Guarda la versione video degli episodi del podcast nel mio canale Youtube.
In questo episodio parlo di:
- come vendere le proprie illustrazioni su Etsy
- un produttore che ha venduto un'immagine incassando 112 dollari
- come possono avvenire i furti di immagini e filmati stock
- una nuova funzione aggiunta da microstock.plus
- la differenza tra paga tradizionale e le royalty delle agenzie
- un contributor che ha deciso di aprire la partita IVA
- quanto conviene diluire il caricamento dei contenuti
- come vendere cinemagraph nei microstock
- Adobe Stock che inizia ad accettare contenuti editoriali (in alcuni casi)
- un fotografo che vende 40 mila foto al mese
Vendere le proprie illustrazioni su Etsy
Ricorderete che un po’ di tempo fa avevo parlato di Etsy (leggi la storia), l’ecommerce nel quale anche noi:
- fotografi
- videomaker
possiamo avere un’opportunità di business vendendo i nostri contenuti sotto vari forme. L’avevo fatto raccontando l’esperienza di un produttore di microstock che, professionalizzando il suo negozio, era riuscito a monetizzare le sue foto, che nello specifico erano nudi di donna che diventavano quadri che vendeva in tutto il mondo.
Facendo corta: lui gestiva la realizzazione delle foto e la promozione, poi per la stampa su cornice e la consegna esternalizzava tutto.
Visto che il periodo è tale per cui i fotografi e gli illustratori hanno un sacco di bisogno di idee per guadagnare con il loro lavoro, quindi Etsy è un ottimo strumento in questo senso.
A tal proposito, Harald Pizzinini, contributor storico di stock images, mi scrive un messaggio che credo possa darvi qualche idea:
Ciao Daniele. Volevo dirti che dopo varie letture e podcast ascoltati, ho intrapreso la vendita delle illustrazioni che faccio la sera con il mio Ipad pro.
In un'oretta faccio il disegno, poi uso Photoshop per appiccicargli su vari sfondi, lavorando un totale di 15 minuti e infine carico tutto su Etsy come file digitale, così mi evito la scocciatura di gestire la consegna ai clienti. In questo modo è una vera e propria rendita passiva.
Ovviamente ho appena iniziato e non ho ancora venduto nulla. So che non è una cosa immediata, ma intanto mi alleno a disegnare, cosa che mi serve per il mio lavoro. Insomma, tutto sommato, se non vendessi nulla non piangerei e se vendessi sarebbe uno stimolo in più.
Ti devo ringraziare perchè è nato tutto dal tuo sito e dal microstock.
Ti mando il link al mio negozio Et sy
Comunque il microstock non l'ho mollato: sta andando lento avanti da solo. Caricherò presto altri contenuti e ti aggiornerò per il podcast.
Cari amici, abbiamo bisogno di progetti, non di sogni. Buttatevi quindi anche voi sui business digitali che potete fare con fotografie e riprese video. Non c’è solo il microstock, come dimostra quello che ci ha detto l’amico di cui abbiamo appena citato la storia. La situazione attorno a noi può essere anche poco volta all’ottimismo, ma il digitale non è solo la toppa al problema, perché rimarrà anche lì a crisi finita.
Ovviamente, caricare su Etsy, come farlo su:
- Shutterstock
- Adobe Stock
è semplice e gratuito.
Ma tra caricare e vendere ne passa, quindi è anche per questo che esiste gente che insegna come fare, perché se vi fidate del vostro intuito, finite a controllare compulsivamente i report di vendita che rimangono a zero, o quanto meno a un massimo di 10 euro al mese, che di certo non vi cambiano la vita, tolta la soddisfazione del primo momento.
L’amico Harald, vende solo il file digitale delle sue illustrazioni, senza trasformarlo in stampa e cornice. Fa quindi qualcosa di molto semplice, che proprio per questo non porterà a grandi risultati economici.
A differenza sua, il protagonista della storia che vi ho raccontato in passato trasforma le sue foto in qualcosa di più elaborato, e anche per questo ha ottenuto un successo invidiabile, visto che così facendo ha battuto la concorrenza degli altri produttori.
