Guarda la versione video degli episodi del podcast nel mio canale Youtube.
In questo episodio parlo di:
- Come la Legge di Pareto si applica a Shutterstock,
- Rapporto quantitativo tra contributor Shutterstock e scioperanti,
- Quanto tempo bisogna aspettare per vendere i primi video su Pond5,
- Quali sono i migliori stimoli per produrre (i guadagni non sono al primo posto),
- Un fotografo professionista che ha inserito il microstock nel suo flusso di lavoro,
- Come impegnare al meglio il tempo per vendere il proprio archivio,
- Problemi di girare stock footage con una reflex vecchia,
- Still life come soggetto di stock images e stock footage,
- Un fotografo che sciopera contro Shutterstock e che ha argomentazioni condivisibili.
Shutterstock e la Legge di Pareto
Ciao Daniele, il mondo del microstock gravita intorno a Shutterstock, a quanto pare... per cui mi metto a ruota e ti dico la mia.
Ho assistito inerme alla mossa devastante di Shutterstock e mi è venuta in mente la legge di Pareto.
Cito da Google: "Questa semplice enunciazione afferma che il 20% delle cause produce l'80% degli effetti quindi, ad esempio, il 20% dei vostri clienti genererà l'80% del fatturato". Allora io, magari esagerando un po’, posso pensare che il 20% dei contributor produrrà l'80% delle vendite di Shutterstock.
Partendo da questa semplice ipotesi (non ho assolutamente idea di quali siano i valori reali...) mi immagino che Shutterstock, nell'evidenza di un mercato delle foto piuttosto saturo, cominci a pensare che forse sia il caso di disfarsi di una schiera di contributori:
- poco redditizi
- deboli in termini di portfolio (tipo il sottoscritto).
Un’operazione di questa portata può generare un doppio vantaggio rispetto al lavoro dei propri revisori:
- ridurne il numero in maniera drastica
- concentrare i loro sforzi sugli invii dei Top.
Shutterstock accetterà di buon grado la conseguente diminuzione di immagini in arrivo in favore di un probabile aumento di materiale video, sempre più richiesto dai clienti. Dopodiché ridurrà drasticamente anche il compenso per lo stock footage.
Giustamente facevi notare tu stesso che non è il caso di perdere il proprio tempo dedicandosi alla lettura dei forum, ma è abbastanza evidente che attraverso vari rumor si stia attuando una sorta di sabotaggio dei contributor nei confronti dell'agenzia americana.
Alla luce di ciò che ho appena ipotizzato, ne deduco che sia ciò che si vuole ottenere in casa Shutterstock.
Sarò in errore, ma chi tra noi ha motivo di lamentarsi è proprio chi non crede di avere i mezzi per poter raggiungere i livelli migliori delle fasce più pagate.
A fine anno tutto si azzera, è vero, ma ci sarà sempre colui che parte a tutta velocità con la sua Ferrari e la "massa" che pedala più o meno velocemente su due ruote.
Per i primi, gli svantaggi non sembrano essere così evidenti se consideriamo le provvigioni dei livelli migliori, mentre per i bikers direi che non c'è scampo.
Probabilmente la mia tesi è un po’ semplicistica, ma mi piacerebbe avere un tuo parere in proposito.
Allargando il campo ai concorrenti, capisco sempre meno le argomentazioni di coloro che se la prendono con iStockphoto (aridaje! – mi dirai tu...!): personalmente non posso che parlarne bene, non solo per il fatto che da inizio anno ho ottenuto il triplo dei download rispetto al concorrente Shutterstock, ma soprattutto per la media ben superiore in termini di guadagno.
Ma questa sembra rappresentare la classica situazione "anomala".
In linea generale la penso come te, bisogna cercare di adeguarsi al mercato ed alla velocità nei cambiamenti.
Miglioriamo noi stessi, e tutto ciò che ci circonda sembrerà più interessante!
Un milione di contributor 5 mila scioperanti
Grazie Riccardo, così si chiama il fotografo che ha scritto il messaggio che ho appena citato.
