Oltre ai podcast faccio anche video. Ne ho creati 4 per insegnare a chi scopre il microstock come iniziare a vendere foto e video online: posso mandarteli?
In questo episodio parlo di:
- difficoltà per i grafici di adattarsi ai tempi che cambiano,
- perché 2500 dollari di incassi sono meno di quanto sembra,
- la differenza abissale tra follower e finanziatori,
- il microstock come punto di partenza del business online,
- le API key di Istockphoto e Getty Images,
- servizi di caricamento multiplo come Microstock+ e Everypixel DAM,
- la soddisfazione di produrre anche guadagnando poco,
- una scappatoia legale per fotografare con il cavalletto su suolo pubblico,
- le vendite degli abbonamenti su Storyblocks,
- le diverse categorie di compratori di contenuti,
- con quanti fps è meglio girare,
- danni che stanno facendo siti come Pixabay e Unsplash,
- semplici strategie per guadagnare molto di più.
Mi scrive l'amico Daniele Gay, di cui vi sarà capitato di ammirare i lavori, se comprate Focus: ne ha disegnato la copertina almeno un paio di volte quest’anno, oltre ad aver disegnato altre illustrazioni in computer grafica all’interno della rivista. Cita un'intervista (leggi l'intervista) che ho fatto un po' di tempo fa a un altro grande artista, Sergio Bellotto, che fa l'illustratore da tantissimi anni e che vende nei microstock.
Il mestiere della grafica in Italia
Avevo letto quell'articolo che hai pubblicato sull'illustratore Sergio Bellotto.
Mi ha fatto riflettere su una cosa: in Italia l'illustrazione viene intesa ancora come negli anni ‘70-’80, ma quel mestiere si è evoluto con l'avvento del digitale. Tra l'altro, si pensa ancora al classico disegno o grafica, che vanno ancora bene, ma c'è molto altro oggi.
Per esempio su Instagram seguo un tizio che si fotografa in casa con la figlia e la moglie, per poi realizzare con quelle foto dei fotomontaggi un po' surreali e fantascientifici. Ha un gran seguito. Sai dove me lo sono ritrovato?
Tra i migliori produttori della settimana su Adobe Stock (visita il sito) con più di 10,000 download totali. È questo che mi ha fatto riflettere:
- fai i tuoi fotomontaggi o illustrazioni digitali;
- carichi su Instagram;
- ti fai dei follower;
e tra questi sicuramente c'è qualcuno che poi compra sui microsctock o nei vari siti che vendono stampe.
Perché 2500 dollari sono niente per un fotografo
Riflessione interessante quella di Daniele, torno con le mie parole. A proposito, mi chiamo Daniele anch'io, ma Daniele Carrer.
Dicevo, la riflessione scaturisce da una pagina del sito in cui si parlava di Sergio Bellotto, un illustratore bravissimo con tanti anni di esperienza alle spalle. A un certo punto della sua carriera, ha iniziato a vendere i suoi lavori nei microstock.
Venendo alle parole di Daniele Gay, mi colpisce una cosa: il tizio con 10 000 download su Adobe Stock, a 0,50 royalty l'uno, alla fine se facciamo un rapido calcolo, ha ricavato (ricavato, non guadagnato), 5 mila euro al massimo. Quei soldi sono lordi, quindi devi prima sottrarre le spese e sulla rimanenza devi pagarci:
- le tasse
- i contributi INPS.
Alla fine diventano la metà, se va bene.
Ok che esistono anche altri microstock, ma con 2500 euro portati a casa, immagino, in quattro o cinque anni, ovvero da quando Adobe Stock esiste, non è che sei apposto per chissà quanto tempo a livello di guadagni.
Morale della favola - e lo dico a tutti voi:
è fondamentale crearsi ulteriori fonti di reddito; quantomeno se si è bravi professionisti, che vogliono vivere solo di fotografia, illustrazione o ripresa video.