Le logiche sono sempre quelle del microstock:
se fotografate il Colosseo siete in concorrenza di migliaia di fotografi amatoriali che visitano Roma ogni giorno, e quindi non vendete nulla.
Se fotografate una persona che simula lo smart working mentre usa il computer portatile con sullo sfondo il Colosseo o qualsiasi altra icona turistica allora vi differenziate e quindi è più probabile che vendiate.
Vendere un’immagine stock per 112 dollari
In tema di progetti, che a differenza dei sogni producono invece dei risultati, cominciamo con il botto. Mi scrive un ottimo produttore, che definisco tale proprio per i risultati che ha ottenuto e di cui ho già parlato in precedenza.
Lui si chiama Alessandro Grandini. Il messaggio è semplice e lo dedichiamo a tutti quelli che dicono che il microstock è morto:
Ciao Daniele, ti condivido un piccolo record di incasso per singola immagine che risale a ieri: 112 dollari.
Bravo Alessandro. Naturalmente 112 dollari sono l'incasso per il produttore, quindi la foto è stata venduta più o meno a tre volte quel prezzo, viste le percentuali che Shutterstock paga ai produttori:
In sé 112 dollari non sono tanti, ma la differenza tra il microstock e il business tradizionale legato alla fotografia è che quella stessa immagine il buon Alessandro, senza muovere un dito visto che la vendita è interamente a carico delle agenzie, può venderla anche altre 10 mila volte.
Sappiatelo voi che il tempo che passate a lamentarvi potreste passarlo a produrre, o quanto meno a pianificare come guadagnare con le vostre foto e i vostri video.
Aggiornamenti sulle vendite di alcuni contributor
Sono molto felice che dopo la messa in onda dello scorso episodio siano arrivati un sacco di riscontri a quanto detto. Molti erano dei fotografi e videomaker citati, ma altri anche da semplici ascoltatori ispirati dag quanto detto.
Il mio progetto di divulgazione, cari amici, è piccolo piccolo:
piccolo perché sono da solo a portarlo avanti e, detto tra noi, sto bene così.
Ma quando qualcuno mi conferma che grazie a quello che ho detto ha iniziato a monetizzare la fotografia e la ripresa vide e alla fine di un percorso, che non è per niente facile, è riuscito a portare a casa la pagnotta, io sono felice come se i risultati positivi fossero miei.
Detto ciò, cito, con il loro permesso, cito un po’ di amici che mi hanno scritto.
Edoardo Bortoli:
Ciao Daniele, mi porti bene: esce il podcast dove fai il mio nome e nel pomeriggio scopro di aver venduto un time-lapse per 10,38$.
Dobbiamo sentirci più spesso!
Grazie Edoardo, per l’ottimismo che ci dà una notizia, per quanto semplice, come la tua.
Mi scrive poi dalla magnifica Trieste, un altro amico storico del mio sito e del podcast, che a dire il vero era un po’ che non sentivamo.
Lui si chiama Marco Tiberio:
Grazie Daniele: sempre appropriati i tuoi interventi e sempre al momento giusto.
Io a piccoli passi proseguo la mia corsa, come sempre. Ho i miei guadagni, anche se non sono moltissimi, però piano piano ci arrivo.
Ho investito quello che ho guadagnato in altra attrezzatura, questo mi permette di variare.
Adesso inizierò altre produzioni con i nuovi giocattoli. Sì: giocattoli, perché bisogna soprattutto divertirsi!
Grazie a Te Marco. Bisogna senza dubbio divertirsi, specie per chi come te lavora nel business del microstock pur avendo già un altro lavoro, che nel tuo caso, se non ricordo male, è proprio quello di fotografo. E bisogna anche guadagnare, altrimenti si fa molta più fatica a trovare il tempo per fotografare e riprendere.
Comunque, 1000 volte meglio vendere stock images e stock footage e, inizialmente, guadagnare 20 euro al mese, che stare ogni momento libero sui social o sui siti di notizie.