Io non mi arrabbio per cose che non posso controllare. Quelli che scioperano fanno esattamente quello che farebbero se fosse successa la stessa cosa nel mondo offline trent’anni fa, senza rendersi conto che la situazione è talmente diversa che non può essere rapportata a un business digitale, al quale contribuiscono persone da tutto il mondo.
Come si può credere che uno sciopero produrrà risultati in un'agenzia che ha un milione di contributor (dati ufficiali del report rilasciato agli investitori l'anno scorso, leggilo)?
Quest'anno è stata Shutterstock, nel 2019 l'ha fatto Pond5, anche se in maniera un po' più furba, e, nessuno se lo ricorda, nel 2009 ha fatto esattamente la stessa cosa iStockphoto, portando lo scaglione più basso di commissioni al 16%. I pareri che si leggevano all'epoca erano esattamente gli stessi che leggo oggi nelle mail che mi mandano.
Se un giorno il microstock non varrà più la pena, userò le mie foto e i miei video per lavorare in un altro modo. Non è che nel web mancano le opportunità, se uno ha voglia di cercarsele.
Le prime vendite su Pond5
Mi scrive un giovane fotografo e videomaker toscano, di cui avete già sentito parlare in questo podcast, e del quale stiamo raccontando la sua storia ad episodi, Alessandro Mancuso.
Sentire quello che gli succede è molto utile, soprattutto per chi è agli inizi, perché dà l’idea dei risultati che si ottengono con questo mestiere. Risultati che non sono mai trionfali, che non vi consentono nel giro di un anno di passare le vostre giornate in una villa con piscina o di non lavorare più, come qualche guru del web cerca di insegnarvi per vendere i suoi corsi, ma sono risultati che senz’altro migliorano la vita rispetto a quanto potreste avere senza la vendita di foto e video online, e non è solo una questione di soldi.
Ti scrivo per farti sapere che nel temporaneo “silenzio” di Shutterstock e Adobe Stock, qualcosa si è smosso su Pond5.
Ieri mattina mi sono risvegliato con una notifica di vendita, la mia seconda negli ultimi venti giorni circa, dopo sei mesi di caricamenti.
Avrei voluto scriverti ieri per un ringraziamento, ma poi ho avuto un po’ da fare e mi è passato di mente.
Stamattina mi sveglio e… un’altra vendita su Pond5, quindi la terza.
Una di quelle clip top view che girai durante il lockdown e che raccontasti in uno degli ultimi podcast.
Sono a quasi quattrocento video e continuo a scervellarmi su cosa produrre, basandomi ovviamente sui dati, cercando di essere il più originale possibile.
Il microstock è diventato in poco tempo, per me, uno stimolo assurdo per mantenere la mente attiva e creativa, visto che il videomaking “offline” che pratico ormai da quasi undici anni, iniziava a starmi un po’ stretto.
Nell’ultima settimana ho deciso di rispolverare delle conoscenze acquisite negli anni sull’animazione 2D per creare animazioni da caricare in 4K nei microstock. Vedo che già una decina sono state accettate, anche velocemente (su dropstock.io hanno punteggi notevoli). Ci metto relativamente poco a produrle, essendo minimali:
- disegno con Photoshop,
- animo con Final Cut.
Per adesso ho creato pagamenti con carte contactless, con smartphone e pile di banconote che “invadono” il monitor, vedremo come va. Magari è uno stimolo per mettermi a studiare anche il 3D.
Ho deciso di percorrere anche quella strada perché mi permette di essere svincolato e indipendente dal fissare appuntamenti con amici, parenti o conoscenti per le riprese. Quando ho una mezz'oretta libera mi metto lì e creo il più possibile, senza bisogno di persone.
Per ottimizzare i miei orari giornalieri è una soluzione perfetta per permettermi di restare produttivo. Quando (e se) me lo potrò permettere, cercherò di rimborsare almeno un minimo ai modelli che si presteranno alle riprese di lifestyle: mi sembra giusto e lavoriamo tutti più motivati.
Stimolo è la parola giusta del microstock
Grazie Alessandro. Stimolo è la parola giusta quando si parla di vendita di foto e video online.
