Trovate il mio libro su Amazon in questa pagina, anche gratis.

In questo episodio parlo di:

  • come i fotografi possono sopravvivere al nuovo modo di fare business
  • Istockphoto: perché può valer la pena per le foto ma non per i video
  • Pond5 e la stretta sui contenuti editoriali
  • I vantaggi di vendere con il profilo colore log su Adobe Stock
  • Due servizi per vendere le proprie foto in alternativa ai microstock
  • Un software di montaggio gratuito e professionale
  • Il metodo scientifico per guadagnare vendendo stock images

I fotografi e la Legge di Darwin

Inizio leggendo quanto mi scrive un ascoltatore:

Il vecchio Darwin diceva che sopravvive l'animale che meglio si adatta all'ambiente. Qua l'ambiente sta cambiando e quelli che sperano nei ristori, nella macchinetta stampa soldi statale o polemizzano su Amazon, al posto di sfruttare tutto ciò a proprio beneficio, direi che non sono sulla strada buona per adattarsi.

Una settimana fa ho avuto una discussione con un uomo ben più giovane di me che ha ereditato (non creato lui) l’Attività del padre e che è convinto che lui il dipendente lo deve veder lavorare seduto in ufficio. Ci ho perso 10 minuti, ma sono troppi. Alla fine se lui non capisce che può esternalizzare a prezzi bassi usando la rete sono un po' affari suoi, non vedo perché io debba dargli consigli gratis. 

Di contro l'ultra ottantenne ex Generale Servadei sta usando Amazon per far stampare i suoi libri che gli editori gli avevano puntualmente rifiutato. E' questione di età mentale, non anagrafica.

Abbiamo cominciato con delle parole che sembrano uscite dal mio ultimo libro, che ricordo a tutti si intitola “Fare il fotografo dopo il virus” (guardalo su Amazon).

In realtà però escono da un ascoltatore, di cui citerei il nome ma, un attimo prima di andare in onda, mi sono accorto di non avergli chiesto l’autorizzazione a farlo, quindi evito, essendoci la possibilità che non gli vada di sentirsi attribuire pubblicamente quelle parole.

Il concetto, che faccio mio (o che lui ha fatto proprio dopo aver letto il mio libro) è che la tecnologia non seleziona le persone in base all’età, come l’uomo della strada che si informa su Facebook e sulla televisione generalista pensa, ma lo fa in base alla predisposizione di ognuno ad adattarsi al cambiamento.

Quindi chiunque può usare internet per perdere tempo, e di distrazioni ce ne sono tante online, e sono sicuro che, anche se lo credete impossibile, molti di voi passano più di un mese di vita all’anno sui social network. O può usare lo stesso strumento, internet, per modificare in meglio la sua vita:

  • risparmiando tempo con gli acquisti online
  • inventandosi un lavoro che alla lunga consente di cambiare vita
  • imparando cose, come dicono gli anglosassoni, più grandi del mondo.

Abbiamo parlato di libri, considerate che quel mese all’anno 24 ore su 24 che passate nei social networ, potreste passarlo su Amazon Kindle Unlimited che costa solo 10 euro al mese, quindi è alla portata di tutti, anche quelli che dicono che non hanno i soldi per imparare. Su Amazon Kindle Unlimited, lo ricordo, ci sono più di un milione di libri. O, con meno scelta, se come me non amate leggere ma amate quello che c’è scritto nei libri, con quei 10 euro al mese potreste abbonarvi agli audiolibri di:

So bene che è molto più facile scorrere passivamente il feed di Facebook, che ascoltare “La mucca viola” di Seth Godin, libro che può iniziare a farvi cambiare vita professionale però, se siete di quelli che il lunedì mattina vanno a lavoro arrabbiati, non è imprecando che cambierete vita, ma l’unico modo per farlo è imparare.

Torneremo sul mio libro alla fine dell’episodio, intanto grazie all’amico che ha condiviso il suo pensiero.

Vi anticipo solo che “fare il fotografo dopo il virus” è al numero uno in fotografia professionale su Amazon:

Screenshot che mostra la classifica dei libri più venduti su Amazon

quindi grazie a tutti quelli che l’hanno comprato e grazie due volte a quelli che hanno preso spunto dalle idee che ho condiviso per migliorare la loro vita, perché è grazie ai miglioramenti dei singoli che si migliora nel suo complesso lo stesso mondo nel quale vivo anch’io.