La differenza tra follower e compratori
Un altro errore, ragazzi, in tempi di social network, influencer e quant'altro che stanno cambiando - in bene o in male decidete voi - il mondo. Io alla fine non so quanto i follower su Instragram siano poi disposti a comprare contenuti nei microstock.
Secondo me, per sfruttare il seguito di qualcuno bravo nel settore delle illustrazioni, ma anche della fotografia, bisogna provare a vendere ai propri follower qualcosa come:
- corsi,
- stampe,
- libri illustrati,
- altri contenuti o prodotti che solo chi ha tanto seguito e conosce i suoi seguaci sa.
Se fate gli illustratori, vi butto l'idea, potreste vendere dei ritratti su misura, fatti ovviamente in remoto, partendo dalla fotografie che vi mandano o delle caricature.
Fatevi venire un'idea e lavorate per realizzarla, ragazzi, perché il microstock è solo una parte del business che potete fare con le vostre illustrazioni, ma anche con le vostre fotografie e i vostri video.
Vendere foto e video online è solo il punto di partenza
Ragazzi, se non l'avete ancora capito, in questo podcast non si parla di fotografia; così come non si parla di videomaking. Si parla semplicemente di come fare soldi con queste due cose.
Per riuscirci un po', parlo io, che in parte l'ho fatto con diversi progetti, che partono tutti dal microstock, grazie al quale dal 2006 guadagno. Prima con le stock images, poi con lo stock footage, poi creando un corso che spiega agli altri come fare a vendere foto e video online, poi mettendo in piedi un sito con il quale vendo direttamente stock footage generato dalla mia collezione di film storici, poi vendendo la sola visione dei video storici agli spettatori del canale YouTube (guarda il mio canale su YouTube) che nel frattempo ho creato, e con tanti progetti che nel frattempo ho lanciato, proprio grazie alle tante cose che con il microstock ho imparato.
Vendere foto e video online è il punto di partenza migliore per i tanti fotografi e videomaker che di vendita non ne capiscono tanto, come io non ne capivo tanto quando, nel 2006, ho iniziato.
Le API key di Istockphoto e Getty Images
Fatta questa premessa, ringrazio l'onnipresente Ruggero Piccoli, produttore veneto come me, che condivide sempre un sacco di notizie utili e che, in particolar modo, approfondisce alcuni aspetti tecnici utili da conoscere e di cui abbiamo parlato nello scorso episodio:
Le API key di iStock e Getty non te la danno. L'ho chiesta due volte: la prima più di sei mesi fa; la seconda la settimana scorsa. L'API key abilita il caricamento nelle due agenzie tramite tool di terze parti (o anche da sw che puoi svilupparti tu), ma senza non ti puoi autenticare. In entrambi i support ticket mi sono lamentato che la loro è l'unica agenzia che pubblicizza e documenta pubblicamente le API, ma non ti dà la chiave, che non accetta FTP né CSV, quindi devi caricare a mano.
Li volevo testare dopo che StoryBlock mi ha lasciato a piedi, per differenziare su molte agenzie differenti, ma così è troppo lento caricare da loro.
Microstock + e Everypixel Dam
Dopo che Amazon Drive ha chiuso le sue API alle terze parti, ho iniziato a usare anche io Microstock Plus (visita il sito) e mi pare valido. Carico una sola volta - una manna per me che ho la linea lenta - carico il CSV e, premendo un bottone, lui manda tutti i video alla agenzie selezionate.
Dato che non aggrava i tempi ho iniziato a mandare video anche a:
- Pixta,
- Motion Elements.
Poca roba fino ad oggi, quindi è presto per dire qualcosa.
Altra novità per gli sfigati come me che abitano in un paese con 300 umani e 600 bovini (più o meno equamente divisi tra “da latte” e “da carne”) è che Vodafone, a 19 euro al mese, ha rilasciato piani 4G a giga illimitati. Quando sarò coperto dal 5G, finalmente avrò una flat a velocità interessante. Nel frattempo, Vodafone va circa il triplo in upload dell'altra connessione via radio; basta tenere il cellulare alimentato.