Questa storia è della scorsa settimana, ma non sono riuscito a metterla nel podcast precedente.
Pensate che il giorno prima che mi arrivasse questo messaggio, Shutterstock, che nel caso di Alessandro era in silenzio assoluto, mi ha pagato 115 dollari per la vendita di un video full HD girato nel 2012, che credo di non avere nemmeno mai venduto prima. Per la cronaca, Casa Batlló a Barcellona. Viaggiando low-cost non credo di essere andato tanto lontano dal pagarmi, con questa singola vendita dilazionata, l’intero viaggio o quanto meno il volo.
Erano diversi giorni di seguito che vendevo qualcosa lì, tutte vendite intorno ai 20 dollari, essendo:
- video,
- non foto,
ma prima di quella settimana c’erano stati dieci giorni di silenzio totale, cosa che non mi era mai successa prima. A volte sembrano irrazionali gli algoritmi.
Nella storia di Alessandro Mancuso devo dire che ci sono molte analogie con la mia. Anch'io tanti anni fa mi sono stufato del videomaking offline, nonostante ottenessi qualche risultato ai festival con i miei cortometraggi.
Era un po' come se mi fossi trovato a fare l'anno della maturità avendo molti anni in più dei miei compagni di classe. L’anno della maturità rappresenta per molto di noi il ricordo più bello, ma se inizi a riviverlo in continuazione accanto a gente molto più giovane di te, diventa triste alla fine.
Poi per fortuna, nel mio caso, è arrivato lo stock footage, che mi ha tenuto allenato e lontano dalle tante distrazioni del mondo. Mi sembra di capire che per Alessandro valga lo stesso.
Un professionista serio che ha inserito il microstock nel suo flusso di lavoro
Come potete notare siamo usciti dall’argomento principale degli ultimi podcast, e lo stiamo facendo con slancio, nel senso che vi sto raccontando le storie di appassionati di fotografia e videomaking, o nel caso della prossima storia, di un professionista, aggiungo io, di un grande professionista. A conferma di ciò, trovate i suoi scatti incorporati nel testo del podcast e anche, ovviamente, nella versione video dell’episodio che va in onda su YouTube.
Ciao Daniele. Mi chiamo Alessandro Pintus e, insieme al mio collega Alessandro Peralta (Ales&Ales), ad un dipendente e alcuni collaboratori saltuari abbiamo uno studio fotografico a Cagliari.
La mia attività è concentrata sui lavori pubblicitari e sulle cerimonie, però nel tempo abbiamo investito anche sullo stock. Oggi abbiamo 14.000 foto su Adobe Stock e 2000 su Shutterstock. Immagini pescate, all’inizio, dal nostro archivio e negli ultimi anni fatte apposta, con liberatorie complete firmate da chi compare.
Una volta, un vecchio stampatore ci ha definiti così: “Voi non siete né giovani né vecchi”.
Credo che ci abbia descritti al meglio, capendo a fondo la nostra filosofia.
Siamo nati con l’analogico, ma la prima reflex digitale l’abbiamo avuta nel 2002: la Canon D60 da 6 megapixel costata sei milioni di lire; oggi sarebbe una follia.
Da un lato siamo dei precursori, ma dall'altro facciamo cose che sembrano apparentemente vecchie:
- vendiamo più album tradizionali che album libro,
- non troviamo ancora interessante il discorso mirrorless.
Tutto questo te lo dico non per entrare nel merito delle singole scelte e argomentarle, ma per evidenziare che ciò che conta per noi sono i ragionamenti e non:
- le guerre di trincea tra fotografi,
- le mode.
Quando le scelte si rivelano errate facciamo serenamente dei passi indietro.
Crediamo in un futuro dove la vendita di microstock è centrale, come del resto è successo con Spotify per la musica.
Tuttavia, credo che la differenziazione del business sia altrettanto importante.
- perché, come accade per la musica, ci possono essere altre vie per fare business – Vasco ha strappato quasi duecentocinquantamila biglietti con un solo concerto.