Sotto a un commento di un mio video su YouTube, a un commentatore che diceva, con il garbo proprio di chi non ha niente da fare da mattina a sera:
Meglio così, che a 180 gradi sul divano a lamentarsi da mattina a sera.
Mi farete sapere se siete d’accordo con me o con il Lord che ha scritto quell’altra cosa.
Furti di immagini stock
Chiudo questo spazio, sempre relativamente a quanto detto lo scorso episodio, con un intervento di Mara Duchetti, che fa la montatrice video a livello professionale e da un po’ di tempo produce anche immagini stock, visto che è un’appassionata proprio di fotografia.
Il tema è quello dei furti di immagine, ma non solo, visto che ci parla anche di una novità relativa a uno strumento fondamentale che secondo me è fondamentale per guadagnare con il microstock e che si chiama Microstock Plus:
Ho ascoltato il nuovo episodio del tuo podcast e ho trovato ancora una volta degli spunti interessanti.
Come segnalava un ascoltatore, anche io ho visto per puro caso una mia clip (un'antilope dik dik) apparire molto brevemente in un video sulla Namibia, senza avere riscontri nelle vendite, ed è passato più di un mese ormai.
Io non avrei avuto problemi a dare gratuitamente quella clip, anche perché parlava di conservazione dell’ambiente, ma mi rattrista pensare che qualcuno rubi foto e video. E’ impossibile sapere però cosa è successo, forse anche per la questione dei partner in cui le agenzie ridistribuiscono i contenuti.
L’anno scorso, sempre per caso, in aereo ho trovato sulla rivista di bordo una mia foto utilizzata per la pubblicità di una birra (un paesaggio come sfondo a una bottiglia).
Che tipo di licenza serve per un utilizzo di questo tipo?
Quella foto l’ho venduta più volte e su più agenzie ma sempre a poco, mentre avrei pensato che per la pubblicità le commissioni fossero più alte.
E a proposito di partner: sarebbe interessante capire quali sono le agenzie che possono aprirci una strada verso mercati alternativi, come per esempio la Cina.
Una novità di Microstock.Plus
Ti segnalo inoltre che Microstock Plus (io uso la versione gratuita) oggi mentre stavo indicizzando un video mi ha proposto delle clip simili presenti su alcune agenzie, mostrandomi parole chiave inerenti e statistiche di vendita. Forse nelle versioni a pagamento lo faceva già, ma comunque penso potrebbe essere una funzione utile per noi venditori.
Sempre relativamente a Microstock Plus: Dreamstime per ragioni di sicurezza ha posto un blocco ai caricamenti automatici e quindi non si riesce più a caricare lì. La stessa Microstock.plus lancia un appello a tutti i suoi abbonati affinché scrivano a Dreamstime per esporre il problema:
Dreamstime has started blocking automated submissions recently. We've tried to contact them to resolve this issue but they do not reply. That's why we need your help. Please contact their support and tell them ONE of the following things:
- that when you open their website you get an error "Access to this page has been denied". Do NOT mention StockSubmitter or Microstock.Plus. That will help them to understand that they're blocking their contributors who provide them the content they benefit from rather than some evil hackers...
That you cannot submit content to their website through StockSubmitter or Microstock.Plus and that's the way you're submitting content to all other agencies. Tell them that you cannot keep submitting content to them if this issue will not be resolved and ask them to start cooperating with us on finding a solution.
We are not sure which one of those options will yield better results so please just choose one of them.
Io me ne sono accorta quasi per caso e non so quanti abbiano visto il messaggio. Potrebbe essere utile che in tanti scrivessimo proprio a Dreamstime, anche perché se non risolvono il problema credo molti fotografi non caricarebbero più niente su quell’agenzia.
Il prezzo equo del lavoro di noi fotografi
Infine una precisazione: sono consapevole del fatto che Freepik non sia il massimo, visto che paga 10 centesimi a foto, ma a differenza di Shutterstock (che ormai fa lo stesso) e di altre agenzie simili, garantisce, per lo meno a me, vendite giornaliere. Non so bene perché: forse vende su mercati asiatici?