Istockphoto: perché non ne vale la pena, per i video

Ricorderete che nello scorso episodio, un ascoltatore che si chiama Paolo Galasso chiedeva alla nostra comunità informazioni su Istockphoto. O meglio, originariamente le chiedeva a me ma io, per una serie di motivi che avevo spiegato, non frequento più quell’agenzia.

In aiuto del buon Paolo, ma anche di chi silenziosamente ascolta questo pessimo podcast, ci è venuta incontro una produttrice che si chiama Mara Duchetti:

Ho ascoltato l’ultimo podcast e ti dico la mia su iStock, visto che continuo a “frequentarlo”. Da quando 8 mesi fa ho venduto una clip HD guadagnandoci solo 71 centesimi, ho deciso di togliere tutti i miei video, anche per favorire Pond5, Adobe Stock e Shutterstock, che sono le uniche agenzie in cui vendo stock footage.

Però, visto che utilizzo Microstock Plus per caricare il mio materiale e quindi non mi costa niente includere un’altra agenzia, continuo a caricare foto su iStock. Le royalty sono basse ma, un po’ come succede con Freepik, riesco a guadagnare qualcosa che va a sommarsi alle entrate delle altre agenzie. 

Grazie Mara per la condivisione. L’argomento Istock non va fuori moda quindi invito anche gli altri ascoltatori a mandare le loro opinioni o esperienze su quell’agenzia.

Perché Istockphoto si accorge delle foto non in esclusiva

Poi sempre in tema iStockphoto, c’è una domanda interessante che rilancia il tema e sulla quale vi chiedo ulteriore aiuto perché non riesco ad essere troppo preciso, proprio perché non è l’agenzia che preferisco.

A scrivermela è un gentiluomo della fotografia che si chiama Michele Vacchiano:

Ti assillo oggi con una domanda su un argomento sul quale non sono mai riuscito a chiarirmi le idee.

Servizi come Stocksubmitter mandano la stessa foto a diverse agenzie.

Questo significa che – in teoria – si può mandare la stessa foto a vari microstock, a patto che non esista un contratto di esclusiva.

Allora, perché qualche tempo fa quelli di iStock si sono accorti che la stessa foto era anche nella collezione di Shutterstock e me l’hanno fatta togliere?

E’ stato un revisore che aveva bevuto o c’è un fondamento?

Forse hai già trattato l’argomento sul tuo sito, ma non sono riuscito a trovarlo.

Grazie grandissimo Michele Vacchiano, pilastro della fotografia italiana e anche della divulgazione. Trovate tanti suoi ottimi video su YouTube.

Stocksubmitter, Microstock.plus o Everypixel DAM mandano la stessa foto che hai descritto una volta sola a più agenzie. Si arriva ad oltre 30 siti. Però il contributor non deve avere con nessuna di queste agenzie un contratto di esclusiva, proprio perché le agenzie che prevedono l'esclusiva hanno dei software che ultimamente sono diventati molto precisi e si accorgono dei furbi, o dei distratti.

Per quanto riguarda Istockphoto, come detto io non sono un grandissimo esperto di quell'agenzia, perché nonostante sia la prima sulla quale ho cominciato a vendere bene i miei contenuti all'alba del microstock tanti anni fa, dopo una rimodulazione delle royalty che hanno portato avanti non ho più caricato nulla di nuovo, anche se qualche centinaio di dollari l'anno continuano a pagarmeli tramite Getty Images per i vecchi contenuti che ho ancora lì.

So però che Istockphoto ha un contratto di esclusiva, per i produttori che vogliono sottoscriverlo. Quindi, sentendo quello che ci riporta Michele Vacchiano, potrebbe essere che quel contratto sia in atto, nel suo caso o può essere successa un'altra cosa. Un altro produttore mi aveva infatti segnalato di aver caricato la sua foto su EyeEm, che poi l'ha ridistribuita su Istockphoto, però lui aveva quella foto che EyeEm ha redistribuito già l'aveva caricata direttamente su Istock. Quindi Istock gli ha fatto problemi. 

Io sto ipotizzando, ma chiedo aiuto a voi, gentili ascoltatori, per redimere la questione e aiutarci tutti a vicenda in questa grande comunità che si è creata intorno al podcast.