- perché facendo solo stock sei comunque dipendente da piattaforme che decidono per te, un po’ come è accaduto ai social network. A questo problema, tu mi dirai, si ovvia cambiando piattaforme, quando esagerano e tirano troppo la corda, come ha fatto iStockphoto qualche anno fa, ma quando succede rimane sempre un’incognita sul futuro e un gran lavoro da fare per spostare tutto. Questo, tuttavia, non deve rappresentare un ostacolo nel puntare su un mercato che rappresenta il futuro della vendita di immagini.
- Non tutto può essere comprato dai siti stock: una famiglia, un matrimonio, una bottiglia di un certo liquore, la sala di un ristorante, i vaneggi di certi pubblicitari.
Seguendo i tuoi video so già a che cosa stai pensando: “Che criterio avrà utilizzato per capire cosa fotografare e come farlo?”
Ho studiato.
L’ho fatto anche grazie alle agenzie di stock, su tutte Image Source (https://www.imagesource.com/), che è un agenzia un po’ particolare – e che non ha tanto seguito – ma che fa una cosa molto interessante: ti spedisce dei pdf scrivendoti ciò che funziona e te lo motiva.
Per esempio, ti dice che gli anziani che fanno sport e che si godono la vita sono un soggetto molto interessante e di cui c’è ancora una grande necessità.
Ti spiega che gli anziani oggi
- viaggiano di più, hanno più tempo,
- vivono di più,
- hanno disponibilità finanziaria.
Però ora, sentendo i tuoi video, mi sono reso conto che posso essere più scientifico nella scelta dei soggetti e puntare anche sui video, oltre che sulle foto… Per questo fra un paio di mesi avrò più tempo e potrò seguire il tuo corso.
Queste sono alcune foto che abbiamo fatto sugli anziani “vitali".
Ho comunque già iniziato a fare delle prove con i video in 4K. Purtroppo a marzo abbiamo avuto solo l’idea di fare dei servizi sul Covid. Era un momento estremo ed è stata dura farlo perché c’erano tante limitazioni.
Nel periodo del lockdown sono passato da 100 euro al mese a 500 euro solo su Adobe Stock in due mesi, proprio perché ho sviluppato in maniera insistente il tema del Covid, anticipando i tempi.
In pratica, ciò che è successo, è che era talmente scarsa l’offerta all’inizio e talmente alta la domanda nei mesi successivi, che è stato sufficiente l’intuito di produrre molti contenuti.
Se avessi avuto anche la lungimiranza di fare i video, credo che avrei guadagnato molto di più.
Ti linko alcune immagini che sviluppano un altro tema che è arrivato di recente e su cui ho realizzato diversi servizi.
È legato molto allo stare a casa, lavoro, tecnologia, smart working ecc.
Le foto che vedi le abbiamo realizzate seguendo la linea guida di questo filone.
Vengo alla mia domanda:
mi consigli di caricare le migliaia di foto che adesso ho solo su Adobe Stock anche su altre agenzie o mi consigli di concentrarmi essenzialmente sulla produzione di video 4K, visto che, come dici sempre, sono molto più redditizi?
Storia estremamente interessante.
Questo è il link dell’agenzia di Alessandro e del suo socio Alessandro Peralta. Vi consiglio di guardare entrambe, primo, perché c’è solo da imparare a livello di qualità; secondo, perché, molto modestamente, capirete che se professionisti di quel livello seguono quello che faccio, è matematico che io non sono uno scappato di casa. Ovviamente, su quest'ultima cosa sto scherzando.
Image Source
Ringrazio l’ottimo Alessandro anche per averci dato il link di Image Source, agenzia senz’altro minore ma che rilascia, come ci certifica, dei report interessantissimi per vendere, anche sulle altre agenzie ovviamente.
Sono quelli i documenti che servono a farvi svoltare, ricordatevelo. Se non avete tempo o voglia di leggerli, provate a pensare a tutte quelle ore di vita che avete buttato su:
- Instagram,
- Facebook,
- il forum di Shutterstock,
e pensate quanto state sbagliando a fare così, voi che avete la pancia e date la colpa al metabolismo lento. Voi che non parlate inglese e su Google non cercate un corso per farne uno, ma cercate che fine ha fatto Maurizio Seymandi. Magari quest’ultima cosa non vi escludo di averla fatta io, invece.
