Guarda la versione video degli episodi del podcast nel mio canale Youtube.
In questo episodio parlo di:
- quanto low cost è diventata Istockphoto
- limitazioni alle licenze di foto e video acquistabili su Canva
- andamento delle vendite di un produttore da 200 euro al mese
- perché Adobe Stock non abbasserà i prezzi
- nuovi abbonamenti di Shutterstock
- tipici problemi con le licenze editoriali
- caricamento dei file su Pond5
- come selezionare i migliori luoghi da immortalare
- strani comportamenti dei revisori di Shutterstock
- come superare i limiti dell'interfaccia di Stocksubmitter.
Istockphoto svende le tue foto
Ciao Daniele! Sono Massimo da Stoccolma. Volevo solo renderti noto che ho scoperto che ho venduto da giugno scorso circa 1450 foto/illustrazioni/video su iStockphoto.
Non è una gran cifra, ma comunque per me è un traguardo importante. Tutto questo per… 21 dollari. E per provartelo ti allego due screenshot. Se vuoi puoi raccontarlo. Magari é sano rendere noto un fatto del genere.
Ovviamente sono rimasto deluso e molto perplesso. Tu che ne pensi? È cosí che va con iStockphoto?
Io intendo interrompere i caricamenti con quell’agenzia.
Carico già su Shutterstock, Adobe Stock, Pond5, Dreamstime, Depositphotos, 123rf e Alamy. Non sto guadagnando quasi niente, ma continuo perché mi piace e mi rilassa moltissimo e magari col tempo questo hobby può migliorare.
Non sono un professionista e quindi non posso pretendere molto.
Gli episodi che racconti nel tuo podcast spesso sono molto belli, ma su di me fanno un doppio effetto: da un lato mi incentivano a continuare e dall'altro mi deprimono un po', generando anche, non lo nascondo, un po' d'invidia verso i fotografi che vendono una foto centinaia di volte.
Abbiamo cominciato questo ottantasettesimo episodio del podcast diversamente dal solito. Spesso cito storie piene di ispirazione, di videomaker o fotografi, quasi sempre non professionisti, che al risveglio si trovano centinaia di dollari sul conto, perché magari hanno venduto le loro foto e i loro video su Shutterstock o Pond5 a qualche anonima produzione internazionale, che metterà i loro contenuti magari sulla copertina di una rivista internazionale o in un documentario che va in onda su Netflix.
Lo faccio perché è da quelli bravi che si prende ispirazione, non da quelli che stanno sul divano a lamentarsi del mondo.
Il microstock però, è anche storie come quella che ci ha raccontato il buon Massimo, Italiano emigrato in Svezia. È pieno di Italiani che ci ascoltano dall’estero, a testimonianza che sono la parte migliore del Paese, non perché ascoltano me, ma perché, guarda caso, sono proprio quelli che il tempo su internet lo passano a imparare qualcosa.
Il web, se vogliamo è anche pieno di divulgatori che se ne sono andati dall’Italia per pagare meno tasse e sfruttano il loro pubblico italiano, ma quello è un altro discorso.
Comunque, venendo a quello che ci dice Max, dire che quelle cifre sono una follia è fare a quelli di Istockphoto un complimento. Io è da un pezzo che non consiglio più Istock, proprio perché ha delle royalty assurde. Me le avevano segnalate in tanti, ma non pensavo fossero arrivati a quel livello.
Quindi, quello che ci dice Max, è la dimostrazione che sono un'agenzia finita, dal punto di vista di noi contributor.
Non caricate su Istockphoto ragazzi, ma non per l’ingiustizia, e meno ancora perché pensate che ci siano clienti che vedono la vostra foto in un’agenzia e poi vanno a cercarla in un’altra dove costa meno, visto che queste cose non succedono. Non caricate lì, semplicemente perché per
- il tempo
- lo sforzo
che impiegate non ne vale la pena a livello di guadagni.