A volte ho l’impressione che l’unico modo per capire la “bontà” di un’agenzia sia quella di caricare contenuti e poi stare a vedere. Dovremmo boicottare le agenzie “ingrate”? Se penso al mio lavoro, quello di montaggio video, ti direi con certezza che non ci si deve svendere, ma riguardo al microstock non so.
Grazie Mara, quello che dici è estremamente interessante.
Sottolineo che da divulgatore quale nel mio piccolo sono io, ti accorgi di essere arrivato a un ottimo livello del tuo progetto quando i tuoi ascoltatori cominciano a fare domande e affermazioni interessanti.
Poi c’è sempre il fenomeno che un secondo dopo essere arrivato nel mio sito usa il modulo contatti per chiedermi:
quanti soldi posso guadagnare vendendo le mie foto?
Ma quello non lo estirpi mai.
Una delle domande peggiori che mi è arrivata è stata:
vorrei vendere le foto dei miei piedi ai feticisti per 15 euro, come posso fare?
Vai su Radio 24 alle 18.30 e chiedi a loro.
Venendo a cose serie, sul tema dei furti ricorderete che ci ho fatto interi episodi del podcast in passato.
Il modo più facile per rubare foto è usare Google Images, per quanto Google abbia messo dei blocchi in tal senso negli ultimi anni, ma rimane abbastanza fattibile raggirare tali blocchi.
Per quanto riguarda i video, da quanto con altri contributor abbiamo scoperto, è sottoscrivere un abbonamento corporate su Shutterstock, o meglio ancora lavorare per un'Azienda che ha sottoscritto quell'abbonamento, e rivendere i video che si possono scaricare tramite piattaforme come Fiverr. Per quanto in passato abbiamo segnalato alla stessa Fiverr utenti che lo fanno e che poi sono stati bannati, alla fine annunci del genere riappaiono, purtroppo, sempre.
E' plausibile che sia successa la stessa cosa con te e con l'altro produttore che citavo nell'episodio precedente, anche perché il footage scaricato dagli utenti che sottoscrivono quegli abbonamenti vengono accreditati ai contributor con molto ritardo, perché le commissioni sono assegnate in base alla quantità di video scaricati mensilmente da chi gli acquista, quindi deve scadere quanto meno il mese prima di ricevere i soldi.
Purtroppo non si può sapere con certezza quello che è successo e vista l'impossibilità di farlo forse è meglio anche non farci troppo caso, per quanto infastidisca la cosa.
Grazie anche per le dritte su Microstock Plus, che anche nella versione gratuita fa quindi un passo verso le funzioni che hanno reso famoso dropstock.io.
Una riflessione su quanto farci pagare
Sull’altro tema, interessante che aprivi, quello del lavoro quasi gratis, aggiungo per concludere il tuo ragionamento una considerazione fondamentale.
C'è una differenza sostanziale tra un lavoro come il tuo di montatrice (ma potrei dire il nostro, visto che un po' lo rimango anch'io montatore video) e fare il contributor nei microstock. Il prodotto che forniamo ai nostri committenti montando un video non è generato in automatico da un algoritmo e da un sito internet automatizzato.
Quindi è sacrosanto pretendere un pagamento adeguato, perché ci costa lavorare, visto che ci mettiamo il nostro tempo, oltre che la nostra professionalità e gli anni che ci abbiamo messo per maturarla. Quando il tuo prodotto invece è digitale e viene venduto da un sistema completamente automatizzato, le logiche cambiano, perché la struttura che c’è dietro, come il sito di Shutterstock, ha un costo elevato, soprattutto legato alle spese pubblicitarie per cercare clienti, ma il costo della distribuzione del contenuto, ovvero della vendita, è molto vicino allo zero. Con questo non sto giustificando le agenzie che quasi regalano stock images e stock footage, dico solo che tecnicamente c’è una ragione per farlo.
Quindi, l’ascoltatrice non lo fa ma voglio solo aggiungere io questa considerazione: paragonare lo stipendio da lavoro dipendente alle royalty per le vendite di contenuti richiede determinate premesse.