Confermo che il supporto tecnico di Everypixel dam fa schifo. E te lo dice uno che ha fatto supporto tecnico per anni per l'azienda che aveva co-fondato.
La soddisfazione di non guadagnare vendendo foto
Mi scrive un ascoltatore che si chiama Matteo Giotto:
Ciao Daniele,
continuo sempre a seguirti. Anche io sono tra quelli con incassi modesti, ma hai ragione: indipendentemente dall'importo, dietro c'è tanta, tantissima soddisfazione.
Un altro consiglio tuo che ho imparato a seguire è quello di non concentrarsi sui guadagni, ma solo sullo scattare e pubblicare foto.
Sono nel mondo del microstock da 2 anni e mezzo...non ho mai preso la cosa sottogamba e, visto che ti seguo dall'inizio, ho sempre preventivato che per vedere risultati bisogna lavorare costantemente e seriamente almeno per qualche anno...(anche se questa è una cosa soggettiva).
Comunque non mollo e non mi demoralizzo delle poche vendite. Logico, c'è sempre la speranza di riuscire ad incrementare il tutto.
PS. Sempre su tuo consiglio, ora produco video, anche se forse la qualità ancora non è al top.
Ti ringrazio comunque per le tue email e per i consigli che dai.
Una scappatoia per l'uso del cavalletto sul suolo pubblico
Poi, sempre relativamente allo scorso episodio, al quale sono seguite molte mail, lo dico con molto piacere perché l'interazione è la premessa per imparare un sacco di cose. Più cose si imparano, più si guadagna con il proprio lavoro. Dicevo, mi scrive un ascoltatore molto competente, Carlo Fiumana, che mi ha ovviamente autorizzato a citare il suo nome e che aggiunge delle informazioni molto interessanti su uno dei temi trattati appunto nello scorso episodio, ovvero l'utilizzo del cavalletto su suolo pubblico:
Nell'ultimo podcast che hai pubblicato, hai raccontato di un problema avuto da un produttore, intento a utilizzare il cavalletto sul suolo pubblico. Per quel che ricordo di questa legge, quando trattasi di oggetti non per finalità commerciali, non in postazione permanente, quindi posizionati per pochi minuti, meglio su basamento a ruote, la legge in oggetto non li riguarda.
Hai presente quelle ruote avvitate ai piedi delle sedie da ufficio?
Ne esistono anche di molto più piccole e predisposte con il freno per bloccarle singolarmente.
Può sembrare strana l'idea in cui all'occorrenza si devono avvitare le ruotine in un cavalletto.
Ma nel caso si dovesse ricevere quel genere di contestazioni sul cavalletto, specialmente dopo aver organizzato una trasferta lavorativa, sfilandole dalla borsa e montandogliele, diventerebbe a norma.
Basta spostarlo almeno di qualche metro ogni quindici o venti minuti.
Questo è l’escamotage tecnico per evitare che la Legge ci impedisca di riprendere. In realtà, come accennavo nello scorso episodio, il metodo Carrer è forse il più efficiente ed efficace, perché non richiede sovrastrutture:
Mi scusi, non lo sapevo!
Girare l'angolo e mettete giù il cavalletto dove il vigile non vi vede, che di degrado nelle città italiane ce n'è tanto, e non certo per colpa di noi fotografi e videomaker. Ripulite prima quello, e poi contestateci che per 20 secondi abbiamo occupato senza autorizzazione mezzo metro quadrato di suolo pubblico!
Le vendite degli abbonamenti su Storyblocks
Vediamo se c'è tempo per un’ulteriore segnalazione prima delle domande:
Hai notato anche tu un incremento delle vendite specialmente dei video storici, e non solo, su Pond5 e Shutterstock, dopo la chiusura del marketplace di Storyblocks ?
