Guarda la versione video degli episodi del podcast nel mio canale Youtube.
In questo episodio parlo di:
- Un produttore che ha guadagnato 500 dollari nei suoi primi 8 mesi da contributor
- Come vendere stock images sull'agenzia Freepik
- Perché i compratori di Adobe Stock non cercano il prezzo migliore
- La politica di prezzi di Pond5
- Shutterstock che vende video a 0,77 dollari
- Come guadagnare con la partnership Youtube
- Lo stabilizzatore software di Premiere e After Effects
- Come vendere foto e video delle Dolomiti
- Stock coalition che fa accordi con Pond5
- Un produttore che ha guadagnato 150 dollari con una vendita su Istockphoto
500 dollari di incasso in 8 mesi di produzione
Mi scrive Alessandro Mancuso, produttore da qualche mese.
Ci aggiorna sui suoi risultati. Li cito perché sono emblematici per far capire a chi vuole iniziare oggi e ha il tempo per creare stock footage e immagini stock solo qualche ora al mese, quanto effettivamente si guadagna:
Non ho mai smesso di produrre e caricare nemmeno in vacanza. Mi sono portato dietro l’attrezzatura minima e il computer per continuare a caricare anche dalla Sicilia, ovviamente non a pieno regime come riesco a fare da casa.
Per quasi tutto luglio le vendite sono rimaste in silenzio, poi ad agosto si sono sbloccate, come puoi vedere dagli screenshot che ti allego.
Su Shutterstock ho venduto per la seconda volta la clip rallentata fatta con l’iPhone del mio cane che beve, il time-lapse di quando ho smontato il portatile per cambiare la pasta termica al processore e una delle prime animazioni 2D che creai, in cui un pagamento contactless con smartphone viene rifiutato.
Su Pond5 ho venduto due video per un totale di quasi cento dollari: quelle notifiche la mattina alle 5.00 appena alzati sono fantastiche.
Su Dreamstime ho caricato circa seicento contenuti tra video e foto, ma ancora nessuna vendita, penso sia presto.
Su Adobe Stock oggi ho venduto un video caricato prima di partire per le vacanze, un vecchio ciak che avevo da mia madre, luce blu come sfondo e macchina del fumo per simulare un set.
Da quando ho cominciato a seguirti, otto mesi fa, ad ora, ho incassato circa cinquecento dollari tra le varie piattaforme. Non so se sono pochi, ma lo stimolo è grande.
Grazie ad Alessandro Mancuso che ha condiviso la sua storia, come ha già fatto in altri episodi del podcast.
Nessuno può dire se quei cinquecento dollari siano tanti o pochi.
Primo, perché dipendono dal tempo che Alessandro dedica al microstock. Poi perché ovviamente sono una rendita passiva, quindi se Alessandro smettesse completamente di produrre, generebbero altre vendite, da qui all’eternità, visto che le sue foto e i suoi video rimarrebbero online, in vendita sulle agenzie che in totale autonomia gestiscono le vendite.
Secondo, perché il microstock è il modo più semplice per fotografi e videomaker per iniziare a fare business online, ovvero per guadagnare in un settore che è il futuro, anche se a tanti non piace. Quindi, oltre ai soldi, si guadagna anche in conoscenza che, a mio avviso, è anche meglio di mettersi gli euro in tasca.
Consigli ai produttori citati nello scorso episodio
Riprendo alcuni dei temi trattati nell’ultimo episodio, il numero novantacinque, con un messaggio che mi ha scritto Francesco Carniani, fotografo e videomaker che ha la grande fortuna di vivere in una delle città più belle del mondo, che fa spesso da sfondo alle sue stock images e al suo stock footage.
Aggiungo io: produttore che, pur facendo un altro lavoro che lo impegna con un orario normale, trova il tempo per impegnarsi e far crescere la sua collezione e, di conseguenza, il suo reddito.
Per quanto riguarda il ragazzo che cerca ispirazione sui soggetti da riprendere in Sardegna, potrebbe approfondire il concept di cibo salutare, abbinandolo ai panorami della sua regione. E di lavorare sul concept turistico legato al mare.
Per il produttore che invece ha la Nikon D7500 deve sapere che essendo una reflex con il sensore APS-C avrà problemi nel fare video di qualità in notturna e nei locali chiusi. Te lo dico perché ho la stessa macchina.
