Ascolta “Intelligenza artificiale sempre più intelligente” su Spreaker.
Mi segnala un amico Italo-Catalano, che nonostante Storyblocks gli abbia mandato la classica mail che è arrivata a tanti ultimamente, ovvero quella dove dice ai nuovi arrivati qualcosa del tipo:
i tuoi video ci piacciono, ma per il momento non ci interessano, però se le cose cambiano ti facciamo sapere – We have reviewed your image portfolio and are currently prioritizing content that best meets the needs of our Marketplace customers.
While we are not accepting your content at this time, we will retain your information and you may hear from us in the future.
In the meantime, feel free to review our Submission Requirements to ensure your content meets our quality and technical standards.
We appreciate your interest in the Storyblocks Marketplace.
Che senza che lui facesse qualcosa, ad un mese dal messaggio, hanno accettato quasi tutti i video che aveva mandato e che in seguito all’invio avevano messo in naftalina con quella mail.
Ogni tanto con l’amico Italo Catalano parliamo un po’ di politica, a livello di battute per lo meno, e devo dire che, rimanendo in tema, quelli di Videoblocks/Storyblcoks saranno anche Americani, saranno anche una Società in salute e in crescita, ma mi ricordano tanto la Democrazia Cristiana quando fanno così.
Caso mai fatemi sapere se anche a voi è successa la stessa cosa.
In più volevo segnalarvi che qualche episodio fa vi avevo spiegato un paio di strumenti in grado di riconoscere le immagini e assegnare a queste le keywords:
- Il progetto di Everypixel;
- Mykeyworder.
Avevo detto che erano fantastici, ma che andavano perfezionati, perché non erano ancora in grado di riconoscere le città, anche quando c’erano elementi molto riconoscibili.
L’altro giorno stavo creando una delle lezioni del mio corso in inglese.
Di solito funziona così:
- Scrivo i testi;
- Registro la voce;
- Sovrappongo le immagini a sottolineare quello che dico.
Allora scrivo il paragrafo su questi strumenti e dico: sì sono magnifici, però attenti che non riconoscono le città.
Poi comincio a registrare lo schermo e faccio la prova con 2 foto per dimostrare i limiti che hanno:
- Times Square New York;
- l’Arco di Trionfo da Charles De Gaulle Etoile.
Hanno beccato tutte le keyword.
Oltre al monumento e al luogo hanno riconosciuto anche:
- I cartelli pubblicitari;
- Il fatto che sono due posti legati allo shopping;
- Le strisce pedonali.
Ragazzi
Svegliamoci e impariamo ad usare la tecnologia a nostro favore!
Altrimenti non saprei proprio come andremo a finire.
Sono progetti basati sull’intelligenza artificiale, quindi imparano da soli e se a poche settimane dal lancio sono già così, provate a immaginare il prossimo anno come saranno.
E provate ad immaginare cos’altro si inventeranno.
Ve lo dico solo per mettervi in guardia e stimolarvi ad imparare ogni giorno della vostra vita, lo sottolineo perché visto che siamo in campagna elettorale qualcuno potrebbe accusarmi di spargere paure, e tirare fuori una statistica che dimostra che è solo la tecnologia percepita che è aumentata, il resto è un invenzione delle fake news di internet.
Ma non apro discussioni di natura politica che, non so a voi, a me deprimono.
Stimolato dal tuo intervento all’incontro organizzato da Tau Visual a Milano, stavo osservando con spirito critico il mio canale YouTube.
Avevo iniziato a produrre dei promo girati a Milano e nei laghi della Lombardia per indirizzare eventuali interessati alle agenzie di stock.
Secondo te potrebbero essere venduti anche direttamente nel mio sito?
Se non ho capito male tu hai fatto l’upload di tutte le clip su YouTube con watermark, e poi su Amazon cloud senza watermark, per permettere il download a pagamento una volta che il cliente ha pagato.
Ho capito bene?
Hai capito bene, esatto.
Dunque caro amico che eri a Milano a sentirmi parlare a quella che sarà probabilmente l’ultima mia partecipazione ad eventi per diversi mesi, ho visto un po’ dei filmati che hai fatto.