Pond5 e la stretta sui contenuti editoriali

E in tema di contenuti editoriali, visto che il tema è questo (è tutto collegato oggi) mi scrive Ruggero Piccoli:

Il filmaker Ruggero Piccoli mentre riprende dei video di aerei militari e civili

parlandomi di Pond5, ovvero dell’agenzia che sulla carta fa meno problemi proprio con i contenuti editoriali, ma evidentemente si sta un po’ “incattivendo” sul tema:

Pond5 mi ha detto che non accetta foto video fatte dentro luoghi in cui per accedere si deve pagare il biglietto. Inoltre i siti ufficiali di varie attrazioni, in genere, hanno una policy fotografica scritta e molto restrittiva.

Prima di scattare immagini stock e girare stock footage io controllo se si può fare in quei luoghi, per evitare di perdere tempo. Se chiedono una preventiva autorizzazione per farlo, in genere nemmeno ci provo.

Grazie Ruggero.

Anni fa ero andato a fare un viaggio esclusivamente dedicato alla creazione di stock footage a Berlino. In Potsdamer Platz c’è un ottimo punto di osservazione accessibile a pagamento, che è il grattacielo Chrysler. Alla biglietteria mi vedono con il cavalletto e mi dicono che non posso diffondere le immagini lì registrate in nessun modo. Io confermo che non lo farò mai, loro mi guardano come per dire non ci credo, ma si fermano lì, abituati con gli standard tedeschi di rispetto delle regole, che sono molto migliori di quelli Italiani.

La domanda a cui vi chiedo di rispondere nel prossimo episodio è:

quei video secondo voi sono su Pond5 adesso? 

Andate su YouTube, guardatevi il video del podcast e se vedete delle immagini di Berlino dall’alto in questo momento significa che quella volta ho fatto l’Italiano.

Il profilo color log su Adobe Stock va forte

Mi scrive Alessandro Mancuso, produttore di cui stiamo seguendo la storia, e che a colpi di vendite dei suoi video girati in situazioni accessibili a tutti, si sta facendo strada nel microstock:

Ieri ho venduto il mio quarto video su Adobe Stock girato in log. Ho incassato 25 euro. Quello stile su quell’agenzia sembra funzionare, e ho venduto negli Stati Uniti il 26esimo video su Shutterstock, una ripresa ravvicinata di me che sfoglio un libro, una delle tantissime clip che girai durante il primo lockdown, quando potevo uscire soltanto per andare in azienda. Ho incassato soltanto 6 dollari ma, visto che non mi aspettavo di venderlo, va bene lo stesso.

Nel frattempo i miei portfolio su Pond5, Shutterstock e Adobe Stock sono cresciuti e rispettivamente contano 900, 610 e 720 clip accettate. Sto puntando ad arrivare almeno a 1000 clip su Pond5 entro il prossimo mese, cercando di produrre alla maggior qualità a me possibile.

Vendita di stock footage su Adobe Stock

Vendita su Shutterstock

Grazie Alessandro per la condivisione.

Come condivide lui potreste farlo anche voi, cari amici. Diversi dati interessanti in quello che dice. Ne estrapolo due: il primo è che il log, che è un profilo colore, funziona su agenzia come Adobe Stock, che tendenzialmente si rivolge a una clientela elevata, lo testimoniano anche i prezzi di vendita che si mantengono alti. 

La quantità di rifiuti delle varie agenzie

Il secondo è il rapporto tra clip spedite e clip accettate. Nel presupposto che immagino che Alessandro abbia spedito le stesse clip alle tre agenzie:

  1. Pond5 ne ha accettate 900
  2. Shutterstock 610
  3. Adobe Stock 720.

Cifre che ci danno l’idea dei diversi tassi d’accettazione che queste hanno, dato utile soprattutto per coloro i quali non dormono la notte perché qualche agenzia rifiuta le loro foto o i loro video e quando succede pensano ovviamente a una cospirazione, perché tranquilli Shutterstock vi considera così importanti da portare avanti una politica sfavorevole su misura proprio per voi.

Nel testo del podcast, accessibile nella descrizione sia di chi ascolta il podcast, sia di chi vede il video su YouTube vi metto un tutorial che ho fatto sulla gestione proprio delle bocciature dei microstock.