Per quanto riguarda Shutterstock, mi spiace, ma sono convinto che stia portando avanti una politica sbagliata... per me le foto sono spiccioli e bisogna passare ai video.
Grazie a Francesco Carniani, che è sempre pronto a condividere la sua esperienza di produttore che trova spazio nei ritagli di tempo della vita per creare un portfolio che gli sta dando delle soddisfazioni.
Vivere in Messico e guadagnare poco ma con tanta soddisfazione
Poi mi è arrivato un messaggio proveniente dall’altra parte dell’oceano, a conferma che la gran parte di chi mi segue è un emigrato che vive in giro per il mondo ma, e ne sono onorato per questo, non ha tagliato i ponti con la madrepatria, tanto che attraverso la mia voce, per una mezz’ora ogni due settimane, si sente in un certo senso ancora a casa, magari ascoltando le mie parole di forte critica e allo stesso tempo di forte amore nei confronti di questo strano Paese.
L’amico vuole rimanere anonimo.
Ciao Daniele, che bello leggerti dopo la pausa vacanziera.
Vivo in Messico da molti anni. Avevo comprato il tuo corso anni or sono, poi sono successe varie cose nella mia esistenza e non ho fatto nulla; però da un anno a questa parte ho ripreso con entusiasmo e serietà e nel mio piccolo (molto piccolo: ho un catalogo ancora piccolino da duecento foto e duecento video) vendo di più adesso che prima. Pochi spiccioli, però per il tempo che ci perdo sono soddisfazioni.
La meta è aumentare e guadagnare il giusto. Perciò confermo che il microstock non è morto, al contrario è (abbastanza) vivo.
Ottima mail direi.
L’amico non cita i guadagni che ottiene, ma fossero anche solo cinquanta euro al mese, sono evidentemente una ricompensa sufficiente, considerate le poche ore che dedica al microstock e al fatto che lo può fare in maniera del tutto discontinua.
Come c’è gente che sa pubblicare solo foto gratis su Flickr o sui social network, io sono sempre convinto che sia molto meglio pubblicare su Shutterstock e farsi pagare per farlo, per quanto con cinquanta euro al mese non si viva, nemmeno in Messico. Anche perché non si può pretendere di vivere lavorando solo poche ore al mese.
Tra Casino online e microstock
L’amico si riferiva, quando parla di
microstock che è morto
alla locuzione ricorrente tra alcuni produttori, soprattutto gli stalker che mi perseguitano su YouTube, relativa al fatto che il microstock è morto, anche se poi, non si sa perché, passano le loro notti, non tanto a produrre, quanto a cercare gente con la loro stessa opinione per confortarsi a vicenda, e capire come ottenere più soldi dal Reddito di Cittadinanza e finanziare le loro notti insonni divise tra forum di scappati di casa, casinò online e coupon vari.
La cosa che inquieta, a livello di coupon, è che c’è gente che perde dieci ore di vita per scovare un coupon da dieci euro, e non si accorge che se quelle dieci ore le avesse spese a imparare qualcosa di nuovo, o magari anche a solo a creare stock images e stock footage, altro che dieci euro avrebbe guadagnato.
Ogni tanto mi scrive qualcuno spiegandomi un’idea di business che ha. Il più delle volte è strampalata, perché sono le tipiche idee che si hanno al bar mentre si beve il caffè, perché l’uomo medio crede nel colpo di genio, non nel fatto che devi studiare anni per capire come realizzare un’idea.
Allora io gli consiglio di leggere qualche libro sull’argomento, magari iscrivendosi a Storytel che dà la possibilità di accedere a migliaia di audiolibri e la risposta è:
sì, ma si paga per farlo
Esatto, costa dieci euro al mese. E tu che non li vuoi spendere saresti un imprenditore?
Dai corri a farti il finanziamento in novantasei mesi per la macchina, così quando vai al bar la gente pensa che tu sia una persona di successo.
Ti odio, non capisci nulla, ma voglio i tuoi consigli
A tal proposito, vi volevo leggere un commento fortemente critico nei miei confronti apparso su YouTube e che, ovviamente, vi leggo senza problemi.