È un concetto basilare del business di cui parlo approfonditamente nel mio libro.
Abbiamo tante notizie condivise da voi fotografi e videomaker in questo episodio. Abbiamo altre novità che ho scoperto da solo, quindi ne approfitto per lanciare la sigla.
La verità sulla Collezione low cost di Canva
Mi arriva un messaggio di Alberto, produttore che conosco da un sacco di anni e che più volte ha contribuito al podcast. Si riferisce all’episodio 85 del podcast, in cui parlavo di Canva, ovvero quello strumento di grafica che al costo di solo12 euro al mese ha iniziato a mettere a disposizione dei suoi abbonati milioni di immagini stock con download illimitati.
Il buon Alberto è andato ad approfondire l’argomento e ha scoperto che la realtà è un po’ meno brutta di quanto sembrava trasparire dopo l’analisi un po’ distratta che avevo fatto io.
Ma gli lascio la parola:
Ho controllato Canva e ho scoperto che le immagini che utilizza sono prese in prestito da Getty e iStock, che come sappiamo svendono le foto per questi usi a pochi centesimi, ma fortunatamente non sono licenze complete, ma contestuali ai prodotti di Canva, quindi volantini, banner e poster.
Teoricamente ci dovrebbero riconoscere qualche centesimo ogni volta che qualcuno utilizza una delle nostre foto o video, visto che comprende anche dei video per alcuni progetti, come le presentazioni aziendali.
Ma questa non è una minaccia al microstock, è un mercato parallelo, quindi ben venga. Forse potresti trovare anche dei tuoi contenuti se hai caricato su iStock in passato: io vedo dentro delle mie immagini e se controlli i dettagli, c'è anche il nome del contributor e dell'agenzia da cui l'hanno presa.
Per quanto riguarda i nuovi programmi di abbonamento, questi sono come i voli low cost, quindi hanno grossi limiti di offerta e qualità e così sarà sempre, visto che il microstock è già ai minimi termini per quanto riguarda la profittabilità per noi, quindi dubito si possa scavare ulteriormente.
Se vogliono contenuti sempre aggiornati, devono tenere vivo il mercato con un minimo di convenienza per i pochi disperati che ancora ci riescono a mangiare, altrimenti nessuno produrrebbe più niente di nuovo e forse toglierebbero anche dalle agenzie i contenuti che hanno già inserito, chiudendo gli account, come ho già fatto io con le agenzie troppo pidocchiose.
Altre addirittura chiudono loro stesse gli account, come mi è capitato su Colourbox, perché vendevano così poco che hanno dovuto tenere solo pochi contributori molto grossi, per poter garantire almeno a loro qualche decina di dollari al mese invece di centesimi per tutti.
Ma la loro offerta è ancora più scarna e quindi anche la clientela sarà sempre più limitata.
Ho notato anche che sono stati comprati dei siti di gif gratuite da agenzie come Shutterstock e Adobe Stock, che li usano per promuovere le proprie immagini, regalandoti solo qualche immagine bruttina come prodotto civetta e con una licenza limitata, mentre prima potevi addirittura usare le gif per composizioni da rivendere come tue.
Quindi il modello Netflix - Spotify si rivela vincente per tutti, anche se nessuno si arricchirà più come dieci anni fa e bisognerà lavorare duro per pochi spiccioli, sui quali pagare pure le tasse.
Ho sempre molto rispetto delle analisi di Alberto, che è anche una delle rare persone che frequentano questo sito che ho anche avuto il piacere di conoscere di persona, a margine di un evento di qualche anno fa a Milano nel quale ero andato a parlare, quando ancora facevo eventi.
Quello che ha detto Alberto, è in gran parte condivisibile, in particolar modo l’ultima frase, che è quella più inquietante, cioè:
il modello Netflix/Spotify è quello che è destinato ad avere successo.
Questo, per noi produttori, non è positivo.