Mi sa che hanno perso un sacco di clienti, perché ora non si trova più granché su quel sito, solo pochissimi video in abbonamento e zero storici.
Ci sono pochi contributor che in genere sono agenzie con 20/30 mila video di vari temi, ma tutti limitatissimi, tanto che se una di queste viene a mancare, perdono intere categorie o interi Paesi.
Questa cosa potrebbe anche essere positiva per noi, perchè su Storyblocks si vedevano nelle prime pagine solo i video della membership ed i nostri facevano solo numero ed attiravano i clienti, i quali venivano dirottati sui contenuti in abbonamento, magari comprati in download diretto, ma comunque messi come prima scelta.
Mentre ora che hanno tolto il marketplace, tutta la fetta di clienti che cerca la qualità e la varietà, senza guardare troppo al prezzo, se n’è andata su altre agenzie.
Mi pare di capire che i compratori cerchino sempre più cose specifiche e rare, perché temi generici li trovano anche gratis in agenzie come quelle che citavi tu.
Vi confesso una cosa, ragazzi: ho sottoscritto l'abbonamento all you can download di Storyblocks. Prima l'ho fatto per un mese a 39 dollari e ho scaricato molti più di 100 video; poi l'ho fatto per un anno a 199 dollari; infine l'ho ampliato a foto e musica per 349 dollari, sempre per un anno.
Oggi non ho tempo di approfondire il mio giudizio su quell'abbonamento. Quello che vi dico, da produttore, è che c'è da sperare che i compratori non si accorgano di quello che sta offrendo Storyblocks a quei prezzi.
La differenza tra quello che vorremo fosse e la realtà
Ragazzi, fate sempre attenzione alla sindrome del “mi piacerebbe tanto che il mondo fosse così, e allora il mondo è così”. Dovete sempre guardare alla realtà oggettivamente, sennò vi fate male. Ne parlo anche nel mio libro.
C'è quello a cui piace fotografare le montagne, e allora si fa tutto il film in testa:
Le mie foto venderanno, perché il tema della natura è un tema di cui si sente parlare sempre di più, perché c'è lo scioglimento dei ghiacciai, perché il turismo è in crescita…
e mille altre ragioni che sarebbe tanto bello fossero vere, ma la realtà è purtroppo un'altra cosa.
Tanto il problema che quel tipo di foto non vende ce l'avete, prima o poi. Ed è molto meglio avercelo prima di scattare, che dopo averlo fatto, aver perso tempo a descrivere le immagini e aver visto il contatore delle vendite che rimane a zero. Credetemi, voi principianti: è deprimente, soprattutto se avete fatto il carico di aspettative.
Dovete studiare prima di produrre, se volete mettere in piedi un progetto che abbia un futuro. So che studiare il mercato è noioso, ed è molto meno eccitante di fotografare, ma è proprio per quello che dovete insistere su quello, perché i vostri concorrenti improvvisati non lo fanno.
Le vendite dell'ultimo periodo
Venendo a noi, le vendite sono nella media degli ultimi 3 mesi su Pond5. Considera comunque che erano due anni che non caricavo, prima della ripresa dei caricamenti di qualche settimana fa.
Come prima cosa però, ho alzato tutti i prezzi degli storici che avevo già venduto, e dei nuovi che sto caricando, a 79 dollari, e ho visto che vendono lo stesso.
Storyblocks sui video di nicchia, come gli storici, non ha niente. Per il resto, per le esigenze della gran parte delle produzioni low budget, come lo sono tutte quelle per il web, non hanno tanto meno di Shutterstock, e costano metà del prezzo di un singolo video, ma ti danno lo scarico illimitato per un mese. Quindi, anche se mi piacerebbe pensare il contrario, il problema forse si pone, ma vedremo fra qualche mese. Sono davvero curioso di scoprire se Pond5 e Shutterstock porteranno avanti delle contromosse o se aspetteranno semplicemente che Storyblocks imploda (cosa che però non credo succederà).
