Mi chiamo Francesco Carniani e sono un appassionato di immagini da quando avevo 20 anni.
Da fotografo a produttore di microstock
Ho iniziato a caricare contenuti nei microstock nell 2013 per:
- piacere,
- sfida,
- passione,
- voglia di cambiare.
La delusione delle prime vendite e la scoperta del video
Dopo aver visto gli scarsi incassi delle prime immagini che ho caricato, mi sono detto:
o si cambia genere, oppure il microstock rimane un semplice hobby.
Allora ho comprato il corso di Daniele Carrer e ho iniziato a produrre video.
Dovevo muovermi verso gli altri contributor che vendevano, quindi è stata un’idea automatica iniziare a creare stock footage. Non sapendone assolutamente niente, ho scelto il corso di Daniele Carrer (forse l’unico divulgatore sull’argomento in Italia) per poter iniziare una produzione a 360 gradi.
Senza:
- un corso del genere,
- il continuo confronto con Daniele
non avrei mai iniziato il mio nuovo percorso.
Se si vuole iniziare a vendere nei microstock c’è bisogno di qualcuno che conosce già il mercato, perché i semplici esperti di video che non sanno niente delle agenzie di stock non bastano.
Dal corso mi hanno colpito l’insegnamento della strategia per creare clip e vendere:
La produzione della clip è solo una parte del lavoro. Prima c’è tutta l’analisi che serve fare per creare un contenuto vendibile. E dopo ci sono le keyword da inserire, che sono anche più importanti dello stock footage stesso.
Anche se erano tanti anni che scattavo fotografie, con il video ero alle prime armi, ancor più con i time-lapse, ovvero il genere di stock footage che tutt’ora si vende di più.
Come trovare i contenuti che vendono
Oggi la prima cosa che faccio quando cerco di capire su che genere di soggetto concentrami per creare un prodotto vendibile, è fare un rapporto tra:
- quantità di clip in vendita (offerta),
- richiesta da parte dei clienti (domanda).
E’ facile riuscirci, perché basta usare dropstock.io e il suo strumento chiamato Microstock Photo Keyword Research che è gratuito e si trova in questa pagina.
Firenze
Abitando a Firenze, si è circondati da soggetti interessanti, ma vista la grande quantità di persone che la riprendono e fotografano, il problema è che oramai le collezioni delle agenzie sono troppo inflazionate di stock footage e ancor più di stock images ambientate in città:
usare Firenze come soggetto dei propri contenuti da caricare nei microstock è quasi come come vendere i ghiaccioli nell’Artico, da quanta concorrenza c’è.
Però se ci si riesce a professionalizzare si può ancora trovare qualcosa di vendibile. Basta avere una strategia per riuscirci, e fare qualche piccolo sforzo in più:
- utilizzare gli amici come modelli per differenziarsi,
- trovare tecniche di ripresa poco utilizzate (il time-lapse che ritrae il passaggio dalla notte all’alba è dispendioso a livello di tempo, quindi c’è anche poca concorrenza).
Sia chiaro. Io ho un mio metodo e punto su quello.
La gran parte dei contributor si butta invece su contenuti iper presenti nelle agenzie. Quest’ultimi si vendono ancora, ma per riuscirci bisogna:
- essere dei produttori di lunga data (potere degli algoritmi),
- essere più bravi (o più creativi) di migliaia di concorrenti.
Quindi le possibilità di successo diminuiscono di conseguenza.
Il time-lapse di Firenze da notte a giorno
Assecondando la mia strategia, ho voluto inaugurare il microstock della mia città provando a realizzare un time-lapse dalla notte al giorno. Ci sono volute… tre notti. E solo il terzo tentativo è stato soddisfacente.
Il “bello” di passare una notte insonne è arrivare alle 7 di mattina e vedere che si è sbagliato tutto: una sensazione indimenticabile. A me è capitata 2 volte (volevo morire).
Per fotografare, e quindi per fare i time-lapse, uso:
- Nikon D7500 (controlla il prezzo su Amazon),
- Grandangolo 18-105 f. 3,5–5,6 (controlla il prezzo su Amazon).
Sicuramente usare una reflex full frame migliorerebbe il risultato finale. Così come avere a disposizione una lente di maggiore qualità (soprattutto per quanto riguarda la parte di time-lapse ambientata di notte). Ma per adesso mi accontento della mia attrezzatura.