Un momento unico nella storia del microstock
Se andate ad ascoltare qualche episodio indietro, ascolterete dalle mie stesse parole la notizia di una newsletter di Pond5, nella quale si prevedeva un’esplosione di contenuti video legati alle città ai tempi del virus.
Così effettivamente è stato, con un rimescolarsi di contenuti dai quali anche i nuovi arrivati hanno tratto vantaggio come, ve lo certifico io che ho vissuto il mondo della vendita di stock footage da subito dopo il lancio avvenuto nel 2006, non era mai successo prima.
Vendite eccezionali di un produttore da 200 euro al mese
A tal proposito, mi scrive Paolo Galasso, che vedete qui sopra, con un messaggio che parla proprio di vendite anomale nell’ultimo periodo:
Devo dire che è proprio un periodo pazzo per il microstock, le vendite dei contenuti Covid volano, la settimana scorsa ho venduto tre video in un solo giorno, decine di foto, tra cui quella di una mascherina su Adobe a 26,40€!
Negli ultimi due mesi ho cominciato a vedere i frutti di un anno di lavoro, arrivando ad una media di più o meno 200 euro mensili tra Shutterstock, Pond5 e Adobe Stock, poi, però, ieri ho avuto la prima brutta conferma che il trend dei guadagni, secondo me, andrà in negativo per noi produttori.
Ieri sera ho venduto il primo video a 3.15€ su Shutterstock. Non è un buon segno, ma spero che il nuovo piano degli abbonamenti video porti almeno a un rimescolamento dei produttori, nuovi e piccoli come me, con un conseguente aumento delle vendite seppure a 3 o 5 euro a video.
Tu che ne pensi? Adobe si uniformerà al piano di abbonamenti video di SS?
Avevo iniziato a vendere bene video in 4K su Adobe a 60€, chissà se questo sarà ormai un ricordo!
Grazie a Paolo Galasso per la condivisione.
Messaggio che delinea una situazione con luci ed ombre, a dire il vero.
Perché Adobe Stock non abbasserà i suoi prezzi
Parlerò dei nuovi abbonamenti Shutterstock fra poco; rispondendo alla sua analisi, penso che Adobe Stock rimarrà sui contenuti venduti a quelli che, quando si è messa sul mercato dello stock un paio d'anni fa, erano prezzi normali, e che nel frattempo sono diventati prezzi alti.
Per un semplice motivo:
a differenza degli altri, ha un portafoglio clienti di alta categoria, visto che può proporre immagini e video a chi compra i suoi software.
Almeno, questa è la mia previsione, ma nessuno, a partire dall'amministratore delegato di Adobe, sa come andrà a finire.
La stessa Shutterstock ha puntato su abbonamenti moderatamente low cost rispetto ad altri, e non credo andrà mai verso l'all you can download di Storyblocks, perché sarebbe come darsi la zappa sui piedi.
Come per tutti i prodotti ci saranno negozi (agenzie, in questo caso) che puntano solo sul prezzo e altri che puntano sul servizio (qualità della collezione, esperienza utente e via dicendo) e quindi possono permettersi di non svendere il loro prodotto.
Adobe Stock e anche Shutterstock faranno parte di questa seconda categoria.
Vendite eccezionali di un nuovo produttore
Della categoria, invece, dei messaggi completamente positivi e che danno speranza a noi fotografi e videomaker che abbiamo deciso di guadagnare con il microstock, è il messaggio di Roberto Ricca, che se guardate la versione in video del podcast o cliccate il link in descrizione, vedrete in un'immagine mentre fotografa la splendida Matera.
Ciao Daniele,
sono un fotografo professionista di Brescia e videomaker poco più che amatoriale. Ti avevo visto tempo fa alla conferenza Tau Visual a Milano. Poi il tuo corso e il tuo audiolibro.
Per mesi, per pigrizia, ho tenuto tutto sull'hard disk. Ora con questa quarantena mi sono messo al lavoro e, incredibile a dirsi, in un mese ho guadagnato quasi 250 € facendo soprattutto video.
