l’attrezzatura, al 100% prendi una reflex o una mirrorless che registri video in 4k: quella risoluzione è pagata molto i più e, a occhio e croce, rimarrà lo standard, perché, per quanto nessuno lo sappia con certezza:

  1. gradualmente sostituirà il full HD
  2. l’8k non dà chissà quali guadagni nella visione in ambienti piccoli.

Daniele Carrer

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