Due servizi per guadagnare con le proprie foto (Picfair e fotomoto)

Poi mi scrive Marco Tiberio, dalla città di Italo Svevo, che tutti sapete qual è. Lo scorso episodio avevo citato la città di Federico Fellini, che ovviamente è Rimini.

Purtroppo nella versione video ero convinto di trovare su Storyblocks qualche spezzone lì girato, ma la gag è uscita a metà, perché non c’era nulla. In quest’ultimo caso, invece, se mi state guardando su YouTube vedete di sicuro qualche vista dalla città di Marco Tiberio, nonché appunto di Italo Svevo, non fosse altro che li ho girati anch’io lì qualche anno fa, nel caso non ci fossero su Storyblocks, cosa che per altro dubito.

Ti scrivo per segnalarti, se già non la conosci, la piattaforma Picfair

https://www.picfair.com/

E’ una piattaforma dove chiunque può vendere le proprie foto, per chi non vuole essere legato a un microstock. Prevede il pagamento di un abbonamento mensile quando si vuole passare ad una modalità PRO, vendendo i propri contenuti attraverso social o altri canali tenendo praticamente il 100% del prezzo di vendita.

Altra segnalazione, per chi vuole vendere i propri lavori al di fuori del Microstock, è il sito Fotomoto, https://www.fotomoto.com/.

Si scosta un po’ dal concetto di microstock, ma so di molti fotografi che nonostante vendano in siti microstock, allo stesso tempo vendono, anche se non parecchio, i propri lavori grazie proprio a fotomoto.

Credo sia, più che un’opportunità, un’alternativa per vendere lavori specifici per categorie non generiche, come lavori artistici di un certo tipo.

Magari per alcuni il microstock è una limitazione. Con fotomoto.com possono trovare modo di sfogare la propria creatività e allo stesso tempo guadagnare, mirando ad un pubblico specifico.

Credo che chi sa di avere una certa creatività possa puntare a più piattaforme, dove magari si trovano consensi e, allo stesso tempo, una gratificazione professionale.

Grazie mille caro Marco.

Fotomoto

Fotomoto è un plugin che si installa nel vostro sito in 5 minuti e vi consente di vendere le vostre foto come stampe, calendari, magliette e via dicendo. Loro si prendono cura della stampa, del pagamento e del trasporto e voi pagate non un abbonamento, ma una percentuale su quanto pagato dal cliente.

Considerato quanto è facile installarlo, se avete voglia di proporre le vostre foto in quel modo, non è male come opzione, fotomoto.com. E’ uno strumento che rientra un po’ nel filone Etsy (leggi la mia guida), di cui abbiamo parlato nelle settimane precedenti, a livello di monetizzazione.

Picfair

Per quanto riguarda invece Picfair, è il servizio che potrebbe far smettere di lamentarsi tutti quelli che si sono convinti che Shutterstock li stia derubando, viste le basse percentuali che paga. Costa 8 euro al mese, o 80 euro all’anno, e tutto quanto pagato dai clienti delle vostre foto rimane a voi, tolte, credo le piccole percentuali che dovete dare a chi processa il pagamento, sia essa la carta di credito o PayPal.

Naturalmente, sarebbe troppo bello se bastassero 8 euro al mese per risolvere tutti i problemi dei produttori. Il problema, immagino, perché non ho mai usato il servizio, è che la quantità di foto che venderete sarà infinitamente più bassa di quella venduta da siti come:

  • Shutterstock
  • Adobe Stock

considerati i miliardi di dollari che queste hanno investito per trovarsi una clientela. Questi investimenti colossali sono il motivo principale delle percentuali basse che devono pagare a fotografi e videomaker, visto che non sono delle onlus.

Grazie Marco, ottime segnalazioni direi.

Foto e video di eventi catastrofici nei microstock

Se capitasse un evento a cui uno assiste (per esempio: cade la torre di Pisa) si potrebbe caricare su Pond5 il video del crollo per monetizzarlo, magari con un richiamo allo stesso filmato ma su YouTube?

Se il video fosse fatto con telefono verrebbe accettato?

Nel caso letterale del crollo in diretta della Torre di Pisa, le agenzie accetterebbero tutto, anche se girato male con lo smartphone. Ma attenzione che lo stock footage, salvo casi eccezionali, non vende video legati a fatti di cronaca, in questo momento; ma non è detto che le cose cambino a breve. 