Sono senz’altro fatti bene.
Il problema grosso, visto che ne hai solo 10 adesso, è che per cominciare a pensare ad ottenere dei risultati dovresti farne decine, se non centinaia (io attualmente ne ho 400) e solo a quel punto qualche vendita diretta arriverebbe.
Il problema tuo rispetto al mio è che le gente che cerca footage di Milano o dei laghi, è molto minore di quella che cerca footage storico.
E questo io ovviamente lo sapevo quando ho iniziato, ed è la chiave del mio successo, perché non faccio nulla a caso quando si parla di business.
Ognuno di noi ha alcuni punti di forza
Io poi ho altri punti di forza, anche questi studiatissimi, perché il mio progetto di sito automatizzato di vendita diretta che ho messo in piedi e che, vendendo le mail che ho ricevuto dopo aver parlato ai professionisti del settore video iscritti all’associazione italiana fotografi professionisti, è molto invidiato, arriva 4 anni dopo l’inizio del progetto della collezione. 4 anni e 100 errori dopo, che di volta in volta ho sempre corretto a testa bassa a costo di non dormirci la notte.
Perché fare un progetto web prevede sempre lo schema produttivo:
- Decidere;
- Individuare il problema (che credetemi c’è sempre);
- Risolverlo;
- Decidere, individuare il problema, risolverlo…
A volte il problema si risolve in 2 minuti senza spendere un euro, a volte bisogna aprire il portafoglio e aspettare 2 mesi per inventarsi una soluzione.
Se si rimane fermi perché non si ha la voglia o il coraggio di fare qualcosa, allora tanto vale andare al parco a dare da mangiare ai piccioni, perché tanto i risultati non arriveranno mai.
Uno dei miei vantaggi di vendere video storici alle produzioni internazionali è che non devo montare il footage, ma solo sottrarre il materiale “difettoso”, quindi risparmio un sacco di tempo.
Poi sono inattaccabile dalla concorrenza perché il footage storico lo puoi acquisire solo aspettando che qualcuno lo metta su Ebay (e anche in quel caso c’è molta spazzatura), e la qualità di acquisizione su cui posso contare, passa attraverso attrezzatura da 5 mila euro e un software di restauro che è difficile da imparare e che tiene fuori dal settore i ragazzini di cui a volte bisogna avere paura perché credono che si possa lavorare gratis.
Nel caso di footage contemporaneo può essere invece che domani arrivi qualcuno che si gira Milano col gimbal e magari tutta la fatica che hai fatto viene vanificata da questa persona un po’ ingenua che mette i video senza watermark facendoseli rubare a sua insaputa e causandoti un danno enorme, dopo che magari hai lavorato mesi al tuo progetto.
In altre parole: l’idea mia è replicabile, ma otterrai molte meno vendite.
Se vuoi perseguirla, ti consiglio di focalizzarti su video girati nelle varie zone di Milano, come d’altronde hai già cominciato a fare, e un domani magari allargarti alla Provincia o alla Regione.
La prima forma di remunerazione saranno sempre le Agenzie di microstock.
Le vendite dirette saranno tutto di guadagnato, perché sono in più.
La procedura è semplice:
- Carichi il video senza il watermark sul tuo cloud (per buona norma dovresti farlo in ogni caso per motivi di backup almeno con l’export del filmato, poi devi decidere se metterci anche il girato).
- Crei la pagina del singolo video nel tuo sito con un tasto Paypal che ti dà la possibilità nelle impostazioni di inserire un redirect che sarà l’indirizzo del cloud da dove scaricare il filmato senza il watermark.
- Su Youtube ovviamente mantieni il watermark: io lo farei un po’ meno trasparente di quello che hai adesso anche se infastidisce un po’ di più.
Quando hai creato la pagina nel sito metti nella descrizione su Youtube quell’url con una frase del tipo:If you want to buy this footage to use it in your production, please visit: url
In bocca al lupo.
Apprezzo molto la tua intraprendenza.