Da produttore di contenuti per i microstock a partita IVA
Infine, a chiusura di questa parte del podcast, cito un’altra cosa dell’ottimo Francesco Carniani che mi aveva dato lo spunto per iniziare proprio lo scorso episodio con un’ipotesi di business che avevo girato anche a voi ascoltatori:
Domani sento il commercialista. Se l'INPS me la paga l'azienda per cui lavoro i miei costi saranno minimi per la tenuta della partita iva e avrò la possibilità di fare molte altre attività come fotografo.
Le mie idee sono svariate:
- creare un sito internet dove espongo i miei lavori sulla città dove abito, Firenze, visto che non mi pare di avere tra i miei concittadini dei big del microstock, e qui hanno sede brand internazionali come Prada e Gucci
- fare corsi online su come realizzare time lapse con il green screen e sulla fotografia di base. Vorrei venderli a 10 euro a corso: prezzo aggressivo. Dovrei comunque capire quanto costa mettere in piedi la struttura che serve per venderli
- fare attività fotografiche con i turisti a Firenze
- lanciare un forum sulla fotografia
- organizzare passeggiate fotografiche
- fare ripresa di eventi.
In pratica venderei tutte queste cose grazie ad internet.
Bravo Francesco. Io non finirò mai di apprezzare la tua intraprendenza di persona che ha un altro lavoro e cerca comunque nuove opportunità per lavorare e, alla fine dei conti, vivere meglio. Di opportunità ce ne sono migliaia nel web e tu ne hai elencate solo alcune, spero che voi ascoltatori prendiate un po’ di ispirazione da quanto ha detto l’ottimo Francesco.
Vado di consigli pratici, un po’ da nonno del settore.
Se vuoi iniziare a fare corsi, magari per capire se ti piace, ti conviene partire da Udemy che è una piattaforma che vende corsi di migliaia di divulgatori. Così facendo, almeno inizialmente, ti togli la scocciatura di mettere in piedi l'infrastruttura (sito, gestionale per l'accesso alle pagine a pagamento e via dicendo) e puoi concentrarti sulla creazione delle lezioni. Ti anticipo che non ti ripagherai il tempo perso, ma è un ottimo modo per iniziare a crescere.
Sulle attività rivolte ai turisti, non appena riparte tutto, hai un autostrada in cui i fotografi italiani non hanno nessuna voglia di correre. Attenzione alla burocrazia: una volta nel podcast avevo girato la proposta agli ascoltatori, e mi è stato subito segnalato che in determinate situazioni devi avere il patentino come guida turistica, quindi informati bene su come fare ad evitare, legalmente parlando, l'obbligo.
Anche le passeggiate fotografiche non sono male, visto che sempre più gente ama fotografare, ma sempre meno gente sa come farlo bene.
Sul forum fotografico ti consiglio di pensarci bene, sia perché ce ne sono già tanti e molto frequentati, sia perché per ottenere buona qualità degli interventi va parecchio moderato. Potresti abbinarlo, un domani, al sito dove vendi i corsi, una volta che hai superato Udemy.
Hai tutta la mia ammirazione, anche se in seguito alla lettura del tuo messaggio nel podcast tanti ti malediranno perché il loro concetto di vita migliore è stare a lamentarsi e insultare tutti quelli che hanno voglia di fare e con questa costruiscono qualcosa di migliore rispetto a quello che hanno loro.
Tutta invidia insomma.
Diluire il caricamento dei contenuti nei microstock
Ritieni che quando si realizzano 200 video di un singolo soggetto (ad esempio una città) sia più opportuno caricarli un po' alla volta in momenti diversi o tutti insieme?
Te lo chiedo in ottica commerciale ovviamente.
E' un po' la strategia-barbatrucco quella di diluire in più tranche, per sfruttare una migliore indicizzazione: molto dispendiosa e con risultati incerti.
Io ho sempre caricato le centinaia di contenuti registrati nelle città tutti insieme. Dovessi farlo in tempi diversi, perderesti ore in più con il keywording, anche se usi i .csv, e non ne varrebbe la pena secondo me.