Dunque, su Shutterstock oggi, per portare a casa cinquecento euro lordi, devi ottenere cinquemila download sulle foto (0,10 centesimi l’una).
Spiega come ottenere una media di venti euro a download per favore, portando numeri nuovi però, non quelli dove fai brillare i tuoi quarantacinquemila euro guadagnati con poco più di duemila download. E non dirmi che sono i video che fanno la differenza.
Poi c’è la mia risposta, che non vi leggo, ma che trovate sotto a uno degli ultimi video che ho pubblicato, e questa è la controreplica:
Non ho detto che il microstock non mi piace e non tormento nessuno, ho chiesto consigli diversi da quelli che ripeti in continuazione, facendo vedere sempre e solo le stesse cose, stessa solfa tutte le volte, fai vedere sempre i quarantacinquemila euro con duemila download.
Racconta come funziona oggi… spiega che iniziare oggi con le fotografie è solo una gran perdita di tempo. Spiega che oggi per i singoli fotografi non può essere un lavoro, ma solo un hobby. Non fai mai vedere numeri recenti e cerchi in tutti i modi di vendere i tuoi corsi dove probabilmente si trova la soluzione definitiva a tutto.
Come riconosco la differenza tra te e uno gruppo di scappati di casa?
Non illudere la gente, che non è periodo!
Dunque, caro amico stalker, cerco di ricapitolare i tuoi messaggi:
- hai il dubbio che io sia uno scappato di casa,
- illudo la gente in un periodo di crisi economica,
- dico sempre le stesse cose,
- nascondo a chi mi ascolta la realtà per vendere i miei corsi,
- mostro dati fuorvianti.
Però, nonostante questo, vuoi i miei consigli e ovviamente non me li chiedi "per favore", ma lo fai premettendo tutte queste cose.
Caro amico, la chiudo qui, sperando che non ti offenderai se ti dico che sei un po' strano.
Vendere foto su Freepik
Voltiamo pagina, dando ancora spazio agli ascoltatori, perché mi scrive Mara Duchetti, allieva del mio corso, con qualche dubbio e un po’ di condivisione di informazioni maturate grazie alla sua giovane esperienza.
Trovate qualche notizia in più su Mara nella versione testuale del podcast, che è linkata in descrizione. Riassumendo, è una montatrice video, un po’ come lo ero io fino a una decina di anni fa. O meglio, lo sono ancora adesso, visto il lavoro che faccio con i video che pubblico su internet. Grazie al microstock, si sta dedicando anche a un’altra sua passione, che credo condivida con tutti voi all’ascolto, ovvero la fotografia.
Passo direttamente alla parte della sua mail dedicata alla condivisione di informazioni utili per guadagnare di più e a delle domande collegate che mi fa:
Evidenziata la parte da non leggere nel podcast, ma da riportare solo come testo
Ho finito il corso, ora sto ascoltando il podcast, ma visto che ci vorrà un po’, ho pensato di scriverti adesso.
Innanzitutto, per ringraziarti. Con il corso ho appreso una serie di informazioni preziose, ma soprattutto un atteggiamento e un modo di ragionare.
Di lavoro faccio la montatrice video e questo mi dà molti vantaggi da un punto di vista tecnico. Per passione, invece, mi dedico alla fotografia.
Ho iniziato parecchio tempo fa con il microstock senza troppo impegno (e quindi anche con scarsi risultati), ma ora vorrei mettermici più seriamente, anche solo per pagarmi l’attrezzatura fotografica e i corsi.
Seguendo i tuoi consigli ho iniziato a produrre video e soprattutto time-lapse, che ho scoperto piacermi molto, perché uniscono la fotografia al video. Tra l’altro, cercando su internet, ho trovato un metodo per correggere su Premiere il flicker senza usare plug-in (duplicare la clip nella timeline, mettere le due clip l’una sopra l'altra, spostare avanti di un frame la clip sopra e metterne l’opacità al 50%). Per ora sembra funzionare, ma la sperimentazione è solo all’inizio.
Ti vorrei fare un paio di domande.
Come ben sai, ora c’è un gran dibattito su Shutterstock: sono nati gruppi e pagine Facebook e molti produttori hanno deciso di boicottarlo. Io guadagnavo poco prima e guadagno poco adesso, per cui non noto differenze.