Vendite soprattutto su Shutterstock. I video che ho caricato sono pochi, però hanno beccato il tema giusto (Covid: sono video di mia moglie che lavora da casa con i bambini che giocano, scene di cucina, di piatti e torte in casa, i miei figli che giocano con la mascherina...) ed evidentemente sono stati indicizzati bene da Shutterstock.
Sono contentissimo e mi sono ripromesso di approcciare seriamente il mondo stock anche quando si tornerà alla normalità.
Firmato, appunto, Riccardo Ricca
Io non posso fare altro che ringraziare Riccardo, perché la sua condivisione dà forza in un momento in cui tutto il mondo rischia di essere sopraffatto dalla debolezza.
Riccardo, fotografo professionista, per altro, dalla città di Brescia che tutti sappiamo cosa ha passato in questo disgraziato periodo.
La normalità, di cui parla, attenzione che è ben lontana da quanto ci si troverà davanti a lockdown finito, perché temo che tale normalità rimarrà incompiuta per mesi, anche se mi vorrei tanto sbagliare in queste previsioni non troppo ottimistiche.
Quindi ragazzi, buttatevi a testa bassa sul microstock. Se il resto del lavoro cala, cercate di occupare il maggior tempo a vostra disposizione producendo stock footage, immagini stock e via dicendo.
Fino a qualche mese fa vi avrei detto che i risultati economici di queste fatiche si sarebbero visti dopo un anno, oggi è tutto un po’ più immediato, e anche se non fosse l’inizio di un business digitale, nel mondo che viene avanti, virus o non virus, può essere una di quelle cose che inizia concretamente a migliorare la vostra vita.
Gli abbonamenti low cost di Shutterstock
Una notizia interessante, già accennata implicitamente da uno degli ascoltatori di cui abbiamo citato i messaggi, è quella di Shutterstock che ha appena lanciato un nuovo piano di abbonamenti, più economici di quelli che ha già, ma non low cost quanto quelli di altre agenzie di cui abbiamo parlato negli scorsi episodi:
Due dimensioni:
- 10
- 20
video al mese. Quindi siamo ben lontani dalla sottoscrizione illimitata di Storyblocks.
Nel caso di 10 video si pagano 319 euro al mese o 599 euro per 20 video, quindi circa 30 euro a video.
Se però si sottoscrive un abbonamento annuale con addebito mensile, c'è un forte sconto e diventano 139 o 179 euro al mese. 179 euro diviso 20 fa meno di 8 euro a video.
Mi manderete i vostri commenti sull’argomento per email, solo se sono costruttivi però. Niente della serie “è un'ingiustizia”, “è la fine del microstock”, “bisogna fare una class action”.
Problemi con le licenze editoriali di Shutterstock
Ho caricato una sacco di immagini prodotte negli anni. Alcune erano scattate in vari stadi, dove ho partecipato ad eventi congressuali di un certo rilievo facendo parte sì, del reparto stampa dell’evento, ma non essendo un vero e proprio incaricato come fotografo professionista dotato di tesserino PRESS! Ora Shutterstock per alcune di quelle immagini mi chiede di inviare documentazione di identificazione quale “abilitato” per poter caricare e vendere quelle stesse immagini.
Mi viene in mente che probabilmente alcuni eventi pubblici, come concerti o qualsivoglia manifestazione di rilievo, potrebbero richiedere lo stesso trattamento. Mi sai dare qualche indicazione più precisa in merito?
Ti allego uno screenshot del messaggio di Shutterstock
Poi ho un altro problema: non aver fornito sufficienti liberatorie per un soggetto che continuano a rifiutarmi per questione di liberatoria.