Come impegnare il proprio tempo se si ha un buon archivio
Rispondendo ai dubbi dell’amico, sarò breve, perché siamo già lunghi. Ti conviene fare entrambe le cose:
sottoscrivere un abbonamento a Microstock Plus e caricare intanto un migliaio di foto su tante altre agenzie. Purtroppo, l'avessi fatto subito avresti risparmiato un sacco di tempo. Poi aspetti un mese e, in base ai risultati che ottieni, decidi se valga la pena a livello di soldi caricare le altre diciannovemila su tutte le altre trenta agenzie o solo su alcune, anche se sottoscrivendo l’abbonamento a Microstock Plus, il tempo che ti serve per aumentare la quantità di agenzie è veramente poco.
Delegare per guadagnare di più
Logicamente, se avessi qualcuno che fa il lavoro per te sarebbe molto meglio, vista la qualità che sei in grado di esprimere nel fotografare e credo anche nel riprendere.
A tal proposito, sai già la risposta alla seconda parte della domanda, ti conviene per le prossime sedute di ripresa, puntare tutto sul video 4K, perché il mondo delle stock images consente sempre meno guadagni adeguati alla tua professionalità.
Ti posso dire che quando ho visto le tue immagini stock a tema coronavirus, e quando ho sentito i risultati che hai ottenuto, mi è venuto spontaneo pensare:
Pensa se nello stesso set avesse registrato anche lo stock footage 4K!
Se le foto che mi hai allegato fossero stati dei video, altro che 500 euro in due mesi nel periodo del lockdown.
Il grosso del lavoro è preparare il set, a quel punto girare la manopola della reflex e schiacciare il tasto rec è questione di secondi, e visto che nello stock footage è proprio basilare, puoi ottimizzare i tempi della produzione davvero con poco.
Girare stock footage con una reflex non proprio nuova
Mi chiamo Daniela. Sto seguendo da pochissimo il tuo sito e apprezzo molto quello che fai per spiegare il mondo del microstock.
I tuoi suggerimenti li trovo personalmente molto chiari e certamente utili. Mi sono avvicinata alla fotografia da poco tempo ma mi interessa molto il microstock.
Volevo chiederti se secondo te sia possibile produrre qualcosa di interessante con una umilissima Nikon D3300 (si tratta di una entry-level) con obiettivo della casa, il classico 18-55. So che è molto lontano da ciò che potrebbe essere definito professionale, ma i tuoi suggerimenti mi hanno incoraggiata.
Sono iscritta a Shutterstock e ho iniziato a guadagnare qualche spicciolo, con circa cinquanta foto, cosa ne pensi?
Dato che per ora non posso fare altri investimenti e sono decisamente una neofita chiedo a te, che sei un professionista, se questo possa essere sufficiente per produrre qualcosa di vendibile.
Ho capito che molto dipende dal soggetto, piuttosto che dalla qualità della foto o del video, ma immagino che anche l’attrezzatura sia importante.
La gran parte della mia collezione l'ho girata con una vecchia Canon EOS 550D, che è del tutto simile, se non inferiore, alla Nikon D3300 che hai tu. L'unica cosa che non mi convince del tuo kit, e per la quale ti consiglio di valutare l'acquisto quando avrai un po' di soldi da parte, è l'obiettivo.
Al di là dell'attrezzatura, se vuoi un breve consiglio per cominciare a guadagnare con il microstock, sarò un po' drastico ma ti dico:
molla le foto e buttati sul video.
In quel caso ti basta aggiungere un cavalletto.
Non credo che la scarsità dei tuoi guadagni sia una questione che abbia a che fare con il fatto che ci sono solo cinquanta foto pubblicate nella tua collezione, perché anche se ne avessi cinquemila, gli incassi non varrebbero comunque lo sforzo produttivo.
Non è tanto creare la foto, che è sempre un piacere per noi appassionati, ma per il keywording, che è una fase fastidiosissima.