Se gli altri produttori di video in Italia ne avessero altrettanta guardando al digitale, esisterebbero molti meno forum dove la gente si lamenta dello Stato e dei cugini dei potenziali clienti che lavorano a 50 euro al giorno.
Cose che posso anche condividere ma che non portano da nessuna parte.
I time – lapse necessita sicuramente di After Effects
Avendo gia’ un abbonamento LR e PS CC e comunque essendo solo all’inizio, secondo te vale la pena aggiungere a questo Premiere ed After Effects ???
Dipende un po’ da te e da che piani hai.
Tanti dei miei lettori si comprano di volta in volta il mese di After Effects quando devono elaborare dei time-lapse, perché ne producono saltuariamente.
Se la tua è una produzione costante, approfittando del fatto che l’abbonamento annuale costa in proporzione molto meno di quello mensile ti conviene optare per l’abbonamento annuale.
Il presupposto che sottolineo sempre è: se vuoi fare time-lapse After Effects è necessario, perché gli altri software di montaggio sono molto più limitati e se vuoi vendere time-lapse nel micrstock in questi anni devi produrre contenuti perfetti tecnicamente.
Alcune differenze con Adobe Premiere
Un discorso diverso vale per Premiere.
Montare con quello o con un altro software, a livello di qualità del file, non cambia nulla.
Il motivo per cui è un’ottima scelta è che Premiere è utilizzato a livello professionale sempre di più, e impararlo per creare stock footage, per quanto il montaggio in questo settore sia assolutamente basilare, ti dà un’infarinatura per iniziare a padroneggiarlo e trovare tante opportunità di lavoro anche alternative al microstock.
Ho girato con la mia Nikon D7000 un filmato in MOV da 44 Mb.
E’ possibile si riduca a 1,8 Mb solo per aver tagliato sei secondi?
La compressione nel video, lavora come il jpg nelle foto.
Anche a parità di risoluzione, i file possono variare molto di dimensione a livello di spazio occupato nell’hard disk.
Dipende, appunto, dal codec che imposti, e anche all’interno dello stesso codec puoi impostare dei livelli di qualità diversi.
Io non so che durata abbia il file finale che hai creato, ma 1,8 Mb mi sembrano un po’ pochi.
Presumo tu abbia impostato un codec molto compresso.
Come dico nel corso, i codec migliori per essere conformi con le linee guida delle Agenzie sono:
- Photo Jpeg 90% di qualità se lavori in Windows;
- Apple Pro Res se lavori in Mac.
In entrambi i casi nel formato .mov.
Leggendo la scaletta del video corso noto che la maggioranza dei contenuti è dedicata alla creazione di video in time lapse e affini…mi sembra che poco spazio sia dedicato alle “semplici” fotografie e altrettanto poco alla comprensione del mercato e di tutto quello che va oltre l’aspetto tecnico, sbaglio?
Non offri una “money back guarantee no question asked”?
Per la precisione: nel corso c’è una lezione sulla ripresa time-lapse e 4/5 altre lezioni sulla loro elaborazione, sia sotto forma di time-lapse statici, che di hypelapse, ovvero time-lapse in movimento, e della variante tilt-shit.
Le fotografie sono trattate di meno, perché nel microstock sono diventante, a causa della grande concorrenza che si è creata, molto poco redditizie, a differenza del footage, che ha logiche di creazione molto simili alle foto visto che la dinamica dei soggetti nel microstock è di importanza molto relativa e l’attrezzatura per crearlo al giorno d’oggi è la stessa, con l’aggiunta di un cavalletto che già magari hai.
Soprattutto nelle prime lezioni ci sono diversi tutorial per comprendere meglio il mercato, proprio per questo, se non ti fidi come è legittimo che sia, ti chiedo di valutare la versione da 6 video che costa solo 37 euro, e dove trovi appunto un sacco di informazioni su come “pesare” i soggetti che vendono di più, che alla fine è la cosa più importante per guadagnare con il microstock, prima ancora del fattore tecnico:
https://stockfootage.it/vendere-foto-e-video-online-6video/
Perchè mai dovrei offrire una Money back guarantee?