Quel genere di contenuti di cui parli tu sono distribuiti da altre piattaforme, come le agenzie di stampa, che non accettano contenuti di utenti non professionali.

Se mai avessi l'occasione di registrare un video così importante, ti converrebbe pubblicarlo su YouTube con il watermark, ovvero una bella scritta in mezzo del tipo "no television broadcasting allowed", scrivendo in descrizione l'indirizzo email a cui contattarti nel caso qualcuno voglia acquistare il filmato.

Non è facile vendere così però. E occhio a credere alle formule magiche per diventare ricchi. Leggi un libro piuttosto che passare le tue serate a rincorrere sogni che non si avvereranno mai se continui così.

La vendita di cinemagraph come stock footage

Che ne pensi delle foto animate? Foto con una parte in movimento.

Sono foto o video? Hanno mercato?

Le foto animate che dici tu si chiamano cinemagraph. Si ottengono dai video con dei software specifici. C'è un lettore del sito che le sta testando, e aspetto i suoi risultati per dirti se valgono la pena a livello di vendite.

Le stai vedendo in questo momento se ascolti il podcast tramite il video YouTube.

Un software di montaggio gratuito e performante

Conosci un editor video free che sia in grado di stabilizzare, fare slow motion e velocizzare?

Ti consiglio di usare la versione gratuita di DaVinci resolve per fare queste cose. E di partire ad usarlo facendoti i corsi che trovi nel sito ufficiale che sono gratuiti.

Se ti appassioni poi su Udemy trovi altri corsi che costano molto poco e ti permettono di imparare qualcosa che ti torna utile in ogni business, ovvero il montaggio video. Ne parlo approfonditamente: non di come usare DaVinci, ma di come la comunicazione in video può far svoltare qualsiasi business, nel mio libro: fare il fotografo dopo il virus.

Togliere dal proprio portfolio le foto che non vendono

Alcune delle mie foto su Shutterstock sono online da diverso tempo e non hanno mai venduto. Quelle che non ritengo all'altezza secondo te è il caso di eliminarle e lasciare solo ciò che è davvero valido, così da dare nuova linfa al portfolio?

Domanda che ciclicamente torna.

Ci sono diversi approcci alla cancellazione dei vecchi contenuti. Non essendoci dichiarazioni ufficiali delle agenzie sull'utilità di farlo ti consiglio di lasciare tutto così perché è una perdita di tempo non indifferente farlo, se lo fai razionalmente.

Se poi mi dici che non hai venduto proprio nulla e sono mesi che carichi, a quel punto prenditi 5 minuti, cancella l’account e aprirne uno nuovo, caricando stavolta contenuti buoni, non tanto dal punto di vista tecnico, ma da quello commerciale.

Fare video senza uscire di casa

Al momento non posso uscire molto per via della scarsa salute, secondo te che tipo di video si potrebbero creare in casa?

Potresti puntare sui time lapse girati dentro al softbox. Io con un orologio ikea, la reflex e un softbox da 50 euro ho guadagnato centinaia di dollari su Pond5.

Serve la partita IVA per vendere?

Per vendere su Pond5 è necessario avere la partita IVA?

No, fiscalmente parlando, non serve avere la partita IVA per vendere su Pond5, ma bisogna dichiarare i redditi al fisco. Senti un commercialista che ti spiega come fare.

Se me lo chiedi perché ad un certo punto durante l'iscrizione Pond5 ti chiede quel dato, in quel caso basta che metti una sequenza di zeri e ti fa andare avanti nella registrazione. I guadagni ovviamente devi dichiararli al fisco. Parla con un esperto fiscale per capire come fare.

Il metodo scientifico per guadagnare con il microstock

Mi scrive Alessandro Grandini con informazioni sempre interessanti sul suo modo di portare avanti la produzione:

Dopo un'analisi del mio portfolio ho deciso di focalizzarmi su pochi temi e portare avanti solo quelli. Tematiche evergreen, che spero continueranno a fruttare nel tempo.

Ho deciso di farmi aiutare da un altro fotografo e vediamo se vado in profitto.

I dati che seguono si riferiscono solo a Shutterstock (quindi sicuramente sono sottostimati, perché carico anche su Adobe Stock e su altre agenzie).

Ho individuato una tipologia di immagine che per ora mi ha fruttato una media di 11$ a foto.