Il soggetto è tatuato, ma i tatuaggi sono i suoi, disegnati da lui stesso e solo applicati dal suo tatuatore di fiducia. Il marchio della maglietta non è registrato perché è il nome del suo gruppo musicale, e quindi una sua dichiarazione nella liberatoria delle “proprietà” dovrebbe essere sufficiente... ma continuano a rifiutarmi la foto.
Qualche consiglio?
Ti posto qualche esempio. Sono immagini scattate qualche anno fa, che su altri microstock ho venduto egregiamente senza tutti questi problemi.
Tatuaggi
Ebbene sì, anche i tatuaggi hanno bisogno di una liberatoria. In generale, se nel microstock, dal punto di vista delle liberatorie, fino ad un paio d'anni fa c’era l'anarchia, ora le agenzie stanno diventando molto severe.
Vi invito a cliccare nel link in descrizione per guardare le foto, così capite molto meglio quello di cui sto parlando.
Per quanto riguarda il modello con il tatuaggio, se decidi di utilizzare ancora la sua immagine in futuro, ti conviene sentirli preventivamente quelli di Shutterstock, spiegargli la situazione e farti dare un case number. In tal modo ti approvano il soggetto, e quando glielo rimandi, nell'ultima schermata prima del tasto submit, ti chiedono di inserire quel numero che ti è stato assegnato, così te lo passano.
Eventi
Per quanto riguarda l'altra situazione, è un po' più complicata. In linea, di massima per riprendere certi eventi hai bisogno dell'accredito, così come hai bisogno dell'autorizzazione per riprendere con il cavalletto per strada, anche se io ho migliaia di clip registrate con il cavalletto e non ho mai avuto una singola autorizzazione.
Paradossalmente, anche se sei uno spettatore allo stadio non potresti diffondere le immagini che scatti. Di fatto in quest'epoca sono tutti divieti superati. Se le agenzie non ti accettano le foto è solo perché vogliono stare tranquille legalmente parlando.
Per provarci, ti conviene fare più o meno la stessa cosa che farai con il musicista. Spieghi in linea generale il contesto per il quale eri autorizzato a scattare, cercando di portare tutti gli elementi a tuo favore.
Se ti approvano, ti fai assegnare un case number e lo citi ad ogni upload che riguarda uno dei soggetti registrati in quei contesti.
Se con il musicista sicuramente le cose andranno lisce, sul secondo caso sta un po' a loro decidere.
Problemi di caricamento su Pond5
Sto avendo un po’ di problemi con Pond5. In pratica alcuni video non li carica, indicandomi l'errore "corrupted codec". L’altra cosa è che, nonostante io abbia editato i file seguendo il percorso che indichi nel corso, la dicitura "needs edit" non va via, e non capisco il perché.
Sai come risolvere questa situazione?
Sulla scritta "Corrupted codec" bisognerebbe fare un'analisi insieme a quelli di Pond5. Se vai a questo indirizzo:
https://help.pond5.com/hc/en-us/
puoi aprire una chat. Altrimenti dovresti scrivere a submit@pond5.com.
Quello che ti posso dire io è che se hai usato i parametri che spiego nel corso come risoluzione e codec (Apple ProRes o Photo Jpeg) e durante l'invio non hai avuto problemi, quindi la misura del file che ti trovi nella pagina UPLOAD è la stessa del file originale, non hai sbagliato niente. Comunque non capisco se l'errore ti appare nella pagina UPLOAD o durante il caricamento.
Per quanto riguarda la voce NEEDS EDIT che non va via, non è normale. In fondo alla pagina, ci sono due opzioni:
- Go to my Uploads
- Go to next item
Quale selezioni? La seconda è quella giusta, che non è quella selezionata di default.
Può essere anche che tu non abbia compilato tutti i dati richiesti o che, per esempio, la quantità di caratteri del titolo sia maggiore di quella massima.
Come selezionare le località migliori per il microstock
Ero intento a fare un giro su Tripadvisor per capire quali fossero le "top" location di varie città. Tu hai già fatto prove del genere, cioè hai utilizzato strumenti alternativi al mondo del microstock per selezionare dei target più richiesti? Se sì, ne vale la pena?