Lo still life come soggetto
Vorrei solo chiederti se le foto di still life alle quali mi sto appassionando ora, dopo più di un decennio passato con la fotografia naturalistica, possano essere valide nei micro e nei macrostock.
E se i time lapse in studio possano secondo te essere un'alternativa alle inflazionate fotografie di città e paesaggi. Grazie, e complimenti per la tua carriera e la tua costanza.
Temo che lo still life non sia il modo migliore per guadagnare oggi con il microstock. Se posso darti un consiglio molto generico, dovresti puntare sui soggetti lifestyle, quindi contenuti girati con modelli, che ovviamente possono essere anche:
- parenti
- amici
visto che le capacità recitative richieste non sono elevate.
Per quanto riguarda i time-lapse in studio a che soggetti stavi pensando? Io ho guadagnato centinaia di dollari riprendendo un orologio Ikea, ma per avere una collezione che frutti devi produrre un migliaio di video almeno, e la vedo dura limitandoti ai time-lapse in studio.
Gli argomenti giusti di chi sciopera contro Shutterstock
Mi scrive un caro amico produttore di microstock che vuole rimanere anonimo.
Nel messaggio che vi sto per leggere noterete che ci sono molti punti di contrasto col mio pensiero, ma conoscendo io l’ottima persona che l’ha scritto ed essendo il messaggio molto argomentato, credetemi, leggere parole come queste mi riconcilia con il mondo.
Ovviamente subito dopo questo messaggio mi sono arrivate le classiche mail di:ù
- cospirazionisti,
- sindacalisti duri e puri
- haters vari,
quindi quello slancio è terminato presto, però prendo atto che ho passato qualche minuto di serenità, nemmeno fossimo tornati agli anni Novanta, quando si faceva fatica a riempire di insulti qualcuno, perché per farlo dovevi guardarlo in faccia.
Ti scrivo per farti una osservazione sui tuoi ultimi podcast.
Premesso che sono totalmente d’accordo con te quando predichi il darsi da fare anziché lamentarsi, e che le agenzie fanno il loro lavoro guadagnando e monetizzando. Premesso questo, guarda che Shutterstock l’ha fatta veramente sporca.
Tu scrivi che le royalty passano dal 30 al 25%, ma non è proprio così.
Per i video probabilmente sarà meno evidente, e comunque da gennaio riparti dal livello più basso: 15%.
Ma per le foto è un macello: gli acquisti con subscription sono il 90% (o 95%? Forse 99%?), ed io personalmente ero arrivato da poco ai 38 centesimi a foto.
Improvvisamente il crollo a 10-12 centesimi è stato drammaticamente visibile.
Quindi volevo dirti di non sottovalutare troppo la reazione dei contributori.
Sono d’accordo con te, che
- la protesta non cambierà nulla,
- la soluzione è solo di rimboccarsi le maniche,
- è legittimo da parte di un’azienda commerciale monetizzare.
Arrivo a dirti che è quasi solo questione di modi e tempi, che se fossero stati ben comunicati e centellinati, non avrebbero provocato la baraonda
Ma non sono d’accordo quando sminuisci lo “sciopero” come una sciocchezza. La diminuzione, improvvisa e drastica delle royalty è stata molto pesante, e non rientra proprio nella normale economia di mercato.
A parte questo che mi faceva piacere dirti, ti mando un saluto e ancora un complimento perché leggendo i tuoi post, che seguo sempre, sono tornato a vedere il canale YouTube e il sito dove hai raccolto i video storici digitalizzando la pellicola amatoriale. Un lavoro mostruoso e unico, una raccolta fantastica che si merita tutto il guadagno che riesci a trarne, e francamente trovo straordinario che tu sia riuscito a pescare tutti questi film d’epoca chissà dove e come. La digitalizzazione poi è straordinaria e di qualità altissima. Bravo.
Io però con Shutterstock sto scioperando.
I Black Bloc del microstock
Bene cari amici, rispondo al fotografo che mi ha scritto, e lo faccio anche rispondendo a voi tutti che avete un’opinione su quello che ha fatto Shutterstock.