Le due categorie di compratori dei microstock
Secondo me, i compratori si dividono oramai in due categorie: da una parte, quelli che producono per Netflix, Amazon Prime e altri servizi on demand; insieme ai grandi broadcaster storici della televisione. In particolare, tutti i servizi on demand stanno spendendo un sacco di soldi in produzioni originali, visto che in questo periodo storico si sta combattendo la battaglia per posizionarsi sul mercato, quindi possono produrre in perdita.
Considerate anche che Amazon - ma anche Apple - sta producendo in perdita per portare clienti dentro la sua piattaforma con i filmati e vendergli altro. Questo tipo di clienti del microstock è disposto a pagare cifre enormi per lo stock footage. Parlando con una produzione inglese, che lavora per National Geographic e altri grandi broadcaster mondiali, sono venuto a sapere che questi normalmente pagano 30 euro al secondo per il footage. Quei clienti sinceramente non li ha persi Storyblocks, perché non li ha mai avuti, nonostante la sfilza di marchi broadcaster che ha in homepage.
Poi c'è la seconda categoria di compratori: quelli che non hanno soldi, contenti di ricevere spazzatura, se gliela fai pagare poco. Quelli temo che Shutterstock e Pond5 li stiano perdendo tutti.
Con il footage storico abbiamo comunque la possibilità di puntare a quelli che hanno i soldi: non c'è molta concorrenza e i contenuti non si possono produrre facilmente, visto che non si possono fabbricare nel caso del film storico.
Con i video contemporanei, invece, se non sei Yuri Arcurs, devi veramente darti da fare per differenziarti. Quelli che partono senza studiare il mercato e credendo che tanto loro sono bravi e venderanno lo stesso, non combinano più niente.
Quanti fps per creare lo stock footage che vende
Stavo pensando di girare alcuni filmati in 4k a 24fps, il formato cinematografico, dopo aver visto alcuni titoli di coda di alcuni film, come Resident Evil (vedi fotogramma qui sopra).
Sei volte su dieci, alla fine di questi titoli, compaiono le agenzie stock. Sono rimasto veramente sorpreso che produzioni cinematografiche da milioni di dollari usino lo stock footage.
Dall’alto della tua grande esperienza, secondo te, conviene girare a 24fps?
Se volete approfondire il tema fps vi consiglio questa pagina che ho scritto.
Io francamente non girerei a 24 fps, ma a 25. Per un semplice motivo: se vedi tanto stock footage nelle produzioni cinematografiche, in quelle televisive, che sono 1000 volte tante, ce n'è molto di più.
Oramai i programmi di History, National Geographic e Discovery, in alcuni casi, sono costruiti interamente con stock footage comprato nelle agenzie. Quindi, guardando la quantità dei compratori, io starei sui 25, fermo restando che l'adattamento da un numero di fotogrammi al secondo all'altro non è così fastidioso per la qualità finale.
Pixabay e Unsplash quanti danni ci fanno?
Secondo te, quanto può essere danneggiata l'attività di noi microstockers dai siti che regalano foto di alta qualità tipo Pixabay o Unsplash? Io, quando ho visto le migliaia di foto che regalano, ho avuto un attimo di panico e ti dico che i grafici del mio ufficio mi hanno confessato che ormai cercano per prima lì le loro immagini.
Non mi sembra che tu abbia trattato questo argomento sul sito e penso sia interessante conoscere il tuo punto di vista.
In realtà io ci ho già fatto un altro episodio del podcast.
I vari Pixabay/Pexels e altri sono un bel problema. Hanno materiale di scarsa qualità, ma che spesso è sufficiente per quello che si deve fare. Hanno anche qualche problema con la pirateria, perché se qualcuno carica contenuti rubati, e credetemi ce n'è, non hanno un'assicurazione che protegge gli utilizzatori da eventuali cause legali, come invece succede con i microstock.