Però mi domando quale strategia possa essere vincente di fronte a library che concedono percentuali così basse agli autori?
Sto seguendo la seconda strada che tu proponi: carico foto e video su Microstock Plus (nella versione gratuita, visto ancora lo scarso volume di materiale che produco) e mando a varie agenzie. L’idea è quella di provare per un po’ e vedere cosa succede con le singole agenzie: dopo qualche mese su molte di quelle minori non ho venduto niente. Solo su un paio poca roba, e una piccola sorpresa è stata Freepik.
Freepik è molto selettiva nella scelta delle foto e paga solo dieci centesimi a vendita, quindi è una di quelle agenzie viste male dagli autori di successo. Però qualcosa la vendi sempre e pian pianino sono riuscita ad accumulare 100€.
Insomma, la domanda è:
Agenzie come Freepik o Shutterstock, possono fare una “concorrenza sleale” alle mie stesse foto o video caricati su altre agenzie che pagano di più?
Qualcuno dice che Pond5, se vede che vendi lo stesso video a meno su un’altra agenzia, ti abbassa il prezzo. Francamente a me sembra di capire che ogni agenzia fa un po’ a sé.
Per esempio, i miei best sellers su Adobe Stock (https://stock.adobe.com/it/contributor/203985271/maramade) sono un telefono vintage e una cornetta (che evidentemente tutti comprano per metterle sui siti per la pagina dei contatti), ma su altre agenzie vendono poco o niente. E non ho notato differenze di vendite sulla stessa Adobe Stock da quando ho caricato quelle foto su Freepik.
Un’altra domanda che vorrei farti è se vale la pena cancellare foto vecchie (e brutte) rimaste invendute per “ripulire” il proprio profilo e per dare maggiore visibilità a quelle più interessanti che rimarrebbero caricate. Io una volta caricavo un sacco di scatti dello stesso soggetto facendo ben poca selezione.
La chiacchierata potrebbe andare avanti perché è molto interessante confrontarsi con chi ha molta esperienza nel settore come te, ma ho già scritto un romanzo.
Grazie a Mara per la condivisione.
Chiunque segua questa disgraziata trasmissione sa bene che ormai, grazie ai messaggi che mi arrivano, sono diventato il più grande esperto mondiale sulle royalty di Shutterstock, visto che ho seguito da vicino il dibattito, diviso tra
- messaggi di contributor che mi dicono che, anzi, guadagnano di più da quando hanno rimodulato le royalty e puntato sugli abbonamenti low cost (una minoranza)
- contributor arrabbiati che sostengono che il microstock è finito a causa delle nuove politiche che hanno adottato.
I compratori cercano il prezzo migliore?
Relativamente al tuo quesito specifico, ti rispondo a botta sicura.
C'è un compratore su mille che vede la tua foto su Adobe Stock in vendita a dieci euro, si convince che vuole comprarla, e poi la cerca in un'altra agenzia per pagarla meno.
Quello che succede, è che i compratori confrontano i prezzi e le offerte delle singole agenzie, e magari ne cercano di più convenienti, ma il confronto è agenzia contro agenzia, non singola foto contro singola foto. Tempo che l'eventuale compratore che vuole risparmiare sull'immagine che vendi in un'agenzia con prezzi alti la cerchi in un'agenzia che la vende a prezzi più aggressivi, che, credimi, ha già cambiato idea sulla foto che vuole acquistare, e questo genere di mentalità non la puoi contrastare in nessun modo. Riguarda comunque una strettissima minoranza di compratori.
Pond5 e la sua politica dei prezzi
Se non ricordo male, Pond5, ti obbliga a mettere un prezzo, non più alto del prezzo a quanto vendi quello stesso contenuto su altre agenzie. Quindi, è una cosa che riguarda tutti i contributor non esclusivi. Io non ho mai modificato i miei prezzi da quando hanno messo quella regola e non mi hanno mai fatto notare nulla, per quanto abbia per diversi miei video HD un prezzo su Pond5 superiore ai settantanove dollari a cui vendo quegli stessi video su Shutterstock.
Credo quindi che non sia facilissimo per Pond5 accorgersi se non rispetti alla lettera quella regola.