Caro amico, ti ringrazio per i complimenti sul mio archivio, che sono particolarmente graditi dopo aver passato diverse ore della giornata appena trascorsa a digitalizzare film antichi. Un lavoraccio che non ti dico, tra restauro e catalogazione (luoghi e data), ma la gran soddisfazione finale di aver salvato dalla discarica delle immagini di cui, senza il mio lavoro, l'umanità rimarrebbe senza, non ha prezzo.
Al di là del fatto che attorno a questa attività ho creato un business, perché se così non fosse, il tempo, anziché a restaurare film, lo dovrei passare a bussare alle porte di qualche funzionario pubblico alla ricerca di finanziamenti. Tanti vorrebbero un mondo così, io invece credo fortemente nell’iniziativa privata.
Detto questo, caro amico, è inutile dirti che rispetto profondamente il tuo pensiero e concordo con molto di quello che sostieni.
Quella piccola discordanza è data dal fatto che la stragrande maggioranza di quelli che scioperano non è formata da persone garbate e competenti come lo sei tu, ma da persone che:
- di fotografia non ne capiscono tanto,
- non hanno il minimo desiderio di impegnarsi,
- dalla vita pretendono solamente di ricevere, senza mai dare nulla.
Quelle persone trovano nello sciopero/boicottaggio contro Shutterstock, che ha le fondamenta in ragioni molto serie che peraltro spieghi perfettamente tu, uno sfogo alla loro, scusa il termine, "nullità".
È un po' come la gran parte delle proteste che ci sono: ci sono sempre motivi legittimi per farle, ma in mezzo a quel legittimo desiderio di esprimere un'opposizione a quello che viene deciso, si nascondono persone che se ne approfittano della situazione.
Senza fare paragoni troppo ambiziosi, chi ha la mia età se lo ricorda, i nullafacenti che si sono accampati nel forum di Shutterstock per portare avanti la protesta, sono come i black bloc al G8 di Genova. I motivi della protesta erano legittimi e anche condivisibili, ma, grazie ai black bloc e a quello che hanno fatto, vent'anni dopo il mondo è completamente globalizzato.
Te lo dico con cognizione di causa, relativamente al microstock, viste le decine di mail che mi sono arrivate dopo la pubblicazione degli ultimi podcast. Per uno come te che esprime la sua opinione
- argomentando
- con toni da gentiluomo,
ci sono venti scappati di casa che mi accusano di essere pagato da Shutterstock per minimizzare l'accaduto, quando non anche di essere un cospiratore al soldo di qualche società occulta. L'idea che mi sono fatto è che il 99% di quelli che scioperano e boicottano facciano parte di quest'ultima categoria, e io mi trovo profondamente a disagio a stare dalla loro parte.
Questo, parlo all’amico ma lo testimonio a voi, lo dico con grande rispetto dell’opinione, diversa dalla mia, che ho citato.
A questo punto normalmente vi direi:
e voi che cosa ne pensate?
Non lo faccio, perché l’argomento mi ha veramente stancato. Ho citato queste mail nell’episodio, che peraltro sono anche di segno opposto tra di loro, unicamente per la grande qualità che dicono.
La differenza tra vivere e perdere tempo
Ragazzi, se volete divertirvi
- andate al mare,
- andate in montagna,
- ascoltatevi un audiolibro,
- fatevi un corso di inglese su Udemy,
- noleggiatevi una bici elettrica e andate a farvi un giro in mezzo alla natura,
- andate a mangiare in un bel posto,
ma non stazionate nel forum di Shutterstock in agguato sui nuovi messaggi. Se l’avete fatto, avete perso ore di vita che non vi ridarà nessuno e cosa ne avete guadagnato? Nulla, ve lo dico io.
Solo:
- ansia,
- arrabbiature,
- sfiducia nel mondo
- odio per gli altri.
Detto ciò, cari amici, il novantaduesimo episodio di “vendere foto e video online” termina qui, ed io, che per la cronaca mi chiamo Daniele Carrer e insegno a vendere foto e video online, vi ringrazio per l’ascolto e vi ricordo che nella vita l’importante non è divertirsi ma essere felici.

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