Io per capire quali soggetti cercano i compratori di microstock in una certa città, più che Tripadvisor, che rischia di mandarti un po' fuori strada visto che a caricare i contenuti non sono le persone che acquistano dalle agenzie, utilizzerei dropstock.io.
C'è un bel tutorial dell'ottimo Simone Scalise nel mio sito che ti spiega tutto passo passo:
https://stockfootage.it/recensione-di-keyword-io/
Questo tutorial lo trovi linkato, sempre cliccando sul link che trovi nella descrizione del podcast sul tuo smartphone.
Grazie a tutti voi del sostegno
In questi giorni sto anche ascoltando il tuo podcast che mi hai mandato insieme alle lezioni e ti rinnovo i complimenti, scrivere le keyword diventa una pratica piacevole mentre ascolto gli episodi, e soprattutto la rubrica "il livello medio delle persone che navigano in rete".
Inoltre, come ti avevo già detto, adoro il tuo modo diretto e senza fronzoli di parlare, in un mondo dove dobbiamo essere tutti uguali e bravi e non si può dire qualcosa senza il timore di essere guardati male o trattati come anarchici o gran maleducati. Se ti fa piacere puoi pubblicare questo commento col mio nome.
Ti rinnovo un caro saluto e tanti ringraziamenti,
Matteo Bracali
Ringrazio il buon Matteo per aver condiviso il suo messaggio, semplicemente perché questo mi dà una certa forza, visto che lo sforzo produttivo, da quando ho iniziato a fare la versione video, non è poco e che faccio tutto gratis.
Quindi, ragazzi, cito un messaggio, ma lo faccio anche per ringraziare tutti voi che privatamente, giorno per giorno, mi dite che sto andando avanti nella direzione giusta.
Perché, cari amici, voi che ne sapete di fotografia non aprite un bel podcast per insegnare a fotografare a quei fenomeni che fanno le foto in verticale con lo smartphone?
Non ci vuole tanto, e magari un po’ di tempo a disposizione in più, ultimamente, ce l’avete anche avuto.
Gli strani revisori di Shutterstock
Concludo parlando ancora di Shutterstock, e in particolar modo dell’assistenza che dà ai produttori.
Ciao Daniele,
volevo metterti al corrente di ciò che mi è capitato con Shutterstock.
Avendo più volte venduto una foto di una persona con una mascherina con una bandiera americana sullo sfondo con su scritto “help”, Shutterstock mi ha contattato dicendomi di inviare più contenuti dello stesso genere. Allora ho mandato una foto con una bandiera turca, approvata. Il giorno dopo mando altre foto, con una bandiera tedesca e una inglese, che vengono respinte con il messaggio “foto sgradita perché potenzialmente offensiva”.
In definitiva è stata accettata solo quella turca che era uguale alle altre.
Ci sono rimasto male, non volendo essere segnalato negativamente da Shutterstock. Avevo già il dubbio, ora confermato, di non mandare più foto nello stesso giorno, specialmente nel fine settimana perché se trovi lo stesso revisore di cattivo umore, che il lunedì si ritrova con un sacco di foto, te le respinge quasi tutte.
Firmato Enzo Addomino, studente del mio corso.
Storia molto interessante, che cito perché è emblematica di tante altre che mi arrivano.
Ci tengo a sottolineare che Shutterstock non contrassegna nessun autore come "produttore di spazzatura" perché il revisore di turno gli ha rifiutato dei contenuti. Almeno, non quando parliamo di sole cinque foto e di quando, come nel tuo caso, il produttore è da un mesetto che carica.
Normalmente, di fronte a una bocciatura, ti direi di tirare dritto e iniziare a pensare al prossimo contenuto da spedire. Visto che i corona-contenuti, però, in questo momento vanno molto forte, come la stessa Shutterstock ti ha comunicato, ti consiglio di rispedire subito le foto respinte.