Per quanto riguarda la cancellazione dei vecchi contenuti invenduti e invendibili, io l'ho fatto in passato, soprattutto quando si è passati dalla definizione standard all'HD, ma oggi non lo faccio più.
Se hai tempo libero, e se riesci a trovare un sistema per farlo velocemente, come Pond5 ti permette, visto che puoi ordinare i contenuti per parametri più specifici di quelli previsti da altre agenzie, fallo, ma non credere che ti cambi chissà che.
Vendere un video a 77 centesimi su Shutterstock
E prima delle domande di voi gentili ascoltatori, pubblico l’oramai consueta mail su Shutterstock. A scrivercela è un vecchio amico del podcast, Ruggero Piccoli (leggi la sua storia), che come sempre fa con i suoi interventi, argomenta, e quindi trova spazio anche in questo episodio proprio perché quello che dice ha un fondamento e non è lamentela fine a sé stessa:
Ho appena rimosso da Shutterstock, e solo da lì, i miei due video più venduti. Sarà irrazionale, ma vedere video di alta qualità che mi hanno richiesto uno sforzo enorme, venduti a 0,77$ è insopportabile.
Piuttosto che faticare e bruciarmi gli occhi e vendere a 0,77$ vado a vangare l'orto e pianto patate che guadagno di più.
Spero che togliendo da Shutterstock il materiale più interessante, i compratori si spostino su altre agenzie.
Il tanto decantato aumento di quantità venduta grazie alla diminuzione dei prezzi, per me non c'è stato, anzi i volumi sono crollati. Ovviamente io non faccio statistica, ma non capisco che senso abbia vedere i volumi scendere mentre i prezzi diminuiscono.
Su Pond5, almeno, si può alzare il prezzo e io seguo lo schema di cui parli nel corso per stabilire a quanto vendere, e in questo modo si può compensare la minor percentuale che danno da un anno a questa parte.
In compenso, vendo meglio sulle altre agenzie e il mio canale YouTube ha fatto 1,5 milioni di visualizzazioni negli ultimi 90 giorni, che sono una vagonata per me, e nei primi 20 giorni del mese, sempre su YouTube, ho già 250 euro di incassi pubblicitari.
Grazie all’ottimo Ruggero per l’intervento. A conferma di quello che dice, constato che in questi giorni ho ricevuto anch'io le prime due vendite a un dollaro o meno.
Per quanto riguarda il discorso che fa, è sicuramente una strategia che ha un senso, nel suo caso specifico, togliere i video, perché se i numeri sono quelli e rimangono costanti, allora tanto vale fare altro.
Guadagnare con la partenership YouTube
A proposito di altro, i dati che Ruggero ci dice di YouTube sono estremamente interessanti e meritano un approfondimento, che però, per mancanza di tempo, non possiamo fare in questo episodio. Dico solo che nel caso del mio canale di film storici siamo oramai a un milione di spettatori consolidati al mese e circa mille dollari, sempre mensili, di incasso. Numeri più che doppi rispetto all’anno scorso.
Mentre col mio canale collegato al sito e al podcast, grazie ai quali mi state ascoltando, siamo a numeri cento volte più bassi, nonostante le tante ore settimanali che dedico alla creazione di video che spiegano il microstock, a testimonianza che nessuno regala nulla e che, all’inizio, bisogna sempre investire il proprio tempo in progetti che nessuno può garantire diano i loro frutti.
Questo, se non si è ricchi di famiglia come non lo sono io, è possibile solo se contemporaneamente si hanno delle rendite passive che generano un reddito, la più antica delle quali, nel mio caso, è stato proprio il microstock, senza il quale adesso me ne starei in un ufficio a fare cose che non sopporto e circondato da gente che fa di tutto per rovinarmi le giornate.
Ma anche di questo meccanismo, se vi va, ne parliamo in un altro momento o, se proprio volete approfondire subito la cosa perché anche voi non sopportate le persone con cui siete obbligati a interagire per lavoro, trovate tutto spiegato nel mio libro.
Lo stabilizzatore di Premiere e After Effects
La stabilizzazione dei time-lapse o hyperlapse che siano, fatta con Adobe Premiere Pro è convincente come quella fatta con After Effects?