Partendo da queste specifiche immagini, faccio dei fotoritocchi che mi permettono di realizzare altre immagini. Da queste ho un guadagno medio di 30$. 

Sono immagini piuttosto minimali, l'unica peculiarità è l'utilizzo di un obiettivo macro, luci da studio e qualche soggetto in posa. Quindi, considerato come ragiona il produttore medio, queste foto non sono accessibili a tutti.

Ho anche qualche altra nicchia che in media mi frutta dai 5 ai 15$ a immagine. Visti i guadagni, ho quindi deciso di abbandonarle. Se mai riuscirò, mi piacerebbe rendere noti i dati in un libro così da dare eventualmente uno spunto a qualcun altro.

Sulla condivisione caro Alessandro sai che sfondi una porta aperta, anche se la percentuale di chi condivide i dati è molto bassa, perché tutti hanno la mentalità dell’epoca in cui i segreti si dovevano conservare, perché al tempo le occasioni erano talmente poche che bisognava essere gelosi di quelle che si presentavano.

La facilità con cui si può fare business oggi

Oggi il mondo, grazie alla rete, è completamente cambiato. Tu hai citato il libro, e io ne so qualcosa sull’argomento. Pubblicato la mattina, la sera era già online su Amazon, un negozio di libri con milioni di clienti, che per pubblicare il mio lavoro non mi ha chiesto colloqui, curriculum o raccomandazioni.

Con qualsiasi idea di business puoi avere un’idea la mattina, il pomeriggio puoi già avere il sito online, spendere 100 euro di pubblicità Google e Facebook la sera, e il giorno successivo puoi avere in mano dei dati che ti permettono di capire se quell’idea funzionerà.

In un contesto del genere tenersi i segreti non ha nessun senso, perché il tempo necessario a farsi venire un’idea è sempre un attimo, ma rispetto a una volta, non la realizzazione, ma il test di quell’idea, si riduce a una giornata. 

Se una persona sa come fare perché ha studiato. Se invece pretende, in un contesto molto concorrenziale come internet, di battere gli altri improvvisando, allora non ha nessuna possibilità in partenza di riuscirci.

La recensione di "Fare il fotografo dopo il virus"

Avevo detto che avrei parlato del mio libro, cominciamo da qui:

screenshot

Il libro è tutt'altro che un manuale di fotografia, anzi si potrebbe quasi definire un manuale su come diventare imprenditore attraverso contenuti fotografici e video ai giorni nostri.

I fotografi e videomaker classici avranno sicuramente avvertito grossi cambiamenti nei tempi recenti per ciò che riguarda la richiesta e la concorrenza di servizi fotografici e di riprese video. Il COVID-19 ha sicuramento dato un'ulteriore accelerata a questo processo.

Nel libro vengono offerti numerosi spunti su come è possibile evolversi per far fronte a questi cambiamenti continuando ad operare nei settori di foto e video.

Il libro non è per tutti ma solo per chi è di ampie vedute e sa cogliere positivamente i consigli, magari avendo l'umiltà di fare un passo indietro e rimettere in discussione molte cose.

Io ho apprezzato molto.

Ringrazio l’amico che ha lasciato questa recensione, alla quale mi associo, non tanto per i complimenti, ma perché coglie l’essenza delle cose che dico e che, di conseguenza, anche voi potete imparare e mettere in pratica per migliorare il vostro lavoro e la vostra vita.

“Fare il fotografo dopo il virus”. Lo trovate su Amazon, sia in versione cartacea che ebook. Quest’ultima è anche all’interno di Amazon Kindle Unlimited che, come dicevamo prima, è gratuito per i primi 30 giorni.

Ringrazio anche gli altri che hanno lasciato una recensione e che citerò nel prossimo episodio perché ora non c’è più tempo. Ragazzi, mi raccomando:

investite nella vostra formazione perché è l’unico modo affidabile che avete per cambiare in meglio.

E con questo invito, anche il 101esimo episodio di “vendere foto e video online” termina qui. E io vi ricordo che nella vita l’importante non è divertirsi ma essere felici. Ciao.

Ok, io ci ho messo un giorno di lavoro per produrre questo contenuto e tu ci impieghi 5 secondi per cliccare su uno dei tre tasti qui sotto, ma più che per questo, perché non condividi la pagina semplicemente per aiutare i tuoi amici appassionati di fotografia a guadagnare?