Perché Shutterstock non mostra il mio stock footage?
Al momento ho caricato su Shutterstock foto che avevo accumulato in vari viaggi fatti in giro per il mondo. Ma come giustamente dici tu, non ci si può accontentare dei pochi euro derivanti dalla vendita delle foto.
Così, seguendo il tuo suggerimento, ho provato a girare dei brevi filmati e caricarli sempre su Shutterstock. Me li hanno approvati. La cosa strana è che se provo a cliccare sui video mi dice filmato non disponibile.
Sai spiegarmi dove sbaglio?
Sbagli ad essere troppo impulsivo o impulsiva.
Venendo alle motivazioni dell'accaduto: o l'iscrizione all'agenzia non te l'hanno ancora approvata, visto che puoi caricare i file ancora prima che questo succeda.
O i file li hanno appena approvati e ci vuole qualche giorno perché li mettano in vendita e siano visibili. Dovrebbe essere questo il problema, e in tal caso si risolverebbe da solo.
Ragazzi un consiglio per tutti. Se siete all'inizio, non smaniate per verificare che vi abbiano approvati i file, vedere quante visualizzazioni anno, controllare se ci sono già state vendite. Concentratevi sulla produzione e magari solo dopo uno o due mesi, perdete un paio d'ore sulle statistiche, ma solo per cercare informazioni utili che vi permettono di capire come fare a guadagnare di più con i successivi contenuti che caricherete.
Vendere cinemagraph come stock footage
Mi sono dato da fare a creare:
- parallax di immagini
- plotagraph
- cinemagraph.
Ho caricato qualcosa, ma forse sto perdendo tempo. Ti scrivo per chiederti secondo la tua esperienza, conviene secondo te insistere su questa linea o lasciar perdere?
Premessa per tutti, le tecniche citate sono animazioni di foto e video.
Il parallax prevede la scomposizione degli elementi, e lo zoom tramite dei software, con il video che mostra quegli elementi che si muovono diversamente a seconda della distanza dall'obiettivo virtuale.
Il cinemagraph, che è la tecnica tra quelle citate che mi piace di più, prevede che la foto rimanga completamente statica, tranne un elemento che si muove come nel mondo reale. In pratica si vede la foto di due persone in riva al mare, tutto fermo, tranne il mare che si muove. In quel caso, si ottiene via software partendo non da una foto ma da un video.
Vi metto degli esempi nel video dell'episodio che va in onda su YouTube perché è abbastanza difficile spiegarli in un podcast.
Detto questo, per quanto riguarda cinemagraph o platograph (che per come la vedo io sono la brutta copia dei cinemagraph), sono tecniche relativamente nuove e che hanno un loro mercato. Il problema è che bisogna vedere quanto ci vuole per imparare a farle bene e questo non te le so dire perché non sono un esperto in materia. C'è un software che promette di fare tutto quasi in automatico, ma andrebbe testato per vedere se è così o se c'è qualche complicazione effettiva nel farlo.
Fossi in te, userei i cinemagraph per un test. Ne creerei una decina e mi darei qualche mese per vedere se vendono. Che è il metodo sempre perfetto quando si va verso l’ignoto a livello di soggetti.
In caso di successo, visto che il microstock è un mercato e come è tale è soggetto alla legge della domanda e dell'offerta, mi butterei a testa bassa nel produrli, perché un'altra delle regole del microstock è che se hai una collezione focalizzata su una nicchia, la differenza a livello di vendite tra avere 10 file online e averne 100, è favorevole in maniera più che proporzionale. Ovvero se hai 10 file e li vendi 10 volte, significa che se continui con la stessa qualità e ne pubblichi 100 di file non li vendi 100 volte ma 1000.
Succede per il modo in cui ragionano gli algoritmi e perché tanti compratori non sono interessati solo a un singolo file del genere che cercano. Su Pond5 mi capita più frequentemente di vendere lo stesso giorno diversi stock footage dello stesso tipo, anche perché le agenzie suggeriscono a chi sta guardando un tuo contenuto e tanto più a chi l’ha comprato, contenuti analoghi della stessa collezione, e quindi è normale che le tue vendite crescano più che in proporzione.