Essendo due prodotti della stessa azienda penso sia possibile che abbiano utilizzato lo stesso motore?
Lo stabilizzatore di After Effects nasce per fare compositing. Ti faccio un esempio: hai presente nei titoli di qualche film, o in qualche pubblicità, quando ci sono le scritte che seguono perfettamente il movimento di persone o oggetti?
C'erano per esempio nei titoli della serie Boris di qualche anno fa. Quello lo fai con molta facilità con After Effects che è un software che nasce per fare proprio quel genere di effetti, ma devi usare la stabilizzazione manuale impostando i due tracciatori.
Premiere invece, ha uno stabilizzatore che serve più per avvicinare la stabilità delle riprese a mano libera a quella del cavalletto, ma oggettivamente non è preciso come quello di After Effects, perché non è quello che deve fare quel tipo di software. Lo stabilizzatore di Premiere, secondo me, può essere paragonabile all'altro limitatamente agli hyperlapse quando questi vanno stabilizzati con la funzione automatica, ma per i time-lapse statici, o per gli stessi hyperlapse quando, come da lezione del corso, si deve stabilizzarli in manuale, è decisamente meglio After Effects.
Ti conviene provarlo per i sette giorni della prova gratuita che ti dà Adobe, così verifichi se ti trovi bene.
Le visualizzazioni di Pond5 (non funzionano)
Ho caricato stock footage su Pond5 e Shutterstock. Credo molto in Pond5 grazie anche alle tue lezioni, ma l'algoritmo su cui è basata la ricerca degli acquirenti mi sta deludendo.
Ho notato che dopo due mesi ho totalizzato solo due visualizzazioni su circa trenta video che comprendono animali, natura e persone. Temi che comunque credo possano interessare.
Tu cosa ne pensi?
Storicamente Pond5 ha sempre avuto poche visualizzazioni, ma credo sia un'anomalia di come le contano. Pensa che ho avuto delle vendite di clip che loro contano a zero view.
Non mi fiderei troppo di quella metrica per basare una strategia. Sono semplicemente lunghi ad indicizzare, e calcolano male le visualizzazioni.
Comunque, per quanto riguarda i soggetti, dei tre che mi hai citato, io ti consiglio di concentrarti sulle persone. Con gli animali ho avuto un certo guadagno con riprese fatte allo zoo o al mio gatto, e quindi se ti specializzi, potresti anche avere delle belle soddisfazioni, ma la natura non fa per il microstock.
Vendere foto e video delle Dolomiti
Mio padre è appassionato di fotografia. Negli ultimi 6/7 anni si è dedicato quasi unicamente al time-lapse. Abbiamo la fortuna di vivere in uno splendido paesino del Trentino chiamato San Martino di Castrozza, ai piedi delle Dolomiti. Quindi, detto ciò, posso immaginare che abbia capito su che contesto fotografico mio padre si sia concentrato.
Dopo tutti questi anni quindi, la quantità di materiale, a parer mio ottimo, è cresciuta.
Qualche utilizzo dei filmati qua e là riescono a far sostenere le spese di mio papà, che comunque non fa il fotografo di professione.
Quindi, ho pensato di aiutarlo con la vendita dei suoi filmati. Shutterstock mi sembra la piattaforma più adeguata, essendo studente universitario di informatica non dovrei avere problemi a gestire questo piccolo commercio a livello informatico, ma mi chiedevo se potesse darmi qualche consiglio su come iniziare la vendita.
Quindi dopo aver creato il profilo di contributor, fatto approvare, mi chiedo in che modo potrei aumentare i profitti e in che modo scegliere i prezzi.
Amici, questa è un po' la classica domanda che pretende la formulina magica per fare i soldi. Io conosco benissimo San Martino Castrozza, visto che sono figlio del Triveneto. L'ho anche ripreso qualche anno fa durante quella che era più una gita che un viaggio per produrre contenuti da vendere nei microstock.