Il passaggio dal buio alla luce diurna è bello dal punto di vista scenico. Il problema è che produrlo è difficile, soprattutto a causa del flicker. Ed è anche molto faticoso.
Vi siete mai chiesti perché nei microstock ci sono tanti tramonti e poche albe?
La risposta è semplice:
mi sono dovuto alzare alle 2 di notte per prendere posizione alle 3.30 e impostare la reflex.
Non tutti sono disposti a farlo. Infatti, questo è lo stock footage simile al mio che oggi è pubblicato: nessuno (a parte me) ha ripreso Firenze partendo da notte fonda.
Le impostazioni della reflex
Al di là del sonno, un altro grosso problema sono le impostazioni della reflex, visto che il time-lapse parte fotografando una quantità di luce migliaia di volte inferiore a quella con cui termina, e lavorando in priorità tempi o diaframmi (che è l’unico modo possibile, perché lasciare la reflex in automatico dà troppe controindicazioni) sorgono delle problematiche difficili da correggere.
Il problema di fondo è proprio la luce: il time-lapse necessità di un’esposizione uniforme dall’inizio alla fine. Per arrivare a questo, ringrazio l’assistenza continua di Daniele Carrer e di altri contributor e insegnanti, vista la scarsità di tutorial (seri) in rete.
E ringrazio anche Nikon, che nelle sue camere ha introdotto una funzione che serve proprio a contenere il flickering:
https://www.nikonschool.it/experience/time-lapse-uniforma-esposizione2.php
Gli errori che ho fatto
La prima volta, per esempio, ho messo a fuoco in piena notte. A quell’ora è tutto buio nel mirino, nonostante l’illuminazione pubblica e, quindi, alle prime luci dell’alba mi sono accorto che il fuoco era sulla montagna e Firenze era completamente sfocata. Il mio consiglio, quindi, è di fare sempre degli scatti prova, cercando di:
- testare la messa a fuoco manuale sul soggetto principale.
- controllando gli scatti nel monitor.
In più, il bilanciamento del bianco non deve essere lasciato in automatico. Deve essere costante per tutta la sequenza. Io ho trovato il compromesso lasciando il preset nuvoloso del menu della reflex.
Il tempo di esposizione, come in tutti i time-lapse, non deve essere troppo corto. Altrimenti il video viene a scatti, con un effetto irreale vista la velocità con cui si muovono i soggetti.
Quindi?
Molti usano la priorità diaframmi, che è quella che consente maggiore sicurezza, vista la durata della sequenza e l’escursione di luce che c’è tra l’inizio e al fine (i tempi, infatti, possono variare, da 1/4000 fino a un secondo di meno dell’intervallo che si imposta, che in questi casi non è mai inferiore ai 10 secondi).
Se si decide di procedere così:
- si imposta l’apertura focale,
- la reflex cambia i tempi in base alla quantità di luce.
Io ho lavorato invece in priorità tempi:
- tempo di esposizione di 2 secondi,
- iso bassissimi,
- diaframma che si adegua in base alla luce.
Il risultato è accettabile:
https://stock.adobe.com/video/beautiful-time-lapse-night-day-in-florence/273631647
ma ho dovuto buttare la prima parte perché sottoesposta e il finale, perché sovraesposto.
Lo stock footage che ne è scaturito adesso è in vendita su Adobe Stock (la versione 4k costa 169,99 euro), anche se purtroppo Shutterstock non mi ha accettato la clip (ditemi dove posso migliorare!). Nonostante la soddisfazione devo dire che lo sforzo è stato notevole e rifarò qualcosa del genere solo quando avrò guadagnato a sufficienza, perché è stata veramente un’avventura.
Io comunque preferisco sempre le foto fatte in studio. In quel contesto:
- controllo le luci,
- c’è silenzio,
- non ci sono agenti esterni che mi distraggono.
Nel mio studio di casa riesco a fare le clip in breve tempo. Gestisco meglio il tempo, che è fondamentale per costruire un portfolio che vende. E alla fine ottengo questi risultati:
https://stock.adobe.com/video/beautiful-time-lapse-of-red-heart-frozen/278114755
Che la luce sia con voi!
Francesco Carniani
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