Non ti chiedo un atto di fede, ma le testimonianze che ho raccolto sono una garanzia di professionalità da parte mia, oltre che le centinaia di contenuti gratuiti che ho pubblicato tra cui 51 episodi del podcast.
Non offro una money back guarantee no question asked, semplicemente perché tanta gente se ne approfitterebbe scaricando il corso e poi dicendo di volere i soldi indietro solo per non pagarlo, visto che a differenza di altri, per tenere alta la qualità del video, rendo il corso disponibile tramite download e non tramite streaming in una membership area.
Fammi sapere se hai altri dubbi, io sono a completa disposizione.
Io abito a Verona e lavoro in fiera.
Cosa mi consigli di fare per produrre qualche materiale interessante?
Ci sono mille cose, ma ho paura di fare riprese che a me sembrano interessanti ma che poi non servono a nessuno.
Più che sul tipo di soggetti da riprendere e il tipo di tecnica da utilizzare, il focus della mia risposta è sul copyright.
Se non avessi il problema delle licenze la fiera dove lavori, come tutte le fiere d’Italia, sarebbe un set gratuito dove creare stock footage e stock images che vendono parecchio, visto che gli stand sono pieni di situazioni utili per il microstock, e se dovessi ricrearle da solo ti costerebbero un sacco di soldi.
Il problema è che: non puoi riprendere uno stand e tanto meno le persone che ci lavorano e pubblicare su Shutterstock o sugli altri siti il contenuto senza la liberatoria scritta di chi è riconoscibile o del proprietario del logo.
In questo caso è rischiosissimo anche utilizzando la scappatoia della licenza editoriale.
La strategia all’Italiana che ti consiglio di adottare è fingerti della stampa.
In tal caso all’interno degli stand sarebbero tutti felici di ospitarti con la reflex, e cercare di riprendere microsituazioni non contestualizzabili, per evitare rivendicazioni di copyright.
Nel caso del Vinitaly, che se non sbaglio si svolge proprio nella fiera dove lavori, dovresti riprendere, per esempio:
- Scene come il calice di vino che si riempie mentre la mano di qualcuno lo versa.
Impara a guadagnare, ho creato il corso per te!
Mi scusi il disturbo. Ho conservato tutte le sue mail per leggerle in tempi “tranquilli”, ma ho pensato di chiederle se fosse possibile organizzare un “one to one” per capire come fare ad organizzarmi per iniziare l’esperienza di stock.
Non so se la richiesta è attuabile, ma ci provo, chiedendole anche il costo.
Grazie anche per la correttezza nei modi, ovvero per l’uso del Lei e per essersi firmato con nome e cognome, usanze che, in quest’epoca di branchi digitali e di tuttologi che insegnano la vita a tutti ma che non riescono per le loro vite ad avere niente di più stimolante da fare di sedersi di fronte ad un computer a insultare qualcuno, sono senz’altro molto graditi in questo lido alternativo dello sterminato mondo del web.
Detto ciò, ricevo tante richieste come la sua, ma ho deciso di non fare consulenze one to one, ovvero faccia a faccia, perché preferisco concentrarmi sui contenuti, gratuiti e a pagamento, che pubblico nel sito, visto che questi sono usufruibili nel tempo da centinaia, se non ormai migliaia di persone visto il crescente successo del progetto.
Se posso permettermi, nel caso volesse fare un passo avanti per professionalizzare la produzione di contenuti, foto e video che sia, le consiglio il mio corso in 28 video-lezioni che, a proposito di scalabilità, concetto magnifico introdotto con il digitale, è stato visto da ben più di 300 persone.
Sono sicuro che siete un po’ delusi dal fatto che non sono arrivato a dire quanto costerebbe una consulenza one to one, perché i soldi sono il motore del mondo e l’argomento preferito delle persone.
Alla fine dell’incontro che feci qualche mese fa all’Istituto Europeo del design:
la persona che presentava l’evento si stupì della quantità di domande che avevo ricevuto.
Il motivo di tanto interesse era semplicemente uno:
Io insegno a guadagnare.
Tanti altri insegnano a fotografare, che di per sé non è altrettanto eccitante del fare soldi e questo è il motivo per cui loro, quando la mia attività di comunicazione sarà consolidata visto che adesso è ancora agli inizi, avranno sempre meno successo di me.