Leggendo la tua mail, caro amico, credo che tu stia facendo qualche errore di valutazione. Il primo è che la natura non è un soggetto buono per vendere nelle agenzie di stock images e stock footage. Te lo dico perché l'ho testato di persona. Se ti va, avevo scritto a riguardo un post qualche tempo fa:
https://stockfootage.it/la-vendita-dei-paesaggi-nel-microstock/
Poi devi considerare che vendere su Shutterstock è semplicissimo, anche se non sei un esperto di internet, quindi non credo tuo padre abbia bisogno di aiuti in tal senso. Ci pensano le agenzie a vendere per te, e non c'è nessuna strategia di comunicazione efficace per portare i visitatori a comprare di più i tuoi contenuti pubblicati su Shutterstock o altri siti, che è anche il motivo per cui Shutterstock si tiene in media il 70% del prezzo di vendita dei tuoi video e delle tue foto, e non ti permette di scegliere i prezzi.
Devi solo fare un buon keywording, cercando di perderci meno tempo possibile. Ma i tuoi studi di informatica non ti danno nessun vantaggio.
Se mi chiedi come aumentare i profitti, vado male a risponderti per e-mail, perché ho creato un sito apposta nel quale ho pubblicato centinaia di contenuti, e che mi tiene impegnato per almeno otto ore al giorno da due anni e mezzo a questa parte. Il consiglio principale è di creare stock footage e di lasciare perdere le stock images, se guardi al guadagno.
Poi di cercare di riprendere soggetti richiesti dal mercato del microstock, che non sono assolutamente gli stessi che ti possono far guadagnare con gli altri business legati alla fotografia e alla ripresa video.
La Stock coalition come i Fantastici 4
Mi segnalano che la Stock Coalition, che, riassumendo, è l’associazione di fotografi e videomaker delusi dalle politiche di Shutterstock, sta stringendo accordi sempre più importanti con Pond5, che con la scusa dell’equità nei compensi cerca in tutti i modi di trarre vantaggio economico dalla situazione.
Vi do il link a un comunicato di Pond5:
che puzza molto di presa in giro, viste le premesse che ho appena fatto, ma che senz’altro è positivo per noi produttori, quanto meno per chi partecipa a questa Stock Coalition, che ha una vetrina in più grazie a Pond5.
Essendoci il denaro alla base del microstock c’è una competizione sana, nonostante quello che si possa pensare, quando alla base ci sono i soldi. Se non vi fa piacere, iscrivetevi a una scuola statale di cinema, e poi sappiatemi dire in che modo in quelle situazioni si selezionano i talenti, e se mi dite che è il merito, poi vi racconto una cosa su Babbo Natale.
150 dollari per un solo video venduto su Istockphoto
Concludo con una notizia, che non è altro che un aggiornamento di una storia bella, pubblicata nell’ora più buia della nostra storia recente e che narrava di Renato Murolo, fotografo appassionato, veneziano doc, che il giorno prima che l’Italia chiudesse a causa del Coronavirus ha filmato la sua città insolitamente deserta di turisti e poi ha visto quello spezzone di pochi secondi acquistato dall'ormai celebre spot Barilla con la voce di Sophia Loren.
Il dato che ci mancava da dire era quanto ha incassato con quei pochi secondi di video, acquistati non in esclusiva, su iStockphoto. L’informazione mancava perché iStockphoto non è velocissima a pubblicare i report, ma oggi possiamo dire che l’incasso è…
150 dollari
cifra non altissima, ma se si considera che quella stessa clip la può vendere ancora all’infinito non è poi così male per una ripresa di pochi secondi fatta sotto casa.
Diciamo che tra:
- incassare 150 dollari
- diventare parte di un video con la voce di Sophia Loren, monumento vivente della cinematografia mondiale
io preferirei di gran lunga la seconda, ma purtroppo non ho mai avuto un tale onore.
Per tutti gli altri dettagli su quanto successo all’ottimo Renato Murolo, che in un momento non certo di speranza e serenità ha deciso di prendere in mano la sua reflex e di andare a filmare quello che stava succedendo, come tutti noi con la passione per fotografia e ripresa video dovremmo sempre fare, vi rimando alla pagina del sito che racconta tutto nei dettagli.
Con questa storia che dimostra quanto bello sia il mondo odierno, dove anche a un fotografo amatoriale senza raccomandazioni è data la possibilità di apparire in una produzione che può contare sulla presenza di chi ha vinto Oscar e fatto la storia d'Italia, dichiaro concluso il novantaseiesimo episodio di “vendere foto e video online”.

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