Vedrai che nel 90% dei casi te le accettano. Considera anche che quando ti respingono un contenuto, spesso quella decisione dipende dal giudizio di un revisore sottopagato e, come dici tu, svogliato e di cattivo umore, quindi non farti troppi problemi.
Non è nemmeno una questione di giorno della settimana o di quantità, perché cinque foto sono davvero poche e conosco gente che ne spedisce centinaia in un giorno senza grossi problemi.
Il caricamento con Stocksubmitter
Sembrerebbe che ci sia spazio per un’ultima cosa, e allora cito un messaggio/domanda veloce di un’amica fotografa:
Ho iniziato a usare StockSubitter per caricare foto, ma mi sono accorta che me le lascia caricare solo su alcune agenzie.
Immagino che io debba fare l'iscrizione ai vari siti uno per uno e poi dire a StockSubmitter username e password di ogni agenzia, ma ad alcune non riesco ad iscrivermi come contributor, per esempio su IStock mi chiede il numero della carta di credito per farmi comprare foto:
Invece ad altre come Microstock Plus riesco a iscrivermi, ma poi StockSubmitter non mi lascia aggiornare i dati:
...sai dove sto sbagliando?
Cara amica, per spedire i contenuti a un'agenzia, come dici tu, anche se sei iscritta a StockSubmitter, devi prima iscriverti alla stessa agenzia, e solo dopo averlo fatto puoi inserirla in StockSubmitter.
Con Istockphoto fai proprio l'esempio peggiore di microstock. Non so dirti della carta di credito, perché io ho fatto l'iscrizione quasi 15 anni fa e non la chiedeva. Se hai fatto l'application da contributor tramite la App, come spiegato qui:
https://www.gettyimages.it/workwithus#
hai fatto tutto giusto.
In più, per quanto riguarda StockSubmitter, una volta iscritta ed approvata, relativamente a Istockphoto, hai bisogno di un codice ulteriore per spedire (non so se hai ascoltato uno degli ultimi episodi del podcast).
Ti servono due codici ulteriori:
API: qwb9d7vgs5vx6qw279ukcvf3
PIN SEGRETO: pUxxrgN6DX4Tm4uqE8NRcvvTHw7BSCJnuFjg7XKrbY85p
Il motivo per cui ti dico che Istock non è una gran agenzia è che paga davvero poco:
https://contributors.gettyimages.com/article_public.aspx?article_id=5210
- 20% per i video
- 15% per le foto.
Fossi in te ci penserei due volte a perdere tempo per spedire anche lì.
Microstock Plus, che tu citi erroneamente, più che un'agenzia è il servizio gemello di StockSubmitter, che ti consente di caricare su trentasei agenzie descrivendo i contenuti una volta sola. È un servizio più nuovo e alcuni sostengono, un po' migliore. Quindi, nel definirlo come agenzia all’interno di StockSubmitter, credo tu abbia fatto un po’ di confusione.
Bene, cari amici, l’ottantasettesimo episodio di “vendere foto e video online” è giunto al termine.
Avrete notato che ultimamente sto uscendo in maniera molto più regolare con il podcast, quindi se volete sostenermi in questo, basta semplicemente che dite ai vostri amici che si intendono di fotografia, ripresa video o di business digitale di ascoltarmi.
A quelli che invece non hanno voglia di far niente e si lamentano sempre di tutto, per favore, non dite niente perché faccio volentieri a meno di loro.
Ed ora non mi resta quindi altro che ricordarvi, che nella vita l’importante non è divertirsi, ma essere felici. Ciao.

Ok, io ci ho messo un giorno di lavoro per produrre questo contenuto e tu ci impieghi 5 secondi per cliccare su uno dei tre tasti qui sotto, ma più che per questo, perché non condividi la pagina semplicemente per aiutare i tuoi amici appassionati di fotografia a guadagnare?