Sottolineo che non è questa una dichiarazione arrogante, ma tutt’altro, perché ho appena detto che il crescente seguito di questo:
Non è dato dalla mia persona, ma dal fatto che insegno un argomento che interessa la gente.
Mi sono arrivate un po’ di informazioni interessanti e delle quali ringrazio i miei ascoltatori che hanno voluto condividerle.
Leggo la prima mail:
Su Shutterstock mi sono accorto di un piccolo ‘trucco’ che a volte il sito applica quando mettiamo in vendita le nostre foto.
6000×4000 pixels è la dimensioni standard delle foto che carico.
Queste vengono messe in vendita nei formati:
- S (foto molto piccola);
- M (foto ridotta);
- L (foto originale).
A volte pero’ carico anche foto di 4000×3000 pixels e su queste Shutterstock applica il ‘trucco’ : le mette in vendita nei formati S, M, L, quest’ultima di dimensioni uguali all’originale, ma anche XL (8000×6000 pixels).
Taroccare le dimensioni di una foto, non e’ un po’ come se io girassi un video a 640×480, lo convertissi in HD e cercassi di rivenderlo come tale?
E’ esattamente così e ti ringrazio per avercelo segnalato.
Un’informazione che ci torna utile per la nostra strategia produttiva di contributor e anche se vogliamo acquistare fotografie in quel sito.
Non si fa così amici di Shutterstock.
Microstock.top e la classifica di produttori
L’altra notizia è che ho scoperto uno strumento fantastico, che in realtà non serve a nulla ma è bellissimo per giocarci mezz’ora e poi dimenticarlo per sempre.
Questo strumento vi permette di vedere la classifica dei produttori di Shutterstock che hanno caricato il maggior numero di contenuti e lo trovate su microstock.top.
Quindi è abbastanza facile da ricordare ed evito di farvi lo spelling.
Visto che appunto, appena me l’hanno segnalato mi sono prefissato di buttarlo via dopo al massimo una prova, al mio ultimo controllo ero 153esimo con 8 mila clip caricate, ma la classifica è in evoluzione.
Ultimamente devo essere sceso un bel po’ rispetto al passato, visto che grazie a questo podcast e a tutti gli altri miei progetti di divulgazione sono abbastanza fermo, ma la rendita passiva consente al business di continuare a produrre guadagni, ed è questo il bello di diventare produttori di stock footage.
La cosa che mi ha stupito è che ho aperto l’account nel 2007, mentre io credevo di averlo fatto l’anno successivo, come ho detto più volte.
Non ricordo bene se avevo aggirato l’esclusività che avevo all’epoca con Istockphoto, facendo il furbo all’Italiana o più semplicemente lasciando l’account vuoto di contenuti.
Sapete quante clip ha il più grande caricatore di stock footage di Shutterstock?
105 mila, e si è pure iscritto nel 2011, quindi non è nemmeno un vecchissimo contributor.
Ci sono un bel po’ di considerazioni da fare analizzando quei numeri, ma anziché produrmi in un’analisi solitaria, se qualcuno di voi vuole fare il data scientist, che è quella figura emergente che partendo dalla quantità enorme dei numeri che dà la vita moderna ricava dei dati che permettono di migliorare il mondo, allora mi faccia sapere che io ho sempre meno voglia di fare tutto da solo, specie che ora che il mio progetto in inglese è sempre più in rampa di lancio e probabilmente mi muoverò a breve di più in quella direzione.
Di questo tool ringrazio io, e dovreste farlo anche voi, l’ottimo Gabriele, a cui mi sono dimenticato di chiedere l’autorizzazione a citare anche il cognome, quindi non lo faccio.
Se avete altri strumenti del genere vi prego di contattarmi e di condividere l’informazione.
Non arrabbiatevi, ma probabilmente la prossima puntata sarà l’ultima prima di una pausa, che non so quanto durerà perché devo concentrarmi sul altri progetti che altrimenti non finirò mai vanificando mesi di sacrifici che ho fatto.