Adobe Stock inizia ad accettare contenuti editoriali
Volevo inviarti questi due screenshot perché ieri sera, caricando dei contenuti su Adobe Stock, mi è apparsa per la prima volta la casella di spunta per contenuto editoriale (“illustrativo” lo chiamano), andando a leggere di cosa si tratta vedo che è destinato a chi ha 1000 o più download.
Io ne ho al momento soltanto 38. Ti hanno già segnalato qualcosa di simile?
Grazie all’amico Alessandro Mancuso che mi ha scritto questo messaggio. Segnalazione estremamente utile e interessante, tanto più visto che è l’unico che me l’ha fatta e a quanto pare non c'è nessuna comunicazione ufficiale. E' quindi qualcosa che stanno per lanciare.
A questo punto vi chiedo:
avete notato qualcosa di simile?
Ricordo che fino ad ora Adobe Stock non accettava contenuti editoriali da utenti normali, ma solo da grandi fornitori di contenuti, come l’agenzia Reuters. Vista la grande concorrenza che c’è nel business del microstock, parrebbe che Adobe Stock vada nella direzione di Shutterstock e dei suoi concorrenti, pur con il limite di 1000 download necessari per accettare da un contributor contenuti editoriali.
Bravo Alessandro, la condivisione migliorerà la nostra vita.
Il fotografo che vende oltre 40mila immagini stock al mese
Infine amici, concludo, dicendovi che in settimana ho pubblicato l’intervista a AAron Amat. Il nome non vi dirà assolutamente nulla, ma si tratta di un produttore che vende 40mila immagini al mese su Shutterstock, Adobe Stock e altri siti che, se volete, troverete elencate nell’intervista stessa.
Dedico quell’intervista, quindi, a chi dice che il microstock è morto, che non si vende più nulla. Ci sono molti elementi che vi stupiranno o per lo meno stupiranno quelli di voi che non hanno capito nulla del business.
Uno di questi è che l’attività in Spagna, e nemmeno a Barcellona o Madrid, ma ad Alicante, ridente cittadina sul Mediterraneo che non è proprio una metropoli.
Il secondo è che il buon Aaron quando ha cominciato, nel 2008, non sapeva nemmeno fotografare, a testimonianza che per guadagnare con il microstock non è solo la tecnica che fa la differenza.
Il terzo è che, nonostante non dica espressamente quanto guadagna, grazie al microstock sta costruendo un palazzo di 6 piani dove produrre contenuti, esclusivamente stock images per altro, visto che fa solo quello. Non crea stock footage e non fa altri lavori da fotografo. Ergo che non spenderebbe tutti quei soldi se il suo pensiero fosse che il microstock è morto. E lui mi sembra che un po’ se ne intenda.
Ce n’è insomma, quanto meno per alcuni di voi, per domandarsi se tutto quello che si è creduto fino ad ora non sia sbagliato.
Lo ricordo ancora, Aaron Amat non è il mitomane da forum che insegna agli altri quello che devono fare guadagnando per sé 20 euro al mese, ma un produttore da 40 mila foto vendute al mese, con picchi di oltre 1000 foto al giorno su Shutterstock. Traete le vostre conclusioni cari amici.
L’intervista la trovate linkata nel testo del podcast e dopo averla letta domandatevi quante occasioni hanno perso i fotografi italiani. Soprattutto quella parte di loro che crede di tenere ancora aperto per tanto fotografando i matrimoni.
Non so voi, al di là della polemica con i connazionali, ma i quando sento certe storie di successo ne traggo un sacco di ispirazione per aprirmi nuove opportunità nel fantastico mondo del business digitale, dove non esistono raccomandati e dove solo i migliori hanno quello che si meritano.
Il 99esimo episodio di vendere foto e video online finisce qui. Fuori dalla mia porta e dalla mia finestra, purtroppo, particolarmente in questo momento, il mondo non è altrettanto propositivo, ma nonostante ciò io vi ricordo che nella vita l’importante non è divertirsi ma essere felici.

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