Per fortuna al momento non c'è niente di paragonabile per lo stock footage. Intendo siti che permettono, gratuitamente, di scaricarne di buona qualità, con una buona scelta; anche se la collezione di Storyblocks citata in precedenza, con soli 39 dollari al mese, sta facendo di tutto per mettere paura a noi produttori.
Francamente io continuo a non capire chi pubblica le sue foto nei siti free, e anche quelli che vendono i video in abbonamento su Storyblocks, dove si guadagna pochissimo, ma venendo a un discorso molto concreto: noi non possiamo farci nulla e quindi dobbiamo adattarci, cercando di portare il nostro business su un altro piano.
Se fra qualche anno creare:
- stock images,
- stock footage
sarà completamente anticonveniente, vorrà dire che faremo altro. I microstock sono un ottimo modo per entrare nel business digitale, fotografando e creando video. Una volta entrati nel settore, non è difficile continuare a fare foto e video, monetizzandole in altri modi:
- creando video per promuovere dei prodotti (che detta così suona male, perché sembra che saremo costretti a fare le pubblicità per le televisioni locali o i matrimoni, ma in realtà la questione è molto più interessante e creativa di quanto sembra);
- creando video per promuovere il nostro personal brand, e grazie a questo fare il lavoro che ci piace.
Se volete uno spunto ottimista, credo che i microstock sopravviveranno, se non altro perché Adobe non avrebbe comprato per 800 milioni di dollari Fotolia, se non avesse fatto i suoi calcoli. Però il business delle stock images e dello stock footage cambierà parecchio.
Semplici strategie per guadagnare di più
Dunque, cari ragazzi, venendo alle strategie concrete per risolvere i problemi, sostanzialmente sono due i "segreti" per guadagnare vendendo foto e video online:
- Affiancare alle foto i video, soprattutto 4k.
- Iniziare a usare dropstock.io per migliorare nella stesura dei titoli e delle parole chiave, e per capire prima di girare su quali soggetti è bene concentrarsi per vendere di più assecondando le richieste del mercato.
Detta così sembra facile, in realtà argomenti del genere sono l'oggetto di tanti dei video del mio corso e riassumono dieci e passa anni di attività nel settore.
E' dura non distrarsi, ma fa la differenza per una vita migliore
So quanto difficile sia riuscire a fare le cose in maniera professionale, perché io per primo non sono perfetto. È un po' come quando ci si propone di mettersi in forma.
La scorsa settimana sono andato a correre, cosa che non faccio mai, e poi mi sono ripromesso di andarci quanto più spesso possibile, meglio se tutti i giorni.
Ad oggi non sono più tornato, perché sono sempre bravo a trovare una scusa:
- il lavoro,
- la famiglia,
- la stanchezza,
- il ginocchio che mi fa un po' male.
Quindi se non butto giù la pancia e non posso usufruire di tutto il benessere che dà l'attività fisica, alla fine la colpa è solo mia, anche se si è sempre bravi a dare la colpa agli altri. Però, mi consola sapere che proprio perché è colpa mia, ho tutti gli strumenti per invertire la rotta.
Lo stesso vale per voi se non riuscite a vendere una quantità che ritenete accettabile di foto e video nei microstock.
Bene, ragazzi, era l'80esimo episodio del podcast. Come sempre accade, non vi ho nascosto nulla:
- notizie che danno speranza,
- altre che ve la tolgono.
In generale, nessuno può dire cosa succederà domani, quindi, nell'attesa del Paradiso o dell'Inferno, l'unica cosa che possiamo fare per raggiungere una vita migliore è
- studiare,
- lavorare duro,
- stare sempre attenti a come sta cambiando il mondo.
L'80esimo episodio di vendere foto e video online finisce qui, e io vi ricordo che nella vita l'importante non è divertirsi, ma essere felici. Ciao.